(da L’Espresso)
AL DI LÀ DELL’EROS
Contro il sesso “vaniglia”, noioso e virtuale. Più di tre milioni di italiani praticano il BDSM: bondage, sottomissione, sadomasochismo. Un pianeta nascosto. Rivelato da una guida per esploratori del sesso no limits.
Sabina Minardi
L’unica cosa certa è che ognuno lo vive a modo suo. C’è chi ama starsene seduto a guardare la compagna che geme imbavagliata, chi gode a infliggere colpi di frusta. Chi si crogiola nel voyeurismo, chi si eccita con un paio di tacchi a spillo piantati sullo stomaco. Chi colleziona verghe di pungitopo, chi è un fanatico del “figging“: gioco erotico a base di piccantissimo rafano. Semplicemente gusti, nel variegato mondo dei Bdsm: Bondage-domination-sadomasochismo. Un universo di centinaia di pratiche erotiche alternative, più popolato e fervido dì quanto si possa immaginare: uomini che sotto il colletto della camicia portano collari con la scritta “proprietà di”. Signore a cui è proibito indossare le mutandine. Maschi con slippini femminili nella valigetta. Donne insospettabili che la sera si abbigliano con redini, pennacchi e paraocchi: perfette pony-girl, calesse incluso. E almeno una trentina di aziende che fanno guadagni producendo cinture di castità. Fornitori specializzati in giochi erotici da fantascienza, come i letti che aspirano l’aria, inglobando lo schiavo in una specie di sottovuoto. Piercing genitali più diffusi del previsto (il Prince Albert, dal nome del virile consorte della regina Vittoria, è un must).
E appassionati-ossessionati dall’obiettivo del “24/7“: una schiavitù totale, assoluta, incondizionata. Senza limiti di tempo. “Giochi. Mai torture. Tra adulti consenzienti che sperimentano il piacere per pura voglia di divertimento, fuori da cupe atmosfere gotiche“, dice Ayzad, nome in codice, sulla scia di Zoroastro, di un giornalista milanese di 35 anni, autore di “Bdsm. Guida per esploratoti dell’erotismo estremo“, appena arrivato in libreria (Castelvecchi). Opera monumentale: una ventina di capitoli, quasi 800 pagine. Tra indirizzi, guida ai siti Web, appendice bibliografica e consigli pratici ai neofiti, quasi un’enciclopedia sull’argomento.
“Volevo sfatare alcuni luoghi comuni sulla pericolosità di certe pratiche. Ma non scrivere un manuale astratto. Perciò ho scelto di raccontare i miei 15 anni di esperienze, a partire dalla mia iniziazione sotto una “padrona” tedesca “, aggiunge Ayzad. Che oggi ha una compagna liberamente schiava e, dice, ben nove libri alle spalle su altri temi.
Un’autorità nel campo. Come si intuisce dal suo sito (www.ayzad.com). E dai frammenti di sesso estremo ricavati, in forma di sillabario, dalle pagine del libro.
ACCADEMIA. Esiste una tradizione scolastica nella disciplina dei sadomaso, con club che organizzano week-end di studio: interrogazioni, mensa e coprifuoco in camerata compresi. Tra le “scuole di femminilizzazione“, per diventare compagne sottomesse e disponibili, le più famose negli Usa sono: l’Accademia di Miss Abernathy a San Francisco e la Scuola di perfezionamento per ragazzi che vogliono essere ragazze di Veronica Vera a New York.
BRICOSADE. Hobby tra i più diffusi tra gli amanti del bondage: il fai-da-te di nuovi strumenti con i quali esplorare il territorio del sesso estremo. I reparti sportivi di un centro commerciale sono quelli che stuzzicano di più la fantasia: frustini da dressage e corde con carrucole si trovano facilmente e costano meno che al sexy shop.
CONTRATTO. Non è raro che due praticanti del sesso estremo fissino in un contratto le regole per giocare senza problemi. Di nessun valore legale, serve a creare confini comuni. E a rilassare l’atmosfera. Lo schiavo garantisce di sottoporsi a certe pratiche. Il padrone si impegna a infliggere le punizioni concordate.
L’inventore di questo genere di accordi fu Sacher-Masoch (nel “Venere in pelliccia” il protagonista redige un contratto di schiavitù).
DUNGEON MONITOR. Nei club più organizzati è la figura che vigila sul rispetto delle regole della casa durante i giochi. Come un controllore di sala al casinò.
ESTATE. Dal 1988 i praticanti del bondage si ritrovano ogni anno in Danimarca, al campeggio estivo SMil, dal nome della più grande comunità Bdsm danese. A 60 chilometri da Aarhus, al centro della penisola dello Jutland, c’è una fattoria attrezzata con tutto il necessario. Da fine maggio a metà agosto, settimane di esercitazioni a tema (www.sado.dk).
FLAG. II codice delle bandiere applicato alla conquista. In un locale con centinaia di persone serve a capire “chi fa cosa“. Il linguaggio dei fazzoletti è noto da sempre all’interno della comunità gay. Ora si è arricchito di interpretazioni diverse, legate ai colori. Indossare un fazzoletto o una fascia arancione a destra, ad esempio, vuol dire: “Non accetto limiti“. Collocato a sinistra: “Non pongo limiti“. Se è corallo segnala un feticista dei piedi. Se è di camoscio sta per: “Cerco un motociclista“. Di velluto nero, indossato a sinistra: “Sono un voyeur“. In generale, più il colore è scuro, più intense sono le pratiche gradite.
GERMANIA. La nazione delle sadiche perfette. II paese con il più alto numero dì “prodomme“. Contrazione di: “professional domme” le dominatrici professioniste. In tedesco si trovano almeno 600 siti Internet.
HIGH HEELS. I tacchi alti sono uno dei feticci più diffusi. Irresistibili quelli altissimi, consacrati alle sole pratiche sessuali, considerato che rendono praticamente impossibile muoversi. Un museo online dei tacchi a spillo, da mandare fuori di testa non solo i fetish, si trova all’indirizzo www.highheelshoemuseum.com.
INSERZIONI. C’è un gergo specializzato, consolidato dalla prassi, per evitare inconvenienti. Leggere, negli annunci sessuali, “cerebrale“, equivale a dire: “Faccio Bdsm solo a parole“. Scrivere “distinto” significa: “Voglio essere pagato“. Per dire molto grassa si scrive “formosa“. “Estroversa” si legge: “Non voglio relazioni“.
JAZZ. In apparenza, niente in comune con il Bdsm. Eppure i due universi si somigliano. Louis Armstrong disse: “Se hai bisogno di chiedere cos’è non potrai mai capirlo“. Lo stesso vale per il sesso estremo.
KAMASUTRA. Un mito da sfatare. Va detto a chiare lettere: l’Occidente ha contribuito alla causa almeno quanto gli insegnamenti erotici indiani. Se proprio si vuole guardare a Oriente, meglio le “Istruzioni cinesi dell’Alcova di Giada“.
LIMITI. Ovviamente non dovrebbero esistere. O meglio: nella fase che precede i giochi, i partner devono dichiarare con la massima sincerità che cosa vogliono fare durante la “sessione“. Fondamentale è concordare la “safeword“, il codice di sicurezza: il segnale convenuto che il sottomesso può usare per interrompere immediatamente qualsiasi attività. Se l’altro non la rispetta, l’espulsione da qualsiasi circolo di Bdsm scatta immediatamente.
MANETTEMATTE. Una delle comunità Bdsm italìane tra le più attive (manettematte.org). Insieme, secondo Ayzad, con Bdsm Room (bdsmroom.org), La Gabbia (gabbia.com), Il Castello (ilcastello.org), Bdsm Realm (bdsrealm.net) e Smack (smack.org).
NIGHT OF PASSION. Uno tra gli eventi più cult del bondage. È una festa di Bdsm-glamour organizzata ogni anno in castelli e palazzi d’epoca in Baviera (www.night-ofpassion.de). L’ultima festa si è svolta all’inizio di settembre a Bamberg.
Gli altri party Bdsm importanti sono: Europerve ad Amsterdam, Nuit Dèmonia a Parigi, RubberBall a Londra e SchIagzeilen ad Amburgo.
OWK. Ovvero: “Other world kingdom“. Un regno dell’altro mondo governato solo dalle donne. Il maschio, se proprio ci tiene, può accedere in qualità di schiavo. A Cernà, nel sud-est della Repubblica ceca, un’antica fattoria restaurata ha lasciato il posto, dal 1996, a un resort con stanze a tema. Le dominatrici alloggiano in ottime camere. Gli schiavi dormono in celle e stalle. I trattamenti completi includono fustigazioni a sangue, corvè di pulizia, notti all’aperto. Gli americani, pazzi per i parchi a tema, ne stanno studiando uno analogo da realizzare negli Usa.
PELLICCIOSI. “Furrìes“, grossomodo. Una delle bizzarrie più recenti, americana. Indica persone che si identificano in animali dei cartoni animati, o si divertono a fare sesso con costumi stile Walt Disney.
QUIRT. È uno degli strumenti base del Bdsm: il frustino. Gli americani chiamano così gli staffili nati per l’addestramento di cani e cavalli. Apprezzati perché non lasciano segni.
REVOLUTION. Nei pressi di Milano, in un capannone industriale, ogni terza domenica del mese si svolge la “più europea delle feste Bdsm“. Per informazioni:www.myrevolutions.com.
STATISTICHE. Le ricerche dicono che nei paesi industrializzati un adulto su sei ha fantasie erotiche di dominazione o sottomissione non realizzate. Uno su dieci pratica Bdsm. Facendo due conti, basati sui dati Istat del 2002, ed escludendo dal calcolo minorenni e over 60, il totale è di 3.600.789 sadomasochisti italiani.
TRINITY-STYLE. Tuta aderente in latex nero. Stringivita. Stivali e occhiali a specchio. È dichiaratamente ispirato al mondo fetish il look di Carrie-Ann Moss-Trinity, nella trilogia di “Matrix“. Esempio di cortocircuito tra moda delle passerelle e look fetish.
UMILIAZIONE. Come quella inferta dai samurai ai prigionieri. La legatura, nella tradizione originaria, doveva essere completata in dieci secondi. Oggi da quell’antica arte marziale è derivato lo “shibari”, stile bondage giapponese. Un sito specifico èwww.ropemarks.com.
VANILLA. Nel senso di “vaniglia“. Un esempio: davanti a un banco del gelato stracolmo di gusti la persona che vi accompagna sceglie vaniglia. Buona, certo, ma di scarsa fantasia. Gli americani chiamano così chi non pratica forme di sessualità alternativa.
WWW. Uno dei giochi più nuovi sul web si chiama “Financial Domination“: la ragazza pubblica on line una foto, accompagnata da dichiarazioni di superiorità sul genere maschile e un numero di conto corrente. Sembra che uomini pieni di senso di colpa per i loro guadagni versino somme di denaro in cambio di insulti pubblici.
ZENTAI. In giapponese ìndica il feticismo di tute ultra-aderenti in lycra o altri tessuti. Ricoprono tutto il corpo, viso compreso.