Uno dei vantaggi dell’occuparmi di sesso insolito è poter lasciare ai sessuologi seri quei drammi sempreverdi che costituiscono il motore della professione: problemi di eccitazione e raggiungimento dell’orgasmo, difficoltà legate alla gravidanza e disfunzioni erettili. Volete mettere quant’è più divertente scrivere di BDSM e studiare le parafilie più strane? Certe volte, tuttavia, vengo anch’io tirato dentro a contesti più accademici.
È così che, qualche settimana fa, mi sono ritrovato – unico maschietto fra un’orda di bloggheresse specializzate in “questioni di coppia” – ad ascoltare i risultati di un’indagine di Doxapharma sul mondo dei medicinali per il trattamento dei problemi d’erezione. Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil e Avanafil, che non sono elfi del Signore degli anelli ma le molecole alla base di vere superstar dei farmaci: rispettivamente Viagra, Cialis, Levitra e Spedra. Insieme rappresentano un mercato da circa 5 miliardi di dollari e un fenomeno molto più complesso (e molto più insolito) di quanto si possa immaginare.
Partiamo da un dato di base
Per inquadrarlo correttamente è necessario partire da un dato di base. Tolte le difficoltà di erezione dovute a malattie particolari, come per esempio la sclerosi multipla o certe forme di diabete, un calo di prestazioni in questo ambito è un effetto assolutamente normale dell’invecchiamento, sperimentato progressivamente da quasi tutti gli uomini: la percentuale è pari all’età, quindi ci convive il 40% dei quarantenni, il 70% dei settantenni e così via.
Durante la presentazione il professor Emmanuele Jannini, sessuologo dell’università di Tor Vergata, ha ricordato la teoria di Richard Dawkins secondo cui si tratti a tutti gli effetti di un efficace meccanismo evolutivo. Il maschio umano è infatti uno dei pochissimi primati privo di baculum, l’osso che garantisce l’erezione del pene nella stragrande maggioranza dei mammiferi: questa apparente crudeltà assicura che si possano accoppiare solo uomini sani, mantenendo così efficiente il corredo genetico della specie.
Le disfunzioni erettili e la nostra formazione culturale
Ma se le cose stanno così, come mai le disfunzioni erettili (guai a chiamarle impotenza, come in passato) vengono ritenute una malattia così grave? Se la domanda suona idiota è colpa della nostra formazione culturale.
A ben guardare, fare figli non è proprio indispensabile e ci sono un sacco di modi per provare piacere sessuale anche senza bisogno di erezioni… eppure un pene sempre pronto a scattare all’attenti viene da sempre considerato sinonimo di essere “veri uomini”, ed eventuali défaillance espongono alla pubblica derisione fin dai tempi degli antichi romani, che ci hanno tramandato intere commedie sull’argomento.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, ciò è stato confermato dal convegno stesso quando è stato proiettato un video delle interviste condotte per strada da una intervistatrice. La ragazza fermava i passanti chiedendo «Lei a letto ha mai usato una pillola come aiutino?», e tutti i soggetti si affrettavano a sottolineare che no, loro giammai. Reazione anche comprensibile di fronte a un approccio forse un po’ troppo da Le iene, ma quella che mi ha colpito è stata un’altra cosa.
Ogni volta che un intervistato arrossiva, s’impappinava o palesemente mentiva, nella stanza in cui ci trovavamo partiva un coro di risatine e commenti sarcastici – benché si trattasse di un pubblico composto da donne indubbiamente colte ed esperte di sessualità. A divertire tanto non era però l’imbarazzo della vittima di turno quanto la sua inadeguatezza, a volte commentata con eloquenza dagli sguardi della compagna al suo fianco.
Non so se si trattasse di una involontaria “vendetta di genere” da parte di persone socialmente abituate a essere valutate in buona parte sulla base del loro sex appeal, ma in compenso sono sicuro che vedere degli sconosciuti presi istantaneamente in giro sulla base di una loro ipotetica prestazione erettile non ottimale mi ha davvero sconfortato – e fatto capire diverse cose.
Qualche considerazione personale e non
La prima è che, quando arriverò ad averne bisogno, non mi farò alcun problema a unirmi ai milioni di fruitori di pillole per le difficoltà d’erezione. Mi auguro sinceramente che le mie partner non facciano parte di chi valuta gli uomini sulla base di quanto duro abbiano il cazzo, ma se è davvero un fattore così fondamentale per poter stimare una persona potrò ben chiedere al medico una prescrizione, e che diamine!
Come diceva Jannini infatti questi prodotti farmaceutici funzionano sempre meglio. Ammesso di non avere problemi cardiocircolatori particolari sono infatti «più sicuri di un’aspirina» (parole sue), e l’avanafil in particolare ha eliminato i due fastidi tipici della concorrenza: doverli assumere con parecchio anticipo ed effetti collaterali quali il caratteristico “occhio lucido” da pasticca e altre piccole magagne. Figuriamoci cosa ci sarà nel 2070, quando cominceranno a servire a me!
Necessità medica e ansia da prestazione
Ma, scherzi a parte, avere incontrato i pregiudizi sessuali che evidentemente vigono al di fuori della mia adorata (e illuminata) comunità degli esploratori dell’eros estremo mi ha permesso di capire un altro dato emerso dalla ricerca in questione.
Benché solo il 12,5% delle persone abbia problemi seri di disfunzione erettile, oltre il 60% degli acquirenti di prodotti appositi confessa infatti di non assumerli per vera necessità medica, ma per “garantire risultati all’altezza”, supportare l’autostima e superare le ansie da prestazione. E ci credo: in un altro studio, il 21% degli intervistati diceva di essere stato mollato per colpa di un’idraulica inferiore alle aspettative!
Ciò mi ha riportato alla mente una chiacchierata che avevo fatto qualche tempo fa con il dottor Alberto Caputo dell’Istituto di Evoluzione Sessuale di Milano, che mi raccontava della crescente influenza di ansie da prestazione dovuta alla… diffusione del porno su Internet. Pare infatti che la facilità di accesso a video di ogni genere abbia fatto scoprire a sempre più donne le cavalcate instancabili dei pornoattori – facendo loro pretendere performance analoghe dai partner, che però non lo fanno di mestiere e non vengono favoriti come le star da magie di regia e montaggio.
Un altro motivo trainante dell’abuso di farmaci andrologici consiste nell’adoperarli come “antidoto” agli effetti nefasti di alcool, droghe e banale stanchezza, che come è noto sono i peggiori nemici di birilli svettanti da 10 sulla scala di Mohs. Gli alfieri del ‘coca e mignotte tutta la notte’ non se la passano infatti poi così bene.
Sia chiaro: l’atmosfera di insicurezza generale non va imputata solo alle pretese delle/dei partner. Una buona parte la giocano anche il celolunghismo cronico di uomini cresciuti a suon di fanfaronate da spogliatoio e di berlusconaggini di ritorno; l’ignoranza terrificante di cosa sia davvero una sessualità sana… e l’industria farmaceutica stessa.
Va da sé che, se il tuo mestiere è vendere medicinali, sia tuo interesse patologizzare anche le situazioni più banali. Amo troppo la scienza – e il fatto di non dover morire male per malattie curabilissime – per credere alle cospirazioni tipo ‘Big Pharma ci odia tutti e trama alle nostre spalle’, però è vero che durante l’incontro fosse difficile non notare la scelta dei termini utilizzati dal sessuologo e dai demografi. Come fosse stata la cosa più naturale del mondo, era tutto un florilegio di ‘malattia’, ‘grave disturbo’, ‘serio problema’, ‘difficoltà invalidante’ e via angosciando – vocaboli che sono stati inconsciamente adottati subito anche da tutti i presenti, benché i numeri delle statistiche mostrate dal proiettore indicassero a tutti gli effetti che le disfunzioni erettili sono molto spesso solo episodi occasionali e tutt’altro che gravi, che diventano un problema solo perché ingigantiti dalla loro percezione comune.
Mentre osservavo la scena mi è venuto spontaneo sorridere al ricordo della vecchia barzelletta: ‘lei ha solo il raffreddore: le prescrivo questa terapia per curarlo in sette giorni, oppure può non prendere niente e le passerà in una settimana’.
Le conseguenze derivanti dal terrore di “non essere all’altezza”
Quale che sia il motivo, è comunque indubbio che un sacco di uomini di tutte le età vivono terrorizzati dall’idea di non avere più erezioni poderose come quelle che avevano a 14 anni. Siccome si vergognano di “non essere all’altezza”, la ricerca Doxa indica però che tendono a fingere di non avere paura per una media di due anni passati a macerarsi nell’angoscia, durante i quali ovviamente l’aspetto psicosomatico del disturbo non fa che ingigantirsi e peggiorare la situazione. A quel punto finalmente vanno dal medico, che sempre più spesso prescrive qualche prodotto apposito e tutto si risolve. Ma solo nel 20% dei casi.
Il restante 80% infatti fa molto di peggio, andando a “informarsi” sul Web – che quando si tratta di salute non è mai una buona idea. In questo caso men che meno, dato che i rilevamenti hanno indicato la tendenza a cercare informazioni… sui forum femminili, per esempio. O negli innumerevoli siti-trappola nati apposta per approfittarsi del panico da uccello moscio: al mondo ce ne sono più di due milioni e mezzo, che generano nientemeno che il 40% di tutto lo spam di Internet.
La ragione è lampante. Poiché moltissimi omini insicuri hanno il terrore di rivolgersi al proprio medico o a un farmacista con una richiesta di aiuti chimici per la propria virilità, la possibilità di comprare prodotti andrologici online in via anonima è vista da loro come una manna dal cielo. Peccato che le cose stiano in realtà un po’ diversamente.
Per farla breve, l’unico modo legale per acquistare medicinali online è rivolgersi a farmacie abilitate e solo su prescrizione del medico, comprando esclusivamente prodotti registrati e riconosciuti anche nel paese di residenza. Nel concreto ciò per un europeo vuole dire ordinare dalle poche farmacie telematiche del Regno Unito che consentono una autocertificazione dei propri parametri clinici. Si spende il triplo di quanto avverrebbe passando da un percorso normale, ma è tutto regolare. Compresi i medicinali stessi.
Il mercato dei farmaci contraffatti
Eh già, perché c’è invece un 26% di fruitori di questo tipo di prodotti che pensa di essere più furbo degli altri e li acquista da quei siti “miracolosi” che ci impestano le mail con proposte scritte in un italiano da babbuino dislessico. ‘95% di sconto!’; ‘Quattro volte meglio del Viagra!’; ‘La lascerai senza fiato!!!’ e via promettendo.
Se pensate che a cascarci siano solo pochi fessi vi sbagliate di grosso: il mercato dei farmaci per la disfunzione erettile contraffatti è di ben 75 miliardi di dollari, ed è cresciuto del 92% negli ultimi cinque anni. Poco più di metà dei compratori abita negli Stati Uniti, dove un sistema sanitario agghiacciante e il culto della competitività contribuiscono a creare il mercato ideale per sostanze provenienti in gran parte da Cina, India e Singapore.
Se ho parlato di ‘sostanze’ è perché la grandissima maggioranza di quel che viene venduto online è contraffatto. Il medicinale vero viene consegnato solo in un caso su trenta – se arriva qualcosa. Secondo un’indagine AIFA il 40% dei siti infatti si limita a rubare dati personali e numeri di carta di credito, contando sul fatto che saranno ben pochi a denunciare di essere stati truffati… mentre cercavano di procurarsi farmaci illeciti.
In tutti gli altri casi è tutta questione di fortuna. I tipi di contraffazione più comuni riguardano pillole contenenti dosaggi sbagliati del principio attivo (da -70% a un incredibile +170%), farmaci scaduti e riconfezionati, assenza totale di principio attivo, sostanze scambiate (tipicamente Viagra venduto come Cialis).
L’ultimo dato che sono riuscito a recuperare sulle importazioni in Italia parlava di un aumento del 52% di sequestri di questo tipo solo fra il 2009 e il 2010. Alcune case farmaceutiche inseriscono su ogni confezione originale un codice di sicurezza che può essere controllato con quelli pubblicati sui loro siti ufficiali, che diventa però superfluo se ci si rivolge a canali loschi.
Le mie conclusioni
Nel tornare a casa dopo la presentazione mi sono ritrovato a osservare con un’occhio diverso la quantità impressionante di torri, campanili, obelischi e monumenti oblunghi che ci circondano: sono davvero un esorcismo inconscio per la mancanza del baculum? E la comparsa di tutti questi prodotti farmaceutici che avrebbero fatto l’invidia di Supersex a conti fatti non va a contrastare con decine di migliaia d’anni di evoluzione?
Il professore che ha contribuito a interpretare i dati della ricerca a un certo punto ha ipotizzato che le “pillole del sesso” abbiano un ruolo importante perfino nel prevenire i crimini violenti, che sono in discreta parte causati dalla frustrazione dovuta a una percezione insufficiente della propria virilità. Le prostitute per esempio temono particolarmente i clienti con difficoltà d’erezione, perché sanno che tenderanno ad attribuire loro la colpa di una prestazione umiliante e a volte vendicarsi aggredendole. Io francamente ho idea che la violenza di genere – il cosiddetto femminicidio – abbia radici culturali ben più complesse, ma una lezione l’ho imparata lo stesso.
Spedra e compagnia cantante meriterebbero più conoscenza e meno pregiudizi… ma così anche tanti altri aspetti della sessualità che vanno oltre la visione spaventosamente riduttiva di un avantieindietro meccanico in cui conti solo la quantificazione disumanizzante del ‘quanto è durato’, ‘quanto spesso’ e altre baggianate che sarebbe meglio lasciare ai bambini delle medie. Anzi, nemmeno a loro, così evitiamo che si rovinino la vita da grandi.
Il sesso è fatto di molto più che corpi atletici e prestazioni numeriche. Se ho capito una cosa in tanti anni di studio dell’eros insolito è che anche il più fantastico degli orgasmi può dare piacere al massimo per qualche decina di secondi, ma se si ci si concede la possibilità di immaginare ed esplorare una sessualità che vada oltre i confini della banale penetrazione, eccitazione e godimento possono estendersi per ore e permeare ogni momento della giornata, anche quando i vent’anni sono passati da un pezzo. Per farlo non c’è bisogno né di fisici olimpionici, né di sex toy: basta rispettare il proprio partner e relazionarsi fra persone anziché come tristi organi genitali.
Fonti dei dati non linkate direttamente:
- Doxapharma – Presentazione workshop 29.11
- A. Caputo – Contraffazione e vendita dei farmaci vasoattivi online, 2012