Essere intervistati da Fulvio è un po’ come finire al Costanzo Show del Bdsm: un riconoscimento di essere divenuti dei “personaggi” della Scena italiana. È stato con gran piacere che ho visto allora pubblicare questa chiacchierata su ClubStories.
UN LIBRO SUL COMODINO
di Fulvio Brumatti
Sul numero scorso ho brevemente fatto cenno al libro BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, edito da Castelvecchi e scritto da Ayzad. Quale migliore corollario per chi l’ha letto o lo sta leggendo (ma anche quale migliore stimolo a chi non l’ha ancora comperato) che un’intervista all’autore? Eccola. E’ stata realizzata a casa sua un pomeriggio di metà dicembre, quando la fresca notizia della ristampa del libro già veniva a dare una conferma oggettiva del successo dell’impresa. Ho presentato il libro anche sul sito www.disciplinaria.it, e da lì trascrivo il mio sintetico commento:
Il numero delle pagine indica già di cosa si tratta. Non è un libello su qualche aspetto, bensì un trattato completo sull’SM che, per ovvii motivi, viene denominato BDSM. Altra concessione agli aspetti commerciali è quel riferimento – caro alla casa editrice – all’ erotismo estremo che invero poco c’entra con l’SM. Ma le concessioni al marketing si fermano alla copertina e non entrano nel libro scritto con grande impegno e grande professionalità da Ayzad, una persona che ha unito la sua pratica quasi quindecennale nei giochi SM alla voglia di capire, di approfondire, di catalogare, di raccogliere, di acquisire testimonianze, di sintetizzare una materia che si vede chiaramente a lui cara. Ne è uscito un libro che non produce eccitazione sessuale, ma piacevole; non facile, ma ugualmente scorrevole e comunque utile a tutti perchè Ayzad spazia in tutti i campi dell’SM dimostrando di avere fatto tutti gli opportuni approfondimenti. Il prezzo di 25 euro ci pare equo in rapporto a contenuto e veste tipografica.
Fulvio: Caro Ayzad, raccontaci come ti è venuta in testa l’idea di scrivere questo libro.
Ayzad: L’idea c’è sempre stata, e tu lo dovresti sapere visto che tanti anni fa già volevamo scrivere qualcosa del genere assieme. Poi mi sono trovato ad avere molto tempo a disposizione e aver conosciuto un editore come Castelvecchi, che ha riscosso grandi successi una decina d’anni fa pubblicando Sesso Estremo ed era quindi molto sensibile all’argomento. Inoltre ho notato che nel nostro ambiente c’erano sempre più persone che venivano a chiedermi come fare una cosa piuttosto che l’altra, e tutti questi fattori m’hanno fatto capire che fosse venuto il momento di mettere insieme le idee e di creare una guida adatta a tutti.
F: Tu hai ricordato giustamente che molti anni fa si era pensato di scrivere un libro insieme. Bene, ti ricordi perché il progetto non vide la luce?
A: Perché non avevamo trovato un editore adatto o comunque interessato al nostro progetto.
F: Sì, avevamo bussato a numerose porte incontrando disinteresse se non addirittura contrarietà…
A: Certo i tempi sono molto cambiati, ma molto è dipeso anche dalla sensibilità di Castelvecchi, personaggio un po’ chiacchierato in ambito editoriale ma che sicuramente si fa molti meno scrupoli di altri editori a fare controcultura in generale.
F: So che hai dedicato molto tempo a questo libro, vero?
A: La scrittura vera è propria ha richiesto un anno e qualche mese di lavorazione, cui bisogna aggiungere 15 anni di studio, anche se ovviamente non uno studio finalizzato. Praticando, conoscendo gente, girando il mondo ho messo insieme una serie di informazioni senza le quali non sarebbe stato possibile realizzare il libro. E ti dirò di più: in fin dei conti sono contento di non averlo pubblicato prima, perché probabilmente avrei dato un’immagine del Bdsm parziale e immatura. Sai com’è: all’inizio siamo tutti convinti di aver capito tutto, di avere colto ogni segreto, di conoscere tutte le pratiche… ma per farsi un’opinione obiettiva serve davvero tantissima esperienza.
F: Ci sono stati dei momenti, in questo anno e mezzo, in cui hai avuto dubbi, difficoltà?
A: Sempre, soprattutto il dubbio di fondo “chissà se troverò della gente interessata a leggere questa cosa”. E poi il dubbio, anzi la paura, di scrivere qualcosa di inesatto, di mettere giù una pagina con indicazioni sbagliate o comunque non precisissime o inequivocabili, che potessero far combinare guai a qualche lettore. Mi sono fatto venire dubbi su mille cose: anche su quelle che faccio da dieci anni! Quindi sono andato a controllare tutto più e più volte: anche le informazioni più banali sono confermate da più fonti proprio per eliminare ogni rischio di errore.
F: In questo lavoro hai avuto il supporto e la collaborazione di amici?
A: Bisogna suddividere un po’ le cose. Sicuramente ci sono stati per ogni capitolo molti praticanti che conosco e che hanno contribuito con pareri, idee sulla struttura dei singoli capitoli e con gli interventi che chiudono ciascuno di essi. Poi è stata interessante la reazione degli “esperti” con cui mi sono a trovato a parlare durante la lavorazione: medici, psicologi, fisici, ecc., sia che facevano parte della Scena, sia lontani da certe tematiche. Alcuni si entusiasmavano e mi raccontavano dettagli raffinatissimi, e altri invece rimanevano un po’ schifati. Però la cosa più divertente è che ciò è successo anche con chi fa parte del nostro ambiente. Ci sono persone che hanno dato l’anima per aiutarmi in tutti i modi e altri che avrei creduto disponibilissimi ma poi si sono guardati bene dal contribuire a questo libro. Mah!
F: Ci sono in giro per il mondo altri libri che hanno più o meno la stessa struttura?
A: Ci sono un sacco di libri, che fra l’altro sono recensiti sul mio sito, soprattutto americani che parlano dell’SM, o Bdsm come vogliamo chiamarlo, generalmente in due modi. O molto generalista, dando solo una infarinatura di base a chi non ne sa nulla, oppure in maniera ultra specifica. Quello che ho fatto io è un viaggio completo, dallo zero del non sapere cosa voglia dire “dominazione” all’estremo più estremo di un 24/7 vissuto come rapporto full time. Tutti i passaggi di questo racconto sono supportati da un’analisi di come si fanno le cose e soprattutto perché. In molti libri ciò manca perché si dà per scontato che la gente già sappia.
F: Questo libro è più adatto a chi pratica o chi è vergine di pratica e ha solo una vaga idea del nostro mondo?
A: Credo che sia adatto a chi vuole capire, nel senso che il bello del libro non è tanto avere descritto delle pratiche, ma di aver spiegato il perché certe cose si fanno in un certo modo e soprattutto perché piacciono o non piacciono – quali sono i meccanismi nel funzionamento dei giochi. Questo approccio permette di capire non solo come procedere, ma anche come vivere meglio il proprio modo di praticare.
F: Vorrei che su questo punto importante tu fossi ancora più preciso. Ti ripongo quasi la stessa domanda, ma in altro modo. Qual è lo scopo del libro? E meglio: qual’era lo scopo quando hai pensato di scrivere il libro e se questo scopo è rimasto lo stesso, o in una certa misura è mutato e a lavoro finito si possa dire che lo scopo del libro è stato…
A: Bella domanda. Lo scopo è cambiato da metà lavorazione in poi. Adesso come adesso è un testo che fa il punto della situazione. Puoi essere un grande esperto, uno che non ne sa niente, un grande appassionato, qualcuno che ha un’idea completamente negativa dell’SM… ma leggi qui e ti fai un’idea chiara, completa della realtà dell’argomento. Ciò finora mancava. Quando avevo iniziato a scrivere invece era più un manualetto per appassionati, ma è successo che andando avanti… un po’ l’attenzione ai dettagli, un po’ il fatto di dire “se ho messo una cosa non posso lasciar fuori anche quest’altra”… insomma, è lievitato fino ad assumere la forma di un monsterdi quasi 800 pagine.
F: Tu prima hai parlato di praticanti e anche di persone che si avvicinano ora ai giochi SM. Però una parte di acquirenti del tuo libro è, secondo me, rappresentata da persone che non sono praticanti né in alcun modo partecipi della scena, ma che, entrando in libreria vedono questo titolo e hanno voglia di informarsi, e di persone che comunque consciamente o inconsciamente sono in qualche modo attratti dagli aspetti SM e fetish. Tu ti sei rivolto anche a loro?
A: Mi sono rivolto a loro nella struttura del libro, nel senso che si parte dalla base che più base non si può. Non è però un manuale per principianti, né per vendere uno stile di vita. È semplicemente una controinformazione corretta rispetto alla disinformazione che viene propugnata dai mass media.
F: Io continuo a vedere che la comunità SM italiana – usiamo questo parolone che vuole dire tutto e vuole dire nulla – è comunque una comunità contestata da buona parte della società; che continua ad essere oggetto di ironia; che chi va ad un talkshow in TV corre rischi mortali, e di tutto questo noi in qualche modo ne soffriamo – beh poi mica tanto – e vorremmo che la nostra beneamata comunità fosse sdoganata come lo è ormai quella gay. Ora, dopo questa lunga premessa, ti chiedo se tu non pensi che il libro possa in qualche modo contribuire, attraverso una migliore conoscenza di chi noi siamo, ad una maggiore serenità di rapporti.
A: Sicuramente sì, nel senso che questo sdoganamento è un effetto inevitabile di tutto quello che abbiamo detto prima, cioè del dare una informazione obiettiva. Già che ci siamo ci tengo a precisare una cosa. Mi parlavi dell’accettazione della comunità gay: non è che sia capitata per caso. I gay ci hanno lavorato per decine d’anni mettendoci la faccia, esponendosi, presentandosi con ironia alle volte e in maniera anche stupida certe altre. L’accettazione che c’è adesso è il risultato di un processo molto lungo che per il Bdsm invece non è nemmeno iniziato. Intanto perché non c’è unità di fini tra chi pratica. I gay sono compattissimi, hanno centri culturali, associazioni, degli eventi pubblici, tutte cose che contribuiscono alla consapevolezza gay. Noi no, per niente. Anzi, non c’è occasione in cui non ci si tiri sgambetti l’un con l’altro. Credo che se il mio libro ha un vero valore, sia di avere messo un primo mattone a una base di informazione obiettiva, di dare alla gente gli elementi per non vergognarsi di se stessa, per capire che a fare Bdsm non c’è niente di male ed è anzi un fenomeno abbastanza diffuso. C’è un dato che si evince da indagini dell’Istituto di Sessuologia Kinsey e dai dati Istat: in Italia ci sono 3 milioni e passa di persone che praticano Bdsm, quindi il fatto di nascondersi è tutto sommato un assurdo. Credo che questo possa essere un primo elemento per permettere quel tipo di percorso verso una consapevolezza Bdsm che a noi manca e che in altri Paesi c’è stato.