Nel maggio 2023 Sadistique, uno dei party BDSM che organizzo tutti i mesi a Milano, compirà 18 anni. Togliendo qualche agosto di vacanza e lo stop obbligatorio durante il picco della pandemia di COVID-19, sono poco meno di duecento edizioni – abbastanza per meritare un momento di celebrazione.
Prima di Sadistique
Diciamolo subito: Sadistique non è il più “antico” evento kinky d’Italia. Escluso qualche precedente esperimento occasionale, quel titolo va a un altro appuntamento creato nel 1998 per dare ai lettori delle sole riviste BDSM edite nel nostro paese la possibilità di incontrarsi. All’epoca si trattò di una novità epocale, che tuttavia proprio come le riviste risentiva del contesto culturale del decennio precedente.
Dopo gli anni Settanta il boom della pornografia era stato improvviso e caotico, specie in una nazione come la nostra, soffocata dal perbenismo di facciata che la politica cercava di imporre per tenere sotto controllo uno Stato sempre sul punto di esplodere. Edicole e canali TV traboccavano allora di prodotti che non avevano la minima idea di cosa fosse la sex positivity e mescolavano violenza ed eros, atrocità ed eccitazione senza un briciolo di consapevolezza.
La prima preoccupazione dei pochissimi che cercavano di fare cultura kinky in quel periodo era allora prevenire gli equivoci, assicurarsi che fosse ben chiaro che anche sadici e masochisti fossero brave persone. Non che l’Italia stesse peggio di altri posti: perfino nei leggendari club di San Francisco o Berlino il termine stesso ‘BDSM’ era ancora una novità, e l’SSC come lo intendiamo oggi non era nemmeno concepibile.
Il clima generale era tuttavia di misteriosa carboneria, in cui era inimmaginabile dichiarare pubblicamente le proprie preferenze erotiche o mostrare il proprio viso. Di alcune pratiche adesso quasi banali nemmeno si discuteva o si ammetteva l’esistenza in pubblico per paura di apparire troppo violenti.
In questo contesto, dicevamo, qualcuno fra i più giovani aveva però cominciato a sentirsi un po’ troppo compresso dall’approccio dei pionieri della generazione precedente.
Gli inizi
Chi parlava qualche lingua straniera – e magari si informava anche fuori confine usando le prime connessioni alla “misteriosa” Internet – aveva cominciato a curiosare cosa avvenisse nel resto del mondo. A Parigi, Londra, Amburgo e così via diverse condizioni sociali e una mentalità più aperta avevano infatti prodotto nel frattempo esperimenti interessanti nel campo degli eventi BDSM.
Qualcuno lo frequentavo anche io. Vi imparavo cose interessanti… e ogni tanto incontravo altri giovani italiani: sempre gli stessi, con cui poi capitava di ritrovarsi a Milano e lamentarci di come «ci vorrebbe una festa come quelle che fanno all’estero». E poiché nessuno sembrava decidesi a crearla, a un certo punto ci pensammo noi stessi.
Il primo tentativo fu così rivoluzionario che lo chiamammo addirittura Revolution, nel 2004: una follia per cui ogni mese preparavamo addirittura un intero spettacolo completo di musiche e semplici scenografie su misura. Allora come oggi organizzare un party BDSM etico e sicuro era una faticaccia improba con cui era già un successo riuscire a rientrare delle spese, ma a modo suo centrammo l’obiettivo. Così tanto, in effetti, da allarmare la “concorrenza”.
L’organizzatore dell’unico altro evento ci contattò per proporre una collaborazione: perché non creare insieme un nuovo party nel locale di cui già fruiva lui? A voler essere maliziosi si sarebbe potuto pensare a un tentativo di neutralizzarci: la vecchia festa sarebbe andata avanti come prima, ma noi saremmo rimasti sempre sotto controllo in uno spazio “per i giovani”. Spazio che, “sfortunatamente” corrispondeva all’unico momento libero del locale, una improbabile domenica pomeriggio – come le feste dei bimbi delle medie.
Il motivo per cui accettammo fu semplice: nonostante le apparenze, dietro le quinte Revolution stava affondando per colpa di una brutta storia di sponsor insolventi, e presto non avremmo più avuto una sede. Piuttosto che niente, meglio piuttosto…
…ma come prevedibile le prime edizioni di Sadistique furono un disastro. Per qualche motivo “insondabile” tutti continuavano a preferire l’evento serale, mentre i giovinastri pazzi («Ma che fate con quella frusta? Mettetela via, che qualcuno potrebbe spaventarsi!» ci sentimmo dire la prima volta che usammo una bullwhip al nostro stesso party) si ritrovavano all’ora di merenda con le loro partner. Per un lungo periodo fu normale festeggiare in appena sei o dieci persone. Con nostro grande piacere.
La logica di Sadistique infatti non è mai stata quella di smuovere le folle, bensì offrire un ambiente sicuro e accogliente nel quale sperimentare l’eros di dominazione e sottomissione. Meno gente voleva dire più spazio per collaudare strani macchinari o tentare approcci nuovi.
Per esempio quello di essere il solo evento italiano concepito specificamente per giocare anziché limitarsi a chiacchierare o il dress code obbligatorio, il rifiuto di reclutare performer (anche se li ospitiamo volentieri di tanto in tanto) perché riteniamo che lo spettacolo lo facciano i partecipanti stessi mettendosi direttamente in gioco, ma anche una colonna sonora particolare e ben diversa dal metal spaccatimpani che andava per la maggiore a quei tempi.
Il successo
Come qualsiasi appuntamento così longevo, Sadistique ha poi attraversato diverse fasi – ripensandoci bene, gli unici elementi davvero costanti mi sa che sono stati il locale che lo ospita… e io, affiancato dai diversi organizzatori che si sono susseguiti nel tempo.
Ogni aggiustamento di tiro ha però aumentato il successo del party, che oggi ha una reputazione internazionale e viene molto apprezzato anche da chi viene proprio da quei paesi che lo hanno ispirato. Perfino il piazzamento la domenica pomeriggio si è alla fine rivelato perfetto per gestire meglio gli impegni, tanto che ormai sono molte le feste kinky che scelgono lo stesso orario.
Negli anni sono arrivate novità come le MasterClass, in cui espertə di eros insolito forniscono le basi per affrontare le infinite diverse sfaccettature del BDSM. Abbiamo introdotto mostre mensili – spesso in formato digitale – di artisti kinky provenienti da tutto il mondo, che fanno di Sadistique una delle più particolari “gallerie d’arte erotica” al mondo.
C’è un tema diverso a ogni edizione, che ha aperto le porte a un concorso: il ritratto più in tema fra quelli scattati sull’apposito set fotografico vince due ingressi il mese successivo, spingendo chi vuole a ideare outfit spettacolari. Alcune innovazioni sono meno allegre ma rendono bene l’idea della cura dimostrata nei confronti di chi partecipa: il locale è stato infatti il primo in Europa a dotarsi di apparecchi per eliminare dall’aria ogni tipo di virus. Sadistique inoltre è fra i pochi party BDSM ad avere uno staff dedicato per assicurare che ogni attività rimanga Sana, Sicura e Consensuale.
Ormai ogni data raccoglie ben più di quelle 8-10 persone: spesso anzi Sadistique va sold out e può essere perfino un po’ troppo affollato, tanto da avermi spinto a co-organizzare anche altri eventi per chi preferisce maggiore tranquillità. Ripensando agli inizi però è inevitabile pensare che la missione di creare un punto di ritrovo anche per le persone che amano il BDSM in Italia sia pienamente riuscita – specie quando durante una festa mi guardo attorno e vedo centinaia di kinkster felici e “a casa”, come dicono spesso.
Sarebbe presuntuoso pensare che il merito sia stato solo di questo party: nel frattempo sono nate dozzine di altri eventi in tutto il paese, ma il risultato complessivo è avere oggi un ambiente molto più sereno per chiunque voglia esplorare un modo differente di vivere la sessualità, anche finalmente mettendoci la faccia con entusiasmo anziché vergogna. Lasciatemene essere un po’ soddisfatto, dai.
A questo punto è solo ragionevole chiedersi come sarà il futuro di Sadistique… e la risposta è che davvero non lo so. Sicuramente insieme alle tante persone che collaborano dietro le quinte continueremo ad aggiornarlo, mantenendo come sempre lo spirito di “salotto buono del BDSM” che ci ha sempre contraddistinto. Quale forma prenderà, però, dipende da troppi fattori insondabili. L’unica cosa di cui sono certo è che, se Sadistique ha resistito fino a diventare maggiorenne, resterà in giro ancora per un bel pezzo.
Buon compleanno!