Cominciamo da un po’ di necessario contesto. Sulla versione statunitense di Amazon Prime Video si può trovare un nuovo reality show intitolato MILF Manor. ‘MILF’, lo dico per le anime candide che ancora lo ignorano, sta per ‘Mother I’d Like to Fuck’ (lett. ‘Madre che mi scoperei volentieri’) – e le protagoniste sono in effetti otto donne fra i 44 e i 60 anni in eccellente forma fisica e con un vispo interesse nel frequentare uomini più giovani. Il loro scopo: accoppiarsi con il loro toy boy ideale.
Gli altri personaggi in gara sono… i loro figli ventenni. Entrambe le fazioni giurano di non avere immaginato il colpo di scena fino a che non è stato rivelato davanti alle telecamere.
Ora devo ammettere che la mia intera esperienza di reality show è iniziata e finita col primissimo episodio del Grande Fratello, edizione 2000. Escludendo i brevi spezzoni che si trovano online, non ho visto nemmeno MILF Manor sia perché difetto di quel tipo di morbosità, sia perché non è disponibile dall’Italia – e inoltre sto scrivendo mentre il programma è ancora al suo secondo episodio. Tuttavia, da esperto di sessualità atipiche che solo pochi mesi fa ha scritto un articolo sulle cronofilie, non potevo che fermarmi a ragionare cosa significhi veramente questo strambo esemplare di cultura popolare.
La prospettiva dei partecipanti
Una semplice ricerca su Internet suggerisce che la sorpresa dei protagonisti possa essere stata sincera. Gli annunci di casting cui hanno risposto lasciavano intendere che i figli avrebbero avuto solo un ruolo di supporto nell’aiutare le loro madri a relazionarsi meglio con i potenziali partner – o persino che avrebbero preso parte a un programma di dating del tutto separato benche parallelo. Ci si può perfino immaginare un afflato di pietà filiale nel voler aiutare la mamma single a ritrovare l’amore. Se le premesse sono queste, avere accettato di prendere parte allo show suona vagamente meno sordido.
Altri gran motivatori sono, naturalmente, i soldi in gioco e ancor più la fama. Lo sanno tutti che nessun “reality” show lascia i partecipanti indenni: è ovvio che verranno sottoposti a imbarazzi, umiliazioni e perfino sofferenze – tuttavia si tratta anche di una grande chance di diventare celebrità. Se giochi bene le tue carte potresti perfino entrare nel giro di opinonistə e altri personaggetti televisivi, con tutti i vantaggi economici e di autostima che ciò comporta. L’autoaffermazione (o il narcisismo puro) qui hanno giocato un ruolo bello grosso.
Se teniamo a mente tutto ciò, diventa un pelo più facile afferrare perché nessun partecipante abbia mollato una trappola di tale cattivo gusto non appena i due gruppi sono stati mostrati l’uno all’altro. I giovani volevano tenersi stretta la loro prima e forse unica possibilità nella vita di fare il colpo grosso; le donne pure, probabilmente con l’aggiunta di un pizzico d’orgoglio per la rara opportunità di venire trattate da tutto il mondo come idoli erotici nonostante la cultura ageista imperante che etichetta chiunque abbia più di 35 anni come non attraente.
Mi azzardo a dire di avere notato anche una certa pressione di branco dietro le clip già infinitamente ricondivise sui social network; è stato ampiamente dimostrato che essere circondati da un gruppo di sconosciuti che si abbandonano a comportamenti bizzarri spinga a imitarli, anche se da soli non si farebbero mai le stesse cose.
…e la nostra, dal pubblico
Molto più interessante – almeno dal mio punto di vista – è il rapporto fra un coso grottesco quanto MILF Manor e il suo pubblico. O, in altre parole: perché cavolo esiste una roba del genere, e perché qualcuno la guarda davvero?
Parte della risposta sicuramente si trova nell’articolo linkato sopra: la gente è affascinata dalle differenze. Quelle fra le età del cast, ma anche fra noi stessi e gli “intrattenitori”: abbiamo tuttə un lato sadico, e sbellicarsi per un clown che scivola su una buccia di banana è sempre divertente, specie perché non siamo noi quellə a cui capita. Tuttavia mi ricordo distintamente come abbandonarsi a simili piaceri perversi fosse una cosa da farsi solo in privato. Sono piuttosto sicuro che fino alla generazione prima della mia nessuno avrebbe mai ammesso di curiosare lo spettacolo quasi-incestuoso di una banda di ragazzi poco più che adolescenti che sbava per le proprie madri, e men che meno il contrario. Sarebbe stato semplicemente osceno.
Poi mi sono ricordato che la parola ‘oscenità’ deriva dal latino per ‘lontano dagli occhi del pubblico’, nel senso di ‘non adatto a restare in scena’. Pertanto la questione qui non è un improvviso cambiamento dei gusti collettivi: le cronofilie (attrazione fra persone di età molto diverse) esercitano da sempre un potente richiamo erotico. Ciò che è davvero cambiato è la percezione di cosa dovrebbe essere tenuto nascosto: ma non di uno spettacolo semipornografico, bensì dei nostri stessi desideri.
E ci sono cascato. Mi sono appena trattenuto dallo scrivere ‘desideri più oscuri’, che sarebbe stato porre una visione moralistica su un aspetto tutto sommato banale della nostra personalità. Tutto il mio lavoro consiste nel normalizzare l’accettazione di forme insolite di erotismo, eppure alcune espressioni del desiderio ancora mi continuano a sembrare inappropriate. E no, non sto dicendo che dovremmo tollerare l’incesto – benché sia un sottotesto palese di tutto MILF Manor.
Perché dai: benché i comunicati stampa ufficiali si sgolino a ripeterlo, il programma non punta affatto a ‘destigmatizzare i rapporti fra donne mature e uomini più giovani’. Il punto è riconoscere l’identità sessuale di ciascuno di noi – compresa la propria mamma o il proprio figlio – alla faccia di una narrativa sociale straconsolidata. Il che in effetti è meraviglioso, se ci si pensa bene. Lo ho scritto perfino nel primissimo punto del Manifesto degli esploratori sessuali, che dice:
Abbiamo tutti una vita sessuale e il diritto a viverla con soddisfazione
Ogni cultura definisce più o meno rigidamente per quali persone sia “appropriato” avere una dimensione sessuale e quali possano invece essere derise, criticate, guardate con sospetto o represse solo perché sentono il naturale richiamo a vivere la propria sessualità. Alcuni esempi sono gli anziani, i disabili, chi non corrisponde ai canoni estetici comuni, gli adolescenti – o anche chi è identificato con ruoli sociali quali essere genitore, sacerdote, eccetera. Superare tali convenzioni e riconoscere questo diritto è invece fondamentale sia per il benessere degli interessati, sia perché consente di comprendere l’origine dei loro disagi e risolverli per il vantaggio della società intera.E allora perché questo reality show sembra ancora tanto imbarazzante? Oserò dire che il cringe non deriva da come realizza l’ideale qui sopra, ma dal modo in cui viene rappresentato. È naturale che i produttori avessero ragione nell’introdurre l’elemento edipico: dopotutto è il motivo per cui siamo qui a parlarne. Suscitare attenzione è il loro mestiere, e lo hanno fatto magistralmente.
Quel che lo rende repellente è in realtà il disagio dei partecipanti, che deriva dall’avere una posta in gioco troppo alta per potersi ritirare a cuor leggero dal peggior caso mai visto di Troppi Dettagli. Togliamo dalla formula il fattore ‘parenti’, aggiungiamo il piacere sincero di esplorare una dinamica interessante, e la pillola sarebbe stata molto più facile da mandar giù – e forse avrei perfino raccomandato di guardare quel programma.
Per come stanno le cose, MILF Manor rimane solo una delle tante morbose assurdità di un mondo troppo scassato per aspirare all’eleganza. Da tutto questo mi piacerebbe poter trarre qualche perla di profonda saggezza. Per ora mi sa che dovrò accontentarmi di un po’ di divertita confusione mentre osservo la società cambiare come non mai.