Quando ho scritto XXX – Il dizionario del sesso insolito ho catalogato circa 1.500 diverse parafilie, o modi insoliti di trovare piacere sessuale. Alcuni di questi modi li conoscevo bene, molti li ignoravo, parecchi mi hanno fatto ridere e altri mi hanno lasciato perplesso, ma ben pochi mi hanno preoccupato davvero. Il dippoldismo, per esempio, mi ripugna nel profondo – ma per lo meno non devo temerlo personalmente. Il bug chasing (letteralmente: caccia al parassita), invece, ci riguarda tutti… ed è un fenomeno pericolosamente in crescita.
Cominciamo dall’inizio. Questo termine è il soprannome del feticismo per il contagio da malattia sessualmente trasmissibile. Sì, è una follia fatta e finita, e infatti costituisce un sintomo di disagio psicologico grave. Può avere molte cause: un’ossessione per le malattie, il desiderio di quell’intimità fisica negata dalle pratiche di sesso sicuro, la scarica d’adrenalina che deriva dallo sfiorare la morte, semplice autolesionismo e altre ancora. A causa della maggiore consapevolezza e incidenza dell’AIDS in ambiente gay, in origine il bug chasing era circoscritto agli omosessuali maschi; di recente il fenomeno si sta però diffondendo anche in altri gruppi, fra cui la comunità lesbica e gli eterosessuali.
Chi è affetto da questa patologia frequenta siti di incontri in cui gli utenti possono pubblicare il proprio stato di salute – come molti social network gay – alla ricerca di partner positivi all’HIV. Chi ama più il rischio rispetto all’infezione vera e propria preferisce invece rivolgersi ai cosiddetti “party di conversione”: orge non protette in cui uno o più partecipanti sono portatori di virus HIV, senza però necessariamente dichiararlo. Alcuni eventi vengono pubblicizzati letteralmente come “roulette russe”, perché è impossibile sapere chi tornerà a casa infetto, né quali siano le vere probabilità di prendersi qualche malattia.
Se dico ‘qualche’ è perché le malattie sessualmente trasmissibili non si limitano certo all’AIDS. Dati alla mano, altri malanni quali clamidia, herpes, mononucleosi, gonorrea e persino sifilide sono molto più comuni, in crescita e poco riportati nei notiziari. Il fatto che siano facilmente (nelle fasi iniziali) curabili non li rende meno sgradevoli o pericolosi. Visto l’interesse chiaramente marginale del bug chasing, tuttavia, finora le persone sane di mente lo hanno considerato poco più di una curiosità morbosa. Finora.
Lo scorso marzo infatti è entrata in scena la Treasure island media, una delle tante case di produzione di video per adulti che cerca di tirare a campare in un’epoca in cui il porno viene ormai fruito gratuitamente online. La sua soluzione? Pubblicare un video, intitolato Viral Loads (cioè ‘carichi virali’), che si rivolge espressamente agli amanti del bug chasing. Al di là del titolo e di uno scaltro testo pubblicitario che non menziona mai espressamente l’argomento del video, la sua particolarità consiste nella partecipazione di Blue Bailey, un attore porno dichiaratamente sieropositivo. E qui le cose sembrano farsi complicate.
Tolta la stragrande maggioranza dei media e il loro approccio sensazionalistico, chi ha fatto ricerche un po’ più approfondite ha scoperto che nel video Bailey in realtà è quello che riceve… beh, un intero vasetto di sperma etichettato come «poz cum» (lett. ‘sborra positiva’), in effetti. L’immagine è disgustosetta, ma questo dettaglio cambia un po’ le cose. Anche ammesso che il contenuto del barattolo fosse davvero infetto, dicono questi giornalisti illuminati, la sua salute non sarebbe quindi messa a repentaglio come implica la pubblicità del filmato (Spoiler: mica tanto. Una persona sieropositiva può acquisire un’infezione da HIV secondaria che complichi ulteriormente le sue condizioni). Ma come col leggendario vaso di Pandora, questo relativo sollievo solleva in realtà ancora più questioni.
Le interviste di Bailey, per dire, contengono spesso dichiarazioni tipo: «Beh, io lavoro regolarmente con attori sieronegativi, sia con il preservativo che senza». In altre parole, l’unica novità di Viral loads starebbe nel dichiarare pubblicamente la presenza nella stessa scena di performer sia infetti che non… proprio come si vede normalmente nella pornografia gay, ma senza che venga annunciato.
E ancora: vi ricordate quando parlavo di ricerche approfondite? Beh, viene fuori che i “rincuorati” opinionisti di cui sopra in realtà non hanno fatto altro che ripetere a pappagallo le frasi della cartella stampa di Treasure island media. Nella scena sopra citata, per dire, il minaccioso seme non si ferma nel didietro di Bailey – ma viene immediatamente consumato da un altro attore, di cui beatamente ignoro la sieropositività o meno. Eh già: come capita quasi sempre, i mass media “seri” non si abbassano a controllare le notizie sul sesso. Per certe porcherie a loro basta un copia&incolla, anche quando c’è di mezzo la salute.
A conti fatti la vera notizia è, al solito, nascosta altrove. Per esempio nell’osservazione di un uomo sieropositivo riportata da questo splendido articolo di Kitty Stryker, che si lamenta di come la pornografia sul bug chasing sia purtroppo l’unica rappresentazione mediatica in cui persone come lui non vengano mostrate solo come pericolosi rischi di malattia ma anche come individui desiderabili.
Un altro aspetto viene sottolineato da Bailey e da Paul Morris, fondatore di Treasure island media, quando insistono che fissarsi sulla sieropositività è «insensato e antiquato» ora che c’è la PrEP, un recente regime di profilassi che riduce enormemente il rischio di contagio. Vero – se solo la PrEP non avesse un prezzo oltre la portata di molti, fosse facilmente prescrivibile e non richiedesse un’attenzione maniacale per risultare efficace. Allo stato attuale, due ore di ritardo nel prendere una pillola sono sufficienti per rendere inutile tutta la profilassi: alimentare questo senso di falsa sicurezza è quanto meno da imbecilli.
E, a proposito di imbecilli, sappiamo bene che spesso il porno è l’unica fonte di educazione sessuale per gran parte della popolazione, che quando si tratta di erotismo ha grosse difficoltà a distinguere la fiction dalla realtà. Stando così le cose, siamo sicuri che le rappresentazioni di bug chasing vadano permesse, o forse dovrebbero essere combattute con la stessa severità riservata alla pedopornografia? Il liberale in me rabbrividisce, ma ci terrei a conoscere la vostra opinione. I commenti sono aperti.