Parlando di parafilie sappiamo tutti che la più vile fra le perversioni, il crimine contro cui il mondo intero sta lottando, la cosa che nemmeno il depravato più incallito può tollerare è, naturalmente… beh, no: non quella cui state pensando. A dirla tutta, la maggior parte della gente non sa nemmeno che il dippoldismo esista.
Andreas Dippold era un tutore privato che nel 1902 venne assunto da un banchiere tedesco e da sua moglie per correggere il comportamento dei loro due figli, di 12 e 14 anni. I fratellini erano obiettivamente tipi difficili, già espulsi da varie scuole e accademie. La loro colpa più grave era tuttavia masturbarsi, che all’epoca era considerato precursore di malattia, consunzione e follia. Con loro, Dippold applicò il suo personalissimo stile di disciplina.
Il bambino più grande morì prima che passasse un anno. L’autopsia – e l’esame medico di suo fratello – rivelarono che erano stati picchiati selvaggiamente e ripetutamente. L’insegnante ammise candido che di solito li bastonava finché non perdevano i sensi, e confessò altri orrendi abusi quali «strizzare i loro colpevoli genitali finché non ne usciva sangue». Non vi fu dubbio che trovasse piacere sessuale in tali eccessi, e il crimine sino ad allora noto come ‘sadismo educativo’ venne da allora ribattezzato ‘dippoldismo’.
Se pensate che un simile orrore possa essere solo un caso isolato state sbagliando. Un sondaggio del 1982 rivelò che molte coppie sposate ritenevano perfettamente normale fare sesso appassionato subito dopo avere “punito” i propri figli – e che questi mostri erano di solito la stessa gente che considerava peccato mortale qualsiasi forma di sesso diverso dalla missionaria.
Non serve un genio per capire cosa accada con queste persone. Poiché la loro educazione repressiva demonizza la sessualità, costoro cercano di scaricare la frustrazione reinterpretando la normale libido attraverso il vocabolario limitato di cui sono a conoscenza. Poiché il sesso è proibito, l’unica opzione rimanente è la violenza. Ma poiché la violenza verso gli adulti può provocare spiacevoli reazioni, si scatenano contro bambini indifesi. In effetti, è così lampante da rendere ancor più incredibile quando comportamenti psicotici di questo genere vengono non solo dichiarati, ma perfino approvati dalla società.
Mi riferisco a Michael e Debi Pearl, i due fondamentalisti “cristiani” della foto, con una visione notoriamente sdegnosa della società e la “missione” di ripristinare le relazioni patriarcali del Vecchio Testamento, insegnando cose tipo «se tuo marito è un violento e ti ha minacciato con un coltello da cucina, piantala di blaterare dei suoi peccati e mostragli più rispetto». La loro più grande impresa è un libro intitolato To train up a child (‘Come addestrare un bimbo’) che istruisce i genitori a «spezzare totalmente la volontà del bambino» tramite pestaggi metodici e intensi. Quanto intensi? Beh, che ne dite di picchiare un bebè di quattro mesi con un tubo di plastica flessibile di 60 cm usato come una frusta finché non smette di piangere? Vi avverto solo che ci potrebbe volere un po’, ma «fino a 45 minuti è del tutto normale».
Questi pazzi furiosi si giustificano usando la vecchia formula magica: «ehi, è il volere di dio!». Tre lettere apparentemente abbastanza potenti da vendere 670.000 copie del libro (ma questo lo dice l’onesto Michael: per il report ufficiale Nielsen sono solo 28.000 in tutto il mondo). Anche però credendo alla stima più bassa, si tratta di circa trentamila bambini vittime di abusi atroci – e infatti non c’è da stupirsi quando avvengono casi come quello di Lydia Schatz.
Lydia è morta a sette anni per i pestaggi inflittili dai genitori secondo gli insegnamenti dei Pearl. È stata solo una delle tante vittime per procura delle fissazioni represse di due pazzi – ma mentre i genitori hanno ricevuto 22 anni di galera, Michael e Debi prosperano. L’incasso ufficiale della loro chiesa è di ben oltre un milione di dollari l’anno.
Mi scuso di avervi fatto cominciare la settimana con una notizia tanto deprimente. Ammetto però di averlo fatto per interesse personale. Ci sono volte in cui mi chiedo perché insista con questo lavoro ingrato di studiare e divulgare le sessualità insolite: benché sia naturalmente molto divertente, di sicuro non offre guadagni paragonabili a tanti altri mestieri; attrae l’odio di molte persone, alcune delle quali pericolose; altri lo prendono per uno scherzo.
Poi però mi ricordo che aiutare le persone ad accettare le proprie innocue stranezze erotiche, a viverle in armonia e in modo “sano, sicuro e consensuale”… è ciò che può salvarle dal tramutarsi in mostri, dal fare male a se stesse e a coloro che hanno attorno. Ed è lì che, nonostante sia felicemente ateo, sento di stare davvero compiendo i miei doveri di buon cristiano – o per lo meno di potere andare a dormire con la coscienza pulita.