(da D – La Repubblica delle donne)
Ambra Radaelli
“Master spietato, cultore pratiche dannunziane e inquisitorie, cerca schiava conscia del suo ruolo, eventualmente scopo matrimonio”. L’annuncio è comparso su un sito specializzato in Bdsm (“schiavitù, dominazione, sadismo, masochismo”). Un annuncio vero: parola di Ayzad, misterioso autore di Bdsm – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, appena uscito per Castelvecchi. Il libro ha capitoli riservati a stomaci decisamente forti e altri più ameni. Con una filosofia: il Bdsm è un gioco, schiavo e dominatore sono alleati al fine di hurt, not harm, ovvero far soffrire o soffrire, non fare o subire danni, fisici o psicologici. Lungi da noi incoraggiare queste pratiche, a volte più buffe che conturbanti. Ma la lettura ci è sembrata a tratti divertente. Ecco quindi, seguendo Ayzad, una nostra personale carrellata dell’eros meno ovvio.
Mork da Gor – John Norman voleva scrivere il nuovo Signore degli anelli. Invece le storie fantasy, ambietate sul pianeta Gor, “di maschioni viriloni e donne schiave prive di volontà sono considerate un bizzarro filone della letteratura erotica”. Risultato: i festival goreani sono “a metà strada tra un campeggio e una stramba ricostruzione storica”, con “esibizioni di spada e poesia, banchetti e danze rituali, conditi con sesso, fustigazioni e scambio di schiave”. Altro gioco di ruolo, la femminilizzazione: “donne cancellano ogni traccia di virilità in un uomo, fino a trasformarlo in una femmina perfetta”. In varie versioni: dalla ninfomane lesbica alla cameriera, “con tanto di uniforme e crestina” e rispolvero di “manuali ottocenteschi sul comportamento della servitù”. Molto più diffusi i campi militari, dove “il gioco del soldato” assume connotazioni inaspettate. O gli “agriturismi con camera delle torture”, o, ancora, i campeggi Bdsm, caratterizzati da “un’atmosfera gradevolmente allegra, con centinaia di appassionati nei week-end di punta”. Un po’ Pinarella di Cervia in agosto, insomma.
Latex lava più nero – Cari feticisti, non vorrete che i vostri capi in pelle si sgualciscano? Potete evitarlo con gli affettuosi consigli di Ayzad: “Dopo essersi assicurati che il capo sia perfetamente asciutto, dare una pulita superficiale con un panno, poi con una spazzola di saggina seguendo la granatura della pelle”. Più avanti, altri suggerimenti sulla corretta manutenzione del latex (al bando i detergenti aggressivi!).
I sogni son desideri – Ayzad conosce una persona che “raggiunge quasi l’orgasmo se la si fissa dal bordo degli occhiali abbassati sulla punta del naso”. Altri sono adepti del messy fun, o “divertimento zozzone”: sporcarsi e ancora sporcarsi, e più la sostanza è viscida e appiccicosa, meglio è. Immaginiamo inviso al ministro Sirchia lo smoking fetish: “si soffiano in faccia nuvolette cancerogene e i portacenere vengono leccati con voluttà”. Per non parlare di chi fa sesso abbigliato da personaggio di Walt Disney (probabile che la Sirenetta dia poche soddisfazioni), o di quel signore che anela a “impersonare un tacchino di Natale, cotto al forno e punzecchiato dalle forchette dei commensali”. Simpaticissimo.
Bricosade – Per gli appassionati di bricolage annoiati da librerie e cornici, il Bdsm offre infinite possibilità: dalle cinture di castità ai lettini di tortura. Altro divertimento è fare un giro dall’idraulico, o anche ai grandi magazzini, con “occhio erotico”: mollette da bucato, bacchette per aquiloni e persino caramelle alla menta extra strong non vi sembreranno più gli stessi.
Arf! – Nel Bdsm rientra il trattare i sottomessi da animali. Ci sono ragazze-cavalline (da esibizione o velocità, campionesse di ostacoli o portamento), ma la specie più gettonata è quella canina. “Nell’ambiente leather, attorno ai pet è sorta un’intera sottocultura. Chi ne fa parte”, oltre ad abbaiare, sbavare e riportare pantofole, “dorme in una cuccia, indossa ginocchiere imbottite che permettono di restare a quattro zampe più a lungo e porta museruole. Addirittura esistono concorsi di bellezza, simili a quelli dei cani”.
Più stretto, ragazzi – Nastro adesivo, corde, catene… quanto siete antichi! Le nuove forme di bondage si avvalgono di abiti di contenzione (dalla “semplice” camicia di forza al body bag, sorta di sacco a pelo con cinghie esterne immobilizzanti), gesso (sull’efficacia non ci sono dubbi, osserva Ayzad, anche se l’estetica lascia un po’ a desiderare), ma anche del sistema sottovuoto (ebbene sì) e dell’inclusione (in un blocco di materiale solido. Molto appropriati sabbia e cemento: che alcuni soggetti ingiustamente accusati di mafia fossero, in realtà, amanti del Bdsm?).
Da piccoli volevate fare i designer? Divertitevi a trasformare il partner in un poggiapiedi, uno sgabello, un candelabro. Siete misantropi? Provate il self-bondage. Per evitare di essere ritrovati il lunedì mattina dalla colf legati come salami, tenete a portata di mano lo strumento per liberarvi (forbici, chiavi…). A portata di mano sì, ma non troppo. Per esempio inglobateli in un cubo di ghiaccio: solo quando si sarà sciolto potrete usarli. Sennò, metteteli in una scatola piena di grasso da macchina, appoggiata sopra i vostri vestiti più belli. Potete rovesciare il contenitore e prendere le chiavi, ma vi immaginate il danno? Spiacenti: bondage è sofferenza, anche quando si traduce in centinaia di euro di tintoria.
Il tenero dominatore – Sadomaso non è solo botte e scudisciate (e via a salire): è anche romanticismo, tenerezza, sentimento, che “conta più degli sculaccioni”. Quindi, dominatori innamorati, quando avete sprimacciato il vostro schiavo ben bene, “asciugate le lacrime, fategli bere un po’ d’acqua fresca o un succo di frutta, infilatelo sotto una coperta morbida o fatelo rivestire, occupatevi di eventuali tagli, graffi…”. Poi “ci si può abbandonare alle coccole”. Ma che il vostro cucciolo non tema: il mattino dopo ricomincerete a menarlo. Poiché il vero amore non ha limiti.
Io che ti ho dato gli anni migliori della mia vita – Schiavitù totale o, in gergo, “24/7” (ore al giorno/giorni della settimana): non è un’esperienza facile. “Il partner sottomesso tende a non lavorare o a farlo da casa, le amicizie sono parte dell’ambiente…”. Niente figli, ovvio: difficile che il ragazzino che va male a scuola prenda sul serio la predica di un genitore perennemente incatenato e chiuso in una gabbia. Comunque sappiate che, anche nel Bdsm, “il nemico è la monotonia”, che vanno “messi in conto periodi di calo di entusiasmo” e che “quello che fa funzionare una relazione è la concretezza dell’atteggiamento dei partner”.
Insomma: la passione si affievolisce, resta il rispetto. E se nessuno si augura una separazione, per carità, o una vedovanza, Dio non voglia, tutelarsi è meglio: quindi, “fate sottoscrivere” a colui che vi ha dato i migliori anni della sua vita, rinunciando a una carriera per voi, “un fondo aperto di investimento: sul conto vanno tutti i suoi averi e una cifra mensile versata dal Padrone”. Che, chissà, potrebbe rivelarsi più puntuale e corretto di tanti ex mariti.
Ladies and gents, welcome on board – Esistono fior di professioniste del Bdsm. E anche loro hanno i loro problemi. Anzitutto, quelli che “non si presentano perché hanno cambiato idea, o perché si trattava di uno scherzo telefonico”. Soluzione, “l’overbooking, come le compagnie aeree”, con lo stesso presupposto: un terzo dei clienti non si presenterà. Altro guaio: che la persona non sia raccomandabile (difficilmente gli si dà subito l’indirizzo: lo si fa arrivare nei paraggi, lo si osserva e poi lo si chiama sul cellulare, svelando dove si è) o che non sia chiaro nell’esprimere i suoi desideri. Ogni mistress ha un sistema per scoprirli: “chiacchiere, interviste volutamente umilianti, questionari con caselline da sbarrare”. E poi? Attendere, prego.
Guardi che il tavolo è lui – Si chiama hanky code, “codice dei fazzoletti”: il colore di quello che avete nella tasca posteriore, e la scelta della tasca dice le vostre preferenze. In generale, destra significa: amo subire quel comportamento; sinistra: amo praticarlo. Attenti, quindi: perché, con un fazzoletto albicocca a sinistra, verrete assaliti da uno stuolo di ciccioni adoranti; con uno a strisce bianche e rosse a destra, sarete avvolti dalla ceretta depilatoria; con uno verde acido dalla stessa parte vi candidate come tavolo o piatto umano. Siete daltonici? State a casa, vi conviene.
Finto “insospettabile” = vero sposato – Cercate l’amore su riviste e siti? Imparate a leggere gli annunci. La “viziata” che sogna un “affermato” “gentiluomo” è una professionista. Chi riceve “nel suo studio attrezzato”, idem, ma più costosa. L'”estraneo ad ambienti particolari” si vergogna, e facilmente è sposato. Simile l'”insospettabile”: sposato, ipocrita o tutti e due. La “burrosa” è, in realtà, grassa. “Travestito in privato” è un gay latente, possessore di un paio di autoreggenti. “Creature divine”, “sorelline”, “signore particolari” sono travestiti, e basta. Ma Ayzad mette in guardia soprattutto contro chi si dichiara “senza limiti”: o non ci ha mai provato prima, oppure è un cretino.