Recensione pubblicata originariamente su E’ questione di pelle
I LOVE BDSM! DA LEGGERE SIA CHE SIATE INTERESSATI SIA CHE NON VOGLIATE FARE LA FIGURA DELLE CAPRE
E se non è facile comprendere, non lo è descrivere e men che meno scrivere in modalità esaustiva senza produrre un mattone, essendo l’argomento così vasto e bisognoso che si forniscano indicazioni precise e corrette. Ci è riuscito molto bene AYZAD con il suo I LOVE BDSM (Ed.80144edizioni)!
E’ un volumetto di circa duecento pagine, scritto in modo fluente e piacevole da leggere nonostante le tante (indispensabili) nozioni: è un manuale che introduce il BDSM e i suoi contenuti di base in maniera semplice e fruibile da chiunque (maggiorenni!) sia interessato a capire cosa sia REALMENTE il BDSM e quale sia l’approccio mentale corretto per non rimanere delusi ma soprattutto per non arrecare/subire danni che, come ribadisce molte volte lo scrittore stesso, possono essere davvero importanti e, laddove si verifichino, sono dovuti ESCLUSIVAMENTE ad errori commessi se non si è preparati a dovere! Del resto non dovrebbere essere difficile da comprendere: anche per andare in bicicletta e non cadere bisogna prima imparare, no?! Se si sale sulla bicicletta senza sapere come si fa e senza tutelarsi adeguatamente i rischi sono i più svariati, dalla banale sbucciatura di ginocchia alla morte per trauma cranico, giusto?
Il pregio di Ayzad, nel redarre questo volume, è sicuramente quello di rendere chiaro che il BDSN NON E’ QUELLO CHE AVETE VISTO IN CINQUANTA SFUMATURE DI GRIGIO e non è quello che avete sentito dire dal chiacchiericcio sociale degli ultimi vent’anni! Se si nomina il BDSM in un contesto di quotidianità, minimo minimo le espressioni degli interlocutori diventano imbarazzate, schifate, sfottenti ma, credetemi, chi reagisce in questo modo NON conosce il BDSM ma giudica esclusivamente in base ai pregiudizi assunti per sentirsi parte del mondo “sano di mente”. Bravo l’autore a fare invece una chiara e semplice panoramica della consistenza del BDSM, delle sue pratiche e delle relative dinamiche mentali e relazionali.
Ottimo lo stimolo al dialogo e al confronto fra i partner, che ribadisce più volte, e l’invito costante al rispetto, qualsiasi sia il ruolo che “si sceglie” (non è una scelta razionale, chiaramente… è una presa di consapevolezza della propria personalità).
Scoprirete, leggendolo, che già parecchi aspetti del BDSM fanno probabilmente parte della vostra sessualità e magari capirete che siete “adatti” ad approfondire o forse scoprirete che non fa per voi e non c’è nulla di che!
Ci tengo a sottolineare un aspetto che Ayzad usa all’infinito: il reciproco rispetto e l’osservanza di regole di comportamento stabilite insieme (ma niente contratti come la James ha voluto tra Grey e Anastasia) sono la base fondamentale per vivere il BDSM (che diventi uno stile di vita o sia semplicemente un gioco occasionale).
Altrettanto basilare è comprendere che, se già in un rapporto sessuale “normale” è necessario “agire in sicurezza”, nel BDSM non ci si può affidare al primo arrivato! E Ayzad in questo volume vi spiega come diventare più avezzi alle modalità di conoscenza e valutazione del possibile partner BDSM.
Personalmente per capire qualcosa del BDSM e andare al di là della conoscenza improvvisata mi sono rivolta qualche anno fa a Stefano Laforgia, che ha collaborato con Ayzad in questo stesso volume.
Quindi sono certa che, conoscendo personalmente Stefano e la sua attenzione per la necessità di essere competenti in questo ambito, non avrebbe avvallato il progetto se lo avesse ritenuto non corretto in toto.
Non che io avessi dubbi su Ayzad che, basta informarsi sul web, ha sicuramente una cultura vasta e testata sul campo… del resto, diversamente, non avrebbe potuto scrivere un testo di questo genere, per nulla banale e frutto di una conoscenza di tipo esperienziale (che personalmente prediligo sempre) oltre che teorica.
Consiglio la lettura a chiunque, anche a chi non è per nulla interessato al BDSM… leggere questo volume sarebbe un impegno molto limitato e piacevole che vi eviterebbe di far parte di quel branco di capre (Sgarbi docet) che invece di parlare con consapevolezza per ciò che sa, ripete pappagallando luoghi comuni dettati dall’ignoranza e dall’ipocrisia che ne consegue. Anche solo sui termini ad esempio… a volte chi giudica senza conoscere si rende ridicolo da sé usando vocaboli BDSM ma senza sapere nemmeno a cosa si riferiscono!
Vi allego un paio di brevissimi stralci tra i punti che ho trovato molto interessanti e significativi… e sono tanti!
Grazia Scanavini