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Adriatico news – Intervista con Ayzad

Questa intervista è stata pubblicata in origine sul Adriatico News, introdotta dalla mia biografia.

 

 

Intervista di Maurizio Donini

 

Buongiorno Ayzad, ti definisci un giornalista pentito? Perché?

Un po’ si tratta di una boutade, lo ammetto. In gran parte però è vero: prima di dedicarmi a tempo pieno alla divulgazione delle sessualità insolite ho dedicato troppi anni al mestiere di convincere i lettori a comprare merci di dubbia necessità o ad avere paura o rabbia nei confronti del babau del giorno. Senza offesa per i presenti, purtroppo ormai il “giornalismo” è tutto così, e non ne sento proprio la mancanza.

 

Sessualità alternativa, come si può definire e quali sono i confini tra sessualità ‘normale’ a ‘alternativa’?

Quando si parla di sesso la normalità è solo quella statistica, nel senso di ‘comportamento quantitativamente più comune’. Immagina una curva a campana che ha come cuspide una coppia eterosessuale che lo fa alla missionaria. Da lì scendono poi due declivi su cui si trovano migliaia di pratiche via via meno diffuse, dai rapporti gay al BDSM, ai feticismi, ai furry, e via sfumando verso territori davvero bizzarri tipo la dendrofilia. Escluse le forme di sessualità illegali, non consensuali o che causano disagi non esiste un sesso “sbagliato”, ma solo tante varianti di pari dignità, con più o meno appassionati. Io preferisco studiare quelle più particolari.

 

Sesso ‘Bunny’ e ‘Kinky’ si identificano nelle due precedenti definizioni?

Temo di non sapere cosa intendi per ‘bunny’. ‘Kinky’ invece è un termine che raccoglie tutte le pratiche atipiche, quelle che in sessuologia vengono definite ‘parafilie’… quindi sì, certo: la sessualità kinky è un sottoinsieme dell’eros in generale.

 

Perché si fa fatica a parlare ed esprimersi sulla sessualità alternativa? Quando se ne parla gli altri ti guardano in maniera ‘strana’, eppure i dati dicono che la parola sesso ed i termini relativi a quello fuori dai canoni sono le parole più cercate, così come la visione di video in materia, siamo di fronte ad una forma di ipocrisia borghese?

Riassumendo un discorso molto complesso, l’istintiva curiosità che proviamo un po’ tutti per il sesso – non solo quello insolito – ci costringe a fronteggiare quella che Jung chiamava l’Ombra: quella parte di noi che nutre desideri primordiali, un po’ inquietanti e inappropriati da citare in pubblico. Esplorare, educare ed integrare l’Ombra è però un processo necessario per maturare come persone, anche se impegnativo. Spesso viviamo nella frustrazione di non riuscire a far conformare la nostra sessualità a un modello ideale impossibile, fondato su moralismi che non tengono conto della realtà. E dire che basterebbe seguire l’etica invece che la morale…

 

Il sesso fra adulti consenzienti non dovrebbe essere espresso liberamente invece di essere avversato in ogni maniera? I social così pronti a vendere i nostri dati, lo sono altrettanto per censurare qualunque riferimento alla materia ad esempio.

I social network sono prodotti commerciali che fanno benissimo il loro lavoro: il problema non sono le loro policy, ma essere convinti che abbiano la stessa importanza della vita reale, offline. Fuori dagli schermi la sessualità è molto più libera di quanto sembri, e purtroppo anche molto più problematica per via della grande ignoranza collettiva nei suoi confronti. Nel mio piccolo ho provato a consigliare una soluzione con il Manifesto degli esploratori sessuali, che trovi anche su www.ayzad.com e che raccoglie semplici principi per costruire insieme una società più sana e felice.

 

Sadomaso, bondage e fetish, tutte parti di uno stesso unicum o entità separate che si possono mescolare assieme o altresì tenere divise?

Qui bisogna fare un po’ d’ordine. Cominciamo dicendo che il sadomasochismo è la forma patologica di istinti di dominazione e sottomissione erotica del tutto naturali e innocui, che vengono invece indicati col termine ‘BDSM’. Quella ‘B’ nell’acronimo sta proprio per bondage, cioè legami sia fisici che affettivi, e si riferisce a una parte delle pratiche che costituiscono il BDSM nel complesso. Il fetish infine è l’estetica dell’esasperazione dei feticismi, che sono a loro volta forti preferenze erotiche per stimoli fuori dal comune.
Di solito io dico che il fetish è seduzione portata agli estremi, e il BDSM l’estremo di quel che succede dopo la seduzione. La risposta alla tua domanda comunque è sempre la stessa: a meno che qualcosa non crei disagio a noi stessi o a chi ci sta vicino, tutto è sempre perfettamente lecito.

 

Puoi spiegare ai lettori cosa si intende per cultura BDSM? Intendo dire, non si tratta solo di sesso alternativo, ma di una vera e propria cultura che abbraccia moltissimi aspetti artistici.

A conti fatti il BDSM prende quell’istinto primordiale per dominazione e sottomissione sessuale di cui parlavamo prima e lo filtra attraverso una serie di regole e conoscenze pratiche che ne eliminano gli aspetti pericolosi. Strumenti come la negoziazione, le safeword, il cosiddetto ‘SSC’ (cioè ‘Sano, Sicuro e Consensuale’) sviluppano rispetto ed empatia fra i partner disinnescando potenziali derive patologiche. Riassunta così sembra una cosa noiosa, ma in realtà c’è da divertirsi parecchio, come ho spiegato nei miei libri BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo e I love BDSM.

 

La domanda precedente non era casuale, ho recentemente intervistato i ragazzi del Grenadilla Lab, il disegno erotico sul bdsm è arte grafica, personalmente trovo buffo che nomi come Manara siano, giustamente, osannati quali artisti, ed altri che trattano lo stesso tema, magari con spettacoli piuttosto che la penna, siano visti come depravati o pervertiti. Forse un poco di invidia e del ‘vorrei ma non posso dirlo’?

Ma c’è davvero tutta questa riprovazione, o è solo un atteggiamento di facciata? Secondo me c’è sempre lo zampino di quell’Ombra di cui parlavamo prima… senza contare che capita spessissimo che la gente giudichi certi temi per come li immagina, senza preoccuparsi di osservare come siano in realtà.

 

I Grenadilla Lab hanno esposto al Sadistique, locale che mi ha gentilmente girato verso di te, sei fra i fondatori, io purtroppo non ho avuto occasione di visitarlo ancora, come tanti altri, ci vuoi raccontare di cosa si tratta, la mission che guida il locale, cosa succede fra quelle affascinanti mura?

Credo che la risposta migliore sia invitarti a visitare almeno il sito ufficiale sadistique.com, dove è tutto spiegato molto chiaramente e dove si trovano anche molte immagini tratte dall’evento. In due parole, comunque, è una festa che si svolge ogni mese a Milano da 14 anni e riunisce appassionati di BDSM e fetish provenienti da tutta Italia. Ogni edizione ha un tema di abbigliamento consigliato, e oltre a mettere a disposizione spazi sicuri per praticare offre una mostra d’arte a tema e un workshop in cui approfondire un diverso aspetto di questa cultura erotica. Oggi è considerato uno degli eventi BDSM più importanti in Europa, e come in tutto ciò che faccio il principio di fondo è semplicemente aiutare le persone a vivere più serenamente e consapevolmente le proprie sessualtà alternative.

 

Della trilogia delle 50 sfumature ho avuto la pazienza di leggerne solo il primo, trovandolo infarcito di banalità ed anche molto leggero nell’oggetto, a mio avviso se ne è parlato molto senza che ce ne fosse motivo. Tu cosa ne pensi? Una storia come questa ha riflesso veramente il mondo e la cultura bdsm? Ha fatto del bene verso il bdsm sdoganandolo e portandolo alla portata di tutti o del male dandone una versione errata?

50 sfumature di grigio è stata soprattutto una eccezionale operazione di marketing, dichiaratamente centrata su quello che l’autrice stessa definisce un comune romanzo rosa senza alcuna pretesa di insegnare il BDSM. Se ha ottenuto così tanto successo è perché evidentemente questi argomenti solleticavano già le fantasie di moltissime lettrici (solo in Italia i praticanti sono oltre quattro milioni), che d’un tratto si sono sentite autorizzate ad ammettere di gradire certe atmosfere. Sotto questo aspetto trovo che abbia avuto un ruolo importantissimo nello sdoganare l’eros insolito fra gli argomenti di cui si può parlare senza troppi imbarazzi; peccato che i romanzi siano davvero scritti coi piedi, e soprattutto che tante persone li abbiano presi come dei manuali nonostante presentino un’idea errata e piuttosto pericolosa dell’eros estremo. Se ti vuoi fare due risate, sul mio sito trovi tutta una serie di recensioni e articoli dedicata alla serie.

 

Vuoi aggiungere qualcosa di tuo?

Il messaggio che cerco sempre di trasmettere è che, con qualsiasi tipo di sessualità, ogni minuto dedicato a informarsi è un investimento che migliora enormemente la qualità della vita. L’importante è usare fonti serie, non confondere il porno con la realtà e godersi ogni passo di un’esplorazione che, volendo, non finisce mai.

 

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Nell’Ottocento la masturbazione femminile inserendo forcine per capelli nell’uretra era così diffusa che un medico tedesco brevettò uno strumento specifico per rimuoverle dalla vescica.

Ernest Borneman, Dizionario dell’erotismo

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