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La terra delle 150.000 pornostar

Tutto è cominciato quando Essere un’attrice porno di Atsuhiko Nakamura è sbarcato nelle librerie giapponesi con le sue candide descrizioni della realtà odierna di questa industria. I dati che presentava erano decisamente accurati e hanno sorpreso molti lettori, per esempio dove si rivelava che gli attuali stipendi delle attrici sono ben diversi dalle cifre principesche di qualche anno fa, e si fissano in media su 350 euro al giorno di ripresa.

Il tipo di persona che non legge questo sito ha trovato strano anche che l’80% dei video prodotti negli ultimi anni ricada in nicchie molto specializzate e piuttosto insolite come i chikan, o “storie di molestie in pubblico”. Ma è stato solo il principio.

Considerata la società maschilista e gerontocratica in cui vivono (uhm, mi ricorda qualcosa…), pare che le giapponesi trovino che comparire in un video porno sia un modo per accrescere la propria autostima e potere, senza particolari controindicazioni sociali. Le altre motivazioni citate comprendono «avere un’esperienza con partner capaci e sicuri» e in generale trovare occupazione in un mercato del lavoro ostile. In effetti, una delle frasi più citate del libro riguarda lo stupefacente numero di ragazze che si rivolgono a questa industria dove «per ogni ruolo disponibile ci sono 25 ragazze pronte a candidarsi».

Il vero shock è tuttavia arrivato quando un dipendente di una casa di produzione di video per adulti ha fatto qualche conto e ha rivelato in un’intervista che a questi film partecipa una donna giapponese su 200. «35.000 nuove uscite e una media di 2.500 debutti all’anno ci danno un totale di circa 150.000 attrici professionali e amatoriali attive» ha dichiarato «e se si considera che in Giappone ci sono 30 milioni di donne fra i 19 e i 55 anni…»

…Ecco da dove spunta lo sconvolgente numero citato. «Secondo la mia esperienza se chiedi alle ragazze che frequentano i centri commerciali di Shibuya (un quartiere di Tokyo), una su cinquanta firma immediatamente per comparire in video» ha aggiunto un regista di porno intervistato dal settimanale Shūkan Gendai. «E sono briciole in confronto all’industria del sesso in generale». In effetti, le statistiche portano a concludere che il cosiddetto settore ‘fuzoku’ impieghi attualmente circa 460.000 donne.

Data la natura scandalistica dei giornali di tutto il mondo, tuttavia, la rivista Spa! ha pubblicato sul suo ultimo numero un’inchiesta in cui queste cifre sono state controllate sul campo fra le ragazze di Shibuya stesse. Mentre le domande dirette hanno ricevuto risposte prevedibilmente negative, il dieci per cento circa delle intervistate ha confermato di avere amiche che lavorino come pornoattrici.

Una ragazza ha dichiarato di conoscerne una fra le cento studentesse del suo liceo, e un’altra ha osservato che «è un lavoro come un altro, come fare la commessa», confermando la stupefacente diffusione e accettazione di una carriera che la maggior parte delle loro madri non avrebbe mai preso in considerazione.

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