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Cosa ho imparato da una convention BDSM

Come avete passato lo scorso fine settimana? Io l’ho trascorso rinchiuso in un hotel nel ridente sobborgo romano di Spinaceto, per partecipare alla seconda BDSM Conference italiana. Si è trattato di un’esperienza unica, molto interessante e decisamente diversa da come è stata descritta da certa stampa: tre giorni pieni di rivelazioni che mi sembrava brutto non condividere con voi.

L’eros estremo non dà più scandalo
Sarà per l’effetto dell’ossessionante campagna pubblicitaria di 50 sfumature di grigio, sarà per i decenni di divulgazione, sarà per la crisi economica che ha reso ogni esercizio commerciale molto più accogliente di un tempo, ma uno degli aspetti più scioccanti del weekend è stata la tolleranza dimostrata verso i partecipanti. Immaginate un drappello di 150 persone circa che gira per l’hotel chiacchierando amabilmente di fruste e fisting; molti look discreti ma inequivocabili per i collari, l’abbondanza di pelle nera, i tacchi a stiletto altissimi e così via; diverse coppie omosessuali che giustamente si guardavano bene dal nascondersi; un gran cartello proprio all’ingresso che annuncia “BDSM Conference”. Immaginate un centro congressi ovviamente ad accesso riservato, ma in cui capitava spesso di vedere persone completamente nude, frustate, trafitte da aghi o bisturi, legate in bondage complicatissimi o abbigliate da strani animali. Immaginate due serate di giochi anche piuttosto intensi. E adesso immaginate le reazioni degli altri ospiti dell’albergo e del personale di servizio.
In una parola? Nessuna. Con l’eccezione di un paio di camerieri un po’ più bruschi del dovuto (ma forse fanno così con tutti), l’allegra combriccola è stata trattata né più, né meno dei membri di una qualsiasi altra convention. Per la delusione di coloro che ancora si buttano nei “giochini strani” per sentirsi speciali, pare che il mondo abbia finalmente capito che avere gusti erotici un po’ creativi non vuol dire essere dei babau terrorizzanti. Perfino in Italia, e a due passi dal Vaticano.

Non siamo più la provincia del mondo
Avendo girato un po’ il mondo, sostengo da parecchi anni che per quanto riguarda l’eros estremo l’Italia e gli italiani non abbiano molto da invidiare alle leggendarie “scene” straniere. Certo, altre nazioni contano più appassionati attivi pubblicamente, più locali, più iniziative… ma si tratta soprattutto di un effetto di mercato. All’estero ci sono aziende piccole e grandi che con le sessualità alternative ci lavorano, e hanno quindi tutto l’interesse a investire – magari anche poco – per coltivare la loro clientela, dandole motivo di acquistare prodotti e servizi. Qui da noi vige invece il mito che tutto ciò che riguarda l’eros debba essere gratis, pertanto quasi nessuno si impegna a creare situazioni di grande visibilità.
La preparazione e la creatività degli italiani tuttavia si percepisce anche in questo campo, e non appena ci sono occasioni come questa perfino gli “inarrivabili” stranieri dimostrano il loro apprezzamento. È successo in passato con certi eventi particolarmente ben riusciti, e così è stato anche in questo caso. Non solo la conferenza ha attratto partecipanti da tutta Europa, gli Stati Uniti e il Giappone – ma i relatori italiani si sono mostrati perfettamente all’altezza dei più blasonati colleghi esteri (beh, quasi tutti). L’unico handicap che ancora rimane al nostro paese è la poca voglia di osare, che rende iniziative originali come questa vere rarità.

Non si finisce mai di imparare
Proprio in questi giorni festeggio 28 anni di passione per il BDSM, durante i quali non ho mai smesso di studiare i moltissimi aspetti di questa splendida arte erotica. Ciò nonostante alla BDSM Conference ho seguito diversi workshop da cui ho imparato ancora nuove tecniche, nuovi approcci, nuove sfaccettature con cui non avevo ancora avuto occasione di confrontarmi. Qualche esempio? I seminari di ipnosi kinky di Lee Allure, l’esperienza quasi mistica della lucidatura degli stivali secondo Boi Annabelle, le elucubrazioni sull’empatia del kinbaku de La Quarta Corda, la strana filosofia primal di Bydarra, la narrazione elevata a pratica sessuale da Victoria Windsor, il mondo del pet play nell’interpretazione di Master Olivier, l’eccitante e a tratti esilarante bondage con strumenti di fortuna di Stefanos & Shay, una certa semiotica della dominazione spiegata da Stoltz Sinatra. E con ben 80 seminari, chissà cosa altro mi sono perso! Dopo un’esperienza così, ripensare ai tanti personaggi che infestano le community online e sostengono di sapere tutto e detenere la verità assoluta mette ancora più tristezza…

Siamo gli ultimi romantici
Durante la BDSM Conference ho avuto il piacere di fare da guida a diversi psicologi e sessuologi che si sono aggirati fra fruste e corsetti con gli occhi sgranati di un bambino a Disneyland. In molti casi però il loro primo commento non ha riguardato le pratiche anche estreme che si svolgevano a poca distanza, bensì un aspetto al quale sono così abituato da non farci nemmeno più caso: la tenerezza.
Quando me l’hanno fatto notare ho riconosciuto ciò che veramente distingue l’ambiente dell’eros estremo dalla cosiddetta “vita normale”: chi ne fa parte si relaziona con gli altri con un affetto sincero che il resto del mondo sembra avere dimenticato. Magari si passa un’ora a studiare quale sia il modo più efficace per usare l’elettricità sui genitali di qualcuno… ma prima e dopo queste raffinate efferatezze è tutto un fiorire di coccole, gentilezze, grande rispetto reciproco, sorrisi ed empatia profondissima.

Quante persone ancora si commuovono vedendo due innamorati? Eppure vi assicuro che durante la dimostrazione dei protocolli di comportamento quotidiani di una coppia Padrone/schiava il loro amore era così evidente e intenso da avere fatto venire i lucciconi a gran parte del pubblico. E pensare che sono sposati da dieci anni, e si guadagnano da vivere facendo – fra le altre cose – le pornostar sadomaso.
Potrei fare ancora molti esempi di questo romanticismo diffuso, ma uno è più che sufficiente. Proprio al termine della tre-giorni, l’organizzatore dell’evento ha voluto tenere un breve discorso di chiusura per ringraziare tutti i collaboratori e i partecipanti. Pensate a un omone grande e grosso, severissimo, sadicissimo, che potrebbe interpretare la versione BDSM di Mastro Lindo – con la voce strozzata dall’emozione di essere circondato da così tante persone felici e altrettanto intenerite, ciascuna delle quali ha contribuito a suo modo a rendere la convention un successo indimenticabile. Il cinismo abita decisamente da un’altra parte.

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