‘Koro’ è una parola di origine indonesiana per indicare il gesto della tartaruga che ritira la testa nel guscio. È anche uno dei nomi di una strana sindrome psicologica che per secoli è rimasta circoscritta alle comunità Han della Cina, all’Asia sudorientale e ad alcune parti dell’Africa.
Le vittime di koro sentono all’improvviso i propri genitali risucchiati all’interno del corpo o scomparire del tutto. Hanno crisi di panico, di depressione, si sentono in fin di vita o sviluppano manie suicide. A volte nel tentativo di riallungare i genitali si feriscono anche mortalmente… e tutto per quella che è ovviamente solo una fantasia.
Le cause di tale malattia sono puramente mentali, e derivano di solito da un mix di ignoranza e sensi di colpa per avere trasgredito qualche precetto legato alla sessualità. Un aspetto importante del jinjinia bemar, come lo si chiama in India (o rok-joo in Tailandia) è la tendenza a scatenarsi in forma epidemica diffondendosi come un’isteria di massa.
L’episodio più famoso è avvenuto nel 1967 a Singapore, quando i giornali suggerirono che mangiare la carne di maiali vaccinati contro la febbre suina provocasse il koro. Il panico montò fino a coinvolgere centinaia di pesone, e lo si riuscì a contrastare solo con una seconda campagna mediatica che sbugiardò la prima.
In Africa la condizione viene causata invece nella maggior parte dei casi dall’impatto culturale dell’inurbazione, quando le storie rurali di stregoneria si scontrano con il senso di meraviglia e di onnipotenza della vita moderna. Qui la sindrome prende la forma di ‘furto del pene’ per scopi magici o per un vago concetto di “traffico d’organi”. Le epidemie si evolvono di frequente in vere e proprie cacce alle streghe, con episodi di violenza per le strade.
Nemmeno i paesi occidentali sono tuttavia immuni, con alcune cronache risalenti al XV secolo e fino a tempi molto recenti. L’illusione è così forte che nessuna prova («Ehi, Mario, guarda! Ce l’hai ancora lì come sempre!») riesce a convincere le vittime della realtà: l’unica cura efficace a volte è inscenare delle contro-magie placebo.
Tutto ciò sarebbe solo un curioso aneddoto se non ci fosse un nuovo fenomeno causato dall’aumento globale di emigrazione e contatti interculturali. Per farla breve, persone provenienti da culture esposte al koro si mescolano sempre più con popolazioni che non ne avevano mai sentito parlare; la forte ansia della vita contemporanea costituisce un terreno fertile per il pensiero magico e le fantasie paranoiche… e così il koro sta diventando una pandemia.
Ricordate questo post la prossima volta che vi ritroverete a pensare che forse vi si è accorciato un pochettino, o che vi si stanno sgonfiando le tette (la sindrome si sta diffondendo anche fra le donne). Non dovete fare altro che ripetervi che è solo un’illusione – e per piacere: già che ci siete piantatela anche di frequentare stregoni.