Vi rivelo un segreto sul 99% delle recensioni di dildi e sex toy vibranti: sono completamente inutili. Il motivo è che il 99% di questi oggetti differisce solo nella forma, e quindi in fin dei conti tutto si riduce a trovare quelli che meglio si adattano alla proprie caratteristiche personali – lo stesso giocattolo che fa impazzire di piacere la vostra amica potrebbe non essere niente di che per voi, o addirittura sgradevole. Resta però quell’un per cento di altri casi che invece mi interessa molto, costituito da invenzioni davvero innovative che meritano di essere studiate da vicino.
Quasi sempre, va detto, si tratta di idee troppo strampalate per avere una qualche efficacia. Di tanto in tanto tuttavia ci si imbatte in capolavori d’ingegneria edonica capaci di passare alla storia. È il caso per esempio di leggende quali l’Hitachi Magic Wand o la meno conosciuta Neon Wand. L’unica caratteristica che hanno in comune è di avere introdotto qualche nuova tecnologia – come è avvenuto anche in questi giorni con il protagonista di questo articolo, il Sona progettato dai super-designer di Lelo.
Il concetto alla base di questo sex toy è che – come mi auguro sappiate già – il piacere femminile deriva quasi esclusivamente dalla stimolazione del clitoride, che però è pressoché tutto nascosto nella vulva: la parte visibile è sì quella più sensibile, ma anche quella più piccola. Siccome nessun oggetto può riuscire a titillarlo in tutte le sue parti, in Svezia hanno adottato un approccio alternativo.
L’idea è fare vibrare l’intero clitoride bersagliandolo di onde sonore – che dal punto di vista della fisica sono, appunto, vibrazioni – molto focalizzate. Questo massaggio ad alta intensità si trasmette dalla punta a tutto il resto dell’organo, e il risultato è un orgasmo particolarmente intenso e comunque diverso da qualsiasi altro tipo di stimolazione. L’effetto, per intenderci, è la versione porcella del mettersi di fronte a una cassa da concerto per sentirsi scuotere dalla potenza del rock.
Nel concreto il Sona è un oggetto rosa, nero o rosso dotato di una buffa boccuccia che a me ricorda i polpi dei manga giapponesi, ma solo per colpa di un’educazione discutibile. In realtà quella protuberanza va applicata sull’estremità del clitoride e nasconde la membrana vibrante che produce le onde sonore senza mai toccare il corpo. Sulla superficie del giocattolo ci sono poi i tradizionali tre pulsanti della Lelo: per aumentare l’intensità, diminuirla e alternare fra otto ritmi di vibrazione differenti. L’ultima caratteristica è un connettore per ricaricare la batteria tramite il cavetto USB fornito nella confezione.
In realtà ci sarebbe da raccontare anche la funzione automatica di Cruise control… ma in tutta onestà non l’ho capita. Mi spiego meglio: la teoria è che, nel culmine del piacere, capiti di premere i sex toy con troppa forza contro il corpo, contrastando troppo la vibrazione interna. Questa diminuisce quindi di intensità, il motore si sforza eccessivamente, e il gioco si rovina proprio sul più bello. Il cruise control è quindi un sensore che, quando si accorge di questa situazione, aumenta automaticamente la potenza del 20% così da mantenere il piacere al livello ottimale. Che suona benissimo sulla carta, ma non ha alcun senso con un oggetto pensato apposta per non fare mai entrare l’unica parte mobile in contatto con la pelle. E infatti le ayzaddettes che hanno collaudato Sona non hanno riscontrato né il problema, né l’attivazione della funzione. O è davvero efficacissima, o più probabilmente è una sciocchezza bella e buona. Il che ci porta al cuore della questione. Questo Sona funziona?
Cominciamo dalle notizie brutte. Innanzitutto, come era prevedibile, i partner e in particolare i maschietti sono tagliati fuori dai giochi – in tutti i sensi. Questo tipo di sex toy infatti non dà alcuna sensazione particolare su un corpo maschile, ma soprattutto non può essere usato in due: tutte le mie collaudatrici hanno concordato che vada “puntato” con estrema precisione per avere effetto… e questo lo si può fare solamente da se stesse. Peccato.
In secondo luogo, il Sona è fatto per emettere onde sonore – e quindi fa rumore. Non particolarmente forte, anzi. Solo che è tremendamente ridicolo, tanto che la reazione istintiva di chiunque lo abbia preso in mano è stata di giocare ad applicarlo su braccia, gambe, naso e oggetti vari per produrre esilaranti concertini che possono essere descritti più o meno come “voce di robot alieno in un film di fantascienza anni ‘50”. Diciamo che, se siete di quelli che amano un sesso serissimo e un po’ sepolcrale, non è proprio il sex toy che fa per voi.
D’altro canto come strumento di piacere fa decisamente il suo dovere – pure troppo! Ogni collaudatrice ha detto infatti la stessa cosa, ossia: «Beh, non è che faccia molt… OOoooohhhoAHAHaaOoohhhhh!!!», dopodiché lo ha gettato lontano guardandolo come se fosse stato l’anticristo. Salvo poi chiedere se potesse tenerlo.
In buona sostanza mi è stato spiegato che, anche al livello di potenza più basso, la stimolazione offerta da questo giocattolo è estremamente intensa e focalizzata, al punto che non si ha nemmeno il tempo di apprezzare l’effetto di “vibrazione dappertutto” e si è già venute con una forza effettivamente fuori dal normale. Il problema è che, secondo i progettisti, le onde sonore dovrebbero anche sostenere l’orgasmo più a lungo del normale… ma sembra che in realtà risultino solo troppo intense. Naturalmente vale il discorso fatto all’inizio: ciò che piace a una persona può non piacere a un’altra. Però leggendo anche altre recensioni provenienti da tutto il mondo ho notato che molte abbiano segnalato lo stesso shock da climax schiacciasassi.
A rigor di logica ci potrebbe essere una strategia per aggirare il problema, cioè usare il Sona nella vasca da bagno. L’oggetto è infatti completamente impermeabile e la presenza di un mezzo di trasmissione come l’acqua dovrebbe diffondere le onde sonore su una superficie maggiore rendendole più sopportabili dopo essere venute… ma confesso che siamo stati tutti troppo distratti per ricordarci di fare anche quel test. Magari vi faccio sapere – però per il momento non posso che fare i complimenti a Lelo per avere tirato fuori un’invenzione senza pari sul mercato.