La storia della sessualità è un argomento immensamente vasto e pieno di sorprese. Nel corso dei secoli, culture differenti la hanno interpretata in modi altrettanto differenti, influenzate da fattori inaspettati fra cui lo sviluppo tecnologico, il clima, la politica e la medicina. Si può ben dire che la concezione del sesso si sia evoluta attraverso forme infinite, accomunate solo dalla biologia di base e poche altre certezze. Una fra queste, davvero intramontabile, è che si scopi meglio da un’altra parte.
Oggi come quattromila anni fa l’immaginazione erotica non conosce confini, e corre spontaneamente a sognare luoghi lontani in cui le persone sono più disinibite, più arrapate e soprattutto dedite a piaceri sconosciuti. Studiare la letteratura è quasi comico: si scopre per esempio che nella seconda metà del Settecento l’Europa aveva un vago mito dell’Oriente sensuale; in Arabia si narrava dei segreti delle alcove asiatiche; in estremo oriente giravano leggende sulle prodezze delle femmine dell’Ovest… e via così, in un eterno rimpiattino senza molti fondamenti concreti.
Il fenomeno continua ancora oggi. Nonostante l’onniscienza permessa da Internet, per esempio, negli Stati Uniti è ancora diffusissima la leggenda delle scuole per schiave sessuali nascoste in alcuni castelli europei, ispirata senza dubbio a Histoire d’O pubblicato nel 1954. Certi club di appassionati inglesi sono in compenso pronti a giurare che da qualche parte in Africa ci siano fattorie in cui vengano allevate ponygirl, mentre una buona parte della popolazione cinese è convinta che nel nord America si viva abitualmente come nelle babilonie gender immaginate (o sognate?) dalle nostre Sentinelle in piedi.
Ci sarebbe da ridere, non fosse che certe castronerie sono state ripetute così spesso e così confusamente da avere preso vita propria. Una fra tutte è il mito dell’esoterica sessualità indiana, nato con la diffusione in Occidente della traduzione discutibilissima del Kama sutra realizzata dall’esploratore sessuomane Richard Burton nel 1883. Poco importa che si tratti di un testo tremendamente noioso e pieno di consigli improbabili: la maggior parte dei lettori tanto ha letto solo il capitolo sulle posizioni da tenere nell’amplesso, ritenendolo la prova di una cultura dedita ad arti tanto libidinose quanto complicate.
Fra gli alfieri di tale equivoco spicca l’americano Pierre Bernard, che col nome di ‘Oom il Magnifico’ nel 1905 fondò l’Ordine Tantrico d’America: una scuola in cui sosteneva di insegnare “il tantra”, una forma di yoga fortemente orientata al raggiungimento dell’estasi attraverso pratiche sessuali. Caliamo un velo pietoso sulle molestie denunciate da diverse sue allieve e sul fatto che la vera tradizione tantrica contenga sì elementi erotici ma sia tutta un’altra cosa. Quel che importa è che da allora l’idea di “sesso tantrico” ha preso vita propria e ha continuato a evolversi oltre ogni buon senso. Se negli anni ’80 è spuntato per esempio il neo-tantra che ha introdotto molti elementi new age, l’ultimo sviluppo è niente meno che l’inquietante dark tantra.
Prima di esaminare questa moda sarà però bene fare un passo indietro e vedere in cosa consista concretamente il cosiddetto sesso tantrico. Se togliamo tutti i baracconi mistici con cui vengono normalmente condite le pratiche, quel che rimane sono alcune tecniche erotiche che possono davvero migliorare la qualità dei rapporti sessuali:
Controllo della muscolatura pubo-coccigea – Il termine anatomico indica quei muscoli che si stringono quando si vuole trattenere la pipì. Poiché sono gli stessi che nell’uomo ritardano l’eiaculazione e nella donna danno mobilità alla vagina, è facile intuire i vantaggi pratici: non a caso anche tutti i sessuologi del mondo suggeriscono di tonificarli – solo che chiamano la cosa esercizi di Kegel.
Respirazione profonda – La maggior parte delle persone è abituata a tendersi e trattenere il respiro quando si avvicina all’orgasmo, senza rendersi conto che è il modo migliore per rovinarselo. Se si impara a superare i condizionamenti culturali si gode molto di più. Tutto qui.
Comunicazione col partner – Un’altra brutta abitudine molto diffusa è la tendenza a usare il partner per il proprio piacere anziché fare sesso assieme. Guardarsi negli occhi, respirare in sincronia, focalizzare l’attenzione sulle più piccole reazioni dell’altro e condurre il rapporto secondo un rituale obbliga a entrare in sintonia più profonda e a scoprire il piacere di una vera unione di corpi e anime.
Ipnosi – L’ipnosi non è solo quella dei prestigiatori da palcoscenico, anzi. In effetti tutti noi viviamo ogni giorno momenti di trance ipnotica più o meno profonda – come minimo subito prima di addormentarci. Quel piacevole misto fra dormiveglia e iperattenzione è effetto di un rilassamento mentale stimolato da una serie di fattori fisici, che guarda caso sono gli stessi che vengono attivati dalle pratiche di meditazione e di respirazione tipiche del tantra yoga. Fare sesso in quella condizione di semi-astrazione può essere un’esperienza notevole.
Decentralizzazione dell’orgasmo – ‘Raggiungere l’orgasmo’ è una formula che ho sempre trovato un po’ ridicola, perché mi ricorda un inseguimento disperato. Eppure la dice lunga su come tanti vivano l’esperienza del sesso, finalizzando tutto a pochi secondi di abbandono. Le sessualità alternative dimostrano invece che anche tutto ciò che avviene prima può dare grandi piaceri, se solo ci si dà la possibilità di goderseli – ed è ciò che avviene anche col tantra, dove anzi si punta a ritardare l’orgasmo il più possibile o non dargli proprio importanza. La storia delle scopate tantriche da 8 ore filate di Sting è solo una leggenda urbana, ma si può sicuramente andare oltre i cinque minuti e mezzo della media occidentale.
Il sesso tantrico, o almeno la sua interpretazione più comune, è tutto qui. Piacevole, sicuramente interessante e abbastanza facile da vivere facendo qualche esperimento di coppia o un paio di lezioni ben fatte, senza bisogno di complicarsi l’esistenza arrovellandosi dietro astrusi termini in hindi. La sua variante “dark” invece non è altro che… il buon, vecchio BDSM, riconfenzionato e spacciato come percorso iniziatico attraverso occulti sentieri di dolori e piaceri che ricordano un po’ troppo il dottor Strange.
Sul fatto che i giochi di dominazione e sottomissione possano favorire la conoscenza di se stessi, l’introspezione e una certa crescita personale non c’è dubbio. Sull’utilità di ammantare un’esperienza già di per se meravigliosa con un’inutile aura di misticismo invece ho molte perplessità – soprattutto se ciò avviene in costosi week end “spirituali” o grazie a guru da centro massaggi. Per vederci chiaro mi sono rivolto allora a Luca Sadhaka di Da grande voglio fare il Buddha, che la tradizione indiana la conosce davvero.
Prima di tutto: ti va di raccontarci chi sei e il progetto che porti avanti con il tuo canale YouTube?
Come dico sempre all’inizio di ogni video: «Un saluto a tutti quanti, io sono Luca e sono un sadhaka, ossia un praticante di discipline spirituali indiane».
Ho ricevuto regolare iniziazione in India da un maestro che vive nella giungla e la nostra scuola basa la sua filosofia sugli insegnamenti di Gorakshanath ed è un connubio fra Advaita Vedanta, Shivaismo e tantrismo. Assieme al mio collaboratore e manager Riccardo Fine abbiamo intrapreso diversi viaggi in india, abbiamo meditato nel cuore della giungla, fatto tapas, sfidato scorpioni, giaguari e indiani dediti alla magia nera che facevano sacrifici umani (no, non è una battuta!), fatto cerimonie e tutto quello che ci si aspetterebbe da un normale praticante di discipline spirituali.
Contrariamente a quel che si pensa, la matrice tantrica della nostra scuola non promuove l’allontanamento dal mondo (non ci sarebbe nulla di male in questo), ma richiede che vi si rimanga immersi conducendo una vita normale. Questo vuol dire che una volta apprese le tecniche meditative siamo stati rispediti a calci qui in occidente. Una volta rientrati abbiamo sentito la necessità di dare alcune risposte alle persone interessate a un sano percorso di ricerca spirituale, e soprattutto la necessità di confutare e smentire i mille miti errati che girano sulla filosofia indiana… Possiamo definirlo un vero e proprio progetto di debunking.
Oltre a questo abbiamo anche un vero lavoro: ci occupiamo di produrre documentari di divulgazione scientifica, alcuni dei quali hanno ricevuto premi e riconoscimenti molto importanti. Questi due campi hanno confluito nel canale YouTube Da grande voglio fare il Buddha, dove cerchiamo di trovare un reale connubio fra scienza e spirito. Siamo stati definiti ‘i più razionali fra gli irrazionali’: una ibrida via di mezzo, troppo scientifici per gli spiritualoidi e troppo spiritualoidi per gli scienziati. I latini dicevano ‘in medio stat virtus’… hai visto mai che forse qualcosa l’abbiamo azzeccata?
Ho l’impressione che, pur operando in campi differenti, facciamo lavori molto simili. Anche io dedico buona parte del tempo a rimediare alla disinformazione che impera sulle sessualità alternative, dovuta a tanta superficialità e a qualche personaggio discutibile che ha fatto un business dell’approfittarsi dell’ignoranza altrui. Qual è la situazione nel mondo della spiritualità? Guardandolo da fuori, sembra che fra truffatori e sciroccati siano ben pochi quelli che lo vivono seriamente…
Sì, probabilmente quello che ci anima è lo stesso ideale. Avranno chiesto in tanti anche a te «perché lo fai?», e io rispondo sempre la stessa cosa: «Solo un cieco non si accorgerebbe dei danni che fanno certe persone: se nessuno mette una voce contraria non si fermeranno mai. Sono quindi io che chiedo a te: perché non lo fai anche tu?»
Ciò che fa il CICAP con la pseudoscienza noi lo facciamo con la pseudospiritualità. Come la prima si maschera di scientificità ma dice cose inesatte, inventate e arbitrarie approfittando dell’ignoranza delle persone, similmente fa la pseudospiritualità. Ecco quindi che nascono sedicenti maestri che pretendono di guarire ogni male con la sola imposizione delle mani (come Sri Mataji), con l’urina o con immagini della madonna infilate nella vagina. Non di meno c’è chi promette di donare il risveglio della kundalini facendo sesso e chi invece, come il regista porno Renzo Reggi, si autoproclama maestro di un non ben precisato Ordine Egizio.
Esistono tristi personaggi che, rileggendo a casaccio il tantrismo, sono arrivati ad inventarsi rituali assurdi. Ho conosciuto di persona gente che si vantava di praticare la “eucaristia mistica”, ossia avere rapporti gay anali sotto gli effetti di droghe ed alcolici, per poi alla fine della cerimonia rimangiare direttamente dall’ano altrui il proprio sperma. Sia chiaro: per me la gente può fare sesso con chi vuole, anche con una roccia. Idem per la coprofagia, le piogge dorate o altro. Non sarò certo io discriminare nessuno e non c’è niente di male se due partner consenzienti vogliono dar libero sfogo a una fantasia sessuale e vivere senza tabù il rapporto… Ma no, non si può giustificare con la mistica la voglia di farsi una scorpacciata di sperma! Chiamatelo come volete, ma non tollero che si spaccino certe cose per spiritualità.
Il problema è che ci sono mille altri casi simili, e continuano a saltar fuori personaggi assurdi. Uno nuovo ogni giorno, come gli alien che «escono dalle fottute pareti»! Quando taglio una loro testa, ne spuntano fuori altre due o tre. È come l’idra, e mi sento tanto un Ercole rachitico e capellone.
A parte il divertirsi meno, nel caso dell’eros estremo il problema più grave della mancanza di un’informazione corretta è il pericolo di farsi male affrontando il modo approssimativo pratiche che vanno invece ragionate a fondo prima di agire. Incidenti che sono raramente di tipo fisico, ma che spesso hanno conseguenze psicologiche ed emotive molto serie. Quali sono i rischi dell’intraprendere un percorso spirituale raffazzonato?
La pazzia. La gente letteralmente si brucia: diventano dei dissociati, alienati dal mondo. Si può finire in una psicosetta e farsi spillare migliaia di euro, distruggere la propria vita ed esser plagiati. C’è chi finisce per credere alla Terra piatta e chi si illude di parlare con gli angeli o con Dio… fra deliri mistici e vaneggiamenti vari, ho visto e sentito di tutto e di più. C’è anche chi arriva a suicidarsi, farsi male da solo o agli altri.
Ricordiamoci che in nome della fede e della religione sono stati commessi crimini atroci, guerre e roghi. Quando le persone si sentono autorizzate da un principio divino o superiore che dà credito ai propri deliri, si trasformano in veri e propri mostri. Fino a che la gente fa male a se stessa, in fondo si potrebbe anche dire «peggio per loro» ma le cose cambiano se ci vanno di mezzo altri, specie i bambini. A volte i deliri di un genitore dissociato provocano casi di neonati ricoverati per malnutrizione o addirittura morti poiché non vaccinati o non curati a dovere. Questi abomini accadono proprio per colpa della pseudospiritualità. Adulti vittime di queste scemenze si illudono di poter curare i propri figli con omeopatia, energie sottili, vibrazioni magiche, intrugli caserecci e preghierine.
Che indicazioni daresti a qualcuno che da grande “volesse fare il Buddha”?
L’unica cosa da fare è la meditazione. Praticare, praticare e praticare.
Studiare. Praticare, praticare e praticare.
Trovarsi un vero maestro. Praticare, praticare e praticare.
Ah, e ovviamente anche praticare.
Porsi sempre dubbi e cercare con il cuore. Ho già detto “praticare”?
In caso lo dico ora: praticare, praticare e praticare.
Chiarite le basi, veniamo al punto. ‘Sta cosa del sesso esoterico è una cazzata o no?
Dipende. Chi lo fa, cosa fa, come lo fa e perché lo fa? Nel 99,999999% dei casi si, è una cazzata colossale. Una scusa per farsi una scopata.
Come ben saprai la sessualità è strettamente collegata alla psiche. Siamo in una società che per secoli ha reso il sesso un tabù, ha detto di non fare questo e quello, ti fa sentire in colpa se ti fai una sana scopata o se ti masturbi, se fai sesso prima del matrimonio o se lo fai per semplice piacere e non per procreare. Sono io che a questo punto domanderei a te: cosa pensi che ci sia, quindi, dietro la scusa della sacralità del sesso se non un semplice desiderio di liberalizzazione sessuale e uno sfogo?
Ecco… quella non è spiritualità. È psicologia, forse. Può essere terapeutico, credo… ma di certo non è spiritualità. Fare sesso per lavorare sul proprio “io” e sulla propria mente è una azione duale per uno scopo duale. La spiritualità è il “non-io”, la “non mente”, è oltre la dualità. Il vuoto. Certi individui dopo un rapporto sessuale l’unica cosa che hanno di “vuoto” sono le palle.
Andiamo più nello specifico: da razionalista quale sono, mi sembra che la sessuologia e la scienza in generale abbiano chiarito i meccanismi che permettono di vivere piaceri molto intensi senza bisogno di impelagarsi in discipline da bodhisattva. Nel BDSM per esempio si può sperimentare l’estasi endorfinica, uno stato neurologico che, dal punto di vista dell’elettroencefalogramma, si è dimostrato identico alle estasi mistiche di chi intraprende rituali ascetici – con la differenza che lo si può raggiungere in quindici minuti di pratiche sensuali anziché doversi ritirare in una caverna per trent’anni. Quindi, se l’obiettivo è prettamente erotico, ha senso perseguirlo per via spirituale? Dà effettivamente qualche “valore aggiunto”?
Si hai ragione, e per due motivi.
Uno: il tantrismo non è un sistema per avere piaceri sessuali molto intensi. Si usa spesso la parola ‘estasi’, e noi occidentali la intendiamo sempre “a quel modo”. Ma tale parola è fuorviante. Ananda (beatitudine), samadhi (unione con l’Assoluto), moksha (Liberazione) e kaivalya (illuminazione) sono concetti differenti l’uno dall’altro che non hanno nulla a che fare con l’orgasmo e si raggiungono fondamentalmente con la meditazione. Nel tantrismo la sessualità ha un ruolo marginale che nella maggior parte dei casi è simbolico. È il neo tantrismo americano che ha calcato la mano sul raggiungimento dell’estasi intesa come un orgasmo moooooolto luuuuuungo…
Due: abbiamo un corpo, che segue universalmente certe regole chimiche e biologiche. Mi sarei meravigliato del contrario, ossia che gli indiani avessero parlato di dinamiche corporee non riscontrabili dalla scienza. Il corpo non è un fine ma uno strumento che gli yogi usano. Non c’è quindi da meravigliarsi se, per alcune pratiche spirituali, si usino azioni fisiche come respirazioni, contrazioni del perineo o simili.
Ad esempio nelle cerimonie indiane si consuma anche del cibo (chiamato prasad), spesso dolci. Per quale motivo fare una cerimonia che dura anche due o tre ore per poi mangiarsi un dolcetto, quando in due minuti apro il frigo e mi mangio una fetta di torta? Ecco come suona la tua domanda alle mie orecchie.
Tutto dipende chiaramente dall’intento dietro i singoli atti, e lo stesso vale per l’uso della sessualità in una cerimonia – comunque la pratica fondamentale resta sempre e solo la meditazione.
Se ci vogliamo spostare sulla scienza, un bellissimo video fatto da ASAP Science mostra che durante la meditazione ci sono degli effetti interessanti a livello fisico, quali l’aumento della materia grigia e una influenza sulla telomerasi. A quel che mi risulta il sesso non fa nulla del genere… e se lo facesse, io adesso sarei un genio con un cervello di circa 30 kg. Non oso immaginare come sarebbe il cervello di Rocco Siffredi… forse uno di quei casi in cui il detto ermetico ‘come sopra così sotto’ calzerebbe a pennello!
Tuttavia la meditazione non serve a questo, e quanto descritto a livello fisico è solo un effetto secondario e marginale.
Ci si chiude nelle grotte per trent’anni non per avere un orgasmo prolungato o un rilascio di endorfine (a quel punto basterebbe mangiare della cioccolata), non perché si vuole guarire da qualche malattia o perché si vuole aumentare le proprie capacità cerebrali… lo si fa perché si cerca di ottenere l’Illuminazione. La discriminante fondamentale è questa.
A proposito, puoi provare a spiegarmi nel modo più semplice possibile cos’è veramente il percorso tantrico?
Ce ne sono tanti, come ci sono tanti tantra: bisognerebbe parlare al plurale. Si tratta di un insieme di precetti, filosofie, norme comportamentali, cerimonie e pratiche meditative. Lo scopo unico è il raggiungimento dell’Illuminazione, ossia l’Unione con l’Assoluto (Brahman) per trascendere il corpo e la propria individualità.
Ad esempio, fra i 112 metodi per giungere all’illuminazione descritti nel vijnana bhairava tantra, gli accademici dibattono sul significato di un paio di quartine che potrebbero riguardare la sessualità o usarla solo come simbolo. La risposta è che dipende… dipende dalla scuola, dal maestro e dal praticante.
È indubbio che alcune pratiche contemplino la componente sessuale, come ad esempio il chakrapooja di coppia oppure pratiche di masturbazione chiamate ekavira, e in quei casi si danno delle indicazioni anche fisiche come appunto la contrazione dei muscoli del perineo. Questo però è solo lo 0,1% del tantrismo, neanche poi così tanto praticato… è come se, parlando di automobili, qualcuno si fossilizzasse a voler parlare solo ed unicamente del tappetino sotto i piedi del guidatore. In pratica potrei mettere quel tappetino dentro una scatola di cartone, e il ciarlatano erotomane di turno non capirebbe la differenza poiché ignaro di cosa sia realmente l’automobile spirituale chiamata “tantra”.
Ci sono anche indicazioni sulla castità. I monaci le interpretano come totale astinenza sessuale, in alcuni riti è propedeutica alle cerimonie che contemplano un atto sessuale, e certe scuole la intendono col creare una famiglia e avere rapporti solo con la propria shakti (per semplificare chiamiamola “compagna spirituale”). Ma come ci sono indicazioni sul sesso, ce ne sono anche su come cucinare, fare i dolci e gli alcolici, far fermentare il riso, come gestire la famiglia eccetera: il tantrismo tocca ogni sfera della vita e la sacralizza. Per dire: nel Kularnava tantra si parla dell’importanza del burro chiarificato, e non nel senso in cui lo usano nel film Ultimo tango a Parigi. Perché allora qui in occidente si aprono scuole e corsi e scrivono libri solo sul sesso mistico, ma nessuno lo fa sull’importanza spirituale di miele, yogurt e burro? Noi occidentali abbiamo letto solo quello 0,1% e solo a quello pensiamo. Del restante 99,9% del tantrismo a nessuno frega nulla.
Lo shivaismo tantrico è comunque molto particolare perché rompe e scardina i tabù, non solo sessuali ma anche sociali, mentali e spirituali. Tutto quello che nelle vie orientali più ortodosse non si fa, i tantristi lo fanno. Gli Aghori per esempio sono nudi, cosparsi di cenere e vivono nei campi crematori. Consumano alcolici, droghe e mangiano carne umana durante i rituali.
Quando la gente studia i tantra fa sempre finta di non leggere che raggiungere l’illuminazione tramite l’uso delle pratiche sessuali non è per tutti, perché creano facilmente assuefazione e dipendenza. Stando alla tradizione è solo per pochissimi uomini particolarmente distaccati, al punto che potrebbero anche non farlo mai. In pratica io, tu e tutti i lettori di questo articolo già siamo fuori da tale categoria.
Nel restante 99,9999% dei testi tantrici tradizionali si leggono concetti filosofici sull’Assoluto come:
‘Laddove dualità, unità ed unità e dualità assieme, sono egualmente manifeste, là è il vero Yoga’
Mālinīvijayavārttika (Abhinavagupta)‘In realtà Bhairava non è il Non-duplice, non è l’insieme dei suoni, non è il Dio dalle tre teste (…) Tutte queste cose non sono altro infatti che spauracchi per bambini, rivolte a coloro la cui mente non è ancora svegliata; (…) Quella condizione omnicomprensiva connessa con Bhairava, propria di chi si è identificato con Bhairava, trascende le rappresentazioni mentali, priva di ogni misura, spazio e tempo (…)’
Vijnana Bhairava
Uh… D’accordo, però confessa: qual è il segreto sessuale esoterico di cui noi miseri pashu (uomini bruti e non illuminati) non sospettiamo nemmeno l’esistenza?
Boh? Non sono un sessuologo… mmh… fare sesso protetto e con partner consenzienti. Una sana attività sessuale previene problemi alla prostata.
Inoltre siate liberi di esprimere la vostra sessualità come meglio credete. Io personalmente sono un amante del cumshot e del reverse gangbang, mentre non provo il minimo interesse ne’ per il foot fetish ne’ per il cuckold. Crescendo ho imparato ad apprezzare le milf, da ragazzo invece ero interessato solo dalle teen. Cercate di capire quello che vi piace, e divertitevi. È solo sesso: non dategli tutta questa importanza.
Ricordatevi di meditare.