Quando si dice “parlare troppo presto”… Avevo appena finito di scrivere l’articolo sullo sdoganamento del BDSM, che subito si è scatenata una cagnara incredibile. Tanto incredibile che se non ne avessi preservato ogni fase dubito ci avreste creduto.
Citare proverbi sarà anche fuori moda, ma bisogna riconoscere che la saggezza popolare non va presa troppo sotto gamba. Prendete per esempio quel detto sulla fortuna e la salute, di cui ci si accorge solo quando non ce l’abbiamo più. Io, per esempio, sono un uomo molto fortunato. Così tanto che ormai ho l’abitudine di dare per scontate le mie passioni, l’accettazione da parte di chi mi sta attorno e una filosofia e visione di vita che a me pare, del resto, scontatissima. Poi una mattina ti svegli, e ti ritrovi in mezzo a una situazione così surreale da mettere – solo temporaneamente, per carità – in crisi la tua intera visione del mondo. E ne ho le prove. Altroché se ce le ho.
Questa storia comincia a maggio 2008, quando ancora non si erano spente le eco della ricerca sul BDSM presentata al Convegno della Federazione Europea di Sessuologia. Un giorno vengo contattato dal KOB, il collettivo omosessuale dell’Università di Milano Bicocca, che vorrebbe proprio riprendere quello studio in una conferenza organizzata nell’ambito di una serie di incontri sulle sessualità alternative. Ovviamente mi faccio cooptare come al solito insieme al mio correlatore di fiducia, e in men che non si dica parte la campagna promozionale del convegno.
Il titolo è piuttosto divertente e l’immagine scelta suscita la curiosità degli studenti, che sui forum dell’ateneo discutono sereni di un tema tanto scabroso ma, a parte qualche piccolo dubbio, si organizzano per partecipare numerosi. Quando arrivo in segreteria il giorno dell’incontro scopro infatti con un po’ di timore che in aula ci sono già oltre 200 persone che ci aspettano – e mancava ancora un’ora! Figuratevi quindi la sorpresa quando, poco dopo, scopro anche che la conferenza è stata annullata.
Incredibilmente, mentre davamo gli ultimi ritocchi alla presentazione l’aula è stata sfollata dalle guardie dell’ateneo, che mi dicono girino armate e abbiano approfittato dell’occasione per stracciare i poster che da quasi un mese annunciavano il convegno. Qualche minuto di confusione, dopodiché giunge la voce di corridoio che il motivo sia da attribuire a un articolo uscito il giorno stesso sul Corriere della Sera. Data l’inaffidabilità degli archivi Web, lo copio integralmente qui sotto così come farò con tutti gli altri documenti di questo testo. Eventuali refusi sono presi pari pari dagli originali.
MILANO. ALLA BICOCCA IN CATTEDRA C’è DE SADE – Oggi lezione sul sadomaso
Un paio di gambe di una donna (forse), avvolte da un paio di stivali al ginocchio, in vernice nera. Tacco alto a spillo, e un frustino che corre di fianco. Sotto un paio di manette cingono amorevolmente come suggello passionale due loghi: KOB, kollettivo omosessuale Bicocca e Università di Milano Bicocca. «Master in Bicocca? No slave!». Lo strillo della locandina, in bella mostra all’entrata dell’ateneo. Un’introduzione al mondo sado-maso e bondage, oggi alle 14.30 nell’aula 3 del palazzo U6. Ci sarà anche uno psichiatra, Alberto Caputo. E un domani forse ci sarà anche un esame sulla materia, gli studenti porteranno degli elaborati, con tanto di valutazione da parte del docente.
Che al momento non si sa chi sarà. Forse Cicciolina. Certo, ci sarebbero da insegnare agli studenti, ai giovani, magari i fondamenti, del tipo quando è nata la Repubblica italiana, chi è l’attuale presidente e chi quello del Consiglio. E tante altre cose del genere. Ma che pubblico può attirare una lezione di teorie sociali o scientifico-matematiche? Per dare una rinfrescata alla polvere accademica, molto meglio il bondage o rispolverare gli usi del marchese de Sade. Il quale concludeva in una lettera: «Sono un libertino, ma non un criminale né un assassino». Certo, ormai tutto dipende dai punti di vista.
Paolo Apice
Nella confusione generale si scopre che il rettorato ha improvvisamente deciso che i poster sono considerati osceni (ma come, non li hanno addirittura patrocinati?) e quindi… ehm… boh… Insomma, tanto per cominciare annulliamo tutto: il resto lo vedremo dopo. Qualcuno propone di tenere la conferenza sul piazzale dell’ateneo in segno di protesta, ma non ci pare il caso. Con i costernati organizzatori rimaniamo d’accordo di replicare la cosa in data da definirsi, e torniamo mestamente a casa pensando da veri ingenui che sia tutto finito lì, mentre il KOB rilascia un indignato comunicato stampa:
Annullata un’ora prima la conferenza sul BDSM
CENSURA! di Beatrice Confalonieri
Milano, 5 giu. 08 Grave episodio di censura e discriminazione oggi all’Università degli Studi Milano Bicocca, dove il rettorato ha improvvisamente vietato una conferenza sui rapporti fra società e sessualità alternative. L’incontro, organizzato dal gruppo studentesco del Kollettivo Omosessuale Bicocca (www.kobmilano.it) e ironicamente intitolato “Master in Bicocca? No, slave!”, faceva parte di una serie di conferenze patrocinata dall’Ateneo, che aveva confermato l’approvazione formale già da dicembre scorso. La revoca dell’approvazione è giunta senza preavvisi alle 13, appena un’ora e mezza prima dell’inizio della conferenza. È bastata una COMUNICAZIONE VERBALE del rettorato, e le guardie hanno provveduto a stracciare i volantini dell’iniziativa e chiudere l’aula preposta all’incontro, lasciando fuori circa 200 spettatori perplessi. A lasciarci interdetti è stata anche la motivazione ufficiale: attribuita inizialmente alla scarsa idoneità delle immagini scelte per pubblicizzare l’evento (un paio di manette e uno stivale fetish), ritenute non consone all’ambiente universitario. In seguito è stata censurata la asserita banalizzazione della tematica per come emerge dalla realizzazione grafica prescelta, ma nonostante le sollecitazioni degli organizzatori dell’incontro l’Università non ha rilasciato alcuna tempestiva comunicazione ufficiale o scritta (è giunta verso le 18, dopo diverse sollecitazioni), lasciando tutti nell’imbarazzo di dovere annullare l’evento senza poter fornire ulteriori informazioni.
Occorre richiamare l’attenzione sull’articolo firmato da Paolo Apice, pubblicato oggi, 5 giugno 2008, sul Corriere della Sera relativo alla suddetta conferenza, sicuramente balzata agli occhi del rettorato nella rassegna stampa quotidiana. Detto articolo, di una superficialità disarmante, offensivo sia per gli organizzatori che per l’immagine dell’Ateneo stesso, si commenta da solo. Rimane tuttavia un forte dubbio su quanto sia casuale la concomitanza tra questa pubblicazione e la censura avvenuta, dato che la pubblicizzazione era iniziata due settimane prima. Lascia esterrefatti che l’Istituzione, anziché difendere il proprio operato, abbia voluto dissociarsi da quello che è in realtà un autorevole convegno scientifico. I veri contenuti della conferenza avrebbero infatti dovuto riprendere un analogo intervento dei relatori al Convegno della Federazione Europea di Sessuologia, tenutosi in aprile a Roma con la più calorosa accoglienza della comunità scientifica internazionale. Fuori discussione anche l’autorevolezza degli intervenuti: Ayzad è un giornalista autore di BDSM –Guida per esploratori dell’erotismo estremo, un manuale di 800 pagine adottato come testo di studio anche all’Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata, mentre il prof. Alberto Caputo è uno psichiatra e uno dei massimi studiosi italiani nel campo delle parafilie.
“Mi dicono che parte del problema sia stato dovuto all’indicazione del mio sito Web, www.ayzad.com, sul materiale promozionale,” ha dichiarato Ayzad. “Forse per qualcuno potrà essere scandaloso, ma resta la fonte Internet di informazioni sull’erotismo estremo più consultata nel nostro Paese. È la prima volta che incontro un simile comportamento di censura, e sono amareggiato che accada proprio in un luogo nato per il libero scambio di idee e l’incontro di culture.” “Siamo stupefatti perché ci hanno comunicato il blocco solo un’ora prima, oltretutto unicamente a voce e con motivazioni del tutto inconsistenti. L’Università si sarebbe fatta una migliore pubblicità lasciando che la conferenza avvenisse e mostrasse di essere un evento ben preparato ed interessante,” dice invece il KOB. “Passato lo shock”(nei limiti del possibile), gli studenti hanno comunque già deciso di fissare una nuova data per l’evento con il benestare dell’Ateneo. Il giorno è ancora da definirsi.
Il comunicato viene rimandato da numerosi siti web, agenzie stampa e blog soprattutto dallo sbigottito fronte gay, come nell’articolo di Notiziegay:
Censura: alla Bicocca niente conferenza sul BDSM
(Gaywave) Ci giunge notizia, direttamente dal Pride, di un episodio sconcertante di censura avvenuto all’Università Bicocca, di Milano.
Era in programma, da novembre del 2007, una conferenza sul BDSM (acronimo di Bondage&Disciplina, Sottomissione, Sadismo e Masochismo), a cui l’ateneo aveva dato patrocinio a dicembre dello stesso anno.
L’incontro, organizzato dal gruppo studentesco del KOB – Kollettivo Omosessuale Bicocca dall’ironico titolo “Master in Bicocca? No, slave!” è stato revocato bruscamente solo un’ora e mezza prima dell’inizio della conferenza. Il motivo? Scarsa idoneità delle immagini scelte per pubblicizzare l’evento…un paio di manette e uno stivale fetish… Le guardie dell’ateneo hanno stracciato i volantini pubblicitari e hanno provveduto a chiudere l’aula lasciando stupefatte le 200 persone che aspettavano di entrare. Pare che tutto sia nato dall’uscita, in concomitanza con il convegno, di un articolo sul Corriere della Sera, che ridicolizzava la conferenza, che in realtà sarebbe dovuta essere una disquisizione dal punto di vista clinico su queste pratiche. Resta il fatto che, in Italia, nel 2008, si debba ancora avere paura a parlare di argomenti considerati tabù, mettendo la testa sotto la sabbia, in questo caso per difendere chissà quali valori…
Qualcuno, come Globalproject, riporta la notizia con qualche errore (il professore professionista è solo Caputo: io sono un semplice amatore) ma anche qualche approfondimento:
Milano – Università Bicocca annulla assemblea studentesca
La motivazione è che la locandina non era adatta all’ambiente universitario
Oggi in Bicocca il rettore ha annullato un’asssemblea studetesca organizzata dal KOB, Kollettivo Omosessuale Bicocca, che tra l’altro era stata approvata dal bando mille lire, con la motivazione che il volantino non era conforme all’ambiente universitario perchè riportava un paio di manette che contenevano i simboli del Kob e della Bicocca. Ad un’ora dall’inizio dell’assemblea han chiuso l’aula e sospeso l’iniziativa sfollando la gente presente, compresi i relatori invitati. Questa conferenza è una parte di un workshop organizzato da diversi docenti, che si era tenuto anche a roma tempo fa e di cui oggi veniva presentata una parte. I relatori erano due professori universitari che già in altre università avevano esposto queste lezioni, che avevano come tema non il sado-masochismo, ma un approccio dal puinto di vista clinico a questo tipo di sottocultura. Lunedì prossimo c’è già in programma un’iniziativa del collettivo legata a questa.
Guarda la locandina dell’iniziativa – Ascolta l’intervista a Elisa del Kollettivo Omosessuale Bicocca.
Per qualche mese tutto tace, poi il KOB mi richiama proponendo un’ipotesi di nuova data (il 30 ottobre), e mentre sto ancora consultando l’agenda La Repubblica arriva con calma sul pezzo del giugno precedente portando anche il grande pubblico a conoscenza degli avvenimenti passati:
Convegno sul sesso sadomaso – alla Bicocca è polemicaBicocca: sì al forum sul sesso estremo. Cl: “Soldi buttati” di Franco Vanni (30 settembre 2008)
La Bicocca finanzierà il convegno sul sesso sadomaso proposto dal Kob, il collettivo omosessuale dell´ateneo. La data dell´incontro è da fissare, si pensa a fine ottobre, ma il dibattito in università è già aperto. Per Obiettivo studenti, lista vicina a Comunione e liberazione, «ci sono modi migliori per spendere i soldi dell´università, è difficile trovare un valore scientifico o culturale in un´iniziativa del genere». Il rettore Marcello Fontanesi precisa: «Il convegno non dovrà scadere in alcun modo nella pornografia». I ragazzi del Kob esprimono soddisfazione, «per una scelta da parte dell´università che si attendeva da tempo».
All´incontro prenderanno parte lo psichiatra Alberto Caputo e Ayzad, autore della Guida per esploratori dell´erotismo estremo. Alberto, 25 anni, studente di fisica e membro del Kob, anticipa: «Il fenomeno del Bdsm (il sesso sadomaso, ndr) sarà raccontato con un serio approccio psicologico e sociologico. Non siamo esibizionisti, né provocatori». Fontanesi risponde: «L´autorizzazione non è un assegno in bianco, prima di decidere aula e data vogliamo assicurarci che nell´esposizione non ci siano eccessi. E vista la delicatezza dell´argomento ci riserviamo la facoltà di sospendere l´incontro anche il giorno stesso». Alla critica degli studenti di Cl, secondo cui l´università avrebbe di meglio da finanziare, risponde Beatrice, 25 anni, studentessa a Scienze e attivista del Kob: «Come collettivo esistiamo da cinque anni, contribuendo alla vita democratica dell´università – dice – ma dopo il polverone sollevato da questa vicenda stiamo pensando di non chiedere più, per protesta, alcun finanziamento».
Quella del convegno sadomaso è una storia travagliata sin dall´inizio. Un anno fa il Kob chiede soldi per un incontro “sull´amore e sui diritti degli omosessuali”. Una somma modesta, circa 500 euro, da attingere dai fondi Millelire, la cassa con cui l´università finanzia le iniziative culturali degli studenti. A novembre arriva l´ok, ma il 5 giugno scorso, il giorno del convegno, la porta dell´aula viene sbarrata dai commessi della Bicocca: non si entra, tutto saltato. Sotto accusa è il volantino che promuove l´iniziativa: raffigura una frusta e un paio di manette che cerchiano lo stemma dell´ateneo. E nemmeno il titolo piace al rettore: “Master in Bicocca? No, slave”.
Adesso i ragazzi del Kob dovranno inventare un nuovo nome e una nuova locandina. Stefano Verzillo, 23 anni, studente di Statistica e rappresentante nazionale di Obiettivo studenti, commenta: «È giusto che si rinunci ai toni provocatori. Ci battiamo da sempre perché tutti possano esprimere le proprie idee e la propria sensibilità, ma l’università rimane un luogo di cultura». Al Kob esprime invece solidarietà Aurelio Mancuso, presidente di Arcigay, per cui «il rettore autorizzando il convegno ha solo fatto il suo dovere, l´università è per definizione il luogo dove hanno cittadinanza anche le idee delle minoranze. Il Bdsm riguarda una comunità ristretta, ma ha una storia e un interesse antropologico».
Uhm… Che c’entrano ora i papisti? In realtà non serve un genio per capire cosa sia accaduto: le segreterie di KOB e CL condividono la stessa stanza, e dev’essere bastato tendere l’orecchio per venire a conoscenza dei progetti del Kollettivo. Così, mentre sono lì a interrogarmi sul perché mai gli studenti ciellini debbano mettere becco in quest’iniziativa e da dove diavolo sia venuta fuori l’idea che si tratti di una pornoconferenza, una telefonata mi informa dell’uscita di un nuovo assurdo articolo. La firma è addirittura di un parlamentare, e i contenuti… beh, i contenuti sono questi:
Sadomaso in ateneo e vomito sul palco: perversioni pagate coi soldi di tutti
Luca Volontè, deputato dell’Unione di Centro
1 ottobre 2008 Le questioni pratiche sono sempre più semplici delle teoriche disquisizioni: l’ennesima prova la troviamo purtroppo nelle performance libertarie pagate dai cittadini. Tutto era nato con le folli prestazioni artistiche di un tale Mieli, omosessuale che divenne famoso nei circoli sinistri degli anni ruggenti della protesta giovanile. Due casi in questi giorni, a conferma della influenza mentale, ahimè diffusa: non bastavano gli “artisti” del “Messiah Game” e della “Madonna piange sperma” dello scorso anno, non erano sufficienti le assurde polemiche e stravaganti dimissioni politiche altoatesine sulla rana verde in croce. No, taluni circoli dimostrano tutti i limiti della libertà senza limiti, una libertà dal Creatore che arriva a disprezzare le stesse creature. Bicocca, novella università di Milano, la più giovane alcova di virgulti geniali di italianità. Tanto che in pieno buio “illuminista”, in onore di De Sade, l’Ateneo statale ha finanziato un convegno sul sesso (perversioni) sadomasochistico. C’è da rabbrividire in attesa che un altro ateneo paghi un incontro sulla pedofilia o uno stage di necrofilia applicata. Il Rettore dell’Università, nel lavarsi le mani, si lascia andare a giustificazioni ridicole (“non si dovrà scadere in pornografia”). Ridere per non piangere! Ma come, una volta che dai rango culturale e scientifico, ma non psichiatrico, all’iniziativa, cosa si vuole immaginare? Disegnini in bianco e nero, parlata soave ed angelica, cotte per chierichetti da cerimonie? Non c’è altro di più scientificamente valido o culturalmente utile per gli studenti delle varie Facoltà che risiedono alla Bicocca? Se anche non ci fossero state altre iniziative, piuttosto che intraprendere con soldi pubblici un tale deriva, sarebbe stato meglio, che alla Bicocca avessero fatto festa. All’incontro sadomaso, oltre a uno psichiatra, ci sarà un tale che presenta il suo “Manuale di sesso estremo”: gli organizzatori del “collettivo omosex comunista” “sprizzeranno gioia da tutti i pori. L’Università italiana, dopo le vergognose manifestazioni per la visita del Papa alla Sapienza, aveva già dimostrato la propria distanza con la cultura, la scienza, la ricerca di verità. Non è solo un problema di soldi pubblici, è anche l’improbabile uso e riconoscimento di valore pubblico di perversioni curabili in ogni studio psichiatrico: in Lombardia sono pure convenzionati! Se il Rettore della Bicoccasi dovrebbe dimettere per vergogna, nell’intera maggioranza di Terni c’è un problema molto più ampio, perché, sempre in questi giorni, si sono spesi soldi per uno straordinario spettacolo di una compagnia slovena. Questi signori devono essere ben felici di aver trovato allocchi italici che pagano per veder attori e attrici urinare e vomitare sul palco. Sapete come chiamano l’ubriacatura? Espressione artistica dell’interiorità corporale dell’attore. Sono stati talmente espressivi, per puzzo e qualità, che il coro è scappato dopo le prove. Chi paga? Quando le perversioni diventano forme d’arte, il vomito ricopre il canto e i seminari scientifici illustrano il sadomasochismo, che ci rimane da chiedere? Beh, una cosa ci sarebbe: che le perversioni personalissime rimangano in casa propria, nel soppalco del letto matrimoniale. Al buon senso e decoro per le istituzioni ci penseranno i cittadini… è proprio il caso di dire, che vomito!
Giuro che a tutt’oggi non ho la più pallida idea di cosa sia il “Messiah Game” o la madonna che piange sperma, ma credo dipenda dal fatto che i miei gusti sono un po’ meno morbosi di quelli del deputato. A ogni modo, già che mi trascrivevo l’articolo ho pensato di farmi un giro su Google per capire chi fosse mr. Volontè: manco a farlo apposta fra i primi risultati c’era la rubrica Cazzate a Volontè, composta da pagine su pagine di sue dichiarazioni diciamo… curiose. Se volete, provate a guardarle anche voi.
Per tornare al racconto, potete immaginare la mia reazione: mi sembrava di essere stato proiettato sul pianeta Kafka, dove tutti ce l’hanno con te a prescindere, senza preoccuparsi della realtà dei fatti. Il mio correlatore aveva commentato: “non ti preoccupare, sono solo giochini di potere dei vari gruppi universitari che sfruttano ogni scusa per i loro fini. Domani si saranno dimenticati tutto”. E io mi sono fidato. Più o meno per mezza giornata, finché un’agenzia stampa ha pubblicato un nuovo, allucinante articolo:
CULTURE – ALL’UNIVERSITÀ BICOCCA DI MILANO SI TERRÀ UN CONTESTATO CORSO DI SADOMASOCHISMO
(01/10/2008) – La seconda Università degli Studi di Milano (la Bicocca ndr), oltre 40 mila iscritti, tra le “offerte formative” quest’anno, su richiesta del Collettivo omosessuale KOB, organizzerà un corso sul sadomasochismo. Finanziamento iniziale 500 euro e come relatori lo psichiatra Alberto Caputo e tale Ayzad, autore della Guida per esploratori dell´erotismo estremo. Data di svolgimento ancora da stabilire. Tuttavia alla Bicocca non si parla d’altro. Per Obiettivo studenti, lista vicina a Comunione e liberazione, «ci sono modi migliori per spendere i soldi dell´Università, è difficile trovare un valore scientifico o culturale in un´iniziativa del genere». Quindi, oltre ai corsi tradizionali che si svolgono nelle varie Facoltà, e alle attività di calcio, pallavolo, tennis, basket, atletica, beach volley, scacchi organizzate da varie associazioni studentesche, e un coro diretto dal maestro Ilario Nicotra, la Bicocca, che esiste da appena nove anni, terrà un corso sadomaso. Poichè non ho esperienza in tale settore, e non frequento club, case o ville in cui si pratica il sadomaso, mi sono dovuto informare con medici, psicologi e un teologo moralista per documentarmi e riferire la notizia ai lettori che mi sembrava interessante. Il Rettore, prof. Marcello Fontanesi, 69 anni, Professore Ordinario di Fisica Generale e membro del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma non è nè scandalizzato nè indignato, purchè afferma che “l’iniziativa non scada nella pornografia”. E continua: “´autorizzazione non è un assegno in bianco – spiega Fontanesi -, prima di decidere aula e data vogliamo assicurarci che nell´esposizione non ci siano eccessi. E vista la delicatezza dell´argomento ci riserviamo la facoltà di sospendere l´incontro anche il giorno stesso”. Ma dal collettivo omosex Kob ci tengono a sottolineare che “il fenomeno del Bdsm sarà raccontato con un serio approccio psicologico e sociologico. Non siamo esibizionisti, né provocatori”. E, del resto, ad oggi, non sappiamo cosa pensino di questa iniziativa né il Senato Accademico né il Consiglio d’Amministrazione della Bicocca. Sappiamo di certo che gli studenti di Comunione e Liberazione sono furibondi e fuori dalla grazia di Dio e che hanno fatto un comunicato durissimo contro tale iniziativa ( che non mi pare sia molto didattica…) dissociandosi dagli studenti omosessuali del KOB. Passiamo ora al sadomasochismo. E’ – piaccia o no – una perversione sessuale che presenta insieme i sintomi del sadismo e del masochismo che non è connessa alla finalità riproduttiva del sesso tradizionale. E sadismo in italiano sta a significare pratica sessuale inusuale consistente nel provare piacere infliggendo violenze e maltrattamenti al partner, cioè un compiacimento crudele per la sofferenza altrui, fisica o psichica. Andiamo avanti. Il masochismo, invece, è tendenza perversa in base alla quale chi ne è affetto prova piacere erotico nell’essere maltrattato, umiliato, colpito fisicamente e moralmente (contrapposto a sadismo) quindi un atteggiamento di chi subisce senza reagire sofferenze, umiliazioni, maltrattamenti ecc., per una sorta di desiderio di autopunizione e di penitenza. Il sadomasochismo può configurarsi come disturbo psichiatrico della sessualità, ovvero parafilia, ma è importante sottolineare che, mentre sadismo e masochismo in senso clinico – cioè laddove essi sfuggono al controllo del soggetto invadendo tutte le sfere del suo comportamento – sono espressioni di un disturbo interiore che si manifesta senza controllo e può avere conseguenze pericolose per se stessi o per altri, gli stessi termini indicano anche giochi erotici sicuri, sani e consensuali (SSC). Per distinguere questi ultimi si è diffuso recentemente l’impiego dell’acronimo BDSM. In psicologia e sessuologia è un termine che indica un insieme di manifestazioni della sessualità umana, caratterizzate dall’eccitazione sessuale provocata da oggetti, comportamenti o situazioni riconosciute genericamente come devianti o in ogni caso non direttamente connesse alle finalità riproduttive tipiche del sesso tradizionale. La caratteristica principale di una Parafilia è la presenza di fantasie, impulsi sessuali, o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti, ricercati per provare piacere e/o come unica modalità di piacere sessuale. Dunque il sadomasochismo è una perversione sessuale i cui comportamenti sadici possono essere ad esempio il legare, lo schiaffeggiare, il pizzicare, il percuotere e così via. La loro comparsa si può collocare solitamente nella prima età adulta; inoltre possono con il tempo aumentare di frequenza ed intensità, ed andare incontro alla cronicizazzione. Si raggiunge l’eccitamento sessuale ed il completamento dell’attività sessuale solo e soltanto attraverso pratiche erotiche fondate sulla ricerca di dolore fisico e sottomissione. In tal modo la sfera sessuale può essere attivata solo attraverso il subire da altri dolore fisico o umiliazioni. I comportamenti masochisti possono essere quelli di chiedere al partner di essere schiaffeggiati, umiliati, percossi, frustati, ammanettati, legati con corda o nastro adesivo, foulard, cinghie, cinture, fasce elastiche, filo elettrico, bendaggi da ospedale, lenzuola,e così via. E’ vero che tali “giochi” avvengono tra persone adulte e consenzienti (almeno si spera), ma in ogni caso sono gravi perversioni sessuali che costituiscono un disordine morale. La morale, quella morale tanto deprecata dagli atei e dagli agnostici, perchè ti invita a rispettare il Decalogo e le otto Beatitudini. “Senza Dio tutto diventa lecito” diceva Dostoevskij, e allora eliminiano Dio dal nostro orizzonte cosi non abbiamo più quella sua morale che ci condiziona, che ci opprime, che ci frustra dentro, che diventa coscienza, e che soprattutto ci fa fare un discernimento tra ciò che è bene e ciò che è male. Non riteniamo di entrare nei particolari in quanto, come gli studenti di Cl, disapproviamo tale iniziativa (extra scolastica) inopportuna, infelice e improvvida, e perchè un Ateneo che si rispetti, signor Rettore (preferisco evitare di chiamarla magnifico), questi corsi non solo non dovrebbero essere autorizzati, ma neanche finanziati con i soldi dell’Ateneo. Perchè secondo questa logica anche la pedofilia è una forma di parafilia. E allora facciamo alla Bicocca corsi di pedofilia? Ma andiamo Professor Fontanesi! Piuttosto faccia in modo che la Bicocca di stato ri-diventi una comunità educante dove il docente ritorni ad essere un educatore che trasmetta il sapere e formi le nuove generazioni. Nell’educazione il rapporto docente-discente è interpersonale e si richiama a valori assoluti ( vero, buono, bello): è paideia. E la scuola deve come diceva autorevolmente uno dei filosofi cattolici più grandi del 900, Jacques Maritain, ha tre obiettivi, ha tre compiti fondamentali dimenticati da troppo tempo: a)formazione dell’uomo e del cittadino; b) socializzazione; c) trasmissione culturale attraverso l’insegnamento. Cioè allevare, secondo il senso etimologico del verbo latino “e-ducere” per trarre fuori studenti virtuosi, preparati, con una loro pienezza non perfettibile come ci invitava a fare Rousseau. E poi diciamo che i nostri ragazzi sono edonisti, amano solo il piacere, sono per il libertinismo sessuale, sono privi di valori, e sono nichilisti. Certo che se il loro Ateneo propone loro tali corsi non possono che avere fantasie morbose, impulsi, eccitazioni, e disturbi del comportamento sessuale. Un’agenzia educatica importante come l’università propone corsi di perversione sessuale. Sarebbe stato più utile certamente se gli studenti del Collettivo Kob avessero proposto un corso sull’omosessualità e sul transessualismo, per esempio. Che dire? Da Fontanesi non ce l’aspettavamo. Speriamo solo che qualcuno intervenga per bloccare un’iniziativa scandalosa, vergognosa e sq uallida. Che ci mostra fino a che punto il degrado animale dell’uomo può arrivare.
Alberto Giannino
Pesante, eh? Proprio in senso tipografico, dico – ma tant’è. C’è di buono che non sono uno psicologo, perché se no chissà cosa avrei pensato analizzando questa tirata delirante. Da bravo scribacchino mi sono limitato a ridere per l’immagine degli studenti di CL “fuori dalla grazia di dio” (sic), ma la cosa stava facendosi davvero preoccupante. All’improvviso mi sono tornate in mente mille scene di film in cui la plebaglia bigotta marciava con i forconi in mano verso il castello di Frankenstein per linciare lo scienziato, l’intera storia della caccia alle streghe di Salem e pure quella dell‘Inquisizione spagnola. Oltretutto era affacinante come nessuno si fosse preso la briga di chiedere quali fossero davvero i contenuti del convegno, e come quindi ogni critica fosse meravigliosamente campata per aria. C’erano solo due cose da fare: capire chi fosse questo Giannino (e scoprirne di cotte e di crude), dopodiché farsi una bella tisana rilassante. Tanto ci avrebbe pensato l’università stessa a rispondere ad accuse del genere, no?
E infatti ecco puntuale la smentita, che riproduco come sempre con le immagini originali:
CULTURE – L’UNIVERSITÀ DI BICOCCA: NON SI TRATTA DI UN CORSO MA DI UN’INIZIATIVA DI UNA DELLE ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE
(01/10/2008) – Gentile Direttore, con riferimento all’intervento di Alberto Giannino dal titolo “All’Università Bicocca di Milano si terrà un contestato corso di sadomasochismo”, pubblicato questa mattina sulla home page del sito Img Press, desidero precisare quanto segue:
al di là delle considerazioni dell’autore, l’informazione è scorretta e fuorviante a partitre dal titolo in quanto non si tratta di un corso ma di un’iniziativa (un convegno, per la precisione) di una delle associazioni studentesche presenti nella nostra Università; come tale, l’iniziativa non ha niente a che fare con l’attività didattica e non è “proposta” dall’Ateneo ai propri studenti; per quanto riguarda il finanziamento, non si tratta di soldi regalati dall’Ateneo in modo stravagante, ma di un fondo a disposizione delle attività proposte e organizzate dalle associazioni studentesche gestito attraverso il “Bando Milllelire”, costituito annualmente con una quota degli stessi contributi universitari che gli studenti versano. Grazie.
Luigi Di Pace Ufficio Stampa Università di Milano-Bicocca
Oplà. Una precisazione da gentleman, che ignora con signorilità le affermazioni meno pregnanti per puntualizzare almeno il contesto. Vivi e lascia vivere, insomma, e finiamola lì. Peccato che dall’altra parte ci fosse un interlocutore instancabile, che produce subito un contro-contro-comunicato:
CULTURE LA REPLICA DI ALBERTO GIANNINO SU UNIVERSITÀ BICOCCA
(02/10/2008) – Caro direttore, il sig. Di Pace, dell’Ufficio stampa della Bicocca, non nega l’iniziativa sul masochismo; iniziativa unica in Italia e, forse, al mondo. Di Pace fa solo dei distinguo: non è corso, ma è un convegno. Non sono soldi dell’ateneo, ma degli studenti. Ma sta di fatto che il Rettore ha confermato la notizia come i gruppi degli studenti del KOB, di CL e di una terza lista. Piuttosto il Di Pace perchè non dice cosa ne pensa il Senato Accademico e il Consiglio d’Amministrazione della Bicocca di tale iniziativa? E gli oltre 40 mila studenti dell’Ateneo sono tutti ansiosi di partecipare al convegno sul masochismo che il Rettore ha approvato? Di Pace è seccato perchè questa iniziativa danneggia gravemente l’immagine della Bicocca che, in questi 10 anni di esistenza, si era creata faticosamente con offerte formative e corsi nelle varie Facoltà di rilevante interesse. Il Di Pace è furente perchè l’Italia intera sa che all’Ateneo della Bicocca si parlerà di sadomasochismo in un covegno ad hoc? Scusi, Di Pace, ma qual’è la rilevanza culturale di tale convegno su fruste, sadismo, manette, foulard, fili di ferro, nastri adesivi, dominati e dominatori, in un quello che viene chiamato un gioco, e non con il nome di parafilia, cioè di una grave perversione sessuale. Piaccia o no. Complimenti Di Pace, d’ora in avanti l’utenza della Bicocca, grazie a tali convegni, avrà una pubblicità non ingannevole come lei lascia trasparire dalla sua smentita, ma una pubblicità certamente non positiva. E oltre a Di Pace che, per dovere d’ufficio (essendo pagato) deve fare precisazioni nessuno dice niente su questo scandaloso convegno che si tiene in una delle 6 Università milanesi con il placet del prof. Marcello Fontanesi. Ma l’opinione pubblica desidera invece conoscere particolari e contenuti di questo convegno sui generis che il Di Pace si guarda dal comunicare.Ma noi giornalisti da marciapiede le notizie le daremo. Perchè questo convegno sul masochismo interessa la comunità milanese in primo luogo e le persone per bene che si riconoscono ancora nella morale del Cristianesimo.
Cordiali saluti Alberto Giannino
Ora non so voi, ma a me tutta questa insistenza su foulard e fili di ferro sa un po’ di ossessione. Fateci caso, perché diventerà una specie di leit motiv anche in futuro. In questo botta e risposta tramite veline (quelle delle agenzie, non le ragazzotte scoscione) mi stavo cominciando a chiedere che razza di agenzia stampa potesse dare tanto spazio a un individuo del genere: possibile che non ci fosse nessun giornalista serio in redazione? Ma uno c’era, e pure piuttosto combattivo:
CULTURE – LA POLEMICA: MA DAVVERO ALBERTO GIANNINO CREDE CHE PER PARLARE DI SADOMASO CI SIA BISOGNO DI TIRARE FUORI LE MANETTE?
(02/10/2008) – Ma siamo in un Paese a maggioranza cattolica o in una dittatura cattolica? Le università dovrebbero essere centri di pensiero libero aperti al dibattito e al confronto. Tanto accanimento contro un convegno sul sesso estremo è quantomeno sospetto. Di cosa hanno paura gli studenti vicini a Comunione e Liberazione? Cosa teme, caro Giannino? Che parlare di argomenti scabrosi possa far emergere il suo lato oscuro? È ovvio che in un convegno accademico non ci saranno spettacoli alla Mi – Sex. Non sarà allestita un area Pervert dentro la Bicocca in cui sperimentare dal vivo frustini e gatti a nove code. Semplicemente sarà affrontato in modo scientifico un argomento scottante, che tuttavia riguarda una quota consistente di italiani. Che non sono maniaci o pervertiti. Ma coppie normalissime che praticano consensualmente sesso estremo. Fra di loro ci sarà anche qualcuno che la notte lega il marito e la domenica va a messa. Le due cose non sono in contrasto. Si può essere fedeli alla Chiesa e felici a letto. Si può anche scegliere l’astinenza o di accoppiarsi solo per fare figli limitando l’intimità alla penetrazione vaginale ed escludendo tutto il resto, dal sesso orale a quello di gruppo. È una questione di scelte personali. Che non possono essere imposte dall’alto o dal basso agli altri. Se la principale religione italiana considera tabù certe cose, non è detto che tutti gli italiani le vedano tali automaticamente. Se le Papa girls vogliono portare la loro virtù intatta all’altare, lo facciano pure. Basta che non pretendano di estendere la loro volontà alle altre ragazze. Meno che meno si può pensare di limitare il confronto scientifico a quello che i cattolici ritengono degno di essere studiato. Altrimenti potremmo chiudere definitivamente tutti gli istituti di scienza e ricerca e farcene pure una ragione. Non avremmo bisogno di porci delle domande e cercare delle risposte dimostrabili. Camperemmo di dogmi. Beati nell’ignoranza. Per fortuna non siamo ancora arrivati a tanto. Scienza e morale sono due cose distinte e tali devono restare. Buona parte della psicanalisi si basa sulla sessualità. Se ragionassimo con il suo metro, caro Giannino, dovremmo chiudere pure i corsi di psicologia e psichiatria. E soprattutto le specializzazioni in sessuologia. Dove non si fanno prove pratiche, non si fanno orge fra i banchi, non si girano film porno. Precisazioni ovvie che sono necessarie dopo un intervento come il suo. Ma davvero crede che per parlare di sadomaso ci sia bisogno di tirare fuori le manette? Mi sembra che abbia le idee confuse, Giannino. E come lei molti studenti cattolici e ciellini. Che non riescono a distinguere la pornografia dalla psichiatria. Per chiarirsele, basterebbe alternare altre letture alla Bibbia e all’Osservatore romano. Esiste un mondo oltre il sagrato che non è fatto solo di depravati e anime perse. Per vederlo è necessario mettere da parte i pregiudizi. Essere tolleranti. So che è una parolona per certe frange cattoliche. Ma è indispensabile per convivere pacificamente con chi non la pensa come voi. E poi non si può criticare il contenuto di un pacco chiuso. Non sapete esattamente cosa c’è dentro. Andate a questa conferenza, se ci sarà. Potreste scoprire che non è quello che immaginate.
Elena Barracco
Roba da tirare un bel sospiro di sollievo, finalmente. Se però state cominciando a notare una sorta di schema nella vicenda, potete anche immaginare cosa sia uscito poche ore dopo. Ormai anche il supporto iconografico prende una insolita deriva verso tarallucci & vino:
CULTURE – RISPOSTA DI ALBERTO GIANNINO A ELENA BARRACCO SUL COVEGNO SADOMASO
(03/10/2008) – Gentile Elena Barracco, con il suo pezzo su IMG Press sul sadomasochismo ha finalmente gettato la maschera. Il punto è sempre il medesimo: la morale cattolica con i suoi divieti e i suoi tabù avversata e temuta che ci mette in crisi perché ci fa riflettere. E poi che barba di questa Chiesa arroccata su posizioni conservatrici e retrive. Che ti propone un’etica superata dal tempo e dalla storia. Dobbiamo allora proclamare la morte di Dio, cosi muore anche la sua morale che ci opprime e ci dà sensi di colpa. Concetti di Nietsche ripresi poi da alcuni teologi americani negli anni ’70. Tanto è vero che oggi alcuni teologi filo protestanti non parlano neanche più di peccato e, quindi, è in buona compagnia. Ma un cattolico praticante non può aderire a perversioni sessuali quali il sadismo e il masochismo perché non sono rivolte alla procreazione, ma al piacere e al divertimento sessuale. Che lei chiama sesso estremo. Altro che sesso estremo: qui si tratta di una patologia grave come la pedofilia e la gerontofilia o il feticismo. (Si rilegga il testo biblico, la Parola di Dio, in particolare il libro della Genesi). Non a caso viene considerata una forma di parafilia. E lei mi dice che in questi cosiddetti giochi le catene c’entrano come un cavolo a merenda. No, cara Barracco, fanno parte della perversione sessuale dove ci sono due uomini o due donne omosessuali o una coppia eterosessuale che si infliggono dolore, torture, umiliazioni, sofferenze e, probabilmente, anche piacere. Ma non mi venga a dire che in queste pratiche non si usano catene, foulard di seta, manette, nastri adesivi, fili di ferro, lenzuola, corsetti, frustini, stivali di cuoio, e altro ancora. Lei mi accusa di avere lati nascosti e che per questo temo siffatto convegno. Ma guardi che non sono né un moralista né un bacchettone. Lati nascosti? E’ un’espressione ambigua perché non esplicita quello che per lei è implicito. Non so cosa voglia dire. Certamente alla sera non esco col mantello scuro per andare in case private o in ville padronali o in club priveè per fare pratiche dissolute e degenerate. Né sono alla ricerca di padroni o di schiavi per realizzarmi in questo settore. Sono un normopraticante e basta. Se le interessa non indosso abiti femminili, non faccio scambi di coppie e incontri di gruppo e ho il terrore della prostituzione. Queste pratiche borderline non mi interessano e riguardano solo l’1,8% della popolazione che va dai 16 anni ai 59 secondo alcuni ricercatori universitari. Anzi, sa cosa fanno coloro che le praticano? Affermano che non sono perversione sessuali e patologie psichiatriche ma sono BDMS (bondage, disciplina e sadomasochismo).Piu’ o meno quello che afferma lei. Guarda caso. Invece lo psichiatra Pasini lo chiama per nome , cioè perversione sessuale. E’ questo che forse le dà fastidio? Ma non è Alberto Giannino a dirlo, che non potrebbe praticare questo sesso estremo essendo indisciplinato per antonomasia, ma uno studioso, uno psichiatra, uno scienziato. Afferma Pasini: “Si sente dire che quando la sessualità, le forze di Eros sono messe al servizio dell’odio, della distruttività, entriamo nel campo delle perversioni sessuali. La perversione sessuale è una attrazione irresistibile verso un tipo di comportamento anomalo e bizzarro; probabilmente la prima perversione che viene in mente è il sadomasochismo, il «sesso spinto» che comporta sottomissione, fruste, catene e stivali di cuoio. Tuttavia il nucleo fondamentale di una perversione hard non è il sesso spinto della sottomissione e degli strumenti sadomaso; e neppure gli spogliarelli e i denudamenti erotici, gli accoppiamenti orali e anali, il coito con il partner dello stesso sesso o qualsiasi altra variante in cui i partner amandosi oppure odiandosi decidono di lasciarsi coinvolgere, oppure di non farlo, se questa è la loro scelta. Il tema centrale della perversione classica è la mancanza di libertà, la prigione nella quale il perverso si rifugia, qualunque sia il pericolo da cui scappa.” Quindi che si tratti non di giochi, ma di perversioni dovrebbe essere un dato pacifico e acquisito. Inoltre lei dice giustamente che queste pratiche avvengono tra adulti consenzienti. Benissimo, ma la smettano quando contraggono malattie sessuali infettive di dare la colpa a Dio. Perché Di ha lasciato l’uomo e la donna liberi di fare il bene o il male. E se dovesse capitare che queste coppie contraggono malattie gravi la colpa devono ringraziare solo il loro comportamento sessuale dissoluto e disinibito, magari con partner che manco conoscono. Infine, visto che lei fa la finta indignata e si straccia le vesti le ricordo le pratiche sadomaso, affinchè ne prenda buona nota insieme al KOB e al Rettore della Università Bicocca di Milano che ha autorizzato tale Convegno.
Pratiche -Spanking Pratica classica dell’SM: consiste nel percuotere il sedere con le mani (sculacciare). -Flogging / Caning / Whipping / etc Gruppo di pratiche “centrali” per l”SM: disponibili in miriadi di varianti (dai nomi differenti) consistono tutte nel percuotere parti del corpo con vari oggetti di consistenza ed elasticità differenti (da duri come il retro di una spazzola a morbidi come fili di lana). – 24/7 o TPE Relazione D/s permanente e continuata (il periodo può variare da un minimo di una settimana alla vita intera); TPE sta per Total Power Exchange (più che una pratica è uno stile di vita). – Bathroom Practices / Pissing / Scatophilia Le b.p. comprendono il pissing (o urofilia, cioè pratiche aventi a che fare con l’urina) e la scatophilia (o coprofilia, cioè pratiche aventi a che fare con escrementi, derivanti dal greco: copros = sporco); entrambe queste pratiche possono essere svolte a due livelli: il primo di solo contatto ed il secondo di ingestione. – Trampling / Calpestamento Pratica del calpestare o, più in generale, del premere i propri piedi sul corpo del sub. -Breath Control / Asphyxia / Ipossifilia Pratica che consiste nel controllare il respiro del sub (specialmente in prossimità dell’orgasmo) introducendo una diminuzione di ossigeno nel sangue (anossia). E’ molto pericoloso: a richiesta posso fornire ulteriori informazioni a riguardo. Clismafilia Pratica connessa ai clisteri (farli oppure riempire di liquido e chiudere con un tappo anale); si dice che in origine sia stato rivelato da Thoth agli uomini. – Esibizionismo Il mostrare qualcosa di intimo (parti del corpo, emozioni, lo stesso rapporto BDSM) ad estranei.
Mi pare che ci siamo detti tutto con questa descrizione dettagliata che degrada e umilia l’uomo, cara Barracco e se lei i assicura che i 40 ila iscritti alla bicocca, il senato accademico e il Cda sono d’accordo ne prendo atto. Ma ne dubito perchè quando parlo di obiettivi e contenuti di tale covegno (unico al mondo) nessuno mi dà una risposta esauriente ed esaustiva. Concludo. Non temo il convegno della Bicocca a Milano né i suoi relatori diversamente da tanti cattolici che fanno affari o sono indifferenti alla gioventù. Le mie posizioni le ho sempre espresse anche pagando di persona. Vorrei solamente che il Rettore Marcello Fontanesi non concedesse l’autorizzazione. E le spiego anche il perchè. In un’ Università oltre all’offerta formativa si devono formare, anzi allevare come dice l’etimologia latina di educare anche i giovani, la futura classe dirigente. Un compito a cui hanno abdicato molti docenti orfani dell’ideologia e infettati dal virus ideologico del 68. Da ultimo se qualcuno per ottenere eccitamento sessuale deve perseguire fantasie o compiere atti perversi secondo me è messo male. E in ogni caso voglio rassicurarla che non amo essere legato, schiaffeggiato, pizzicato, percosso e così via. E, ovviamente, neanche il contrario. Sa, sono un uomo all’antica e diffido e mi dissocio fortemente da tali forme di perversione sessuali che fanno la gioia momentanea di poche persone immorali (senza morale) ma fondamentalmente tristi per la loro condizione a cui ( voglia stupirla e quindi si tenga bene stretta alla sedia per non cadere) nonostante tutto, voglio bene come un fratello.
Con i più cordiali saluti Alberto Giannino
Eh? “Rivelato da Thoth agli uomini”? Il dio egizio con la testa di uccello? Ci doveva essere qualche sorta di messaggio subliminale, ma in realtà quel che accadeva sul sito di ImgPress non era poi così importante. Per quanto Libero non sia propriamente un giornale amato dalle masse, forse valeva la pena piuttosto dire qualcosa all’onorevole Volontè, che (ricordate?) aveva lanciato strali ben più visibili e relativamente autorevoli. A questo ha pensato lo scientifico Alberto Caputo con una educata letterina, mandata però in copia anche alla solita agenzia, che la pubblica integralmente:
Caro Direttore,
oltre che suo attento lettore ed estimatore, sono lo psichiatra che, con un po’ di coraggio, ha accettato il discusso compito di illustrare il significato e la portata dei comportamenti sessualmente perversi (parafilie in termini tecnici) degli italiani in una conferenza presso l’Università Bicocca di Milano. Da anni mi occupo, in ambito scientifico e terapeutico, di questi e altri argomenti. Come sessuologo e psicoterapeuta mi capita sovente di trattare il comportamento sessuale iperattivo, il sesso compulsivo su internet o per via telefonica, lo scambio delle coppie, il feticismo di travestimento… Si tratta di forme di declinazione della sessualità umana che vanno dal normale al patologico e che sono presenti e assai diffuse nella nostra società. Ritengo importante che se ne possa parlare in un contesto istituzionale in modo serio e documentato, evitando facili strumentalizzazioni, moralismi semplicistici, isteriche drammatizzazioni, convulsi e offensivi attacchi (forse anch’essi imbevuti di un inconscio sadismo graforroico?). Un dibattito culturale e scientifico si fonda sul confronto dei saperi, sulla critica costruttiva, sui dati delle ricerche e di certo non sull’emozione di un aprioristico rifiuto. A questo proposito, negli ultimi mesi anche i media hanno riservato, a scopo informativo e non scandalistico, un’attenzione crescente all’analisi e all’approfondimento di queste situazioni, più reali e radicate di quanto spesso si possa pensare. Io stesso sono stato ospite di numerose trasmissioni televisive e radiofoniche che avevano come obiettivo la rilevazione e la comprensione di questi fenomeni, a prescindere dalla necessità di fornire un giudizio morale. A mio avviso, non sempre è opportuno che “le perversioni personalissime rimangano in casa propria” come vorrebbe l’onorevole Volontè nel suo intervento su Libero del 1 Ottobre. Sicuramente è più difficile, ma forse anche più responsabile e maturo, che ciò che ci scandalizza o che non capiamo o che ci fa paura possa essere affrontato e spiegato. Per questi motivi ho accettato l’invito del KOB, il collettivo degli studenti omosessuali dell’Università Bicocca, di rendere pubblico e divulgativo il contenuto di un workshop che ho avuto l’onore di presentare davanti a un consesso internazionale al recente Congresso Europeo di Sessuologia, tenutosi a Roma l’aprile scorso. L’iniziativa di questi studenti mi è parsa fin da subito attuale e valida, certamente un po’ provocatoria, ma non oscena o pornografica.
Norma, deviazione e trasgressione devono invece rimanere al centro delle nostre riflessioni. Perché ci appartengono. Comunque.
Invito Lei e l’Onorevole Volontè alla conferenza, certo di poter avviare una discussione stimolante e creativa.
Con stima. Alberto Caputo
Psichiatra e Psicoterapeuta Dottore Ricercatore in Psichiatria e Scienze Relazionali Master in Sessuologia Membro del Consiglio AISPA Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia Applicata
La giornalista di ImgPress, chiamata direttamente in causa dal buon Giannino, casca intanto anche lei nel diabolico giochino di botta e risposta e produce l’ennesimo chiarimento (no, quella nella foto non è lei):
CULTURE – CARO GIANNINO, SE LA SCIENZA AVESSE SEGUITO I DETTAMI DELLA RELIGIONE, NON CI SAREBBE STATO PROGRESSO. GALILEO DOCET
(03/10/2008) – Sarà anche vero che un cattolico praticante non può fare sesso estremo, ma solo in teoria. Nella pratica, si vedono ben altri comportamenti. E cosa è poi la perversione? Qual è il limite fra normale e patologico? Per il momento mi sembra più patologico lei, con la sua cieca caccia alle streghe del bondage. Purtroppo non se ne rende conto, ma sono quelli come lei che allontano i giovani dalla Chiesa. Perché propongono anzi impongono visioni superate dell’intimità e della coppia con veemenza e odio. Nel suo infinito articolo parla a suon di dogmi e stereotipi. La Genesi non ha alcun valore scientifico, è un testo religioso né più né meno del Corano. E citare Willy Pasini a sproposito, decontestualizzandolo dal resto del libro, ha poco senso. Idem per il copia in colla da lei fatto di termini e concetti legati al sadomasochismo.Lei non ragiona, ripete quello di cui si è convinto negli anni. Se ragionasse le sue non sarebbero invettive isteriche, ma argomentazioni. È per questo che ho aspettato molto a risponderle. Mi sono chiesta a lungo se valesse la pena dare adito a sfoghi di questo genere. Ma non volevo che interpretasse il mio silenzio come una resa. E poi sfogarsi le fa bene. Ha una funzione catartica, terapeutica. Può liberarsi delle frustrazioni accumulate in tanti anni di repressione degli istinti vitali più naturali dell’uomo. Mi fa piacere esserle d’aiuto.Ma torniamo ai fatti. Il sesso è come l’alcool. Un bicchiere di vino ai pasti o una sbronza una tantum non fanno di una persona un alcolista. Una nottata bollente fra erotismo e manette non costituiscono patologia. Tantissime coppie per scherzo e per piacere praticano il bondage. Alcune donne raggiungono il piacere solo con un rapporto anale. Altre vanno pazze per quello orale. Ci sono mariti che godono nel vedere la moglie a letto con un altro. Tutto è lecito fin che non si fa del male a nessuno e i partecipanti sono consenzienti. Se queste pratiche diventano l’unica strada per l’amplesso o se vengono imposte si può parlare di patologia. Ma i confini non sono così netti come scrive. Basta porre una domanda agli esperti per rendersene conto. È comodo dividere il mondo in buoni e cattivi, bene e male come nelle favole. Si risparmia fatica mentale. Però è fuorviante, si perdono le mezze misure. La quotidianità è fatta di sfumature.Se veramente vuole occuparsi dei ragazzi, le conviene cambiare metodo. Non è con le crociate che si conquistano le coscienze. Sempre che vogliano farsi conquistare. Le è mai venuto il dubbio che le pecorelle smarrite, stiano bene dove stanno? Io accetto la sua idea e penso che lei e chi la pensa come lei sia libero di comportarsi in modo casto e puro. Quello che non mi va giù è la pretesa di costringere tutti a fare le sue scelte, a condividere le sue posizioni e agire di conseguenza. Se lei vuole vivere la sua vita in base alla morale cattolica ortodossa, faccia pure. Ma conceda agli altri la possibilità di pensarla diversamente con tutto ciò che questo comporta. E si ricordi che se la scienza avesse seguito i dettami della religione, non ci sarebbe stato progresso. Galileo docet.
Elena Barracco
Se a questo punto cominciate a non poterne più, figuratevi in che condizioni fossi io che questa vicenda la stavo vivendo per così dire sulla mia pelle, sempre più convinto che qualcuno da un momento all’altro avrebbe piantato una croce in fiamme davanti alla mia porta di casa. Ma il bello doveva ancora venire. Passa infatti un giorno ed esce Libero, con una pagina che secondo me ha del meraviglioso. Fate attenzione: prima c’è una lettera del rettore della Bicocca, poi la lettera di Caputo – accuratamente epurata delle parti più critiche e autorevoli, come potete confrontare coll’originale – e poi… un miracolo. Revisionismo in diretta, addirittura di ciò che è stampato nero su bianco a una sola colonna di distanza! Nell’originale, l’unica parte a comparire interamente in grassetto è quella firmata da Volontè.
Sadomaso in ateneo, il rettore replica: “Non c’è volgarità”
Gentile Direttore, in merito all’intervento dell’onorevole Luca Volontè, pubblicato su Libero mercoledì primo ottobre, dal titolo “Sadomaso in ateneo e vomito sul palco: perversioni pagate coi soldi di tutti” trovo sconcertanti i toni e gli argomenti. Stupisce che un deputato sferri un attacco pesante e offensivo con informazioni superficiali e scorrette. Il convegno in questione onon è stato “finanziato” dall’Ateneo, ma è una iniziativa per la quale una delle associazioni studentesche ha presentato richiesta al fondo per le attività degli studenti. Fondo gestito con un bando e costituito da una quota dei contributi universitari degli studenti stessi. Nel nostro Ateneo si può parlare dei più diversi temi, purché lo si faccia in modo corretto e senza volgarità.
Marcello Fontanesi, Rettore Università Bicocca
Caro Direttore, sono lo psichiatra che ha accettato il discusso compito di illustrare il significato e la portata dei comportamenti sessualmente perversi degli italiani in una conferenza presso l’Università Bicocca di Milano. Da anni mi occupo di questi e altri argomenti. Si tratta di forme di declinazione della sessualità umana che vanno dal normale al patologico e che sono presenti e assai diffuse nella nostra società. Ritengo importante che se ne possa parlare in un contesto istituzionale in modo serio e documentato, evitando facili strumentalizzazioni, moralismi semplicistici, isteriche drammatizzazioni, convulsi e offensivi attacchi. Un dibattito culturale e scientifico si fonda sul confronto dei saperi, sulla critica costruttiva, sui dati delle ricerche e di certo non sull’emozione di un aprioristico rifiuto. A mio avviso, non sempre è opportuno che “le perversioni personalissime rimangano in casa propria” come vorrebbe l’onorevole Volontè nel suo intervento. Sicuramente è più difficile, ma forse anche più responsabile e maturo, che ciò che ci scandalizza o che non capiamo o che ci fa paura possa essere affrontato e spiegato. Norma, deviazione e trasgressione devono invece rimanere al centro delle nostre riflessioni. Perché ci appartengono. Comunque. Invito Lei e l’onorevole Volontè alla conferenza, certo di poter avviare una discussione stimolante e creativa.
Alberto Caputo, Psichiatra e psicoterapeuta
Con questa precisazione il Magnifico Rettore conferma che quanto riportato nel mio articolo risponde al vero. Le fonti di informazione sulle quali si basa il mio pezzo provengono dai siti Internet dei promotori: il fondo con il quale gli studenti potranno vedersi finanziato il proprio convegno è “pubblico”. Nessuno vuole invitare il Rettore a vietare convegni su temi di carattere culturale o scientifico. Immaginare però che l’iniziativa sul masochismo rivesta una qualche valenza culturale-scientifica è un’impresa ardua anche per un magnifico rettore come Marcello Fontanesi. Quanto all’invito del professor Alberto Caputo, attendo di ricevere il materiale del Congresso europeo, per valutare quanto la mia presenza possa essere utile. Resto comunque dell’avviso che questi temi rimangano oggetto di approfondimento degli studi psichiatrici privati o di convegni di studio tra esperti. In ogni caso, questa cultura del “vietato vietare”, rappresentata dalle rettifiche, non solo non mi appartiene, ma sono anche convinto che, dagli anni ’70 in poi, essa abbia prodotto solo danni e nessuna utilità alla società italiana. Università compresa.
Luca Volontè
Ma se Sparta piange Atene non ride di certo. Anche se forse, visto la nuova precisazione della precisazione del più prolifico fondamentalista d’Italia, qualcosa per sorridere ci sarebbe anche. Come minimo per l’iconografia:
CULTURE – ALBERTO GIANNINO & LA POLEMICA SUL CONVEGNO SADOMASO ALLA UNIVERSITÀ BICOCCA
(05/10/2008)
Gentile Elena Barracco, a me non piace fare polemiche con i lettori o gli scrittori di IMG PRESS, ma di fronte ad un cumulo di menzogne sono costretto a replicarle anche se non lo meritava. Innanzitutto mi fa piacere che lei non parli più del Sadomaso come una forma di sesso estremo, ma di pervesione sessuale, cioè con il linguaggio giusto e della psichiatria moderna. Come una forma di parafilia e cioè di una aberrazione sessuale uguale alla pedofilia o al feticismo e altre schifezze varie. Ed è una sua sconfitta. In secondo luogo lei mente sapendo di mentire. Afferma che io proibirei a certe persone di praticare il sadomaso ( non ho questo potere, neanche il Papa!). E’ il mio ultimo pensiero. Esprimo semplicemente le mie idee che evidentemente sono incompatibili con le sue perchè lei è anticlericale e laicista. E forse neopositivista logica, nonchè relativista etica e religiosa. Poi fa confusioni e strafalcioni storici tirando in ballo Galileo che, con il sadomaso, c’entra come i cavoli a merenda. Senza contare che il grande papa Giovanni Paolo II l’ha riabilitato e ha chiesto scusa per gli errori degli uomini di Chiesa nel Giubileo del 2000. Voi scientisti e razionalisti quando siete in difficoltà tirate in ballo sempre i soliti cavalli di battaglia contro la Chiesa: crociate, inquisizione, corruzione, avarizia del clero e vendita delle indulgenze. Ma non spiegate perchè il Cristianesimo dura da 2000 anni! E ci contestate il diritto di manifestare il nostro pensiero come si evince dal suo scritto. Io non ho mai detto di avere la verità in tasca ma ho esposto semplicemente la posizione del Magistero della Chiesa che a lei dà fastidio e le procura l’orticaria. Ma io che ci posso fare? Non dica infine sciocchezze. Io a scuola non devo conquistare i ragazzi e portarli ad aderire alla fede cattolica come lei dice, (che è compito esclusivo della catechesi parrocchiale) ma devo unicamente esporre i contenuti del cattolicesimo e di altre confessioni religiose, di altri sistemi di significato, cioè trasmettere cultura religiosa che , se non lo sapesse, è il fine principale della scuola. Si legga i trattati di pedagogia al riguardo. Insegnamento facoltativo (non obbligatorio) scelto dal 91% degli studenti italiani che sono 9 milioni. Che le piaccia o no. Non cerco di fare proselitismo e non ho alcun desiderio di cattura nei loro confronti. A scuola dialogo e mi confronto con loro, rispetto le idee altrui ma se non le condivido non mi faccio certamente mettere il bavaglio da nessuno, neanche da lei. Ok? Lei è incavolata nera perchè ieri sosteneva che il sadomaso non era solo manette e foulard, e aveva ben ragione cara Berracco. Eccome! E’ qualcosa di peggio, di aberrante, di animalesco. L’uomo razionale che diventa animale senza l’uso della ragione magari accoppiandosi con sconosciuti… Si legga attentamente le varie tecniche del sadomaso che , è vero, ho riportato con copia e incolla. Sa, signora, mi deve perdonare, io di queste pratiche trasgressive, non ho competenze (l’uso dell’urina, del clistere, degli escrementi e altre schifezze varie). Io non proibisco niente a nessuno, però non mi chieda di condividerle. Da ultimo che delusione le sue ingiurie ed offese: chi non condivide il sadomaso, è represso, è isterico, è frustato. Complimenti per la sua tolleranza, per il suo pluralismo e rispetto delle idee altrui. Evidemente ha studiato con profitto Voltaire e John Locke due filosofi passati alla storia per la loro tolleranza. Io comunque ( e ora l’ha capito bene ) non rinuncio a tacere per “conformarmi alla mentalità di questo mondo” come diceva San Paolo. Non sono un cattolico vile, molle e pavido, che rasenta i muri. Cerco di essere “forte nella fede” (come diceva San Pietro) pur essendo un peccatore. E questo le dà terribilmente fastidio e le procura dei violenti mal di testa con tanto di nervi scoperti da curare. Stia serena, stia pacata, e stia calma. Rimanga pure nel suo scetticismo, nel dubbio, e nella contestazione sistematica della Chiesa, ma non mi porterà dalla sua parte. Mi spiego piuttosto qual’è il senso culturale, su cui tutti sorvolate abilmente, di tale iniziativa (unica al mondo) in un Ateneo che in teoria è prestigioso. La invito, comunque, cortesemente, a non ricorrere ad insulti, perchè significa che non ha argomenti, il che per chi difende tale pratica, è davvero il massimo ed è segno quanto meno di ignorare le cose. Almeno io ho parlato con specialisti e con un teologo moralista e mi sono convinto che, se questo convegno non passerà, è un bene per tutti. E le assicuro che dopo aver riportato a galla la notizia (che era tenuta ben nascosta essendo tale convegno già saltato nel giugno scorso ndr) non si farà. Lo facciano nei collettivi omosex con i soldi dell’Arcigay, ma non in un Ateneo con i soldi pubblici dove l’offerta formativa è ben altra. Che differenza di stile tra lei e il prof. Alberto Caputo psichiatra milanese e relatore alla Conferenza sul sadomaso. Ma, diceva Manzoni, se uno lo stile non ce l’ha, non se lo può dare. La polemica per me è chiusa e non intendo rispondere a lettere insulse, confuse, irrazionali e senza argomenti se non ricorrendo ad insulti o a menzogne; pratiche che già conosco da tempo che voglio solo gettare discredito e delegittimare l’avversario. Unicamente perchè ha un altro pensiero.
Tanto le dovevo.
Alberto Giannino
Ora, mi rendo conto che alla luce di quanto ho scritto finora il prossimo passaggio mi marchia automaticamente come imbecille, ma dopo un simile bombardamento purtroppo anche io non sono riuscito a trattenermi:
CULTURE – AYZAD DICE LA SUA SUL CONVEGNO DI BICOCCA
(05/10/2008) In qualità di relatore del convegno sul BDSM di cui si sta tanto scrivendo in questi giorni leggo con sincero sgomento gli sviluppi di una diatriba letteralmente incredibile, che sento il dovere di riportare su toni più razionali. L’argomento del contendere è un comune seminario di poche ore su un aspetto dell’esperienza umana che secondo le statistiche coinvolge personalmente poco meno di quattro milioni di italiani. Convegni analoghi si svolgono senza alcun problema da almeno vent’anni nelle università della maggior parte dei paesi civilizzati, e l’unica vera novità riguarderà l’esposizione di dati scientifici che nello specifico sono già stati accolti con estremo interesse dalla comunità internazionale dei ricercatori al Convegno Europeo di Sessuologia dello scorso aprile. A tutt’oggi non mi risulta che né l’ateneo, né alcuna delle persone che si sono sentite in dovere di criticare (o difendere) l’incontro abbia richiesto una copia dei contenuti che il prof. Caputo e io intendiamo presentare in Bicocca: l’intera contesa si basa pertanto su supposizioni infondate e ciò mi lascia profondamente amareggiato, non solo per le aperte ingiurie rivolte senza motivo al nostro lavoro. È evidente e perfettamente normale che ci siano persone che per inclinazione personale, dogma o incomprensibile strumentalizzazione non condividano l’interesse nello studio di fenomeni che pure riguardano un adulto su dieci. Io stesso, per esempio, non provo alcuna attrazione verso il gioco del calcio benché questo sia venerato da una ben più grande proporzione di italiani. Ciò nonostante ritengo che nel XXI secolo e in uno Stato che garantisce costituzionalmente la libertà di pensiero, di riunione e lo sviluppo della cultura e della ricerca sia altrettanto normale e doveroso esercitare maggior tolleranza verso chi la pensa diversamente da noi. Per tornare all’esempio, così come io evito di andare allo stadio o di insultare Totti, sono certo che i detrattori del convegno organizzato dal KOB non si debbano sentire obbligati a esserne coinvolti o a imbastire crociate diffamatorie. Detto questo, rinnovo comunque a tutti l’invito a unirsi a noi in occasione del seminario per ascoltare, comprendere e naturalmente anche confrontarsi con serenità, se sarà utile per una reciproca crescita culturale. Tutto sommato i convegni servono a questo.
Ayzad
Mentre la diatriba impazzava, anche il resto del web si era scatenato. Della polemica parlano così molti blog sia italiani che stranieri, e visto il clima da circo a tre piste non mancano i tentativi di approfondimento, fosse anche solo per farsi i dispetti l’un l’altro:
IMG PRESS INTERVISTA I PROTAGONISTI: AYZAD, UN APPASSIONATO DEI PIACERI DELLA VITA COME CE NE SONO TANTI
(12/10/2008)
La sua non è una quel che si dice una formazione teorica. Non è un sessuologo e non ha studiato psichiatria. Ma sa tutto di bondage, sadomaso e fetish per esperienza diretta. Li pratica da quando aveva diciotto anni ed oggi alle soglie dei quaranta sente di aver trovato il suo equilibrio fra piacere e dolore. Ha scritto “BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo” , che è considerata da studiosi e praticanti la Bibbia del sesso oltre i tabù. Ha cambiato diversi nomi nel corso della sua vita, attualmente si firma Ayzad. Insieme a Caputo dovrebbe tenere alla Bicocca la famosa conferenza sul BDSM proposta dal KOB, il collettivo degli studenti omosessuali.
Da esperto e praticante, puoi spiegarci cos’è nella realtà l’erotismo estremo e cosa si prova nel viverlo?Nonostante termini come “erotismo estremo” o “BDSM” possano apparire minacciosi si riferiscono a comportamenti piuttosto comuni, riassumibili semplicemente nella volontà di esplorare in sicurezza l’intero spettro delle sensazioni e le emozioni sperimentabili. Si tratta di riappropriarsi razionalmente di quella grossa parte di esperienze da cui la nostra cultura ci ha allontanati negandoci numerose emozioni che fanno pur parte dell’essere umani. Ciascuno vive questa esplorazione secondo i propri gusti, ma vi sono basi comuni che fanno la differenza fra un’arte erotica e il caos: una divisione netta di ruoli secondo cui un partner dirige l’esperienza e l’altro accetta e assapora le sensazioni che ne derivano; il rispetto di principi che tutelano il benessere di entrambi prima, durante e dopo; grande comunicazione, tolleranza e rispetto reciproco. Vivere questo tipo di sensualità, che ovviamente non è alternativo ma complementare alla sessualità più canonica, conduce necessariamente a conoscere meglio sé stessi e il partner e di conseguenza a rapporti più profondi e maturi. Un divertente effetto collaterale è l’attivazione del pensiero critico: quando si è abituati a mettere alla prova le “certezze” in camera da letto diviene naturale anche un atteggiamento meno passivo nei confronti di tutto il resto, dalla politica alle pubblicità e i messaggi provenienti dai media. Per correttezza va detto pure che, in un ambito che coinvolge un adulto sessualmente attivo su dieci (quindi in Italia parliamo di circa 4 milioni di individui), chiaramente è impossibile generalizzare. La consapevolezza di quanto ho descritto varia quindi notevolmente da persona a persona.
Si gode perché si trasgredisce o si trasgredisce per godere? È il concetto stesso di “trasgressione” a non far parte di questa cultura erotica. Chi ne è veramente coinvolto non agisce con l’idea di gabbare autorità costituite o immaginarie, ma semplicemente di vivere serenamente la propria vita. Fra queste persone è anzi piuttosto diffuso un senso etico molto forte e un grande rispetto delle leggi e dei limiti fisiologici imposti dalla natura. In effetti si dedica molto tempo a studiare quali siano i confini da non superare proprio per poi potersi muovere con la massima libertà al loro interno.
È possibile conciliare Bdsm (bondage, dominazione, sadismo, masochismo) e vita di coppia? Assolutamente sì. Perché non dovrebbe?
Ho letto che sei fra gli organizzatori dei Secret Fetish Party, riservati ai maggiorenni. Per entrare occorre esibire un documento d’identità. Che cosa sono? Incontri di gruppo a sfondo sessuale? Secret è il nome di una festa a cadenza grossomodo stagionale che ha replicato in Italia eventi che si svolgono da vent’anni abbondanti in quasi tutto il mondo. Si tratta di una serata dedicata a chi ama l’estetica fetish, cioè l’esaltazione della sensualità attraverso abbigliamenti particolarmente curati e insoliti. Vi partecipano parecchie centinaia di persone provenienti da tutto il paese e occasionalmente dall’estero per ballare, vedere esposizioni artistiche, performance e presentazioni di moda a tema. Basta visitare il sito www.secretfetishparty.com per farsi un’idea precisa di cosa avvenga in un evento simile, che in realtà è molto più casto di tante normali serate in discoteca, e sicuramente più sano. Il divieto d’accesso ai minori è una semplice forma di rispetto nei confronti sia di chi non ha ancora la maturità per comprendere il senso della festa, sia di chi vi partecipa.
Che genere di pubblico attirano? Più donne o più uomini? L’età del pubblico è estremamente eterogenea, con una divisione pressoché uniforme fra uomini e donne. Si tratta, come sempre, di persone assolutamente normali con il gusto di vivere in serenità anche passioni fuori dalla norma. Va tenuto comunque presente che fetish e BDSM sono mondi differenti, che spesso si sovrappongono ma vivono di stimoli diversi. Il fetish è un’estetica di seduzione portata all’estremo; il BDSM è portare all’estremo quel che viene dopo la seduzione.
Oltre alle serate dedicate al feticismo, promuovi altri eventi a tema? Se sì, di che genere? Attenzione: anche feticismo e fetish sono cose diverse, perché il primo è l’erotizzazione totalizzante di un dettaglio, mentre il secondo è solo la spettacolarizzazione glamour dell’estetica dei dettagli. Per risponderti, sono coinvolto da diversi anni nell’organizzazione di eventi sia fetish che BDSM che puoi trovare descritti anche sul mio sito, www.www.ayzad.com. Uno di questi si chiama per esempio Sadistique ed è un incontro mensile rivolto più specificamente agli amanti dei giochi di dominazione.
La polemica Bicocca dimostra che la nostra cultura non è ancora pronta a fare i conti con le sue fantasie erotiche. Come amante del sesso oltre confine, ti sei sentito offeso? Forse mi sarei dovuto offendere per gli insulti che mi sono stati rivolti, ma il loro tono era così infantile e sprovveduto da commentarsi da sé e non meritare risposta. Diciamo piuttosto che sono rimasto sconcertato dalle reazioni e gli atteggiamenti emersi per il semplice annuncio di un convegno. Il fatto che certi ambienti si siano dati immediatamente al linciaggio senza nemmeno chiedersi il perché, indica non solo una diffusa ignoranza, ma soprattutto il terrore superstizioso delle più minime diversità. Una condizione davvero inquietante. Se la notizia di uno psichiatra e un saggista che presentano dati scientifici provoca una simile caccia alle streghe, rabbrividisco pensando a quali reazioni possano trovarsi quotidianamente esposte persone con diversità più “scomode” quali il colore della pelle, le idee politiche o un partner omosessuale. L’unico conforto è che da un pasticcio come questo possa nascere un’occasione di confronto e crescita per tutti.
Di cosa parlerai all’Università? Farai vedere con te qualche attrezzo del mestiere (fruste, borchie, stivali di pelle…)? Adesso come adesso vorrei ancora capire se e quando si terrà questa famigerata conferenza, dato che non ho più ricevuto alcuna notizia ufficiale al riguardo. I contenuti che volevamo presentare già a giugno scorso, quando l’incontro è stato censurato all’ultimo momento, erano quelli di una ricerca che il professor Caputo e io avevamo già portato all’ultimo Convegno Europeo di Sessuologia con ottimi riscontri. Riassumendo, i dati indicano che il BDSM è molto diffuso, che è completamente diverso dal sadomasochismo patologico e che è addirittura positivo per l’armonia di coppia e l’individuo, al punto che alcuni aspetti di questo modo di relazionarsi andrebbero presi come esempio. Inoltre viene chiarita quale sia la realtà dell’erotismo estremo rispetto alle sue assurde rappresentazioni “esterne” e le regole su cui si fonda – in modo da delineare un ambito in cui i professionisti possano studiarlo compiutamente. Dato il contesto era prevista infine una sezione rivolta agli studenti per metterli in guardia da un approccio errato a questo tipo di sessualità alternative e ovviamente uno spazio di domande e risposte. Con tutto quel che sta accadendo non escludo però che il discorso si sposti anche su temi quali la tolleranza, la censura o la libertà di pensiero. Abbiamo ripetutamente invitato anche i nostri detrattori nella speranza di poter aprire un dialogo costruttivo… Staremo a vedere che succede, ma sicuramente non ci saranno show con giocattoli strani. Mi pare che di mordacchie se ne siano viste già a sufficienza così.
Per concludere, una domanda personale. Di te si sa poco o niente. Sei nato nel 1969, hai cambiato nome diverse volte, sei considerato il guru del Bdsm. Ma chi è veramente Ayzad? Sono semplicemente un appassionato dei piaceri della vita come ce ne sono tanti. A differenza di altri ho perseguito la mia passione con continuità, finché a furia di imparare e di rispondere alle domande di altri appassionati ho raccolto le mie scoperte in un libro (BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, ed. Castelvecchi) per rendere più facile il percorso a chi volesse avventurarsi sullo stesso sentiero. Così come dopo tanta pratica un ragazzino che suona nel garage può improvvisamente diventare una star della musica, quel libro mi ha portato a essere una star di un campo verso cui c’è molto interesse ma poca informazione, e così sto diventando sempre più Ayzad e sempre meno anonimo giornalista. Per il resto rimango però una persona normale, con una vita assolutamente normale che mi regala emozioni normalmente straordinarie.
Elena Barracco
Ovviamente non manca nemmeno un nuovo comunicato di ripicca, che stavolta trascende ogni civiltà arrivando a darmi del “pedofilo socialmente pericoloso”. Sto ancora valutando se sporgere querela per diffamazione o avere pietà. Il fatto che sia notoriamente un sadico spietato lascia tuttavia sospettare come andrà a finire. Notate, prego, come la redazione non sia riuscita a mantenere l’escalation di tette e culi delle foto di accompagnamento e, soprattutto, la comparsa di un intero “Comitato anti convegno” che mi risulta sia esistito solo nella fantasia di chi scriveva:
CULTURE – ALBERTO GIANNINO REPLICA A CAPUTO & AYZAD SUI GIOCHI
EROTICI (12/10/2008)
Caro direttore, se mi consenti, io non ci sto a passare per fesso a causa della mancanza intellettuale dello psichiatra Alberto Caputo che comunque è stato educato intervendo con pacatezza nella polemica sul convegno dedicato al sadomasochismo in un’università Bicocca a Milano nel suo decennale contrariamente al sedicente Ayzad scrittore di una guida su questa pervesione o deviazione sessuale che si vergogna di dire il suo nome e cognome celandosi dietro un comodo alias. Cosa teme? Ha forse paura della caccia alle streghe, dei roghi dell’Inquisizione o di perdere la faccia nella società civile? Ciò che mi fa incavolare è che sia Caputo sia il sedicente Ayzad non usano volutamente per il sadomaso il termine riconosciuto dagli psichiatri di tutto il mondo di “perversione o deviazione sessuale”. Parlano con un linguaggio soft di sesso estemo, di sesso spinto, di trasgressioni, e di giochi erotici. No, cari signori. Queste balle raccontatele a chi ci crede. E’ una forma di parafilia come la pedofilia, e come altre parafilie minori che fannno schifo solo a citarle (urofilia, coprofilia, zoofilia e clismafilia, ecc.). cioè uno si eccita se fa sesso con i cadaveri e gli animali oppure si eccita se fa uso di urina, di feci e di clisteri. Ecco ciò che non dicono i due relatori del Convegno della Bicocca. Altro che parlare di mie presunte offese e fare i finti indignati stracciandovi le vesti. Se sono onesti devono dire fino fino in fondo cos’è la perversione sessuale. Circa il sadomaso alla Bicocca di Milano – e chiudo- ha dato fastidio perchè io ho parlato di manette, catene, di foulard di seta, di corda, di nastro adesivo, di scarpe di cuoio da leccare, di fruste, e di fili di ferro. E ovviamente di dominato e dominatore, dolore, sofferenza, e piacere. Senza contare, ahimè, anche qui l’uso di feci e di urine su cui però i due relatori tacciono rigorosamente. Non dovevano trapelare, ma mettre tutti davanti al fatto compiuto. Complimenti, questa si che è serietà. Lo psichiatra Caputo sa benissimo che se dicesse queste cose ( che sono vere e trovate su tutti i manuali di psichiatria mondiale) salterebbe il convegno e il suo nome non passerebbe alla storia (almeno a quella del decennale della Bicocca) e i suo cachet. Il sedicente Ayzad che pontifica e non dice neanche quali sono i suoi titoli accademici… perderebbe il business della vendita del suo libro su queste perversioni sessuali. Ecco, io non nulla contro questi due signori, ma non mi piace il loro metodo di dire mezze verità. No, se volete fare il convegno alla Bicocca dovete dire tutto prima proprio per quella onestà intellettuale a cui vi richiamavo. E lei signor rettore della Bicocca Fontanesi, Professore Ordinario di Fisica Generale, per il decennale del suo Ateneo e per i 50 mila studenti iscritti, poteva dare il suo consenso ad altri convegni meno borderline e meno scurrili, rozzi e truculenti. Con tutto quello che sta succedendo nel mondo: recessione economica, banche che falliscono, miliardi che bruciano in Borsa, la politica estera, la globalizzazione, la riscoperta del sacro, angosticismo, l’Expo, le mafie, ecc. Cioè, mi pare di capire, mi corregga se sbaglio, se alla Bicocca si fa un convegno invitando un pedofilo socialmente pericoloso e uno psichiatra succede il finimondo, ma se lo si fa sul sadomaso tutto va bene madama la marchesa. E questo vale per il pissing o altre schifezze varie. Faccio infine rilevare che tutti coloro che praticano forme di parafilie sono dei pazienti con patologie psichiatriche gravi che vanno curate con dei percorsi ad hoc dopo averle valute con diagnosi ovviamente differenziate. Sulla morale, la grande asssente in questo dibattitto, e tuttavia convitato di pietra, mi limiterò a citare non Gesù Cristo e nenache Benedetto XVI ma un Premio Nobel per la letteratura : Bertrand Russel deceduto nel 1970, filosofo e matematico tra i più grandi del XX secolo che ha scritto non una guida, ma oltre 25 libri, numerosi saggi, trattati e tutti di grandissimo spessore culturale. Egli affermava : “Senza la moralità civile le comunità periscono; senza moralità privata la loro sopravvivenza è priva di valore” (Autorità e l’individuo). E il lord inglese non era certamente cristiano visto il libro che ha scritto nel 1957 sul Cristianesimo…
Cordiali saluti. Alberto Giannino (comitato anti convegno sul sadomaso Università Bicocca di Milano)
Il brutto delle guerre di logoramento è che prima o poi le fazioni in campo si logorano davvero, e a quel punto può succedere che sbattano in faccia all’avversario i loro pezzi da novanta, come nell’inevitabile replica del mio correlatore:
LA REPLICA DI ALBERTO CAPUTO ALLE TESI DI GIANNINO
(14/10/2008)
Cara Elena (e Caro Direttore), ho la spiacevole impressione che i toni delle repliche su IMG Press del Prof. Giannino vadano oltre la correttezza formale auspicabile in un sano confronto di idee. Egli sembra confondere le parafilie patologiche (nelle quali sono comprese il voyeurismo, l’esibizionismo, il frotteurismo, la pedofilia e tutte le parafilie non altrimenti specificate) codificate all’interno dei sistemi diagnostici ICD10 e DSM IV-TR con le pratiche del BDSM o con il feticismo e il feticismo di travestimento che invece appaiono sempre di più fenomeni sociali o comunque interessi sessuali relativi ad una significativa frangia della popolazione. Premesso che le classificazioni nosologiche di questi comportamenti sessuali sono attualmente oggetto di forte critica e revisione da parte del mondo scientifico in quanto basate in più punti su assunti lontani dalla “evidence based-medicine” cioè orientate da pregiudizi normativi e non statistico-operativi (vedi Reiersol & Skeid [2006] oppure Moser [2001]), voglio ricordare che anche l’omosessualità è stata considerata una malattia dalla WHO (World Health Organization) e dall’APA (America Psychiatric Association) fino a poco più di due decadi fa e come tale inclusa nei due manuali. Un comportamento parafilico viene invece considerato patologico quando “causa disagio clinicamente significativo o compromissione dell’area sociale, lavorativa o altre importanti aree di funzionamento – oppure – sofferenza psicologica o fisica in un’altra persona non consenziente”. I risultati pubblicati due mesi fa dal gruppo australiano di Richters sul Journal of Sexual Medicine, la più autorevole rivista di sessuologia “evidence-based”, supportano invece l’idea che il BDSM sia semplicemente un interesse sessuale o una sottocultura dalla quale è attratta una minoranza e non un sintomo patologico di un pregresso abuso e l’effetto di una difficoltà con il sesso “normale”.
Alberto Caputo
So che adesso vi aspettate un nuovo delirio logorroico, ma no. In quegli stessi giorni Alberto Giannino si deve occupare di altri problemi: è stato infatti sospeso senza stipendio dall’insegnamento per una questione che non ha nulla a che fare con il BDSM, e contemporaneamente il KOB pubblica infine l’annuncio formale del nuovo convegno. Il formato è un po’ funereo, ma dovrebbe essere a prova di critica:
E’ con grande piacere che vi invitiamo a partecipare alla conferenza
Questione di Ruoli!
Un’introduzione scientifica al fenomeno del BDSM di Alberto Bignardi – 17/06/2008
Questione di Ruoli, un’introduzione scientifica al fenomeno del BDSM(Bondage Discipline Sado-Masochism)
Conferenza che si terrà
giovedì 30 ottobre 2008h 14.30aula U6-4 (piano -1)
presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, Piazza dell’ Ateneo Nuovo 1, Milano
Interverranno:
Ayzad – Giornalista ed esperto di BDSM in Italia Alberto Caputo – Psichiatra e componente dell’ Associazione Italiana Sessuologia e Psicologia Applicata
All’annuncio segue un sobrio comunicato stampa, che viene ripreso da numerosi blog…
IN BICOCCA IL PRIMO CONVEGNO UNIVERSITARIO SUL SADOMASOCHISMO IN ITALIA
Uno studio oltre i pregiudizi su un fenomeno che coinvolge 4milioni di italiani Milano, 28 ottobre 2008
Occhi puntati sulla Bicocca, dove giovedì 30 ottobre si terrà un controverso convegno, previsto originariamente lo scorso giugno ma annullato all’ultimo momento per la delicatezza dei temi trattati. L’argomento di Questione di ruoli – un’introduzione scientifica al fenomeno del BDSM è infatti il sadomasochismo, un soggetto capace di scatenare forti reazioni istintive. Per l’Italia si tratta di una novità: se nel resto del mondo convegni simili vengono abitualmente proposti in ambito scientifico, nel nostro paese è la prima volta che le istituzioni universitarie dedicano uno spazio allo studio delle sessualità alternative.
Il convegno organizzato dal KOB, il collettivo degli studenti omosessuali dell’ateneo, prende spunto da un innovativo seminario presentato in primavera al Congresso della Federazione Europea di Sessuologia tenutosi a Roma. La tesi, sostenuta da numerosi studi internazionali, è che sia necessario distinguere il BDSM (sigla di“Bondage, Dominazione, Sadismo e Masochismo”) e la sua sorprendente etica dalle perversioni patologiche. Ciò comporta il rifiuto di molti preconcetti senza fondamento concreto e soprattutto un’informazione critica, lontana dagli stereotipi paradossali forniti dai media.
“Il punto è mettere da parte i pregiudizi scatenati dalla paura viscerale per il lato oscuro che è presente in ciascuno di noi e studiare il fenomeno con sereno rigore scientifico.” dichiara il relatore Alberto Caputo, psichiatra e sessuologo dell’Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata (AISPA). “Come diremo al convegno, così facendo si scopre per esempio quanta violenza e non consensualità possa esserci in relazioni apparentemente “normali”, in cui l’istinto di dominazione e sottomissione non è incanalato nel gioco ma si manifesta come serissimo disagio.”
Che un simile studio non sia solo una morbosa curiosità lo mostrano le significative dimensioni del fenomeno, come spiega il correlatore Ayzad, massimo divulgatore italiano con il suo libro BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo (Castelvecchi). “Le ricerche indicano che in Italia un adulto su dieci pratica qualche forma di gioco erotico di dominazione, per un totale di poco meno di quattro milioni di persone, quanto l’intera provincia di Milano. Quando qualcosa è tanto diffuso è assurdo relegarlo agli scoop scandalistici: al seminario vedremo anche quali sono la realtà e i trabocchetti di quella che si può definire un’intera sottocultura”.
…e arriva finalmente il giorno del convegno. Scherzando con gli amici dicevo di aspettarmi una scena di battaglia campale: i papisti e il loro comitato da una parte, i sadomasochisti (che da numerose community avevano nel frattempo dichiarato tutta la loro indignazione e la volontà di partecipare in massa) dall’altra.
Invece, sorpresa sorpresa, abbiamo trovato l’università decisamente tranquilla. La colpa è stata anche di un evento di sfiga frattale per cui quello stesso giorno l’intero popolo italiano si era trovato costretto a scendere in piazza per protestare contro una devastante riforma della scuola. Logico quindi che farsi prendere a sprangate dagli squadristi abbia avuto la priorità rispetto alla nostra piccola conferenza: al posto delle centinaia di curiosi del giugno scorso hanno partecipato poche decine di persone, tutte molto amichevoli e interessate. Ovviamente di Volontè, Giannino o altri detrattori non c’era nemmeno l’ombra, mentre erano presenti diversi blogger e la valente Elena Barracco, che si è detta soddisfatta del risultato come ha scritto nell’inevitabile articolo conclusivo:
CHI DI VOI PRATICA BDSM? ALLA FINE, PIÙ CHE UNA CONFERENZA È STATA UNA SORTA DI TERAPIA DI GRUPPO
31/10/2008
Si è chiusa l’epopea della Bicocca. La conferenza sul sadomaso alla fine s’è fatta. Ma non c’era niente di ciò che strillavano e temevano i paladini del buon costume. Senza fruste e senza inganni, ipocrisie e falsi perbenismi hanno lasciato il posto ai dati ed alle statistiche. Il BDSM piace sia agli etero che agli omosessuali, ha le sue regole e i suoi cliché. È molto diffuso, circa una coppia su dieci lo pratica, anche se controverso. È difficile trovare una definizione che accontenti sessuologi e praticanti. È più semplice mettere tutti d’accordo stabilendo ciò che non è. Il BDSM non è una malattia o parafilia per usare un termine medico. Non è violenza sessuale. Non deriva da abusi subiti in tenera età. Detto questo, il resto è dominio della fantasia e della sperimentazione. Comprenderlo a pieno dall’esterno è impossibile. L’unica via per accedere nei meandri del sadomaso è provarlo. Giocare il gioco della sessualità disinibita e consapevole. Ed è proprio la consapevolezza di se stessi e del partner il tasto su cui hanno premuto i due relatori, lo psichiatra Alberto Caputo e il praticante Ayzad. Spingersi oltre gli steccati del consueto richiede una conoscenza dei propri limiti e dei propri desideri superiore alla media. Tutti, anche i moralizzatori non richiesti, hanno delle perversioni. Tutti e sottolineo tutti hanno delle fantasie sessuali che vanno al di là del vanilla sex, il sesso cosiddetto normale. La differenza fondamentale è fra chi ne ha coscienza e lo accetta e chi lo reprime e tenta di censurare gli altri per censurare se stesso. Ammettere le voglie più trasgressive, che sia il sadomaso o qualsiasi altra cosa, è terapeutico. Fa bene a se stessi e alla coppia. Così come faceva un gran bene ieri partecipare a quel convegno perseguitato. Peccato non sia venuto nessuno dei censori. Sarebbero stati costretti ad arrendersi all’evidenza, di fronte ad una presentazione scientifica (anche troppo) del fenomeno. E a un pubblico di studenti attenti e preparati. Che hanno fatto tantissime domande e che non hanno esitato ad alzare la mano quando Ayzad ha chiesto: “Chi di voi pratica BDSM?”. Alla fine, più che una conferenza è stata una sorta di terapia di gruppo. Per sfatare falsi miti e guidare i più giovani alla scoperta della sessualità oltre i tabù. Con tanto di consigli su come evitare fregature, uno su tutti, tenersi alla larga dal virtuale (buono solo per incontrare gente). E con tanto di motivazioni che spingono ad aprire la porta del sadomaso in modo sbagliato. Quelli che lo fanno sperando nel rimorchio facile, hanno fatto male i conti. È probabile che continuino ad andare in bianco tanto quanto prima se non peggio. Il BDSM non è il rifugio di sfigati e maniaci sessuali. E il desiderio di essere dominate è una delle fantasie erotiche più diffuse fra le studentesse universitarie… Ma questa è già un’altra storia. È la nuova ricerca di Caputo. Che siamo certi porterà alla luce risultati sorprendenti. E darà nuovo fiato alle polemiche di chi pensa che godere sia peccato mortale.
Elena Barracco
Se dopo aver letto tutta questa roba siete curiosi di sapere quali sconvolgenti nequizie abbiamo rivelato in Bicocca, potete scaricare qui un documento .pdf (qui c’è il programma con cui visualizzarlo) con le slide della conferenza. I ragazzi del KOB mi dicono che, prima o poi, in rete sarà disponibile anche la videoregistrazione dell’incontro. Se invece preferite fidarvi di commenti dall’esterno, copio con piacere qui un’ultima documentazione proveniente dal blog di una delle ragazze che hanno partecipato al convegno:
Ottobre 31, 2008 Lezione di BDSM
Oggi ho avuto la fortuna di assistere al primo convegno universitario italiano sul BDSM, dal titolo “Questione di ruoli – un’introduzione scientifica al fenomeno del BDSM”. Un’esperienza davvero interessante e formativa, che spero abbia arricchito molte altre persone e abbia aiutato chi era digiuno dell’argomento a confrontarsi con il BDSM in maniera serena e veritiera, senza menzogne, pregiudizi e ipocrisie. Non come certi giornalisti che pur di fare notizia non si prendono neanche il disturbo di documentarsi e sparano una marea di stronzate pulp,disinformando e contribuendo all’ottusità sociale. Ero davvero contenta -per non dire entusiasta – di essere lì, e forse si notava un po’ troppo, visto l’entusiasmo da secchiona esaltata con cui alzavo la mano, annuivo, ridacchiavo o dissentivo apertamente. Durante questa lezione speciale ho trovato un’ulteriore conferma alla mia visione del BDSM (leggete nei commenti) e della sessualità in generale, ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere e ho imparato alcune cose nuove (mi piace imparare). Per un paio d’ore ho anche provato nostalgia dei miei giorni da vera spugna dedita esclisivamente ai piaceri del sapere. Ma mi è passata subito, non appena mi sono ricordata del mio status di universitaria un po’ sfigata. Appena posso racconterò tutto in maniera più approfondita, perchè l’argomento – anche per come è stato trattato – merita davvero la massima attenzione e mi sta molto a cuore. Ecco uno stralcio dei commenti scatenati da “Sophie è stata a un convegno sul BDSM”, sul mio account Fb: Il convegno, organizato dal KOB, trattava di sessuologia, con tanto di professore e autore di un libro molto famoso nel settore, e credo che la tematica fosse profondamente nonviolenta. E’ stato molto interessante e personalmente credo che se i soldi fossero usati per fare cose del genere, che aprono lo mente, o per lo meno ti danno un PDV diverso su qualcosa che soffre di pregiudizi e tabù, e che fa soffrire persone perchè ci sono pregiudizi e tabù che limitano l’espressione personale, ben venga!!! E cmq, il BDSM è una cosa molto meno diversa di quanto si potrebbe pensare. Ripeto, soldi ben spesi, sempre che ce ne siano stati, perchè era assolutamente no frills, una semplice lezione, molto educativa, direi. Ora sono stremata e andrò a dormire. Studiare (e lavorare) stanca.
…era il caso di fare tanta cagnara?
Post scriptum Il karma è una cosa meravigliosa. Volete sapere che fine ha fatto Giannino, quello che mi aveva accusato (fra le tante cose) di essere un pedofilo e che faceva tanto la voce grossa a condannare i gay? Beh, ovviamente è stato arrestato per pedofilia – omosessuale, ça va sans dire.