Fra il 1948 e il 1953 i primi, celeberrimi Rapporti Kinsey stravolsero parecchie idee riguardo la sessualità grazie al più semplice e meno usato fra i trucchi accessibili ai ricercatori: chiedere a persone comuni cosa le eccitasse, anziché costruire grandi teorie sullo studio di pochissime anomalie cliniche. Il moderno concetto di sesso “normale” deriva ancora in gran parte da quei sondaggi, basati su circa 18.000 risposte.
Oggi però viviamo nel XXI secolo, e se c’è una cosa che non ci manca è l’accesso ai dati – di qualsiasi genere. I neuroscienziati Ogi Ogas e Sai Gaddam hanno pertanto fatto quel che era più logico, e hanno esaminato un bel po’ di informazioni: un miliardo di ricerche sul Web, i dati interni di parecchi siti, tag, centinaia di migliaia di log di ricerche individuali, valutazioni di video, più di un milione di racconti online, contavisite e molto altro. Il tutto relativo al porno. Il loro obiettivo era controllare di persona cosa guardasse la gente per eccitarsi, e ciò che hanno scoperto – raccolto nel libro A billion wicked thoughts – è stato piuttosto sorprendente.
Cos’è emerso dalla ricerca di Ogi Gas e Sai Gaddam?
La mappa del desiderio tracciata da milioni di persone di tutto il mondo libere di scatenare le loro libido dietro la protezione offerta dalla privacy e dall’anonimità di Internet si è dimostrata molto diversa da quelle usate dai professionisti per studiare sinora la sessualità umana. Pare infatti che sia la letteratura accademica, sia le divulgazioni (fra cui il mio XXX – Il dizionario del sesso insolito) siano decisamente imprecise. O meglio: tutte le buffe e assurde parafilie elencate dal sottoscritto sono davvero là fuori – ma secondo questa ricerca non sono affatto dei feticismi.
In effetti il punto è proprio la definizione stessa di ‘feticismo’. Tecnicamente un feticismo è un’anomala attrazione compulsiva verso qualcosa che non dovrebbe avere nulla di erotico, eppure eccita il soggetto – il tipico esempio è il feticismo dei piedi. Ciò che hanno riscontrato Ogas e Gaddam è che in realtà è molto più corretta l’interpretazione popolare del termine: secondo i loro dati, un “feticismo” non è altro che uno dei moltissimi interessi che compongono una sessualità sana e normale. Si tratta solamente di un’espressione dell’istinto innato che gli esseri umani hanno per la ricerca di novità, e la biologia gioca un ruolo importante negli approcci estremamente diversi che donne e uomini hanno verso la pornografia “insolita”. La metà maschile del pianeta, che ancora si sta grattando il testone collettivo riguardo il successo di Cinquanta sfumature di grigio, sarà senz’altro concorde.
Le implicazioni di questi risultati per la sessuologia
Benché la maggior parte dei miei lettori sarà probabilmente meno che impressionata da tutto ciò, questi risultati hanno comunque implicazioni profonde per la sessuologia. Il concetto stesso di ‘parafilia’, per esempio, potrebbe dover essere eliminato proprio come è accaduto con ‘perversione’ quando siamo passati a un approccio non moralistico nei confronti del sesso. Anche l’elenco dei feticismi comuni utilizzato dai professionisti per le loro diagnosi dovrebbe essere ridefinito: com’è che i transessuali e i cuckold non vi compaiono, quando sono invece fra i primi generi pornografici di interesse in tutto il mondo? Perché nei media e fra i ricercatori prevale ancora il concetto di pedofilo vagante in impermeabile, quando tutti i dati – e non solo quelli di Oga e Gaddam – indicano senza alcun dubbio un estremo interesse collettivo per tutto ciò che riguarda l’incesto?
Sarebbe tuttavia sbagliato anche pensare che l’analisi delle fantasie online sia sufficiente per comprendere del tutto i misteri dell’eros. A billion wicked thoughts dimostra infatti chiaramente (per l’ennesima volta) che le preferenze nella scelta della pornografia e l’effettivo comportamento sessuale sono le due cose quasi completamente distinte. Da una parte diversi presupposti pseudoscientifici – tipo «Diventerai dipendente, insensibile e andrai alla ricerca di roba sempre più estrema» – sono del tutto sbagliati, ma dall’altra la sfera di ciò che avviene veramente nelle camere da letto di tutto il mondo resta ancora tutta da indagare. In effetti, la venerabile pubblicazione Psychology today sta ospitando una diatriba molto interessante, completa del contrappunto degli autori, proprio su questo argomento.
Una cosa però è certa. Considerato ciò che cercate voi stessi, sapevate già che alcuni feticismi “incredibili” sono in realtà molto più comuni di quanto si pensi. Oggi potete tuttavia festeggiare il fatto di essere un po’ più “normali” di ieri anche per il mondo vanilla. Ammesso che esista, s’intende.