Ma è scoppiata la moda delle finte vergini? A pochi giorni di distanza dalla “pomata ristrutturante” indiana, adesso è il turno di nientemeno che The hymen shop (lett. ‘la bottega degli imeni’), un sito di Hong Kong divenuto un piccolo mito del Web dopo che il New York magazine ha pubblicato un’esilarante recensione dei suoi insoliti prodotti.
Pubblicizzato come l’alternativa ideale alla chirurgia intima ricostruttiva, il ‘kit per imene artificiale’ non è altro che la versione industriale di un trucchetto che le donne estremo-orientali conoscono e usano da secoli, e che oggi è ancora piuttosto utilizzato dalle prostitute tailandesi. In questo formato è composto da due sottilissimi fogli di una membrana solubile, che racchiudono una piccola quantità di colorante alimentare rosso. Per usarlo lo si inserisce nella vagina pochi minuti prima dell’amplesso e si lascia che la fragile taschina ceda: ogni prova dell’inganno dovrebbe dissolversi subito dopo. Per quanto ne so sembra un notevole miglioramento rispetto alle sostanze naturali impiegate dalle “streghe” per ottenere gli stessi risultati, tuttavia secondo la recensione il prodotto è… meno che perfetto.
Chi lo vende sostiene che questi kit possano addirittura salvare delle vite in quei paesi dove la purezza di una sposa è ancora ritenuta indispensabile e la sua mancanza può scatenare sanguinose faide familiari. Personalmente non suggerirei di collaudarli in simili circostanze, ma se abitate in un ambiente meno ostile e avete parecchi detergenti con cui ripulire le macchie, potete sperimentare l’esperienza surreale di… come si dirà? Re-florare? …per poco meno di trenta dollari.