Chiaro che volessi saperne di più. Ma, cosa forse ancor più importante, volevo approfittare dell’occasione per discutere con una fonte attendibile diversi miti legati alla castità forzata. Vi anticipo subito che non è andata proprio come pensassi, ma qui sotto trovate l’intervista. E, prima ancora, una recensione di quel “miglior dispositivo di castità mai realizzato”.
Arriva la World Cage
La linea World Cage è l’evoluzione della più nota gabbietta per il pene, quella serie CB-X che ha in qualche modo scatenato la mania per gli strumenti di castità una quindicina d’anni fa. A progettarla è stata la figlia degli inventori della CB-X, con l’intento di renderla più semplice, sicura e comoda delle precedenti. La gamma è composta da tre taglie, in modo da accogliere ogni dimensione.
Nella scatola ci sono cinque anelli, quattro spaziatori di varie lunghezze e uno ‘scudo anti-estrazione’ in silicone – sui quali torneremo dopo – più un lucchetto e alcune chiusure di sicurezza numerate monouso. Benché sia sicurissimo che il lucchetto giammai possa incepparsi, attivare scanner o bloccarsi per via della ruggine e dei saponi accumulati quando ci si lava… continuo a raccomandare piuttosto l’uso delle targhettine di plastica, che alla peggio si tagliano con una forbice.
Per indossare la gabbietta si chiude innanzitutto uno degli anelli incernierati a contatto col corpo, dietro lo scroto. Le diverse misure sono pensate per avvolgere in modo accogliente qualsiasi anatomia, mentre lo snodo evita di dover fare imbarazzanti balletti per infilarci attraverso i gioielli di famiglia. Come tutti i componenti, gli anelli hanno bordi arrotondati per non grattare la pelle.
Poi viene il perno distanziatore. A differenza dei modelli precedenti, questo aggeggio ne usa solo uno – però bisogna comunque trovare la misura giusta per sé, perché si tratta dell’elemento che determina quanto largo sarà lo spazio attraverso cui penzoleranno le palle (con annessi dotti, arterie e via dicendo).
Il perno tiene in posizione anche lo “scudo”. Si tratta di un elemento di silicone che, pur avendo dei bitorzoli inquietanti, serve solo a fare frizione così da impedire al tizio di sfilarsi e “scappare”. [Spoiler: è molto più efficace dire semplicemente «Non mi va di stare in gabbia, sorry». Nessuno vi costringerà a mettervela.]
Infine è il turno della gabbia per il pene vera e propria, abbastanza ricurva da dissuadere gentilmente le erezioni e da essere il più invisibile possibile sotto i vestiti. Sopra e sotto ha delle finestrelle igieniche per facilitare la pulizia senza togliere l’apparecchio; il foro anteriore inoltre è un po’ più largo della concorenza per aiutare a limitare gli spruzzi improbabili quando si fa pipì.
Ho dato il campione a una coppia amica composta da padrona e schiavo in modo che la potessero collaudare, ed ecco il loro verdetto: «La World Cage in effetti sembra un prodotto pensato meglio delle tante gabbiette di base che abbiamo in collezione. È più comoda e personalizzabile delle altre: anche troppo per chi, come noi, preferisce qualcosa che si faccia sentire nel corso della giornata. L’altra imperfezione comune a tutti gli oggetti di questo tipo è che non si riesce a tenere davvero pulita se la si usa più di un paio di giorni: sudore e sporco finiscono coll’accumularsi nei punti più difficili da raggiungere, anche se si dedica molto tempo a impegnarsi con un cotton fioc o roba simile. Comunque, per questo tipo di strumenti di castità, ci è sembrata effettivamente la migliore».
E questo è quanto. Ciò detto, passiamo all’intervista. Benché sperassi di trovarmi davanti una vera esperta, è stato subito evidente che le millantate conoscenze mediche fossero quantomeno approssimative e l’interesse fosse – comprensibilmente – più sul convincermi del prodotto… ma penso troverete diversi punti comunque interessanti.

Nikki Yates
L’erede dell’impero della castità
Ciao, Nikki! Pensi tu a presentarti?
Ciao, Ayzad! Mi chiamo Nikki Yates e sono la fondatrice di Sexy Fun World, che progetta e vende il kit di castità World Cage. Lavoro nel campo della castità maschile da oltre vent’anni (e smettila di fare i conti per capire la mia età!). I miei genitori hanno inventato le prime gabbiette in plastica nel 1999, e ho gestito la loro azienda per più di quindici anni. Sexy Fun World è un’impresa a gestione famigliare, e ci piace dire che abbiamo la castità maschile nel DNA.
Perdonami la domanda, ma la curiosità è inevitabile: com’è stato crescere in una famiglia dedita a un settore così stravagante? Come ha influenzato sia te che la tua visione del sesso?
All’inizio, quando i miei mi hanno rivelato la loro invenzione, ho pensato che fossero pazzi. Non avevo mai sentito di una roba simile, eppure entro due anni avevo già aperto il mio negozio dedicato alla castità maschile. Più mi informavo e studiavo, più si sviluppava ed espandeva la mia prospettiva sulla sessualità. Oggi posso parlare di sesso con chiunque, dai miei figli al pubblico di una convention di feticisti. In effetti è qualcosa che dovremmo imparare tutti a fare: come esperta sono andata anche sui palchi di convegni e a parlare nei sex shop – e pensa che prima di cominciare non ero nemmeno mai entrata in quel tipo di negozi!
A proposito: secondo le tue stime, quante saranno le persone che usano strumenti di castità?
Sulla base dell’esperienza diretta di vendita nel settore direi che c’è almeno un quarto di milione di utenti di castità maschile, come minimo. Si va da chi ci gioca per una sera ogni tanto ai veri entusiasti che indossano questi apparecchi continuativamente per un anno o più. Il mio obiettivo è sempre stato proporre i giochi di castità a tutti – anche le coppie più vanilla. Sono eccitanti, divertenti e li puoi rendere leggeri o estremi quanto preferisci.
Vorrei sentire il tuo punto di vista sull’enigma più ovvio: perché ci si entusiasma tanto per giocare a negarsi il piacere?
Penso che il bello stia nell’inversione del potere insita nei giochi di castità. Chi tiene la chiave ha il controllo completo su chi indossa la gabbietta, e ciò fa sentire estremamente potenti. Chi è in gabbia invece è stimolato dalla mancanza di controllo, ma non può far niente per appagare lo stimolo. È così sexy! E fa sorgere spontaneamente la domanda: «Cosa sei disposto a fare pur di essere liberato?»
Dicevi di aver studiato a fondo l’argomento, quindi sarebbe da pazzi perdersi l’opportunità di sentire i fatti nudi e crudi su una serie di dilemmi perenni legati al tema della castità. Cominciamo con… è vero che la castità maschile ponga dei rischi medici, per esempio per la salute della prostata o altro?
Ho lavorato per anni con un urologo che ha condotto piccole ricerche, e ha scoperto che la castità fosse sia per lui che per i suoi pazienti un modo eccellente per sconfiggere la disfunzione erettile, il testosterone basso e perfino l’infertilità. Ha visto che i giochi di teasing and denial fanno aumentare nei pazienti la fiducia di raggiungere l’erezione, e funzionano anche per innalzare i livelli di testosterone e la conta spermatica.
So che per alcuni uomini la stimolazione prostatica è un altro modo per aumentare il piacere e mantenere in salute la prostata, specie se indossano la gabbietta per lunghi periodi, tipo un mese o due. Naturalmente suggerisco di parlare con un medico professionista se si ha bisogno di informazioni più specifiche.
E che mi dici della comunissima ossessione per l’ipotesi di ‘o lo usi o lo perdi’, che sostiene che tenere un pene chiuso in un dispositivo di castità lo possa far rimpicciolire per sempre fino a farlo quasi sparire?
Io ho riscontrato il contrario. La negazione dell’orgasmo favorisce erezioni di gran lunga più intense quando vengono finalmente concesse. Il pene non è un muscolo e non diventa più forte tenendolo in esercizio, magari! Così, invece di una dozzina di durelli svogliati per via del poco coinvolgimento, se non sa se e quando verrà liberato ne ottieni una supermotivata e concentratissima su chi detiene la chiave.
Devo però sottolineare un’eccezione: se usi una gabbietta di plastica che contiene BPA potresti rischiare una riduzione di dimensioni. Tutti gli strumenti di castità eccetto la World Cage sono fatti di policarbonato, che contiene BPA che penetra nella pelle, soprattutto durante lunghi contatti con le mucose genitali. Nei maschi il BPA causa una risposta estrogenica che può avvizzire i genitali e dare diversi altri problemi di salute. La World Cage è fatta di ABS, lo stesso tipo di plastica dei mattoncini Lego e la più sicura sul mercato. Purtroppo i prodotti per adulti non sono sempre certificati dal punto di vista sanitario, così quando abbiamo cominciato la progettazione della World Cage siamo partiti dalle basi: di cosa farla e come renderla sicura.
Andiamo avanti: disfunzione erettile dovuta a castità prolungata.
L’urologo con cui ho lavorato – anch’egli un fan di questi giochi – ha riscontrato che queste attività hanno risolto i problemi di erezione per lui e per i suoi pazienti. Sostiene che la parte di provocazione sia importante quanto quella di negazione. Molte persone con difficoltà d’erezione pensavano che il loro pene fosse ormai privo di ogni tipo di risposta, eppure con un po’ di giochi stimolanti si sono accorte che stava meglio di quanto credessero. La gabbia inoltre fa sì che il pene non sia stimolato dai vestiti indosati, e quando la togli le sensazioni risultano molto più intense.
Parliamo di infertilità.
Quella spesso si cura limitando la masturbazione, e per evitarla un paio di settimane di fila non c’è niente di meglio di una gabbia. Quando il mio dottore ha fatto una conta spermatica dopo qualche settimana in gabbia ha notato un netto aumento di spermatozoi attivi. Figurati che la ha suggerita pure a suo figlio, che pensava di essere sterile: entro due mesi ha avuto un figlio dopo anni che ci aveva provato in mille altri modi. Purtroppo non ci sono dati sufficienti per darla come certezza medica, soprattutto perché clinicamente gli strumenti di castità vengono visti solo come feticci e la medicina guarda sempre un po’ storto le sessualità poco convenzionali.
Dato che l’hai accennato, vorrei chiederti quale sia lo stato del mercato per questo tipo di sex toy. Per esempio, abbiamo visto tutti i cloni apparentemente perfetti della CB-6000 e di altri apparecchi simili venduti online anche a meno di quattro euro invece di cento o più. Che storia c’è dietro?
Il mercato della contraffazione è una piaga terribile in ogni settore, ma fa danni pazzeschi a quello dei prodotti per adulti. Spesso le copie sembrano identiche, ma sono fatte di materiali potenzialmente pericolosi. I cloni più economici di solito hanno angoli vivi o usano materiali fragili. Per risparmiare usano stampi approssimativi, e il risultato è che poi gli oggetti tagliano e graffiano. Tanti clienti pensano di aver comprato prodotti autentici, e così ne va di mezzo la reputazione dei marchi originali. I venditori tante volte non si rendono neanche conto dei danni che combinano, ma ho parlato con tante persone che sono rimaste ferite da oggetti di infima qualità. Marchi seri come il nostro mettono l’anima nei prodotti che realizzano, quindi se hai un dubbio conviene sempre chiedere al produttore, tenendo presente che se qualcosa costa meno della metà del prezzo consigliato… è sempre un falso.
A proposito di pericoli: che ne pensi di tutte quelle varianti “estreme” con tubi uretrali, gabbiette sostanzialmente piatte o perfino invertite per comprimere il pene, o altre caratteristiche inquietanti?
C’è a chi queste cose piacciono, ma non raccomanderei di usarle per lunghi periodi. Roba così può danneggiare l’uretra, causare infezioni e peggio ancora. Non sono una fan nemmeno degli strumenti che vantano di essere sicuri perché strizzano le palle non ne possono sfuggire perché si gonfiano: non è una cosa sana. Qualunque sia il tuo feticcio non dovresti mai danneggiare il corpo. Ricordiamoci che le erezioni dipendono dal flusso sanguigno, e un conto è limitarle e un altro è impedirle del tutto – l’unico modo è sostanzialmente fermare il flusso sanguigno in un organo essenziale. Può avere conseguenze catastrofiche.
Il che mi ricorda la storia sulle cinture di castità femminili che erano inefficaci, causavano infezioni ed erano pure dei falsi storici. Tu hai mai esplorato il lato femminile della castità?
Si potesse realizzare una cintura di castità femminile igienica ed efficace non avrei più bisogno di lavorare! Sfortunatamente si tratta di una sfida apparentemente insormontabile: i dispositivi per uomo sono esterni e igienici; una cintura femminile dovrebbe avere parti interne ed essere attaccata a una cintura vera e propria, per cui addio comfort, igiene e dimensioni universali. Sul mercato ci sono cinture femminili giocattolo con funzioni pressoché solo estetiche, ma finora non mi è venuta alcuna idea funzionale. Mai dire mai, comunque, anche se il fatto che quelle nei musei siano tutte dei falsi non promette bene.
L’ultima domanda inevitabile è sul futuro di questo tipo di oggetti. Come te lo immagini?
Quando penso al futuro della castità vedo progetti che incorporano accessori per chi voglia indossarli per lungo tempo, magari con interfacce digitali semplificate. E a fianco vedo accessori che rendano la castità più accettabile anche ai principianti – vibratori e oggetti semplici. Stiamo lavorando a chiusure elettroniche da remoto, ma la sicurezza informatica è fondamentale: non vorresti mai trovarti il pisello bloccato da un ransomware, come è già capitato! Infine mi immagino i giochi di castità diventare più mainstream e accettati. I ruoli di genere si stanno evolvendo e ci sono sempre più rapporti gestiti dalle donne in cui oggetti come i miei portano l’inversione dei ruoli nelle camere da letto. Più convenzionali diventeranno, più coppie potranno introdurre questi giochi nella loro intimità per tutto il tempo che vorranno.