Ammetto di arrivare un po’ lungo alle celebrazioni dell’ottimo lavoro della fotografa Jill Peters, che nel 2011 ha pubblicato un importante reportage sul fenomeno in estinzione dei burnesha. Ne potete vedere uno nella foto qui a sinistra: si tratta di una delle ultime “vergini giurate” dei villaggi rurali nell’Albania settentrionale – e no, tecnicamente non è un uomo.
Le vergini giurate sono una caratteristica quasi scomparsa di diversi paesi balcanici ma soprattutto dell’Albania e del Kosovo, la cui vita culturale è stata fortemente influenzata sin dal quindicesimo secolo dal Kanun. Questo libro di precetti impone – fra molte altre cose – che le proprietà di una famiglia possano essere tramandate solo a eredi maschi, poiché le femmine sono considerate proprietà esse stesse. In altre parole, le famiglie senza figli maschi avevano una sola speranza di mantenere le proprie terre dopo la morte del partiarca: cambiare il sesso di una delle figlie.
Non si trattava di un intrigo stile Lady Oscar. La bambina pronunciava semplicemente un voto di astinenza permanente davanti a dodici anziani del villaggio, e da quel momento “lui” diventava un burnesh o, nella traduzione serba, una ostajnica(letteralmente: ‘colei che resta’). Ed è qui che dal nostro punto di vista la storia si fa interessante.
Una vergine giurata veste, parla e si comporta esattamente come un uomo. Viene accettato senza questioni fra i maschi, per esempio mangiando al loro tavolo anziché con le donne, e assume uno status legale e sociale del tutto maschile conquistando un’autorità inconcepibile per una femmina.
Come potete vedere nelle foto della Peters l’effetto più stupefacente è il cambiamento anche fisico – cui contribuisce senza dubbio anche lo sfibrante lavoro manuale richiesto agli uomini. È tuttavia altrettanto sorprendente l’accettazione sociale dei burnesh in una cultura così fortemente misogina e omofobica, che viene a tutt’oggi considerata fra le più pericolose per i gay a causa dei frequenti pestaggi anche nelle città più grandi e “cosmopolite”.
I burnesha e le loro durissime vite stanno scomparendo grazie al progresso agricolo e culturale: diverse stime sostengono che probabilmente il fenomeno sarà completamente estinto entro il 2050. La metà del secolo è anche, secondo altre stime, il periodo in cui il transgenderismo potrebbe divenire culturalmente accettato nella maggior parte delle nazioni “avanzate”. Dà di che pensare, no?