Oggi ho delle domande per voi. Ma vediamo prima le notizie.
Secondo il San Francisco bay guardian, la signora Beatrice Stonebanks è una consulente aziendale con un approccio piuttosto particolare verso il team building. Ispirata dai suoi 16 anni di esperienza come mistress nella vita privata, ha infatti portato la filosofia e l’etica del BDSM negli uffici dei clienti che le si rivolgono, con un corso di management molto particolare intitolato ‘Principi di addestramento per dominatrici aziendali: come usare sesso e potere per aumentare le vendite’.
I seminari non fanno parte della sua offerta professionale ufficiale, ma vengono organizzati tramite la Society of Janus, una delle più antiche associazioni al mondo per la promozione delle sessualità alternative – la cui newsletter viene curata dalla Stonebank stessa. Le lezioni che propone sono ben diverse dai concetti fumosi di manuali di management come The corporate dominatrix (sì, è un libro vero): le idee di fondo sono la negoziazione di limiti e consenso, un approccio concreto, tenerezze post-sessione e soprattutto seduzione. Quest’ultima può essere intesa letteralmente o come metafora professionale. Pare che il metodo abbia conquistato numerosi seguaci entusiasti, e di certo le ha fatto guadagnare una notevole reputazione.
Ma vi avevo promesso delle domande, quindi eccole qua. Vedete, sto cercando di capire cosa significhi davvero una notizia del genere, e mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni. Portare il BDSM in sala riunione è un’innovazione esaltante, o un segno dei tempi disperati che sta vivendo il mercato del lavoro? Il concetto di “dominatrice aziendale” ha un senso o no? È solo una trovata pubblicitaria? E qual è il ruolo femminile in tutto ciò? Adottare comportamenti seduttivi e dominanti sul lavoro è una celebrazione della propria femminilità, o un’ultima risorsa per sopravvivere a un ambiente ancora prevalentemente maschile?
E poi: uno dei temi trattati dal mio ultimo libro è proprio se trasformare le proprie preferenze erotiche in un lavoro possa essere visto come un successo personale, o come uno svendere le proprie passioni per resistere a un mercato del lavoro ostile. Voi che ne pensate, e perché? I commenti sono aperti…