Dopo aver visto il mio post di qualche giorno fa sugli stivali maiali, una mia conoscenza molto carina ma assai sprovveduta mi ha mostrato questo articolo, esclamando: «avevi ragione tu, la moda fetish è dap-per-tut-to!» Il che naturalmente è vero, tranne che per la parte sulla moda fetish. In effetti, una cosa che non ho mai capito è perché i mass media debbano emozionarsi tanto per roba “fetish” e “bondage” che non è nulla di ciò – ma proprio per niente. Fatemi fare una dimostrazione pratica. Tutte le foto sulla sinistra vengono da un qualche numero di Vogue, e tutte quelle di destra derivano da una ricerca di due minuti su Google immagini:
Reperto 1 – calzature
La rivista di moda più raffinata del mondo vorrebbe farmi credere che quegli orrendi stivali sandali affari sulla sinistra siano “fetish”. Ora, lasciamo perdere il fatto che in tanti anni di partecipazione a feste fetish in tutto il mondo non ho mai visto niente che ci assomigliasse manco di striscio, ma per piacere qualcuno mi spieghi cosa ci dovrebbe essere di tanto eccitante in quell’accozzaglia di fibbiette e cinghie svolazzanti. Anzi, già che ci siete potete anche notare come i sandali sulla destra siano brutti anche loro, ma per lo meno abbiano un senso – e si trovino in tutti i sex shop del mondo a circa un centesimo del prezzo degli altri.
Reperto 2 – “abito bondage”
Sarebbe facile prendersela con quella specie di coso a cravatta per non avere niente di “bondage”, ma… Ehi! Fermi un attimo! A quella povera ragazza hanno spezzato il collo per girarla completamente all’indietro! Guardate la foto… Quella è la schiena! Ma che spietati bisogna essere per ammazzare qualcuno solo per realizzare uno scatto di moda? Non c’è da stupirsi che la vera appassionata di bondage sulla destra stia sorridendo: dopotutto si sta divertendo ed è pure ancora viva. Il che mi fa venire in mente…
Reperto 3 – “harness”
Non sono un gran lettore di riviste femminili e di moda perché mi danno angoscia i tentativi palesi di instillare obiettivi impossibili, così come industrie intere il cui obiettivo sia rendere i propri clienti tristi e insicuri – tuttavia l’ultima volta che avevo controllato le modelle erano per lo meno umane. Ora, a meno che questa non sia una rara foto en travesti di Christopher Walken da giovane, che razza di bestia aliena, pre-morta e incazzata è la creatura su Vogue? Perché quell’espressione da ‘sto per vomitare attraverso i miei denti a rastrello’? E perché mai stanno cercando di convincere delle persone intelligenti a pagare centinaia di euro per un harness che ne costa 25 online e inoltre glielo vogliono fare indossare nella maniera sbagliata?
Reperto 4 – “lingerie bondage”
Ripeto: un paio di nastrini di seta non sono considerabili ‘bondage’, ma arrivati a questo punto i problemi sono ben altri. Vorrei infatti che vi concentraste sulla posa e l’espressione della ragazza sulla sinistra, e su come dovrebbe teoricamente rappresentare l’epitomo della sensualità. Non stiamo ad approfondire il disturbo genetico suggerito dai suoi occhi, ma fatemela confrontare con una vera foto di lingerie coi nastrini.
Credo di essermi spiegato: il vero fetish/bondage/zozzeria qualunque non assomiglia affatto alla sua controparte spacciata dall’industria della moda. La causa non può essere difficoltà di ricerca, perché chiunque abbia una connessione a Internet può trovare facilmente migliaia di esempi con una sola ricerca. Ma la parte più inquietante è come la moda stia impegnandosi attivamente a eliminare ogni erotismo e fascino da uno dei pochi ultimi bastioni della sensualità che ci sono rimasti. Benché sono certo che si possa trovare qualche profonda e intelligentissima interpretazione semiologica di tutto ciò, lascio a voi l’esercizio. Da parte mia, adesso riprendo a scrivere di maialate fatte come si deve…