Problemi col sesso insolito?

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Illustrati – Intervista ad Ayzad (2013)

Illustrati, la bella rivista di Logos Edizioni distribuita in tutte le librerie, ha pensato che la persona giusta da intervistare per il suo numero di San Valentino 2013… fossi io!

Per celebrare tanta lungimiranza giornalistica vi segnalo che la rivista integrale può essere letta online su questa pagina oppure scaricata in Pdf cliccando qui. Se invece siete interessati solo all’intervista, eccone di seguito la trascrizione completa:

 

AI CONFINI DEL SESSO

Il sesso non esiste in natura. È pura immaginazione. Quindi insaziabile – ineducabile. (Ennio Flaiano)

Nella sezione ‘Sesso Misterioso’ sul nostro blog abbiamo spesso affrontato le declinazioni più estreme, fantasiose o deliranti della sessualità: dalle parafilie come la zooerastia al fenomeno dei furries o degli adult babies, fino ai feticismi più estremi come l’octopus fetish o l’aberrante crush fetish.

Per questo numero di Illustrati incentrato sull’amore abbiamo dunque deciso di intervistare una delle maggiori autorità italiane nel campo dell’erotismo di confine, nonché figura centrale della scena BDSM italiana. Con buona pace di chi avrebbe preferito l’ennesima intervista a Federico Moccia.

Ayzad, classe 1969, è l’autore di BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo e di XXX – Il dizionario del sesso insolito, entrambi testi consigliati dall’Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata e dall’Istituto di Evoluzione Sessuale. Oltre a essere uno scrittore di successo – BDSM è un best-seller che lo ha portato a collaborare con sessuologi e psicologi – Ayzad tiene conferenze, workshop e seminari in prestigiose università. Organizza serate dedicate all’eros estremo e conduce un’attività di personal coaching per chi volesse apprendere le mille tecniche e sfumature del BDSM.

(Nota per chi si fosse già perso: BDSM è un acronimo che allude alle pratiche di bondage, sadismo e masochismo, dominazione e sottomissione. Più avanti troverete i termini ‘vanilla’ e ‘24/7’: il primo si riferisce a tutte quelle persone che sono digiune di sesso estremo; il secondo descrive una relazione di coppia in cui uno dei due partner è dominante, non solo sessualmente ma in modi comunque collegati all’erotismo, 24 ore al giorno, 7 giorni su 7).

Il sito ufficiale dell’autore, www.ayzad.com, è ricco di notizie esilaranti, articoli approfonditi e mille leccornie adatte anche a chi il sesso estremo preferisce lasciarlo agli altri ma non rinuncia a una curiosità un po’ voyeuristica.

Nelle tue ricerche decennali sui comportamenti sessuali bizzarri, qual è la pratica più incredibile nella quale ti sei imbattuto?

Cominciamo bene… Una risposta assoluta è impossibile perché, dopotutto, ciascuno ha standard propri di “incredibilità” sessuale. Per quanto mi riguarda però credo che non riuscirò mai a capire le oggettofile (quelle – perché sono soprattutto donne – che si innamorano letteralmente di monumenti particolari, magari sposandoseli) e i cultori della dendrofilia, cioè il sesso con le piante. Anche se la recente notizia dell’hacker erotico che s’è inventato un modo high tech per far mugolare di piacere i ravanelli quando li molesta era obiettivamente divertente. E il brutto è che non scherzo affatto: sul mio sito (www.ayzad.com) ne ho pubblicato perfino il video.

Cosa spinge una persona a ricercare pratiche sessuali estreme? Il sesso estremo può divenire un abisso dal quale non si fa ritorno?

Non c’è una sola causa. Sicuramente in alcuni casi si tratta di una via di fuga attraverso cui sublimare stress e disagi altrimenti ingestibili, ma per fortuna c’è anche una gran quantità di gente che vi si approccia in maniera molto più sana: sono coloro che chiamo ‘esploratori dell’erotismo estremo’.

Queste persone scelgono semplicemente di non lasciarsi ingabbiare in un preconcetto di come “dovrebbe essere” la sessualità e si danno la possibilità di esplorare con serenità i piaceri della vita. È lo stesso principio che stimola la buona cucina: di primo acchito «mastica un po’ questo pezzo di pesce crudo su riso freddo» è un concetto orripilante… però se si ha l’apertura mentale di provare il sushi si scopre che non è affatto male, no?

Non credo affatto che praticare eros estremo sia la scelta ideale per tutti – però sono convinto che in generale nella vita sia meglio poter provare qualcosa e decidere che non faccia per noi, piuttosto che cedere alle convenzioni e soffrire per i propri sogni irrealizzati. Di certo, come con tutte le cose, anche in queste esplorazioni bisogna comportarsi consapevolmente e con intelligenza… “L’abisso” di cui parli nasce quando qualcosa – in ambito sessuale o meno – diventa un’ossessione compulsiva, ma quei rari casi sono il sintomo di problemi di altra natura, non la causa.

Una possibile differenza fra pornografia ed erotismo sta nel fatto che la prima è eminentemente fisica, l’altro metafisico. Il fetish in generale ha un forte elemento simbolico, e tu lo definisci come “l’estetica della sensualità portata all’estremo”. Diresti che il sesso è più radicato nei sensi o è invece un fatto mentale?

Mi sembra che il sesso fatto bene sia l’unione di fisicità e fantasia: sminuire un elemento sarebbe un peccato. Il bello di tanti giochi “alternativi” è però proprio la possibilità che danno di prolungare il piacere e l’eccitazione ben oltre l’amplesso, consentendo di permeare di sensualità ogni momento della giornata – al limite anche quando si è distanti dal partner.

I rapporti BDSM possono raggiungere un’intensità particolare. All’interno di una situazione di dominazione 24/7, può esistere l’amore? E come si discosta dall’idea classica che tutti abbiamo?

L’idea classica quale sarebbe? I fidanzatini che si tengono per mano davanti al tramonto sul mare, la velina col calciatore, la coppia sposata (per inciso: in italia il matrimonio dura in media solo 15 anni, con un’incidenza del 65% di relazioni extraconiugali già dal secondo anno), la passione in una stanza di motel, i vecchietti che non fanno sesso ma si vogliono bene e si rispettano da una vita…? L’amore ha tante forme e non me la sento di identificare quale sia quella “giusta”.

Premesso però che i rapporti BDSM a tempo pieno sono rarissimi e non consistono certo di bondage e frustate dalla mattina alla sera, secondo me è ben difficile che due persone che si affidino così profondamente l’una all’altra non vivano anche un grandissimo amore. Dimmi: secondo te bisogna essere più innamorati per comprare un anello con diamante, o per permettere che la tua partner si diverta a farti tutte quelle cosacce che si vedono online?

Un sessuologo in un film di Woody Allen aveva scritto un libro intitolato Variazioni sul coito: come attuarle senza sghignazzare. Visto da fuori, sembra che nel BDSM tutti si prendano molto sul serio e non vi sia spazio per l’umorismo. E’ davvero così? E ancora: quando il sesso sconfina nel cosplay, non c’è il rischio di sentirsi ridicoli?

La mia impressione è che in qualsiasi contesto ‘prendersi sul serio’ significhi che si sta recitando un ruolo anziché essere sé stessi. Non che ci sia niente di male, ma forse parlando di erotismo sarebbe meglio viverlo con spontaneità – e infatti è quello che vedo accadere quasi sempre, compresi sani, liberatori sghignazzi. La realtà è piuttosto diversa dalle foto di Helmut Newton… tanto che c’è chi sostiene che negli ultimi anni si stia esagerando proprio per eccesso di rilassatezza, perché comunque un po’ d’atmosfera non guasta.

Quando invece si affronta il fetish, che in effetti ha diversi punti in contatto con il cosplay, non bisogna limitarsi all’apparenza esteriore. Abiti e accessori in sé non hanno alcuna valenza erotica – a meno che tu non sia un feticista in senso clinico – finché non vengono indossati consapevolmente, con un preciso intento di seduzione. Non è arte da tutti, ma a quel punto no, non sono ridicoli per niente.

In qualsiasi settore, gli “specialisti” sono talvolta gelosi e sospettosi nei confronti delle mode. Cosa pensi di quei fenomeni mediatici che attirano di colpo centinaia di vanilla verso il BDSM (penso per esempio agli ultimi best-seller che hanno portato il sadomaso alla portata di ogni casalinga)?

Ah, le Cinquanta sfumature… A quanto ho visto quei libri (così come in passato altri, o film che trattavano di BDSM) sono stati vissuti come un affronto terribile soprattutto dalle varie community a tema sul Web – che però soprattutto in Italia hanno la caratteristica di essere popolate quasi esclusivamente da persone che mai si sognerebbero di mettere davvero in pratica le proprie fantasie, e le sublimano online inventandosi una doppia identità che le faccia sentire speciali. Chiaro che quando si sono rese conto di avere precisamente gli stessi sogni di mille sciampiste ci siano rimaste malino.

La mia opinione l’ho discussa nelle recensioni pubblicate su www.ayzad.com: trovo molto positivo che si siano spesi tanti milioni di marketing per spingere opere che invitano ad avere una mentalità più aperta nei confronti delle sessualità alternative. Trovo ahimè anche molto negativo il fatto che siano romanzi davvero pessimi, che oltretutto descrivono una visione del BDSM assai lontana dalla realtà. Non è un caso se tante “Anastasie” e “Christian” improvvisati che si buttano a provare certi giochi per pura moda ne escono poi molto male – nei casi peggiori finendo addirittura in cronaca.

Mettiti per un attimo nella prospettiva di un angelo o di un alieno, che vede per la prima volta la nostra piccola specie bellicosa e vivace. Diamo troppa importanza al sesso?

Preferisco dirtelo dalla prospettiva di un umanissimo osservatore della società e della storia. Il problema col sesso è che si sprecano infinite energie nel sognarlo e desiderarlo, ma non si fa quasi alcuno sforzo per viverlo – credo che sia una colpa gravissima, perché ci sono infinite prove che avere una vita sessuale intensa e serena faccia vivere meglio sotto tutti gli aspetti. Non solo: approcciare consapevolmente le sessualità alternative è un esercizio mentale che sviluppa l’indipendenza e il senso critico. Pensa come sarebbe diverso il mondo e soprattutto la nostra nazione se ce ne fosse un po’ di più in circolazione.

Cantava Brassens, “la brava gente non ama che si segua una strada diversa dalla loro”. Pensi che sia ancora vero, o è cambiato qualcosa nell’atteggiamento della società verso le sessualità non “allineate”?

Mi sembra che le condanne di comportamenti sessuali – tranne quelli criminali, è ovvio – siano sempre pure operazioni politiche. In realtà vedo quotidianamente che, a parte un po’ di curiosità voyeuristica, non interessa a nessuno cosa accada nelle camere da letto altrui. La cagnara sui matrimoni gay, per esempio, serve solo a confermare il potere di certi gruppi che non hanno argomentazioni razionali per giustificare la propria esistenza: un giochino buono giusto per tenere impegnati i minus habens schiavi di certa televisione, che purtroppo hanno ancora peso alle urne. In tutta la storia umana ai momenti di maggiore libertà sessuale ha corrisposto una maggior critica al potere costituito – qualcosa vorrà pur dire. A livello non istituzionale, però, vedo una notevole tolleranza.

Sei ormai un’autorità nel campo della ricerca sulla sessualità. Mi piacerebbe sapere se c’è ancora qualcosa, in questo ambito, che ti spiazza, che ti sorprende, o che ti turba.

Ma certo! Al primo posto c’è sempre l’eccezionale capacità della gente di essere disonesta con sé stessa anziché ammettere le proprie curiosità. Al secondo la pretesa di soddisfarle senza mettersi in gioco, e solo a questo punto la creatività meravigliosa di chi riesce a inventare sempre nuovi modi per godere dei piaceri della vita.

Il giorno che smetterò di sorprendermi, comunque, cambierò attività.

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