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Glossario bondage/kinbaku

Questa pagina raccoglie esclusivamente i termini relativi alle pratiche erotiche di costrizione, sia in stile occidentale (‘bondage‘) che orientale (‘kinbaku‘). Per un glossario orientato al BDSM più in generale potete consultare questa pagina.

Note:

Tutti i nomi di persona sono elencati nella forma ‘cognome, nome’.

Nel kinbaku non esiste uno standard ufficiale per i nomi delle legature. Questo glossario presenta quindi le definizioni impiegate più frequentemente su scala internazionale.

Si ringrazia Rida Saotome per la revisione dei termini giapponesi.

A

Accarezzante, stile – Vedi newaza.

Acworth, Peter – Produttore statunitense (pseud. Peter Rogers, 1971-) e fondatore di Kink.com, la più grande azienda dedicata alla realizzazione di video e siti web incentrati sul bondage e l’eros estremo. Il grande successo ottenuto gli ha permesso di diffondere su scala planetaria alcune sue passioni personali precedentemente considerate di nicchia, quali il water bondage e il particolare stile di legature proposto dal seguitissimo sito Hogtied.com.

Agura – (giapponese, lett. ‘posizione a gambe incrociate’) Nel kinbaku, tutte le figure in cui il soggetto è seduto in quella posizione.

Akechi, Denki – Pseudonimo di Shi Akechi (1940-2005), nawashi celebre per avere portato in scena e in televisione il kinbaku in spettacoli che lo univano al teatro, la musica o l’arte performativa. Grande studioso di hojōjutsu, ha introdotto fra le altre cose il vezzo diffuso ancora oggi fra molti bakushi di indossare occhiali scuri “per apparire più feroci”.

Amsterdam box – Struttura simile a un armadio stretto e poco profondo (o, per i più macabri, a una bara) usata per giochi di deprivazione sensoriale. Le pareti interne, isolate acusticamente, montano una serie di cinghie con cui immobilizzare chi vi viene chiuso dentro. Diversi piccoli sportelli permettono invece di stimolarlo dall’esterno.

Aomuke tsuri – Nel kinbaku, tutte le figure basate su una sospensione in posizione supina.

Arisue, GoKinbakushi giapponese (1954-) e insegnante di bondage divenuto celebre per le numerose collaborazioni a film – anche non pornografici – che richiedevano scene di legature.

Arm sleeve – (inglese, pron. arm slìv) Sorta di lungo guanto – solitamente in pelle – che accoglie le braccia del soggetto riunite dietro la schiena, immobilizzandole ed esponendo il petto. Esistono strumenti analoghi per le gambe.

Asanawa – (giapponese) Benché la traduzione esatta del termine sia ‘corda di canapa’, questo indica qualsiasi corda in fibra naturale (es. juta, canapa, lino o cotone).

Asfissia posizionale – Disturbo potenzialmente letale della respirazione causato dalla forzatura di una posizione che impedisca il normale movimento del torace. Benché si sviluppi normalmente nell’arco di ore, è un fattore di rischio da tenere in considerazione nel bondage.

Autobondage – Vedi self bondage.

B

Bakushi – (giapponese) Abbreviazione di kinbakushi.

Ballet shoe – Vedi calzature punitive.

Ballgag – (inglese, lett. ‘bavaglio a pallina’, pron. bòllgheg) Pallina in gomma dura che viene posta fra i denti e tenuta in posizione da un laccio chiuso dietro la nuca.

Bavaglio – Nome generico di una serie di strumenti usati per ridurre la capacità di parlare del soggetto e contenerne gli eventuali mugolii. Diversamente da quanto si vede nei film, i bavagli hanno di solito un’efficacia molto limitata.

Bavaglio ad anello – Non è affatto un bavaglio, ma un semplice anello rigido che viene forzato fra i denti per tenere la bocca spalancatata e costringere il soggetto a ricevervi tutto ciò che si desideri.

Bavaglio a O – Vedi bavaglio ad anello.

Bavaglio a palla – Vedi ballgag.

Bavaglio a pompa – Vedi bavaglio gonfiabile.

Bavaglio a tappo – Strumento la cui parte che penetra in bocca è un corto tubo che la mantiene spalancata. Il tubo può essere chiuso con un tappo e riaperto quando si desideri fare ingerire qualcosa al soggetto.

Bavaglio a tubo – Analogo al bavaglio a tappo, ma privo di chiusura.

Bavaglio fallico – Strumento che nella parte che penetra in bocca è sagomato come un corto pene, per migliorare la “tenuta ai suoni” e aggiungere un fattore di umiliazione.

Bavaglio gonfiabile– Strumento la cui parte che penetra in bocca è costituita da una sorta di palloncino di gomma dura, che una volta in posizione può essere gonfiato per garantire il massimo silenzio e aggiungere una sensazione di disagio.

Bdsm – Acronimo di bondage, Dominazione, Sadismo, Masochismo. Indica i numerosissimi giochi erotici in cui un partner si rimette completamente alla volontà dell’altro, accettando di vivere tutte le sensazioni e le esperienze che questi decide di “infliggere”.

Benda – Semplice fascia di tessuto o altri materiali posta sugli occhi per impedire la visione. In genere risulta poco efficace per questo scopo, ma ottima al fine di acuire la sensibilità ad altri stimoli.

Benson, Simon – Illustratore e impresario erotico statunitense (1967-) i cui lavori raffigurano bondage particolarmente estremi, che hanno ispirato lo stile di Gord.

BikiniBondage del torace – specie femminile – volto a evidenziarne le forme.

Bizarre – Rivista edita fra il 1946 e il 1959 e realizzata quasi interamente da John Willie, ritenuto il primo periodico fetish occidentale. Benché incentrata prevalentemente su altri temi (es. feticismo delle calzature, corsetti, dominazione…) è stata il più importante veicolo di diffusione delle celebri illustrazioni di bondage dell’autore.

Blakemore, John – Fotografo e regista statunitense (1936-) noto anche con il nome di Jason Whitman attivo negli anni ’80 del XX secolo nel settore della pornografia alternativa. Autore estremamente prolifico di immagini e video di bondage, è stato il fautore di una nuova estetica che muovendo dagli stilemi di Willie ed Eneg ha gettato le basi per reinterpretazioni estreme come quella di Insex.

Body bag – Sorta di sacco a pelo – in genere in pelle e spesso dotato di cappuccio – dotato di cinghie con cui immobilizzare il soggetto all’interno.

Bondage – (inglese, lett. ‘legatura’, pron. bòndeig) Denominazione generica di tutte le pratiche di costrizione del corpo, eseguite prevalentemente con l’uso di corde. Questo termine tende a indicare le figure in stile occidentale, contrapposte al kinbaku di origine giapponese.

Bondage mentale – Forma di gioco BDSM in cui a imporre particolari posture o il silenzio è il semplice ordine del partner dominante. Mantenerli richiede ovviamente una concentrazione eccezionale da parte del sottomesso.

Bondager – Neologismo esclusivamente italiano per indicare un rigger: usarlo equivale a dichiarare la propria ignoranza dell’argomento.

Bondage strip – Fascia di latex alta circa 5 centimetri e lunga sino a 50 metri usata per mummificazioni e altre forme di bondage.

Bondage tape – Nastro di PVC analogo a quelli usati per delimitare cantieri e aree di lavoro, venduto solitamente in nastri di 18 m e alti 5 cm. Disponibile in numerosi colori, è concepito specificamente per il bondage e la realizzazione di abbigliamento fetish “usa e getta”. È caratterizzato dalla capacità di aderire su sé stesso pur non contenendo alcuna colla.

Bō shibari – (giapponese, lett. ‘legatura con bastone’) Nome generico delle figure del kinbaku in cui gli arti del soggetto sono fissati longitudinalmente a un palo di bambù. La più diffusa pone il supporto dietro le spalle, come in una crocifissione parziale.

Bracciale di Kali – Stretta fascia metallica che viene posta attorno al pene e chiusa con un lucchetto. Una serie di punte sul lato interno impedisce la rimozione e la benché minima attività sessuale non autorizzata da chi detiene la chiave.

Breath control – (inglese, lett. ‘controllo del respiro’, pron. brèf contròl) Nome collettivo per numerosi giochi erotici in cui si provoca l’apnea del soggetto, con l’intenzione di provocare ipossia, panico e il relativo rilascio di endorfine. Ciò nonostante è assolutamente sconsigliabile: può infatti provocare con facilità gravi danni cerebrali e ogni anno causa oltre 1.000 morti in tutto il mondo.

Breathgag – Variante della ballgag in cui la pallina è cava e forata su tutta la superficie, per impedire suoni articolati ma permettere la respirazione anche in caso di naso chiuso.

Buranko – Nel kinbaku, usare il corpo in sospensione orizzontale del soggetto come un’altalena su cui il nawashi sale in piedi. Per evitare lesioni alla spina dorsale, il peso non viene sostenuto dalla persona legata ma dalle corde stesse.

C

Camicia di forza – Strumento di contenzione nato per applicazione terapeutica su pazienti violenti, usato a volte per bondage a sfondo medico.

Cappuccio – Accessorio classico del BDSM, dove ha la funzione di cancellare l’identità di chi lo indossa sia per favorire l’abbattimento delle inibizioni in entrambi i partner, sia come forma di umiliazione per quello sottomesso. Nel bondage viene inoltre usato come strumento di costrizione o deprivazione sensoriale.

Cappuccio di isolamento – Accessorio, solitamente in pelle, usato nella deprivazione sensoriale per impedire l’uso di occhi, bocca e – parzialmente – orecchie a chi lo indossi. Questi oggetti sono generalmente dotati di aperture richiudibili con cerniere o bottoni automatici.

Catena – Strumento simbolico del bondage, che tuttavia nella pratica viene usato di rado a causa del suo peso, del rumore fastidioso e soprattutto dei danni che provoca facilmente alla pelle e alle articolazioni.

Cavigliera – Strumento analogo alla polsiera, ma adatto a essere applicato alle caviglie. Alcuni modelli per sospensione sono dotati di fasce che passano attorno al piede, per meglio sostenere il peso di chi li indossa specie in caso di posizioni a testa in giù.

Cb-6000 – Al momento di andare in stampa, il migliore strumento di castità maschile secondo le graduatorie dei club di estimatori. Ultimo nato di una serie partita con la versione ‘2000’.

CeppiPolsiere e cavigliere in metallo, chiuse con un lucchetto e unite fra loro con una corta catena.

Cesoie Emt – Vedi forbici EMT.

Chibusa shibari – Nel kinbaku, legatura che coinvolge il petto femminile – in particolare solamente un seno. Vedi anche shinju.

Cinghia – Nel bondage le cinghie vengono impiegate per via della loro praticità e per la superficie maggiore rispetto alla corda, che aiuta a distribuirne meglio la stretta. I tipi più usati sono quelle da imballaggio e le cinture a fibbia scorrevole in stile militare.

Cintura di castità – Nome generico per un’ampia gamma di strumenti volti a impedire la stimolazione dei genitali, sia maschili sia femminili. Alcuni modelli non assomigliano affatto a una cintura.

Cock cage – (inglese, lett. ‘gabbia per il cazzo’) Denominazione generica delle cinture di castità maschili, in cui i genitali vengono imprigionati in una sorta di gabbietta.

Collare – Oggetto fortemente simbolico, di cui esistono infiniti modelli più o meno costrittivi. La funzione più comune è tuttavia evidenziare il ruolo sottomesso di chi lo indossi, specie in contesti semipubblici.

Collare posturaleCollare alto e sagomato in modo da costringere la testa in una posizione precisa e solitamente poco confortevole.

Collare spagnolo – Curioso strumento usato originariamente dall’Inquisizione spagnola. Si tratta di un collare metallico da cui partono numerose lunghe aste rivolte verso l’esterno, che impediscono a chi lo indossi di sdraiarsi o riposare.

Colonna – Nel gergo del bondage, questo termine indica qualsiasi elemento rigido lineare al quale sia possibile applicare una corda. Sono quindi colonne l’avambraccio, una coscia, la sbarra di un cancelllo, gli stinchi appaiati, un palo di bambù, il torace, la gamba di una sedia, la falange di un dito e molto altro ancora… perfino una vera colonna!

Controllo del respiro – Vedi breath control.

Corsetto – Capo d’abbigliamento che, nelle sue varianti più costrittive, assume forti connotazioni feticistiche ed è considerato da alcuni un vero e proprio strumento da bondage, in particolar modo nella pratica del tightlacing.

Costrizioni istituzionali – Strumenti da bondage pesante ispirati a quelli impiegati in manicomi e negli ospedali delle prigioni.

Craupadine – (francese, pron. cropadèn) Nome francese dell’hogtie ritenuto più elegante nei Paesi di lingua inglese, dove ‘hogtie’ significa letteralmente ‘legatura del maiale’.

Croce di sant’Andrea – Celebre pezzo d’arredamento per il bondage, è una croce a forma di X alla quale una persona può essere assicurata in modo da rimanere completamente accessibile.

Crocifissione – Figura di bondage a sfondo religioso, in cui ovviamente il soggetto viene solamente legato (e non certo inchiodato!) a una croce di forma tradizionale.

D

Damsel in distress – (inglese, lett. ‘damigella in pericolo’) Figura stereotipata tipica dei melodrammi e delle fantasie di bondage, perenne prigioniera del “cattivo” di turno eppure sempre improbabilmente sottomessa e masochista. La sua icona classica è il personaggio di Gwendoline.

Dan, Oniroku – Pseudonimo dello scrittore giapponese Yukihiko Kuroiwa (1931-2011), i cui oltre duecento romanzi con scene di kinbaku hanno contribuito a definire la particolare estetica del BDSM orientale grazie anche ai numerosi adattamenti per il cinema. La sua opera più nota è Hana to hebi, giunto in Italia come Il fiore e il serpente.

DeBlase, Tony – Scrittore, editore ed educatore statunitense (1942-2000) noto anche con gli pseudonimi di Fledermaus e Richard W. Krousher. I suoi seminari e gli articoli pubblicati su innumerevoli riviste e siti web del settore a partire dagli anni ’70 del secolo scorso hanno gettato le basi per la diffusione di un bondage SSC e restano importanti punti di riferimento per gli appassionati di quest’arte erotica.

Deprivazione sensoriale – Branca del bondage volta a ridurre al minimo gli stimoli esterni (vista, udito, ecc.) recepiti dal soggetto, al fine di moltiplicarne la sensibilità e incentivare un feedback ipnagogico a sfondo sessuale.

Did – Acronimo di damsel in distress.

Divaricatore Whitehead – Strumento metallico nato in ambito medico per tenere spalancata la bocca, particolarmente scenografico e impiegato a volte per immobilizzare anche la mandibola del soggetto.

Do nawa – Nello shibari, corda passata attorno alla vita – per esempio come sostegno per una sospensione.

Dorei – (giapponese, lett. ‘schiava’) Termine impiegato solo in Occidente per indicare l’oggetto femminile del kinbaku. In Giappone viene spesso ritenuto un vocabolo troppo “estremo”, cui vengono preferiti sinonimi come moderu o patona.

E

Ebizeme – (giapponese, lett. ‘punizione del gambero’) Figura dello shibari in cui il soggetto è legato con le braccia incrociate dietro la schiena, le gambe nella posizione del loto e il busto ripiegato su di esse. Nel 1742, durante lo shogunato dei Tokugawa, venne definito quale terzo grado ufficiale di tortura – dopo fustigazione e schiacciamento delle gambe – per il forte dolore che, alla lunga, provoca in tutto il corpo.

Encefaline – Neurotrasmettitori della famiglia delle endorfine rilasciati dal corpo umano in risposta a stimoli dolorosi intensi e che agiscono come anestetici naturali. Rappresentano il motivo per cui in condizioni particolari è possibile sopportare senza difficoltà situazioni di forte stress o sofferenza, come per esempio quelle dovute a bondage estremi.

Endorfine – Neurotrasmettitori chimici che vengono prodotti naturalmente dal corpo umano in caso di stimoli dolorosi o intensi stati emotivi. Se stimolate correttamente, sono il motivo per cui il dolore causato da alcune forme di bondage viene vissuto con piacere fisico. Livelli elevati di endorfine possono fare entrare il soggetto in uno stato letterale di estasi noto anche come subspace.

Eneg – Pseudonimo di Gene Bilbrew (1923-1974), fumettista statunitense della scuderia di Irving Klaw e autore di numerose opere che hanno avuto un ruolo chiave nel definire l’estetica del bondage occidentale.

Estasi – Stato di coscienza alterata provocato da un sovraccarico di stimoli molto intensi in un contesto psicologico adatto. Si tratta dell’estasi descritta dai mistici di ogni religione, e viene sperimentata in maniera diversa da ciascuna persona. La forma più comune è la sensazione che la mente si distacchi dal corpo osservandone le sensazioni come dall’esterno.

F

Fasce in vinile – Vedi bondage tape.

Fermapollici – Piccolo strumento metallico analogo a un paio di manette, che stringe però solo la base dei pollici (o degli alluci).

Feticismo – Intensa attrazione erotica per una specifica parte anatomica, un oggetto (di solito capi d’abbigliamento) o un materiale, che nei casi più estremi vengono considerati più desiderabili del partner nella sua totalità.

Fetish – L’estetica ipersessualizzata dei feticismi, rielaborati ed esasperati al massimo. La passione per le calzature femminili produce così tacchi da 20 centimetri, quella per i corsetti il tightlacing e così via, con una cura estrema dei particolari come elementi di seduzione.

Fiore e il serpente, il – Vedi Hana to hebi.

Forbici Emt – Strumento di pronto intervento (l’acronimo inglese significa Emergency Medical Technician, ossia ‘paramedico d’emergenza’) sempre presente nell’armamentario degli appassionati di bondage per tagliare rapidamente le corde in caso di imprevisti. Oltre ad avere lame particolarmente efficienti, questo attrezzo è sagomato in modo da impedire il taglio accidentale della pelle del soggetto.

Forbici tagliabendaggi – Vedi forbici EMT.

Franey cage – Modello di cintura di castità maschile in metallo simile a una gabbietta per i genitali, che viene tenuta in posizione fissandola ai piercing intimi del soggetto.

Frizione – Punto della legatura in cui un nodo o un avvolgimento blocca la corda suddividendola in due parti isolate che non possono influire l’una sulla tensione dell’altra.

Frogtie – (inglese, lett. ‘legatura a ranocchia’, pron. frogtài) Ricalco ironico di hogtie che indica il bondage di un arto ripiegato su se stesso. Applicandolo alle gambe, la posizione ricorda in effetti quella di una rana.

Furnifilia – Filone erotico incentrato sull’uso del corpo umano immobilizzato come mobilia o decorazione.

Fusion bondage – Stile di legatura che riunisce i principi del bondage occidentale e le tecniche dello shibari per realizzare figure di grande valenza estetica, spesso basate sul macramè.

G

Gabbia Franey – Vedi Franey cage.

Gabbietta per uccelli – Denominazione italiana delle cock cage.

Gag – (inglese, pron. gheg) Vedi bavaglio.

Gakkō – (giapponese, lett. ‘scuola’) Indica i diversi stili tradizionali di kinbaku. Anche Ryū.

Ganji garame – (giapponese) Legatura totale del corpo.

Gas mask – Vedi maschera antigas.

Gasshō – (giapponese, lett. ‘palmi giunti’) Nello shibari, tutte le figure in cui le mani vengono posizionate in posizione di preghiera davanti o dietro il corpo.

Gesso – Le ingessature da pronto soccorso vengono utilizzate nel bondage d’ispirazione medica per realizzare immobilizzazioni estreme dei soggetti. Per le difficoltà pratiche che comporta la loro realizzazione si tratta di giochi poco diffusi, entrati nell’immaginario collettivo soprattutto tramite lavori artistici (es. Romain Slocombe).

Giogo – Forma di bondage del torso che applica tensione su spalle e nuca.

Gogna – Strumento di costrizione di cui esistono molte varianti analoghe ai modelli usati nei tempi antichi. Esistono anche piccole gogne per imprigionare i soli genitali maschili (humbler) o il seno femminile.

Gord, Jeff – Artigiano e regista (1946-2013) di origini inglesi specializzato in bondage estremi e furnifilia. È il fondatore della House of Gord.

Gote shibari – Nome genrico delle figure di shibari in cui i polsi sono legati dietro la schiena.

Guanto cieco – Sorta di muffola rigida che impedisce a chi la indossa l’uso delle dita.

Guanto singolo – Vedi arm sleeve.

Guinzaglio – Proprio quello per i cani, usato con funzione essenzialmente simbolica.

Gwendoline – Protagonista della saga a fumetti di Sweet Gwendoline realizzata negli anni Cinquanta e Sessanta da John Willie. La sfortunata e procace eroina, imprigionata per la maggior parte della storia in terribili costrizioni, è divenuta un’icona universale del bondage celebrata ancora oggi in film, canzoni e continue citazioni grafiche.

Gyaku ebi – (giapponese, lett. ‘gambero al contrario’) Figura dello shibari in cui le caviglie del soggetto vengono fissate alla parte posteriore di un takatekote. In pratica un hogtie in stile .

Gyaku ebi tsuriSospensione nella posizione dello gyaku ebi, ma con le gambe sostenute separatamente.

H

Hana to hebi – Romanzo (trad. Il fiore e il serpente) scritto negli anni ‘60 del secolo scorso da Oniroku Dan divenuto un best seller in Giappone, con un ruolo per la divulgazione del BDSM paragonabile a quello avuto da Storia di O in Occidente. Il libro è stato adattato più volte (es. nel 1974 e nel 2004) per il cinema, ottenendo grandi successi che hanno contribuito alla diffusione del kinbaku grazie alle numerose scene con questo tema.

Harness – (inglese, lett. ‘finimenti’) Bardatura da bondage composta da cinghie di cuoio e anelli che avvolgono il torso.

Hashira ushirodaki – Forma di shibari che sfrutta il supporto di uno o più pali, solitamente di bambù.

Hayanawa – (giapponese, lett. ‘corda veloce’) Nell’antico hojojutsu, era il nome delle corda più corta – di quattro metri e mezzo – usata per la prima immobilizzazione dell’avversario.

Henkei tanuki tsuri – (giapponese) sospensione supina con i polsi legati dietro le ginocchia.

Hhs – Acronimo inglese di Harness Hang Syndrome, o ‘sindrome da imbrago inerte’.

Hishi – (giapponese, lett. ‘losanga’) Termine usato per indicare tutte le figure di shibari che formano intrecci a forma di rombo sul corpo, come per esempio il cosiddetto karada.

Hobakujutsu – Antica arte marziale giapponese centrata sull’uso di corde per la cattura degli avversari, da cui è derivato alla fine del XIX secolo l’attuale shibari. Vedi anche hojōjutsu.

Hobble tie – Particolare legatura di caviglie e polsi che permette un piccolo movimento degli arti pur restando solidissima.

Hogtie – (inglese, lett. ‘legatura del maiale’, pron. ogtài) Figura del bondage in cui il soggetto è sdraiato prono, con le caviglie legate ai polsi dietro la schiena.

Hojōjutsu – Antica arte marziale giapponese centrata sull’uso di corde per l’immobilizzazione dei prigionieri e la codifica del loro rango ed eventuali crimini tramite l’uso di differenti figure di shibari.

Honnawa – (giapponese, lett. ‘corda principale’) Nell’hojōjutsu, era il nome delle corde più lunghe – da 9 a 23 metri – usate per lo shibari vero e proprio sul corpo del prigioniero.

Hon kikkō – (giapponese, lett. ‘intreccio a tartaruga’) Indica tutte le forme di shibari che formano intrecci a forma esagonale, come i disegni sul carapace di una testuggine.

Honmusubi – (giapponese, lett. ‘nodo iniziale’) Legatura dei polsi eseguita nella prima fase di realizzazione di un takatekote, che ricorda l’omonimo intreccio usato per allacciare le cinture tradizionali.

House of Gord – Casa di produzione statunitense specializzata nella realizzazione di video, libri e attrezzature per appassionati di furnifilia e bondage estremo. La sua originalità e fama sono tali da averla fatta comparire anche in produzioni mainstreamquali i telefilm della serie Csi.

Humbler – (inglese, lett. ‘umiliatore’, pron. àmbler) Gogna per i genitali maschili che, appoggiata sul retro delle cosce, applica una dolorosa trazione a ogni tentativo del soggetto di sollevarsi dalla posizione a quattro zampe.

I

Incaprettamento – Vedi hogtie.

Inclusione – Forma di bondage estremo in cui il corpo viene completamente rinchiuso all’interno di una struttura rigida o semirigida.

Insex – Casa di produzione di video di bondage estremo attiva negli Stati Uniti dal 1997 al 2005. Il fondatore, l’ex professore universitario Brent Scott (alias “PD”), è considerato l’inventore di un’estetica “industriale” delle immobilizzazioni, basata su capannoni abbandonati, tubi da edilizia, pesanti strumenti da costrizione di metallo e legno grezzo e situazioni decisamente intense.

Isolamento sensoriale – Pratica che consiste nell’impedire o ridurre tramite bondage complessi la vista, l’udito o il tatto del soggetto, che in questo modo percepisce ancor più intensamente le altre sensazioni stimolate dal partner.

Isu-jyo kohai shibari – Forma di kinbaku in cui il soggetto è legato a una sedia.

Itaburi – Fascia rigida indossata tradizionalmente in vita nelle culture tribali della Melanesia e stretta sino a plasmare in maniera permanente il corpo. Il termine indica anche i corsetti estremi oggetti di alcune forme di feticismo.

Ito, Seiu – Pseudonimo di Hajime Ito (1882-1961), pittore giapponese ritenuto l’ispiratore del moderno kinbaku con le sue opere raffiguranti le torture del periodo Edo (1603-1867), realizzate sulla base di fotografie di modelle legate dall’artista stesso.

J

Jakuguchi – (giapponese) Anello o cappio posto all’estremità di una torinawa.

Jo-ōsama – (giapponese, lett. ‘regina’) Dominatrice.

Joshū – (giapponese, lett. ‘prigioniera’) Termine utilizzato raramente per indicare la partner che viene legata.

K

Kaginawa – (giapponese) Corda alla cui estremità è fissato un gancio metallico, usata raramente nello shibari. Rappresenta una vestigia dell’antico hojōjutsu, dove era impiegata per catturare l’avversario impigliandosi nei suoi abiti.

Kali – Vedi bracciale di Kali.

Kami shibari – Legatura che coinvolge i capelli. Un tema ricorrente delle illustrazioni di Ito Seiu e del kinbaku classico.

Kani – (giapponese, lett. ‘granchio’) Figura dello shibari – peraltro presente anche nel bondage occidentale – in cui la tibia viene legata alla coscia, mantenendo la gamba ripiegata.

Kannuki – (giapponese, lett. ‘catenaccio’) Nello shibari, passaggio di sicurezza eseguito con la corda principalmente fra il torace e le braccia, sotto le ascelle. Serve a impedire che gli avvolgimenti principali possano scivolare verso l’alto, rischiando di strangolare la persona legata.

Kaozeme – (giapponese) Legatura punitiva del viso.

Karada – (giapponese, lett. ‘corpo’) Nello shibari indica genericamente tutte le figure che avvolgono il torso. Questo termine viene usato in modo improprio per riferirsi alla figura più famosa del bondage giapponese, in cui una sola lunga corda forma un disegno a rombi (hishi).

Kata-ashi tsuri – Nello shibari, semisospensione in cui il soggetto resta con un piede a contatto con il terreno o sospensione per una sola caviglia.

Kazari – La decorazione tipo macramè realizzata con la corda in eccesso di una figura di shibari.

Kikkō – Vedi hon kikkō.

Kinbaku – (giapponese, lett. ‘legatura stretta e sensuale’) Il termine corretto per indicare l’intera esperienza del bondage in stile giapponese, al di là dello shibarikata.

Kinbakubi – (giapponese, lett. ‘bellezza del legare’) Branca del kinbaku incentrata sugli aspetti estetici e sensuali del bondage.

Kinbakushi – (giapponese) Maestro, artista di kinbaku.

Kitan Club – Rivista giapponese pubblicata a partire dal 1948 cui si deve gran parte della moderna diffusione del kinbaku grazie ai contenuti curati dai principali fotografi, bakushi e scrittori dell’epoca.

Klaw, Irving – Fotografo e regista statunitense (1910-1966) considerato insieme alla sorella Paula uno dei primi e più celebri artisti fetish e di bondage su scala mondiale grazie anche al suo lavoro con la leggendaria Bettie Page.

Kokigami – Neologismo statunitense (da cock, ‘pene’ e origami ‘piegare la carta’) lanciato negli anni Ottanta del secolo scorso per definire la pratica di decorare il pene con “vestitini” di carta sagomata. Aberrante.

Komōn sarashi shibari – (dal giapponese, lett. ‘legare per esporre l’ano’) Forma di shibari ideata da Mai Randa in cui il soggetto è a quattro zampe con le corde che tengono le natiche spalancate.

Koshinawa – Nello shibari, corda passata attorno alle anche – per esempio come sostegno per una sospensione.

Kotobu ryo-tekubi shibari– Figura classica dello shibari in cui i polsi vengono legati fra loro e portati dietro la nuca del soggetto.

Kote – (giapponese, lett. ‘abbraccio’) Legatura delle braccia – in genere conserte – dietro la schiena.

Kotori – (giapponese, lett. ‘uccellino’) Termine usato solamente in Occidente per indicare l’intreccio di corde che sostiene il soggetto durante una sospensione in stile kinbaku. La denominazione più usata in Giappone è semplicemente ‘tsuri’.

Kotsu – Forma di kinbaku finalizzata a provocare dolore nel soggetto.

Kuzushi nawa – Shibari formalmente corretto e strutturalmente sicuro, ma concepito per apparire come una creazione improvvisata e imprecisa, che ne esalti la naturalezza e il pathos.

L

Letto di contenzione – Strumento da bondage costituito da una tavola dotata sul perimetro di anelli o fori in cui far passare corde o cinghie con cui immobilizzare il soggetto.

Letto di Procuste – Tavolo con argani alle estremità, usati per tendere gli arti di chi vi viene legato. Il suo impiego nel bondage è puramente scenografico, perché usandolo veramente la vittima si troverebbe facilmente con le membra dislocate.

M

Macramè – Nel mondo del cucito indica pizzi e merletti. In quello del bondage si riferisce alle decorazioni realizzate intrecciando e annodando la corda in eccesso senza particolari fini funzionali.

Maete shibari – Nello shibari, tutte le figure in cui gli arti sono legati davanti al corpo.

Manette – Strumento metallico per l’immobilizzazione dei polsi fra loro. Al di là del loro valore simbolico, non sono particolarmente utilizzate nel bondage per via dell’oggettiva scomodità e della facilità con cui possono ferire anche gravemente (es. schiacciamento) chi le indossa. Ne esistono decine di modelli differenti, identici a quelli impiegati dalle forze dell’ordine dei vari Paesi.

Marlinspike – Punteruolo metallico usato per disfare i nodi più tenaci.

Maschera antigas – Nella cultura fetish e nei giochi di controllo del respiro, le normali maschere per uso militare vengono impiegate per spersonalizzare o isolare sensorialmente chi le indossa, provocando inoltre uno stato di inebriante iperventialazione.

Masochismo – Godimento nel subire sofferenze. In psichiatria questo termine indica una forma di grave psicosi autolesionista, che non ha nulla a che vedere con bondage e BDSM.

Masochista – Chi prova piacere nel subire sofferenze fisiche o mentali.

Matanawa – L’insieme delle figure dello shibari che coinvolgono il pube e l’inguine, compresi i perizomi di corda.

Mekakushi – (giapponese) Benda. Nel kinbaku tradizionale è costituita da un tenugui.

Mfp – Acronimo inglese di multi-filament polypropylene. Indica un tipo di corda sintetica.

M-jo – Neologismo giapponese (pron. em-jo) derivante dall’iniziale di ‘masochista’ e dal suffisso che indica una giovane donna. Fino ai primi anni 2000 è stato il termine usato più di frequente nel Paese del Sol Levante per indicare il soggetto femminile di un kinbaku, indipendentemente dalle sue effettive preferenze erotiche. Più di recente viene utilizzato solo in contesti BDSM.

M-o – Equivalente maschile di M-jo.

Moderu – (giapponese, dall’inglese ‘model’, ‘modella’) Termine per indicare la persona oggetto della legatura.

M tsuri – Sinonimo di santen tsuri, derivante dalla forma a M che prendono le gambe del soggetto rispetto al busto, esponendo i genitali.

Momo shibari – (giapponese, lett. ‘legare la pesca’) Legatura delle cosce che costringe il soggetto a restare inginocchiato con la faccia a terra, esponendo così le natiche.

Monoguanto – Vedi arm sleeve.

Morso – Tipo di bavaglio analogo a quello usato per i cavalli, usato soprattutto per ilponyplay, cioè scenari di “cavallini umani”.

Mummificazione – Forma di bondage in cui il soggetto viene avvolto da vari strati di pellicola da imballaggio, fasce di gomma, bende o altro che lasciano liberi solo la zona delle narici per consentire la respirazione, sino a ottenere un isolamento assoluto.

Munenawa – (giapponese) Nello shibari, nome generico delle legature del petto.

Musubime – (giapponese) Nodo.

N

Nawa – (giapponese, lett. ‘corda’) Sinonimo improprio di asanawa.

Nawa shibari – Legatura eseguita con corde di fibre naturali. Nonostante l’apparenza, non è un vero termine giapponese ma un neologismo occidentale.

Nawagei – (giapponese) Denominazione aulica dell’arte dell’uso delle corde.

Nawakesho – Neologismo giapponese lanciato da Mai Randa per indicare chi pratica shibari solo a fini estetici, senza particolare capacità tecnica o passione per le corde.

Nawasemeku – Esotica forma alternativa di semenawa. Vedi anche kotsu.

Nawashi – (giapponese, lett. ‘cordaio’) Nel kinbaku indica una persona molto esperta nell’uso delle corde. Dall’inizio del XXI secolo si riferisce specificamente a un discepolo di un kinbakushi giapponese e pratichi principalmente in quel Paese.

Newaza – (giapponese, lett. ‘lavoro a terra’) Indica le figure dello shibari in cui il soggetto è seduto o sdraiato a terra. Poiché comporta un maggior contatto fisico fra i partner è chiamato anche ‘stile accarezzante’. Vedi anche yukawaza.

Niwatori – (giapponese, lett. ‘piccolo pollo’) Figura dello shibari – peraltro presente anche nel bondage occidentale – in cui l’avambraccio viene legato alla parte alta del braccio, tenendolo piegato.

Nose hook – (inglese, lett. ‘gancio nasale’ pron. nòs ùk) Doppio gancetto arrotondato che viene inserito nelle narici e tirato all’indietro – ed eventualmente fissato – con un apposito laccetto, dando un ridicolo effetto “suino” al viso di chi lo subisce. È uno strumento usato quasi esclusivamente in Giappone, come forma di umiliazione erotica.

Nureki, Chimuo – Kinbakushi giapponese (vero nome Iida Toyokazu, 1930-) considerato il massimo esperto vivente del bondage in stile orientale. Autore di decine di manuali e romanzi sul tema, continua a realizzare video ed esibirsi in spettacoli basati sul suo personalissimo stile kuzushi nawa.

O

Oggettificazione – Sinonimo di furnifilia.

Osada, EikichiKinbakushi giapponese (1925-2001) fautore della riscoperta e diffusione dello shibari grazie agli spettacoli da lui tenuti nei locali erotici a partire dal 1965. La sua decisione di lasciare una normale carriera lavorativa all’età di trent’anni per dedicarsi interamente e pubblicamente allo studio delle corde suscitò grande scandalo, salvo portarlo nella seconda metà degli anni ’80 a guadagnare oltre un milione di dollari l’anno con spettacoli che raccoglievano anche oltre 2.000 persone di pubblico.

Osada, SteveNawashi di origine tedesca (originariamente noto come Dott. D Vice) naturalizzato giapponese, celebre per essere stato dal 1998 in poi discepolo del leggendario Eikichi Osada, che con gesto inaudito gli cedette formalmente il cognome in segno di massimo apprezzamento. È stato a lungo l’unico occidentale a praticare professionalmente kinbaku in Giappone, dove ha contribuito a infondere maggiore empatia e sicurezza alla cultura locale dello shibari.

P

Page, Bettie – Leggendaria pin-up statunitense (1923-2008) considerata una delle prime grandi icone del fetish e del bondage grazie alle foto scattatele da Irving Klaw nei pochi anni di attività della ragazza.

Parafilia – Interesse per una pratica erotica considerata insolita nella morale corrente.

Patona – (giapponese, deformazione dell’inglese ‘partner’) Termine per indicare la persona oggetto della legatura.

Pellicola da imballaggio – Nei giochi di mummificazione, lo strumento più pratico – ed economico – per avvolgere il corpo del soggetto.

Pellicola per alimenti – Alternativa più diffusa alla pellicola da imballaggio per i giochi di mummificazione.

Perversione – Termine oggi considerato scorretto per indicare ogni deviazione dalla morale e dalle pratiche sessuali riconosciute come “normali” in un dato contesto sociale o momento storico. L’interesse per pratiche erotiche alternative viene più propriamente definito ‘parafilia’.

Pocket darkroom – Nome commerciale di lenti a contatto completamente nere, usate nei giochi di deprivazione sensoriale come efficacissimo sostituto delle bende.

Polsiera – Bracciale in cuoio o metallo dotato di anelli usati per unire fra loro le p. o legare le braccia del soggetto con corde o moschettoni.

Predicament bondage – Legatura dinamica che costringe il soggetto a scegliere fra diverse difficoltà (es. muovendosi può rendere la posizione più comoda, ma si espone ad altri tormenti). Costituisce un genere di gioco a sé stante e poco diffuso, ispirato ai fumetti di Gwendoline e ai film con damsel in distress degli anni ’30 e ’40.

Pretzel hogtie – Variante dell’hogtie particolarmente impegnativa. I passaggi per realizzarla sono: bendare e imbavagliare; Legare i polsi alle caviglie; Unire un harness al bondage precedente arcuando la schiena all’indietro; Legare gli alluci fra loro; Tirare una corda tra bavaglio e alluci in modo da portare indietro anche la testa. Ovviamente è meglio non provarci a meno di avere una preparazione atletica invidiabile.

Procuste, letto di – Vedi letto di Procuste.

Punitive, calzature – Scarpe con tacco a spillo altissimo, che costringe il piede ad appoggiare solo sulla punta, mantenendo la posizione tipica delle ballerine classiche. Essendo pressoché impossibile camminarvi per più di qualche passo, possono essere considerate a tutti gli effetti strumento da bondage.

Pvc – Policloruro di vinile, spesso abbreviato in ‘vinile’. Materiale plastico morbido e resistente con cui vengono realizzati abiti e accessori fetish, ma anche articoli quali il bondage tape.

R

Rack – Acronimo di Risk-Aware Consensual Kink (‘gioco erotico consensuale di cui si conoscono i rischi’). Principio compagno del più noto SSC nella negoziazione di pratiche erotiche estreme.

Randa Mai – (giapponese, lett. ‘danzatore scatenato’) Pseudonimo di uno dei più prolifici nawashi professionisti giapponesi (1959-), con parecchie centinaia di video sia erotici che didattici sul tema del kinbaku.

Reificazione – Vedi furnifilia.

Rigger – (inglese, lett. ‘addobbatore’, pron. rìggher) La persona che lega. Questo termine viene usato soprattutto riferendosi alle sospensioni.

Ring gag – Vedi bavaglio ad anello.

Roper – (inglese, lett. ‘cordaio’) La persona che lega.

Ruota di S. Caterina – Strumento da bondage presente solo nei club a tema più attrezzati. Consiste in un grande disco (2 m di diametro circa) imperniato verticalmente sul quale si può legare una persona e ruotarla facilmente a testa in giù. A parte il nome, non ha alcuna relazione con lo strumento di martirio descritto nelle cronache ecclesiastiche.

Ryo-ashi tsuri – Nello shibari indica tutte le figure in sospensione a caviglie unite. Il termine è comunemente usato per riferirsi a una posizione a pancia in giù con punti di sostegno in corrispondenza di torso (ushirode takatekote), anche, caviglie ed eventualmente cosce.

Ryo-tekubi – Legatura dei polsi uniti in stile kinbaku.

Ryū – (giapponese, lett. ‘scuola’) Indica i diversi stili tradizionali di shibari.

S

Sacco di contenzione – Grande tasca di pelle, lycra o gomma usata in alcune forme di bondage estremo per avvolgervi il soggetto in maniera simile alla mummificazione.

Sadico – Chi prova piacere nell’infliggere sofferenze fisiche o mentale.

Sadismo – Godimento nell’infliggere sofferenze. In psichiatria questo termine indica una forma di psicosi violenta, che non ha nulla a che vedere con bondage e BDSM.

Safeword – (inglese, lett ‘codice di sicurezza’, pron. séifuerd) È un termine – o un gesto, o una serie di mugolii… – concordati fra i partner prima dell’inizio dei giochi. Se per qualsiasi motivo chi viene immobilizzato ha una reale necessità di interrompere l’azione dell’altro, è sufficiente pronunciare la safeword (di solito tre volte, per evitare equivoci). Ciò evita malintesi su espressioni spontanee come «no», «basta», ecc., che possono scaturire senza che la “vittima” voglia veramente fermarsi.

Sakasa tsuri – Nello shibari, sospensione a testa in giù in cui le corde sono applicate alle caviglie o alla vita.

Sakuranbo – (giapponese, lett. ‘ciliegia’) Vocabolo usato impropriamente in Occidente per indicare le figure del kinbaku che coinvolgono i genitali femminili. Il termine corretto è in realtà ‘chitsu shibari’.

Sant’Agostino – Dolorosa forma di bondage dei genitali maschili che sia stata inventata dal celebre filosofo come forma di penitenza.

Santen tsuri – (giapponese, lett. ‘sospensione a tre punti’) Figura dello shibari in cui il soggetto è sostenuto in aria per il takatekote e le gambe, tenute davanti al corpo come se fosse seduto. Vedi anche M tsuri.

Saran wrap – Nome inglese della pellicola da imballaggio usata in alcune forme di mummificazione.

Sbarra divaricatrice – Barra in legno o metallo – a volte estensibile – dotata di anelli alle estremità, utile per mantenere distanziate le gambe o le braccia di una persona legata.

Scarf bondage – Stile di immobilizzazione basato sull’uso di foulard anziché corde. Abbastanza diffuso da avere dato origine a un genere a sé stante.

Sedia di contenzione – Strumento di origine medioevale su cui il soggetto può essere immobilizzato tramite apposite fascie di cuoio o corde fatte passare attraverso occhielli installati all’uopo.

Seiu, Ito – Pseudonimo di Ito Hajime, llustratore e bakushi giapponese (1882-1961) che per tutta la vita studiò le antiche tecniche di semenawa per riprodurle nelle proprie opere e in spettacoli teatrali che ispirarono la cultura del kinbaku moderno.

Self bondageBondage praticato su se stessi. Richiede particolare abilità e attenzione per ottenere risultati efficaci ma sicuri, in modo che sia poi possibile liberarsi senza aiuti esterni. Il fatto che statisticamente rappresenti la principale causa di morte per attività erotiche la dice lunga sulla sua pericolosità.

Semaforo, codice del – Usanza tipicamente statunitense, in cui chi viene legato comunica le proprie condizioni di resistenza psicofisica al partner pronunciando i colori di un semaforo. «Verde» indica che va tutto bene; «Giallo» che si è al limite, e «Rosso» che bisogna interrompere immediatamente il gioco. Per mantenere un’atmosfera meno squallida, in Europa si usa normalmente la sola safeword.

Semenawa – (giapponese, lett. ‘corda del tormento’) Forma di kinbaku finalizzata a provocare dolore nel soggetto.

Semewaza – (giapponese, lett. ‘tecnica di tortura’) Sinonimo di kotsu.

Semiospensione – Nome generico di tutte le figure di bondage in cui il soggetto viene sollevato parzialmente da terra, rimanendo in precario equilibrio sostenuto dalle corde.

Shibari – (giapponese) Letteralmente questa parola indica il verbo ‘intrecciare’ o ‘tessere’ e si riferisce all’estetica e la tecnica del ‘bondage in stile giapponese’, senza particolari implicazioni di relazione fra i praticanti. A partire dal 1990 circa è divenuta il sinonimo improprio di kinbaku in Occidente.

Shibarikata – (giapponese, lett. ‘schema dell’intreccio’) Il posizionamento delle corde sul corpo della persona legata, inteso in termini di percorso, nodi, eccetera. Rappresenta solo l’aspetto più superficiale del kinbaku, fermandosi al quale si viene bollati semplici nawakesho.

Shibarite – (giapponese) In una sessione di kinbaku, la persona che lega.

Shimenawa – (giapponese) Corda in fibra di riso, caratterizzata da notevole ruvidità e scarsa resistenza alla trazione.

Shinju – (giapponese, lett. ‘perle’) Vocabolo usato impropriamente in Occidente per indicare le figure del kinbaku che coinvolgono il seno femminile. Il termine corretto è in realtà ‘chibusa shibari’.

Shin nawa dō – (giapponese, lett. ‘nuova via della corda’) Stile di bondage nato negli Stati Uniti all’inizio del XXI secolo dall’unione delle classiche figure dello shibari nipponico con l’estetica e le tecniche di legatura occidentali, fra cui in particolare nodi ornamentali di origine marinaresca e macramè.

Shūchinawa – (giapponese, lett. ‘corda che accarezza’) Stile di kinbaku incentrato sulla sensualità e il rapporto fra i partner, in cui le corde vengono impiegate per eccitare la persona legata suscitando in lei vergogna per il suo “comportamento scandaloso” e ulteriore eccitazione, spesso fino a raggiungere l’orgasmo.

Sincope – Vedi svenimento.

Sindrome da imbrago inerte – Vedi sindrome da sospensione.

Sindrome da sospensione – Situazione clinica potenzialmente letale provocata da una immobilità molto prolungata in sospensione. Se la testa si trova più in alto degli arti il sangue può accumularsi in essi anche se le corde non bloccano la circolazione perché la mancanza di movimenti ostacola il normale flusso. Ciò provoca svenimento, aumento delle tossine nel sangue, aritmia e arresto cardiaco – rendendo oltretutto pericolose anche le normali manovre di soccorso (sollevare bruscamente gli arti può danneggiare il cuore). La soluzione più semplice: non abbandonare mai la persona sospesa.

Sindrome ortostatica – Stato di nausea con possibile svenimento che prefigura le fasi iniziali della sindrome da sospensione. È causato dall’accumularsi del sangue nelle gambe quando queste vengono abbandonate immobili (peggio se a penzoloni) interrompendo i normali micromovimenti che favoriscono il riflusso sanguigno. Per scongiurarla è sufficiente qualche contrazione dei muscoli degli arti inferiori.

Sleeve – Vedi arm sleeve.

Slocombe, Romain – Fotografo e illustratore francese (1953-) divenuto celebre – specie in estremo Oriente – per i suoi ritratti erotici di “medical art”, ragazze immobilizzate da ingessature, strumenti ortopedici e altre diavolerie ospedaliere.

SMBD – Variante dell’acronimo BDSM usata nella cultura giapponese, dove questo termine coincide essenzialmente con il kinbaku, escludendo le numerose altre pratiche erotiche diffuse in Occidente.

Sospensione – Nome generico di tutte le figure di bondage in cui il soggetto viene sollevato completamente da terra.

Spider gag – (inglese, lett. ‘bavaglio a ragno’) Variante di
bavaglio ad anello metallico dotato di una serie di protuberanze laterali che appoggiano sul viso a fini estetici e psicologici, aumentando il senso di costrizione. Il nome deriva dalla forma, che ricorda quella di un ragnetto.

SSC – Acronimo di Sano, Sicuro e Consensuale. Lo slogan è stato ideato dagli attivisti Barry Douglas e David Stein nel 1987. È la regola su cui è fondato il BDSM.

Strappado – (spagnolo) Figura tradizionale del bondage in cui il soggetto viene legato e sostenuto per i polsi uniti dietro la schiena. Il nome deriva dalla celebre tortura impiegata dai carnefici dell’Inquisizione, che arrivavano a sollevare da terra la vittima e strattonare la corda fino a dislocarne le spalle – il che dimostra la pericolosità di questa legatura.

Subspace – (inglese, lett. ‘dimensione di sottomissione’, pron. sàbspeis) Lo stato di estasi generato dal rilascio di endorfine in una situazione di gioco BDSM.

Suwari shibari – Nome generico delle legature in stile orientale in cui il soggetto è seduto a terra con le gambe ripiegate sotto di sé nella posizione tradizionale giapponese. Questa postura, detta seiza, prevede che gli uomini seggano sui propri talloni e le donne direttamente a terra, divaricando le caviglie ai lati del bacino.

Svenimento – Eventualità sempre possibile soprattutto nelle forme di bondage più estremo, dove le sollecitazioni psicofisiche favoriscono la perdita dei sensi. Generalmente innocuo, deve essere tuttavia trattato immediatamente e con competenza per evitare l’insorgere di problemi più gravi.

T

Takatekote – Nome colloquiale del gote takatekote, figura dello shibari in cui le braccia del soggetto vengono legate conserte dietro la schiena. Trattandosi di una legatura del torace molto utile per supportare sospensioni, nel kinbaku è diventato sinonimo di imbragatura del torso per sollevamenti.

Take shibari – (giapponese, lett. ‘legare al bambù’) Forma di shibari che sfrutta il supporto di uno o più pali di bambù.

Tanuki tsuri – (giapponese, lett. ‘sospensione del cane-procione’) Figura dello shibari in cui il soggetto viene appeso per i polsi e le caviglie, esponendone i genitali. A seconda delle diverse scuole, può trattarsi di una posizione supina o a faccia in giù.

Tappi per le orecchie – Impiegati nelle pratiche di deprivazione sensoriale, i tappi auricolari sono i normali modelli in schiuma o cera venduti nelle farmacie o al supermercato.

Tasuki dori – Esotico sinonimo di hobakujutsu.

Tasuki takatekote – Nello shibari, legatura del torace caratterizzata dal passaggio a X delle corde fra i pettorali.

Tavolo di contenzione – Strumento classico dell’iconografia BDSM, è un tavolo dotato di fori e/o carrucole in cui passare le corde che immobilizzano il soggetto.

Tenugui – Rettangolo di cotone senza orli di circa 90 x 33 cm tradizionalmente usato nella cultura giapponese per numerosi impieghi. Nel kinbaku diventa la benda per eccellenza.

Teppo shibari – (giapponese, lett. ‘legatura del fucile’) Figura del kinbaku in cui le braccia sono legate asimmetricamente dietro la schiena, con un gomito rivolto verso l’alto e l’altro in basso, fino a far riunire i polsi fra le scapole. La silhouette che si crea ricorda un fucile portato a tracolla.

Test di recupero capillare – Metodo di valutazione della stretta di una legatura. Consiste nel premere sull’unghia (non smaltata!) di un arto legato e osservare quanto tempo sia richiesto perché vi ritorni il colore portato dal fluire del sangue. Oltre i due secondi c’è un problema di circolazione, e il legame va allargato.

Tightlacing – (inglese, lett ‘allacciare stretto’, pron. tàitleisin) Forma di bondage e modificazione corporale che consiste nella riduzione graduale e costante – nell’arco di anni – del girovita di un corsetto al fine di riplasmare la forma dei fianchi.

Tollyboy – Al momento di andare in stampa, il produttore delle migliori cinture di castità femminili secondo le graduatorie dei club di estimatori.

Tome nawa – (giapponese, lett ‘corda di fermo’) Sinonimo di kannuki.

Torinawa – Nome generico delle corde impiegate nell’hojōjutsu.

Tsubo – Punto di pressione codificato nei testi di agopuntura e shiatsu. Alcuni di essi corrispondono a zone erogene, e vengono per questo stimolati nello shibari.

Tsuna – (giapponese) Sinonimo di nawa.

Tsuri – Nello shibari, qualsiasi figura che comporti una sospensione.

Tsuri nawa – Nello shibari, la corda usata per sospendere il soggetto.

Tsuri-otosu – Pericolosa tecnica di kinbaku sviluppata da Denki Akechi per i suoi spettacoli. Consiste nel realizzare una sospensione concepita in modo che parte delle corde di sostegno possa essere rilasciata improvvisamente, facendo “precipitare” la persona appesa fino a pochi centimetri da terra.

Tsuriwaza – Nello shibari indica l’insieme delle figure in sospensione.

Tsurizeme – (giapponese, lett. ‘punizione della sospensione’) Figura dello shibari in cui il soggetto è sospeso per i polsi tenuti dietro la schiena, in maniera equivalente allo strappado occidentale od orizzontalmente, con ulteriori punti di sospensione alle caviglie. Rappresentava il quarto grado ufficiale di tortura nelle leggi del Giappone feudale (vedi anche ebizeme).

Two Knotty Boys – Nome d’arte di Dan e JD, coppia statunitense di esperti di corde celebri per avere diffuso il concetto di fusion bondage attraverso un’intensa attività di divulgazione multimediale avvenuta fra il 2000 e il 2012.

U

Urado, Hiroshi – Tecnico di scena e consulente artistico (1933-) degli studi cinematografici giapponesi Nikkatsu, autore delle legature di oltre 40 pinku eiga (film erotici di alta qualità) del cosiddetto “periodo d’oro” dello shibari,cioè gli anni che definirono l’immaginario del kinbaku nella cultura popolare.

Usagi shibari – Definizione occidentale (dal giapponese, lett. ‘legatura del coniglio’) della figura del kinbaku in cui i polsi sono legati dietro la nuca, con i gomiti puntati in alto sopra la testa come a ricordare le orecchie di un coniglio.

Ushirode gassho – Figura dello shibari in cui le mani vengono legate dietro la schiena in una posizione simile a quella della preghiera.

Ushirode shibari – Denominazione generica delle figure dello shibari in cui gli arti vengono legati dietro la schiena.

Ushirode takatekote – Figura classica dello shibari in cui le braccia del soggetto vengono legate dietro la schiena.

Ushirode tasuki – Nello shibari, legatura del torace e delle braccia in posizione conserta dietro la schiena, caratterizzata dal passaggio a X delle corde fra i pettorali.

Utsubuse tsuri – (giapponese, lett. ‘sospensione sdraiata prona’, dalla posizione iniziale del soggetto) sospensione inversa in stile shibari nella quale il soggetto è sostenuto dalla koshinawa e per le gambe ripiegate su sé stesse.

V

Velocità di abrasione – Caratteristica di una corda di ustionare la pelle quando vi scorre rapidamente sopra, come può capitare durante la realizzazione di una legatura. Minore è la velocità di abrasione, più è facile scottarsi.

Vincilagnia – In psicologia e sessuologia, è il termine con cui si indica l’eccitazione derivante dall’uso di costrizioni su sé stessi o un partner.

Violino – Strumento costrittivo di origine medioevale, simile a una piccola gogna dalla forma simile a quella di un vero violino. Costringe chi lo indossa a esporre il corpo tenendo i polsi sospesi di fronte al viso.

W

Water bondage – Pratica erotica che unisce alle comuni legature l’uso di acqua, sia a fini estetici che di stimolazione del soggetto. È un genere diffusosi nel primo decennio del XXI secolo soprattutto a seguito del successo dell’omonimo sito web.

Whitman, Jason – Pseudonimo di John Blakemore.

Willie, John – Pseudonimo dell’illustratore di origini inglesi John Alexander Scott Coutts (1902-1962), celebre per essere stato fra i pionieri del genere fetish e l’editore della prima pubblicazione occidentale su questo tema, la rivista Bizarre. Alcuni personaggi dei suoi fumetti, come Gwendoline, sono divenuti icone immortali del bondage in Occidente.

Y

Yoko tsuri – Nello shibari, le sospensioni in cui il soggetto rimane disposto lateralmente rispetto al terreno.

Yubi shibari – Legatura delle dita.

Yukawaza – (giapponese, lett. ‘lavoro a terra’) Indica le figure dello shibari in cui il soggetto è seduto o sdraiato a terra. Anche newaza.

Z

Zentai – Termine giapponese per indicare tute ultra-aderenti di microfibra, lycra o altri materiali che coprono interamente il corpo, viso compreso, dando un particolare senso di costrizione e nudità al tempo stesso.

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