Recensione pubblicata originariamente sul sito SognandoLeggendo.
Trama: Quando una chiacchieratissima contessa si suicida in circostanze così imbarazzanti da spingere la servitù a simulare una “ben più decente” impiccagione, l’unica a soffrirne davvero è la figlia di primo letto. Non per affetto, ma perché l’assicurazione non copre il suicidio e quindi lei non potrà incassarne il premio, a meno che non riesca a dimostrare che si sia trattato di un incidente. Per riuscirci la ragazza chiede la consulenza di Ayzad, un bizzarro “specialista in sadomaso” che effettivamente riesce a escludere l’ipotesi di un suicidio… ma solo per scoprire le tracce di un crimine davvero perverso. Costretta dagli eventi a proseguire le indagini fianco a fianco, la coppia dovrà setacciare l’ambiente dell’erotismo estremo incontrando personaggi sorprendenti e visitando luoghi insoliti – ma anche scoprendo che non conviene mai fidarsi degli stereotipi o delle prime impressioni. Mano a mano che la verità viene rivelata, alle certezze iniziali si sostituisce una nuova consapevolezza, non solo degli eventi ma del mondo stesso… fino al colpo di scena finale.
Siamo ancora in pieno fenomeno 50 Sfumature di Grigio, in Italia, e purtroppo, per tutti coloro che di BDSM qualcosa ne capiscono davvero, il tempo per potersi beatamente approcciare di nuovo ad un romanzo erotico non è ancora venuto. Decine di trilogie, buttate sugli scaffali delle librerie a occupare spazio, dai titoli uno più improbabile dell’altro. Ti penso, Ti voglio, Ti chiamo, Ti guardo, Ti sento… E tutti, neanche a dirlo, hanno una fantasmagorica storia d’amore al loro interno. Ti prendo, ti scopo, sei mia schiava… Accidenti, ma ti amo! Ma no, non te lo dirò mai perché sono un Padrone dal passato torbido, e se non mi hanno stuprato da ragazzino sicuramente ho qualche altra forma di trauma infantile. Perché essere originali, dopotutto? È bene scrivere di BDSM, ma cerchiamo sempre di dargli una connotazione politically correct giustificando i protagonisti con un passato tormentato. È bene essere fighi e alla moda, ma non troppo dopotutto.
Perché non scrivere un bel libro farcito di sesso vanilla alla “famolo strano”, non appiccicargli l’etichetta di BDSM – perché fa figo, i più non sanno neppure cosa significhi – e cercare di alzare qualche soldo? Il perché ce lo spiega con estrema eleganza Ayzad, l’autore di Peccati Originali, nonché uno dei massimi esponenti del BDSM italiano che, dopo due autorevoli guide – BDSM. Guida per esploratori dell’erotismo estremo e XXX. Il dizionario del sesso insolito – approda nelle librerie con il suo primo romanzo. Un romanzo noir, nello specifico. Ayzad con questo romanzo mostra ai suoi lettori che si può parlare di vero BDSM senza necessariamente trasformare il tutto in un “E vissero felici e contenti”. Forse non avrà conquistato caterve di casalinghe frustrate con questo libro, ma sicuramente ha regalato ai suoi lettori un’interessante opera. Ovviamente come in ogni noir che si rispetti al centro della scena c’è un morto, un delitto da spiegare e una vittima cui dare voce. In questo caso possiamo dire che lo scenario è condiviso tra la morte della genovese Contessa delle Lacrime, trovata impiccata nella sua villa, catalogato in fretta come suicidio ma che si sospetta si possa trattare del triste epilogo di un gioco sadomaso, e il mondo BDSM. Incontreremo, infatti, Ayzad, alter-ego dello scrittore, che viene incaricato, come esperto del mondo BDSM, di appurare che la morte della Contessa non è suicidio, ma bensì un incidente legato, appunto, alle sue pratiche sessuali estreme. E benché imbarazzante per la famiglia e in particolar modo per la figlia, per l’assicurazione questo elemento costituisce tutta la differenza del mondo fra il dover e il non dover sborsare una generosa assicurazione, fin da subito la giovane Letitia Baio-De Sanctis sembra riversare tutte le sue speranze in Ayzad. In Peccati Originali non abbiamo sfoggio dei soliti stereotipi, e quindi nessun bellissimo miliardario che distribuisce Audi come fossero caramelle, nessuna bellezza inconsapevole – preferibilmente vergine, anche a quarant’anni! – che improvvisamente riacquista lustro e consapevolezza sotto lo sguardo del Dominatore di turno. In questo romanzo abbiamo persone normali, che pagano il mutuo, le bollette e faticano ad arrivare alla fine del mese, in una Milano media, con i suoi mezzi pubblici, il traffico e lo stress. Lo stesso Ayzad accetta il lavoro offertogli dalla figlia della Contessa principalmente per soldi. La paga è buona e lui ne ha bisogno, pronto anche a sopportare le continue sfuriate e la maleducazione di Letitia che, in questo caso, simbolizza efficientemente l’immagine grottesca dei benpensanti che, ammantati dalla loro superficialità, sputano condanne e sentenze senza appello. È questo elemento che dà effettivamente il via alla prima parte del romanzo, e quindi alle indagini di Ayzad sulla morte della Contessa: lo sconto fra la personalità calma e autorevole di Ayzad e quella isterica e accusatoria di Letitia che, pur disprezzando lo scrittore e tutto il suo mondo abominevole, non si fa scrupolo di sfruttarne le conoscenze a proprio vantaggio, pur offendendolo continuamente. Due mentalità e mondi diversi che s’interfacciano, s’incontrano e scontrano nella migliore rappresentazione possibile di una realtà che l’autore cerca di dipingere. Letitia stessa, se presa come personaggio fuori contesto, risulta essere un personalità isterica, illogica e sicuramente troppo estremizzata per risultare apprezzabile, ma se valutata appunto in quest’ottica di raffigurazione di una parte del mondo reale, allora si comprende il suo lato funzionale ai fini esplicativi. Tornando al romanzo, come già accennato in precedenza e senza spolierare oltre la trama, appare chiaro che l’autore, abituato a scrivere manuali, non abbia resistito a dare un’impronta molto didascalica alla trama. Questa è indiscutibilmente interessante ma lenta e farraginosa per tutta la prima parte, soprattutto a causa dei numerosi infodump inseriti ai fini di illustrare a grandi linee il mondo BDSM. Utilissime le note a fine romanzo, in cui sono spiegati tutti principali termini in uso nel BDSM, ma, sostanzialmente, cercare di inserirli tutti nel romanzo ai fini di poterli poi esporre in fondo, ha solo appesantito la narrazione. A riprova di questo, nel momento stesso in cui lo scrittore cessa di voler “spiegare” e riprende a “narrare” le vicende investigative di Ayzad e della giovane Letitia, fra scontri verbali, minacce e pedinamenti, il libro riprende a scorrere e a scivolare agevolmente verso la fine, e quindi verso la risoluzione del mistero della Contessa delle Lacrime che è tutt’altro che scontato o banale. La scrittura nella seconda parte sembra riprendere brio. È infatti fluida, accattivante e brillante. Ayzad – lo scrittore, non il protagonista – dà prova di saper scrivere, e bene, soprattutto nelle scene BDSM, apparentemente inserite in maniera completamente slegate dalla trama principale, ma che nonostante ciò dimostrano un’attenzione, chiarezza e un’eleganza nell’esposizione che la maggior parte dei romanzucci si sognano soltanto. Ed è proprio su Peccati Originali che il lettore dovrebbe volgere la propria attenzione, se stanco delle solite esasperazioni fornitoci dal ramo erotico della letteratura moderna. Non ci saranno scene di sesso dai 35 orgasmi al minuto, soldi a pacchi, aeroplani e multimiliardari in grado di muovere mare e monti con il semplice movimento del sopracciglio – assolutamente depilato, come tutto il resto d’altronde – , ma sicuramente avrete un’interessante intrigo noir in grado di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina, su un panorama BDSM non meno importante ma sicuramente più realistico.
Voto: 4 stelle
Nasreen