Recensione pubblicata originariamente su La siepe di more
BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo
Quarta edizione del best seller sui giochi erotici di dominazione e sottomissione, aggiornata al 2015. Scritto dal massimo studioso italiano dell’argomento e praticante lui stesso da oltre 25 anni, questo libro tratta ogni aspetto del BDSM (acronimo di Bondage, Dominazione / Disciplina, Sottomissione / Sadismo, Masochismo).
Dalla storia alle teorie psicologiche; le implicazioni sociali e legali; dalle strategie per trovare il partner ideale a quelle per scegliere e acquistare le migliori strumenti attrezzature per i propri giochi; le comunità di appassionati, i loro ritrovi e le professioniste a pagamento. E naturalmente centinaia di pratiche erotiche estreme, descritte con chiarezza e spiegate in ogni loro dettaglio, con particolare attenzione alla sicurezza dei partecipanti.
‘BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo’ apre le porte di un mondo inatteso, dove ogni gesto e ogni istante possono dare vita a esperienze di eccezionale sensualità.
Questo libro mi ha fatto realizzare che sapevo più di quanto pensassi sul BDSM. Sto ancora cercando di capire dove io abbia reperito tutte queste informazioni (libri? articoli? film?), ma sono grata all’autore di avermi dato il contesto generale (serve a poco sapere cos’è il fisting se non si ha il contesto entro il quale questa pratica assume il suo senso).
Ho imparato, infatti, che il BDSM ha una forte componente cerebrale al suo interno: per intenderci, se un* sottomess* sbatte contro uno spigolo, smoccolerà come chiunque; ben diverso se il/la su* Dominatore/trice gli/le darà una frustatina strategica durante una sessione. È così importante, in effetti, da sfociare in una ricerca di sensazioni che hanno dello spirituale e del mistico (e questo, per la cronaca, può essere il motivo per il quale ad alcuni asessuali piace kinky). E se vi fa impressione leggere “sensazioni fisiche” e “spirituale” nella stesse proposizione, be’, avete parecchi secoli di sbornia dualistica da smaltire.
A proposito di impressioni: la lettura non mi ha scioccata (tranne quando l’autore ha accennato a tizie che si farebbero cucire il sesso con ago e filo… ah, ah, ah, piccoli sarti di Gloucester crescono!), nemmeno quando si parlava di cacca. Anzi, mi ha fatto tornare in mente una delle mie storie preferite di quando ero piccola che aveva proprio come argomento principale la cacca di un bambino (sì, ho avuto una strana infanzia, grazie) e, ripensandoci oggi, penso che avesse anche un significato più profondo di quando allora potessi cogliere.
Se adesso state davvero storcendo il naso, vi faccio gentilmente notare che siamo circondati da gente che parla (ed è ossessionata) dalla cacca in modo più o meno palese: dagli intestini felici al bifudus, dagli articoli sull’aspetto sano di una buona cacca ai bei ricordi dell’Inno del corpo sciolto. Quindi, se alla fine della fiera, a qualche adulto piace giocare con la cacca, possiamo benissimo farcene una ragione!
Tornando – un po’ più – seria, consiglierei certo questo libro a chiunque sia interessato a una relazione BDSM, perché è un libro competente, concreto e mette in guardia da tip* sospett* dai/dalle quali è meglio non salire a vedere la loro collezione di farfalle. Mi sono sentita molto rassicurata dal fatto che un esperto consideri al limite del normale tre pratiche che forse più che estreme sarebbe corretto definire semplicemente sceme.
Primo, il controllo del respiro, ovvero cercare di strozzare (ma non troppo) il/la partner per intensificarne l’orgasmo. Il problema è il “ma non troppo”, che rischia di diventare un “oh, cazzo” e di spedire il/la poverett* in coma o al cimitero. Secondo, il prolasso del retto. Seriamente, gente, divertitevi in un’altra maniera: con i prolassi si finisce all’ospedale… Infine, gli slapper con borchie di metallo: non sapevo della loro esistenza, ma ora sono contenta di sapere che siano una roba da incoscienti…
Detto questo, mi sentirei di consigliare la lettura di questo libro anche a chi il BDSM non passa manco per l’anticamera del cervello. Penso, infatti, che Dom e sub possano darci un’importante lezione di vita. Si parla spesso della necessità di conoscere se stessi e di dialogo e rispetto all’interno della coppia. I praticanti di BDSM, che devono necessariamente discutere nei dettagli di ogni sessione, possono insegnarci a guardare alla nostra sessualità con coraggio, senza lasciarci condizionare dalla schifiltosità altrui e a parlare il più apertamente possibile con i/le partner di noi stess*, dai nostri gusti sessuali a quei calzini maleodoranti lasciati in giro.
Può essere terrificante ammettere di essere al di fuori della trinità Cisgender, Eterosessuale, Posizione del Missionario: se sgarri anche di un solo elemento, ci sono parecchie occhiate storte (eufemismo) ad attenderli là fuori. Ma, ehi, non siamo pessimist*, magari il/la vostr* partner è più da occhiata interessata: finché non si parla l’un l’altr* sarà impossibile saperlo…
[Voto: 4 stelle]
Baylee