Avviso di tendenza: nel caso non ve ne foste accorti, nell’ultimo paio d’anni è divenuto molto trendy & cool prendere in giro il festival Eurovision. Beh, in effetti è una cosa un po’ da hipster che amano vincere facile, visto che l’evento assomiglia da sempre a una panoramica dei più assurdi individui mai prodotti dalle nazioni europee, tipo:
Vampiri operisti rumeni
Ombre viventi azere
Travestiti alluminio-nazisti di mezz’età turbofisarmonicati
Pirati fashionisti
La reincarnazione camp di un tiranno assetato di sangue
Un pupazzo
Disco-nonnine sovietiche
Reietti kamikaze del Cirque du soleil
Demoni parzialmente decomposti
(complimenti ad Amanda Yeslibas di Io9 per avere scovato questi video)
La semifinale di questa sera tuttavia presenterà qualcosa di altrettanto insolito ma potenzialmente molto più importante. Signore, signori e altri, ho il piacere di presentarvi l’artista che rappresenta l’Austria: Conchita Wurst.
Un personaggio decisamente fuori dal comune che si presenta nella maniera più normale possibile, senza mai menzionare l’evidente peculiarità che ne ha fatto un gran problema per i media. Eh già, perché come si fa a parlare di qualcuno così senza sembrare maleducati, transfobici o semplicemente stupidi?
L’aspetto sfacciatamente genderfuck di Wurst è uno shock, ma è anche molto efficace per costringere tutti a discutere le identità di genere alternative. Sì, è una donna con la barba: c’è qualche problema?
Questo evento mi ha fatto tornare in mente la famosa conferenza di Lana Wachowski e un recentissimo articolo di Rolling stone sulla seconda Trans 100, un elenco annuale dei nomi più influenti per i diritti dei transgender. Il messaggio comune è che sia vero che ci voglia coraggio per dichiarare la propria identità sessuale, ma che si tratti anche di un gesto immensamente positivo sia per se stessi che per tutti coloro che condividono lo stesso orientamento. E più persone rifiutano di nascondere chi sono realmente, più la società trae beneficio dall’inevitabile accettazione delle diversità, divenendo un po’ più aperta mentalmente e si spera un po’ più matura. Magari pensateci stasera, mentre guardate il festival.