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Potenti pistoni del piacere – La recensione dei sex toy di Hot Octopuss (con intervista ai creatori)

Vi ricordate di quando dicevo che ci sono troppo pochi sex toy davvero originali per giustificare una rubrica di recensioni? Beh, indovinate chi aveva torto – i ragazzi londinesi di Hot Octopuss mi hanno prontamente spedito non uno, ma due oggetti tecnologicamente unici da provare. E lo dico nel senso più letterale: uno di essi è infatti uno dei rarissimi giocattoli high tech pensati specificamente per uomo, così mi sono potuto gustare l’esperienza opposta a quella avuta col Sona, quando mi sono dovuto fidare ciecamente delle mie partner riguardo alla sua efficacia decisamente sessista.

Il giocattolo in questione è il Pulse III Duo, definito in inglese un “guybrator” – che non si può tradurre ma sta per ‘vibratore per tizi’. La reazione che ispira quando si apre la scatola è un po’ la stessa delle famigerate conchiglie di Demolition Man: si intuisce circamenoquasi come vada usato, ma ho dato lo stesso un’occhiata al manuale tanto per assicurarmene. La forma si potrebbe descrivere come un incrocio fra una grossa goccia di silicone e una foglia ricurva, concepita per abbracciare il pene da sotto. La caratteristica chiave del Pulse tuttavia è la sua “PulsePlate Technology™”, un elemento oscillante di tipo unico che deriva dal settore medico, dove lo usano per rimediare a una serie di problemi andrologici sotto forma di costosissimi… beh, tubi da robo-sega. Questo giocattolo è il loro fratellino degenere: la genetica è la stessa, ma ha un look molto più figo e pensa solo a divertirsi.

Quel che succede quando lo si usa è che proprio sotto il frenulo finisce un’area grande quanto una moneta che pulsa su e giù con un’escursione minima, ma più potenza e velocità di quanto sia ragionevole pensare, che stimola con precisione notevole e già che c’è fa vibrare tutto l’oggetto. Il pulsante d’accensione sulla sinistra scorre vari schemi di oscillazione, mentre due ulteriori pulsanti sulla destra regolano l’intensità fra «Ma stai scherzando?» e «Speriamo che non salti nell’iperspazio proprio adesso». I più coraggiosi – o distratti – possono premere il pulsante col + per un tempo molto preciso e far passare il motore da zero al massimo, che sono abbastanza certo simuli correttamente la sensazione di scoparsi un uragano.

Il ‘Duo’ nel nome si riferisce a una ulteriore funzione pensata per le coppie eterosessuali, nella quale la parte inferiore della punta nasconde un normale vibratore controllato con un telecomandino rotondo dotato di un solo pulsante. Qui l’idea è di piazzarlo sopra il clitoride della partner sdraiata supina, consegnarle il telecomando e infilarsi nel Pulse mentre fa il suo lavoro. Il risultato è una forma potente, insolita e un po’ impacciata di stimolazione di coppia concepita per i preliminari o come alternativa alla penetrazione.
La versione non-Duo, a proposito, manca di questo vibratore e ha una forma leggermente diversa, ma per il resto è identica – anche nell’avere un sistema di ricarica magnetico via USB. Avere eliminato jack per il caricabatterie significa che l’oggetto è completamente impermeabile: non solo più facile da pulire, ma soprattutto in grado di essere usato nella vasca da bagno. Che è dove il Pulse dà il meglio di sé, almeno secondo me. L’acqua trasmette infatti le vibrazioni in modo molto piacevole, per non parlare di come crei pattern di micro-onde fighissimi per chiunque ami la fisica. In altre situazioni invece… beh, è complicato.

Sarò chiaro: per me il Pulse non rappresenta un’esperienza particolarmente indimenticabile, nonostante la tecnologia impiegata sia sul serio meravigliosa. Al di là di essere un giocattolo tanto rumoroso da diventare una distrazione, l’ho trovato contemporaneamente troppo e troppo poco. Forse sarà una questione di misure anatomiche o preferenze personali, ma ho scovato solo uno schema di pulsazione che non mi facesse sentire dentro un esagerato frullatore, e fuori dalla vasca l’effetto mi ha ricordato quando ti prude la schiena e ti manca tanto così dal grattarti per bene, ma non ci riesci ad arrivare per un pelo.
Usato in coppia, invece, posso capire perché venga venduto specificamente come “giocattolo per preliminari”: a modo suo è divertente, ma arriva presto al punto in cui si vuole solo zittirlo e darci dentro alla vecchia maniera. Però ripeto: è probabile che io non sia l’utente ideale per il Pulse.

A questo proposito, è un giocattolo notoriamente molto apprezzato da diverse categorie di persone. Uomini con difficoltà di erezione, che possono stimolarsi fino all’orgasmo e sperimentare soddisfacenti rapporti pressoché tradizionali anche da flaccidi; persone con problemi di mobilità o che soffrono di determinate disabilità che impediscono loro di masturbarsi facilmente; coppie per cui la penetrazione è impossibile; chi ama scenari di dominazione e orgasmi forzati multipli.
Per tutti loro il Pulse è una benedizione, punto – e credo sinceramente che si dovrebbe fare uno sforzo per far loro arrivare la buona novella di un oggetto che può rivoluzionare le loro vite erotiche. Io, per dire, sono sollevato dal sapere che quando invecchierò saranno disponibili oggetti del genere. Ma con la tecnologia PulsePlate non abbiamo ancora finito.

Racchiuso in una confezione altrettanto ecologica e fighetta quanto il Pulse in cui si trovano anche lo stesso sacchettino di tessuto lucido e lo stesso sistema di ricarica USB, il Queen Bee può essere descritto come la versione per signore del sex toy di cui ho parlato finora. Si tratta di un oggetto a forma di cucchiaione sorprendentemente leggero e ricoperto da un sottile strato di silicone: un lato è scolpito a losanghe, mentre l’altro è liscio ma con una parte pulsante ovale.
Qui potrei mettermi il cappello da presuntuoso recensore di sex toy e tirarla lunga su tutti i più minimi dettagli del Queen Bee, ma facciamo le persone serie. Il punto è che l’oggetto sembra avere un pochino meno potenza del Pulse ma è sostanzialmente la stessa cosa con una sagoma diversa – come dire altrettanto assurdamente intensa, forse ancor più rumorosa del fratello e parimenti indicata quando si è immersi in un bel bagno caldo. Il movimento “picchiettante” è talmente veloce che si potrebbe facilmente pensare che la piastra stia vibrando in modo tradizionale, però le mie collaudatrici riferiscono che il Queen Bee dia una sensazione piacevolmente diversa. «È un po’ più delicato di un attrezzo da cantiere tipo il Magic Wand,» è stato il commento esatto, «e decisamente meglio di un vibratore normale». E poi potrei aggiungere che è ottimo per massaggiare la schiena, ma mi dicono che al di fuori delle pubblicità all’antica sono l’unico che contempli davvero di usare in tal modo un sex toy.

Tutto considerato, entrambi gli oggetti hanno preso residenza permanente nel mio armadio dei giocattoli – ma non quello più vicino al letto, perché rappresentano una variazione occasionale molto carina, ma lontana dal poter diventare una “mossa segreta” indimenticabile. Le preferenze personali tuttavia possono essere diverse, e soprattutto se siete maschietti con bisogni speciali fatevi un favore e compratevi un Pulse immediatamente: mi ringrazierete (e soprattutto ringrazierete i progettisti) dopo.
Anzi, meglio ancora… già che siamo qui, che ne dite di incontrarli direttamente nel prossimo paragrafo? Il fatto è che la storia di Hot Octopuss mi ha incuriosito parecchio, così li ho chiamati per un’intervista. Ecco cosa ci siamo detti.

Adam Lewis

Ciao, Adam! Puoi presentarti ai lettori?

Ma certo! Beh, che dire… sono il fondatore e amministratore delegato di Hot Octopuss, un’azienda ingese di sex toy che crea prodotti che riteniamo essere i più potenti e belli sul mercato, che permettono a ogni sorta di persone di provare orgasmi fantastici.

 

Col cambio di secolo il mercato dei sex toy è esploso generando prodotti in abbondanza: alcuni innovativi, la maggior parte al di là delle frottole del marketing  un po’ insipidi, ma tutti impegnati ad affollare i negozi in una massa abbastanza indistinta per il cliente medio. Cosa ti ha spinto a entrare in un settore così già ipercompetitivo?

Quando ho cominciato a esaminare il mercato dei sex toy, e in particolare quello maschile nel quale all’epoca le vibrazioni non le usava nessuno, sono rimasto sorpreso e deluso dalla carenza di varietà e innovazione. Uno dei motivi dietro alla creazione di Pulse, che è il nostro articolo di punta, è stato compensare a queste mancanze. Credo che la ragione del successo dei nostri prodotti sia che, purtroppo per i clienti, ci siano ben poche altre marche che si preoccupano di mettere cervello e impegno nella progettazione dei loro giocattoli. A noi sono serviti sei anni per realizzare il primo modello. Forse sarà anche troppo, ma volevamo creare qualcosa che funzionasse davvero e per tutti. Adesso ci stiamo concentrando sul continuare questa innovazione e produrre articoli più originali ed efficaci con cui rivitalizzare il mercato. 

 

Il vostro giocattolo più celebre si basa su una tecnologia nata in campo medico. Puoi raccontarmi come siete arrivati all’oggetto che vendete oggi?

A dire la verità l’idea del Pulse mi è venuta quando mi sono messo a cercare un giocattolo per me: nel corso degli anni avevo sperimentato l’uso di vari articoli vibranti pensati per le donne, mi ero reso conto che con me non funzionavano altrettanto bene e ho visto che c’era uno spazio di mercato da riempire.
Cercando idee possibili ho scovato un articolo scientifico sulla “stimolazione peniena vibrante”, una tecnica medica usata per consentire agli uomini paralizzati o con lesioni della spina dorsale di eiaculare e avere figli. Ho portato questa idea a parecchi studi di design londinesi, ed è diventata la base per il Pulse che vedi oggi. Ho incontrato un sacco di ostacoli – pensa che nel primo studio che ho visitato sono rimasti letteralmente con la mascella a terra dall’orrore quando ho fatto la mia proposta, e anche ottenere la licenza della tecnologia non è stato semplice. Oltretutto anche dopo avere risolto quell’aspetto ci siamo subito resi conto che avremmo dovuto completamente riprogettare il meccanismo per riuscire a farlo star dentro un giocattolo di piccole dimensioni.

 

La serie Pulse è molto apprezzata dalle persone che soffrono di disfunzione erettile, mobilità ridotta e altre disabilità. La avete progettata pensando a loro fin dall’inizio, o si è trattato di un’applicazione collaterale scoperta per caso?  

La tecnologia Pulse funziona in modo diverso dai tipici vibratori – oscilla creando stimoli molto potenti, che è la ragione per cui risulta così efficace per tutti gli uomini ma soprattutto per chi non riesce ad avere orgasmi tramite attività sessuali tradizionali. Essendo stata ideata in origine per persone con problemi di erezione sapevamo che avrebbe funzionato anche con questi gruppi, ma il nostro impegno era di mettere la tecnologia a portata di mano di tutti. Naturalmente siamo felicissimi che i nostri prodotti permettano a chi ha dei problemi di erezione od orgasmo di superarli, anche perché il mercato non offre loro molte alternative.

 

Parlami dell’ingresso in un campo ancor più competitivo con il Queen Bee. Pensate di introdurre in catalogo ulteriori giocattoli per donna o unisex? Anzi, già che ci siamo: state progettando altri articoli in generale?

L’innovazione non si ferma mai, e al momento stiamo lavorando su un’interessante gamma di nuovi giocattoli che impiegano approcci differenti per offrire gli orgasmi ultrapotenti che riteniamo ci distinguano da tutti gli altri. Dovrebbe arrivare nei negozi entro un paio d’anni.

 

Come vedi il futuro dei sex toy?

Spero e prevedo che il mercato dei sex toy continui a crescere: rispetto a dieci anni fa oggi gli utenti sono raddoppiati. Con l’aumento dell’accettazione dell’importanza di sesso, orgasmi e intimità per l’autostima, il benessere e la felicità, ritengo che questi giocattoli entreranno sempre più a far parte della vita di tutti.

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