Una delle cose più sorprendenti che si imparano studiando l’eros atipico è che praticare forme insolite di sessualità è semplicissimo. Anche nel caso di pratiche estreme e con una grande componente tecnica – quale può essere il BDSM – le informazioni non mancano, le occasioni per incontrare altri appassionati nemmeno, e ci sono professionisti specializzati per dare tutto il supporto necessario. In effetti, potrei dire che realizzare fantasie erotiche bizzarre sia quasi più facile che praticare sesso “normale” di buona qualità.
Naturalmente nell’era digitale anche il dating di base dà molti meno problemi che in passato. Scegli la app più appropriata per il tuo orientamento, compila un profilo e, a furia di swipe a destra e sinistra prima o poi qualche partner passabile e disponibile lo trovi. Le statistiche dicono che sarà difficile che diventi la tua anima gemella, ma per lo meno i pruriti più urgenti si risolvono abbastanza comodamente.
Quel che ho notato lavorando come coach specializzato in problematiche sessuali, tuttavia, è che per la maggior parte delle persone il grosso dei problemi non è affatto legato al sesso in sé, ma a un ambito di cui non si parla mai e con il quale quasi tutti hanno pochissima dimestichezza.
Mi riferisco alla comunicazione, e non solo a quella fra partner, potenziali compagni di letto o più genericamente con altre persone. Ciò che pochissimi padroneggiano – perché di solito nessuno lo insegna – è un buon rapporto con se stessi.
Già pochi anni anni fa era raro trovare qualcuno che sapesse davvero rapportarsi col proprio corpo, con i propri desideri e le proprie emozioni: a furia di condurre vite sempre più online siamo diventati bravissimi a interpretare personaggi da social network, con vite tanto instagrammabili quanto fragili nel mondo reale.
Soprattutto però ci siamo chiusi sempre più in noi stessi. Parola di uno studio recente, secondo cui nel 2021 lo statunitense medio guarda lo smartphone 344 volte al giorno (nel 2019 erano “solo” 96) per un totale di poco meno di tre ore. Ora provate a chiedervi quanto tempo passate invece guardando la persona che più amate.
Poi naturalmente è arrivato il Covid-19, e la situazione è ancor più precipitata. Fra lockdown, delivery, DAD, Zoom, Netflix, no vax, crisi climatica, guerre assortite e paranoie varie, tantissimi sono divenuti cinture nere di distanziamento e ansia sociale – a volte perfino nei confronti delle persone con cui pensavano di voler condividere la vita intera, e invce dopo mesi di convivenza forzata non sopportano più. Alzi la mano chi non conosce qualcuno che, pur di non dover più avere a che fare con la gente, preferirebbe che la pandemia non finisse più.
È proprio il caso di tornare a vivere – possibilmente meglio di prima. Ma come?
Apre il Soft Space Studio
Chiaramente non sono l’unico a essermi posto questa domanda. Nel mio giro di psicologi, sessuologi, artisti e creativi di ogni genere ci si arrabatta da tempo sulla questione, e ogni tanto qualcuno se ne esce con possibili soluzioni altrettanto varie. L’anno scorso, per esempio, ci avevo provato pure io proponendo l’idea dei cuddle party, eventi nati in California da Reid Mihalko e Marcia Baczynski per reinsegnare agli adulti a coccolarsi senza implicazioni sessuali.
Definirlo un disastro è poco: i milanesi evidentemente non avevano alcuna voglia di starsi troppo vicini, men che meno in un contesto percepito come un po’ troppo fricchettone per la città dell’efficienza a tutti i costi.
Uno dei miei principi è però fare il possibile per dare serenità al prossimo, così ho cambiato approccio. Ho raccolto tutte quelle amicizie elencate sopra, e insieme ci siamo inventati qualcosa di completamente nuovo. Alla fine è venuto fuori uno strano incrocio fra una festa, uno spazio relax, un corso di wellness, un laboratorio teatrale… una nuova esperienza per sviluppare l’empatia e riscoprire il piacere di stare davvero bene con se stessi e con gli altri.
Lo abbiamo chiamato Soft Space Studio, e gli abbiamo riservato un appuntamento mensile sempre a Milano. Descriverlo non è semplice anche perché cambia ogni volta, proponendo sempre nuovi stimoli – ma in sostanza è un posto tranquillo dove non si è obbligati a far nulla, ma si può partecipare a tante attività divertenti con tre scopi principali: riattivare la sensorialità, ritrovare l’equilibrio personale e riscoprire la gioia di rapportarsi con altre persone senza secondi fini.
Le prove fatte finora hanno dato risultati ottimi. Qualche partecipante è rimasto piacevolmente sconvolto dall’emozione di condividere cose semplici ma che avevamo disimparato a concederci, come un gioco in compagnia o condividere una pausa a base di latte e biscotti.
Se adesso state pensando che tutto ciò sia molto carino ma non c’entri nulla con un sito dedicato al sesso insolito, vi invito a pensarci un attimo su. Certo, il Soft Space Studio è un evento rigorosamente desessualizzato… ma un suo effetto collaterale è anche di rendere amanti decisamente migliori. L’eros infatti nasce proprio dalla confidenza con la sensorialità, dalla capacità di comunicare e di vivere serenamente il proprio corpo – oltre che di saper giocare con le emozioni. Fare pratica di tutto ciò in un ambiente sicuro è anche il modo perfetto per dare il meglio di sé con le persone che amiamo.
L’evento si svolge a Milano il pomeriggio di ogni seconda domenica del mese, dalle 15 alle 20. Sul sito dedicato trovi tutte le informazioni sull evento… e non vediamo l’ora di averti con noi per ritrovare insieme la gioia di volersi bene, per bene.