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Castità forzata – La guida completa a divertirsi senza piacere

Molto tempo fa, quando questo sito era ancora un inquietante mostriciattolo nero in HTML, l’articolo più letto era un post sponsorizzato sulla castità maschile – o meglio sui dispositivi anti-erezione. L’ho cancellato da più di un decennio e mi ero pure dimenticato del suo improbabile successo finché non è arrivata la pandemia, e ho cominciato a notare un netto picco di interesse verso i giochi erotici e la pornografia incentrati sulla negazione dell’orgasmo.
Pare quindi sia arrivato il momento di riesaminare l’argomento in modo approfondito, raccogliendo tutto ciò che potreste mai voler sapere su un piacere così controintuitivo. Che gusto c’è a farsi rinchiudere i genitali sotto chiave?

 

Il fascino della negazione

La castità forzata è un gioco erotico che si pratica da sempre, ma che tende ad attrarre maggiormente nei periodi di ansia. Tipo quando una pestilenza incontrollabile sta distruggendo intere nazioni ed economie, per dire, ma la si prende come una graziosa distrazione dalla catastrofe climatica terminale, le tensioni razziali a un passo dalla guerra civile, la morte della politica adulta, l’onnipresente fucina d’odio dei social network e le repliche a ciclo continuo dei Teletubbies. Come hanno spiegato innumerevoli mistici di tutti i tempi, eliminare la stimolazione genitale dalla propria vita può restituire una sorprendente concretezza – per non dire calma.

Tanto per cominciare, se non si ha la possibilità di usare il pene scompare ogni ansa da prestazione sessuale. Gli stereotipi sociali che incombono su praticamente ogni maschio (delle femmine parleremo dopo) non si applicano più: non devi essere all’altezza delle prestazioni da stallone di una macchina da sesso sempre al massimo; nessuno bada a tempi, intensità o dimensioni delle tue erezioni; la frequenza dei rapporti diventa un non-problema. Semplicemente, non hai più motivo di sprecare energie in una componente della tua identità e immagine che molti uomini vivono più come un onere che un piacere. E se credete che stia esagerando, ripensate un attimo al successo incommensurabile del mercato dei medicinali per la “disfunzione erettile” e a tutti quei dannati annunci tipo ‘enlarge your penis’ – vedrete che non è affatto così.
Comunque sia, un elemento di interesse verso questa pratica bello grosso, benché raramente consapevole, si riduce sostanzialmente a: finalmente ti puoi rilassare, e dedicare quel po’ di energia che t’è rimasta ad aspetti più sereni della tua relazione.

Il primo dei quali è la vera eccitazione. Che potrebbe suonare strano, ma sono molti gli appassionati che sostengono come, dopo aver tolto le aspettative dall’equazione, si siano sentiti liberi di godersi la libido come un regalo anziché un dramma; la si assapora davvero – specie perché non c’è alternativa.
Per quasi tutti, questa peculiare situazione inoltre ricorda inevitabilmente la frustrazione infinita che hanno sperimentato da adolescenti, quando il desiderio di avere un partner era al massimo storico ma anche solitamente non corrisposto. Era scomodo, certo, ma anche il motore di una voglia incredibilmente potente, che alimentava elaborate fantasie erotiche e motivava a presentarsi sempre al meglio. La mera associazione mentale con un periodo di gioventù spensierata spesso basta già a risentirsi ragazzi e a comportarsi di conseguenza. Chiaramente l’accumulo di libido irrisolta inoltre rende l’eccitazione più frequente e intensa, in un circolo virtuoso che offre interessanti effetti collaterali a entrambi i partner.

Un rapporto in cui qualcun altro detenga letteralmente la chiave dei tuoi orgasmi è per definizione un gioco di dominazione e sottomissione – chiamatelo BDSM, se vi pare. E sapete qual è il problema principale di queste relazioni? Beh, dopo trovare il partner giusto, intendo. Secondo la mia esperienza di coach si tratta banalmente di sapersi abbandonare, cedere il controllo a un’altra persona e sottomettersi per davvero.
Adesso ripensate a tutte le favole romantiche che abbiate mai visto, e a tutte le pene che i protagonisti sono disposti a sopportare pur di conquistare il loro Vero Amore™ – o al ben più greve detto per cui «Tira più un pelo di fica in salita che un carro di buoi in discesa». Entrambi si fondano sulla semplice osservazione che l’astinenza rende davvero la gente capace di accettare qualsiasi sofferenza nella speranza di guadagnarsi un happy ending. O, come dicono i kinkster, aumenta la sottomissione – rendendo tutto il gioco infinitamente più facile ed entusiasmante.

E non è tutto: se del BDSM vi piace anche l’aspetto dell’umiliazione, ritrovarsi castrati senza via di fuga da una cintura di castità apre le porte a infiniti giochi in cui lo schiavo può sentirsi spodestato perfino dal più dozzinale dildo – o amante umano, in caso abbiate pure il gusto del cuckolding.

 

E la castità femminile?

C’è un motivo se questo articolo si concentra sui giochi di castità maschile. Benché le cinture di castità femminili esistano e tanta gente si diverta a creare scenari di teasing and denial basati su tali strumenti meccanici… non funzionano molto bene. Anzi, non funzionano affatto, perché rispetto all’altro genere, per le donne il piacere genitale si basa molto meno sulla stimolazione esterna. In altre parole, è stato ripetutamente dimostrato che le signore possano godere abbastanza facilmente già solo contraendo accuratamente i muscoli pelvici – magari con appena un pizzico di strofinamenti – anche indossando le mutande d’acciaio più avanzate che ci siano. Che, peraltro, pongono un sacco di odiosi problemi d’igiene che rendono quella roba più un bell’oggetto di scena che altro.

Le dinamiche psicologiche della castità forzata femminile restano naturalmente piuttosto simili. Gli effetti fisici, invece, sono tutta un’altra storia. Vediamo come.

Gabbiettà di castità maschile

I pericoli della castità

Diciamo che la vostra controparte vi abbia rinchiuso i gioielli di famiglia in uno fra le dozzine di diversi dispositivi di castità offerti dal mercato – che, per inciso, esamineremo dopo. Probabilmente all’inizio vi è sembrato parecchio strano e scomodo, poi bizzarramente curioso, e infine assai eccitante. Quel sex toy improbabile ha riacceso di brutto il vostro ménage, così adesso lo indossate per periodi sempre più lunghi di stimolazione e negazione. E fin qui tutto bene. Finché un giorno andate online e scoprite siti interi dedicati ai danni che possono infliggere questi strimenti, dalle escoriazioni all’impotenza, il rimpicciolimento, il cancro… Ma state davvero rischiando la vita per un giochino erotico?

La risposta sincera è che… non lo sa nessuno, perché ovvviamente non ci sono studi attendibili sull’argomento. Tutte le informazioni sono soprattutto aneddotiche e spesso derivano da opinioni rigurgitate di “esperti” formati solo sulle loro fantasie. Tuttavia qualche certezza c’è.

Pseudovaricocele
O ipertensione epididimica, due definzioni mediche che gli inglesi riassumono alla buona con il termine ‘blue balls’ – non nel senso che diventino davvero blu, ma in quello che fanno vedere le stelle. È una condizione causata da ripetute eiaculazioni mancate, che fanno sì che il sangue che normalmente si accumula nei genitali durante l’erezione possa non rifluire del tutto dalla parte superiore dei testicoli, lasciandoli parzialmente compressi e doloranti. Non è nulla di serio: qualche masochista potrebbe considerarlo perfino un bonus (e qualche sadicə potrebbe aumentarlo di proposito e indefinitamente con frequenti provocazioni), ma passa subito alla prima eiaculazione.

Perdite
Quei sogni bagnati che potreste avere avuto da ragazzini erano semplicemente il rilascio dello sperma e del liquido prespermatico in eccesso prodotto dal corpo. La quantità può diminuire con gli anni, ma se non vi è concesso raggiungere l’orgasmo per qualche giorno il principio rimane lo stesso: parte di quelle sostanze viene riassorbita dall’organismo, ma il resto deve essere espulso in qualche modo. Qualche goccia è un normale effetto collaterale di giochi di castità prolungati, e non causa alcun problema reale.

Fertilità
La giuria sta ancora dibattendo ma la scienza medica tende a essere cauta, pertanto avverte che la mancanza di una normale attività sessuale (leggi: eiaculazioni regolari) comporta un certo rischio di fertilità ridotta.

Tumore alla prostata
Sì, c’è stato uno studio abbastanza attendibile che ha rilevato come avere orgasmi pressoché quotidiani riduca il rischio di alcuni tipi di cancro alla prostata di circa il 20%. No, non è stato conclusivo, e la maggior parte dei dottori concorda che probabilmente non ci sia una vera correlazione. D’altro canto, meno eiaculazioni possono contribuire a ingrossamento e infiammazione della prostata. Che è il motivo per cui molti dominanti “altruistə” preferiscono mungere i loro sottomessi.
Il termine indica un vigoroso massaggio prostatico per via anale, con cui indurre meccanicamente l’espulsione dei fluidi accumulati – problema risolto, benché la manovra possa essere (e spesso sia) fatta in modo da rendere l’orgasmo totalmente privo di piacere se non decisamente doloroso. Ma ehi, se state giocando sul lungo periodo probabilmente lo sapevate già di avere partner sadici, no?

Più seriamente, è importante chiarire che tutti gli effetti dipendono da quanto si prolunghi la castità. Una serata o un paio di giorni non avranno alcuna conseguenza, ma c’è chi resta in astinenza per mesi o perfino anni di fila, e a quei livelli i problemi arrivano davvero.

Calo d’intensità dell’erezione
È un modello parecchio azzardato, ma pensate al pene come a un tubo per innaffiare: più lo pieghi, più difficoltà ha l’acqua a scorrere e riempirlo. Lo stesso vale per i tessuti e i vasi all’interno del pisello, che per erigersi devono riempirsi di sangue: se li si tiene compressi troppo a lungo – si parla di mesi – perderanno un po’ alla volta la capacità di espandersi, rendendo le erezioni sempre meno vigorose fino a sparire. L’effetto rientra quasi completamente col tempo e l’utilizzo, ma uomo avvisato…

Atrofia
Per lo stesso principio, un periodo davvero esteso di costrizione in una gabbietta di castità può rendere il pene un po’ più corto e sottile. Non come in quelle esagerate foto di “prima e dopo” che potreste aver visto in rete: nel mondo reale il peggio che possa capitare è una diminuzione del 10%, anche qui temporanea. Però ho come il sospetto che non voleste scoprirlo a sorpresa.

Problemi pratici
I giochi di negazione erotica forzata possono essere interamente psicologici, ma è più l’eccezione che la regola. Nella maggior parte dei casi si incentrano infatti sull’uso di dispositivi fisici per la castità: solo pochissimi assomigliano alle classiche “cinture di castità” medievali – che, fra l’altro, è stato dimostrato fossero in gran parte falsi storici prodotti molti secoli dopo. I veri strumenti di castità sono più piccoli, efficaci e di gran lunga più pratici.

Indossare per lungo tempo qualcosa di rigido attorno ai genitali solleva tuttavia diverse questioni pratiche che richiedono un paragrafo approfondito tutto per loro.

Strumenti di castità

Astinenza per principianti

Una paura comune ma infondata riguarda l’imbarazzo degli incidenti sociali. In verità quasi tutti gli strumenti di castità sono piccoli e progettati con abbastanza intelligenza da poter essere indossati sotto i vestiti (beh, magari non quelli aderentissimi…) senza che nessuno li noti. Che io sappia nessun detector di sicurezza è mai scattato nemmeno per quelli in metallo, ma in compenso girano storie di gente con la gabbietta che ai controlli d’imbarco dell’aeroporto si è vista fare l’occhiolino dagli addetti agli scanner. Il punto è che si tratta di cose tanto chiaramente private che nessuno ha interesse a far scenate al riguardo – tuttavia in occasioni così suggerisco lo stesso di togliervi ogni giocattolo. Mi sembra solo un gesto educato.

La prima ovvia preoccupazione reale con uno strumento di castità è… non rimanerci imprigionati. Ecco perché gli appassionati più seri non usano lucchetti metallici (né tantomeno i modelli ultraeconomici forniti di solito insieme a questi giocattoli) ma chiusure monouso in plastica. Si tratta di oggetti numerati a prova di manomissione che non richiedono chiave e si possono aprire solo spezzandoli con le dita. Sono praticissimi in caso di emergenza ma efficaci quanto un lucchetto – a parte il fatto che il BDSM è un gioco di collaborazione, e barare liberandosi non avrebbe comunque senso.

Al secondo posto troviamo la normale igiene, considerate le immaginabili conseguenze del tenere una parte del corpo che suda spesso confinata in una prigione rigida, specie se il gioco viene esteso per giorni o settimane. Non è un caso se tanti modelli sono progettati per essere più ventilati possibile, come gabbiette di materiali anallergici quali plastica o acciaio chirurgico.
Chi le indossa assicura di potersi lavare piuttosto facilmente, e di dovere semmai passare qualche minuto in più ad asciugare gli anfratti più piccoli usando cotton fioc o soluzioni analoghe.

A questo proposito vanno tenute in conto anche le possibili irritazioni e piaghe da strofinamento. C’è chi raccomanda di usare qualche goccia di lubrificante siliconico per evitare che la pelle aderisca e gratti sempre contro un punto specifico dello strumento, mentre altri dicono che si dovrebbe banalmente scegliere un giocattolo su misura per le proprie dimensioni intime. Che è più facile a dirsi che a farsi, poiché le gabbiette sono pensate apposta per essere costrittive – se non dichiaratamente punitive.

 

Gli strumenti di castità

Bene. Dopo tanta teoria è venuto il momento di guardare da vicino gli oggetti in sé. Benché sul mercato si trovino facilmente centinaia di modelli differenti, li si può raggruppare comunque in due grandi famiglie.

Gabbie
Sono composte da tre elementi principali: un anello da indossare alla base dei genitali dietro lo scroto; un piccolo distanziatore disposto sopra l’asta; e la gabbia vera e propria, in cui si infila il pene. Quel che tiene tutto al suo posto è lo scroto, che rimane libero ma non può scivolare attraverso lo stretto spazio fra anello e gabbietta.

Le differenze fra i vari modelli si riduce alla forma, materiale e dimensione di ciascun elemento. Fino a qualche anno fa il consenso generale era che il best seller CB-6000 fosse anche il design perfetto, ma la crescente popolarità dei giochi erotici di castità ha dato origine a un numero spaventoso di variazioni sul tema. Oggi chiunque può trovare la propria combinazione perfetta di lunghezza, curvatura, diametro, colore e componenti aggiuntivi.
Già, perché anche se la maggioranza dei modelli si concentra solamente sul prevenire erezioni e masturbazione, chi fa più sul serio può alzare la posta con elettrodi integrati, inserti uretrali, parti personalizzate o dolorosi spunzoni. Inutile dire che nel scegliere e utilizzare cose del genere è meglio avere ulteriore attenzione e competenza.

Braccialetto di Kali

Braccialetti di Kali
Parlando di punte, la seconda categoria adotta un approccio molto più severo nei confronti delle attività sessuali non autorizzate. I cosiddetti ‘braccialetti dentati di Kali’ sono anelli metallici dotati di cerniera che vengono chiusi strettamente attorno al pene, e sono dotati all’interno di punte tollerabili in stato normale ma crudelissime in caso di erezione. Sfilarseli senza aprire la chiusura è sconsigliabile per via dei graffi che causerebbero, e sono palesemente un tipo di oggetto riservato a chi fa BDSM più convinto. Nello specifico, val bene notare che il tipo di compressione ultralocalizzata di uno spunzone sul nervo dorsale del pene (che corre longitudinalmente al centro della parte alta) può, a lungo andare, ridurre anche permanentemente sia la sensibilità che la capacità erettile.

 

E questo, crediateci o no, era solo un’infarinatura su una delle variati sessuali più bizzarre eppure diffuse. Il piacere può prendere davvero molte forme affascinanti, e come abbiamo visto basta un po’ di curiosità per aprire gran finestre su mondi di inattesa complessità. Negli archivi degli articoli e nei miei libri troverete descritte infinite altre pratiche – però se volete suggerirmi di quali giochi erotici parlare in futuro potete sempre contattarmi qui.

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