(da Blue)
BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo
Cristiano Armati
Donatien Alphonse Françoise de Sade e Leopold von Sacher Masoch: sono stati questi due scrittori, con le loro fantasie lunghe quanto “Le centoventi giornate di Sodoma” e calde come una “Venere in pelliccia”, a stimolare la riflessione di Sigmund Freud, autore del termine “sado-masochismo” e primo esploratore di quel genere di erotismo estremo che abbonda nelle pieghe dell’inconscio. Aggiungete alle speculazioni freudiane la “B” di “bondage” (leggi corde, nodi e quant’altro possa essere utile per legare ed immobilizzare il partner) e la “D” di “domination” e avrete disegnato un universo ampio quanto le 768 pagine compilate dall’anonimo Ayzad con il suo monumentale “BDSM”: guida destinata a chi, praticando il BDSM, vuole verificare se esistono ancora trucchi sanguinolenti e giochini strappa lacrime e godimento che, nel suo fervore erotico, non ha ancora provato e a chi, pur tenendosi alla larga dagli abiti in latex e dai frustini, è incuriosito ed affascinato dalle pratiche sessuali di chi, di questi oggetti, fa largo uso.
Da questo punto di vista, nel libro di Ayzad c’è proprio tutto: la storia del BDSM, piena di luoghi comuni da sfatare, tanto per cominciare; e poi numerose testimonianze dirette e tantissimi esempi concreti, a partire dalle dettagliate istruzioni che vi consentiranno di trasformare in una soffice poltrona o in un comodo sgabello un essere umano o di acquistare gli ultimi ritrovati della tecnologia atta ad impartire e a ricevere modificazioni corporali e torture. Quella scritta da Ayzad, in sostanza, è una guida inappuntabile: completa, curiosa, iconograficamente molto ricca e, a tratti, persino eccitante. Peccato solo che un libro come questo non possa non suscitare anche una strana forma di nostalgia.
Nostalgia per le gesta del divino marchese De Sade o per le umiliazioni del tormentato Sacher Masoch che, al di là della specificità di questi scrittori, testimoniano di un tempo in cui le passioni più oscure (?) dell’animo umano gridavano la loro volontà di occupare a testa alta un proprio posto nel mondo e, scontrandosi con l’ostacolo del conformismo sociale, producevano arte capace di durare nel tempo. Oggi il BDSM sembra essere una cosa come un’altra: una merce dell’immaginario liberamente disponibile sul mercato della comunicazione in una quantità tale da spingere gli amanti del genere ad abbandonare la poesia disordinata dell’espressione artistica per dedicarsi ad intervalli regolari al più tranquillo e prosaico esercizio della compilazione.