Scegliere le notizie da pubblicare su Ayzad.com di solito è piuttosto semplice. Dopotutto questo è un sito sul sesso insolito, quindi ogni volta che scopro una storia su parafilie, prodotti o eventi fuori dal comune, o semplicemente un punto di vista originale sul passatempo più comune e divertente del mondo, non faccio altro che metterli online. Come giornalista cerco di evitare solo le notizie dubbie: non sono affatto convinto, per esempio, che il recente scandalo sulle verginità all’asta sia altro che un’operazione pubblicitaria, quindi questa è l’unica menzione che ne farò fino a nuovi sviluppi.

La moralità tuttavia non è mai stata un problema, così come il giudizio dei miei lettori: potrò essere tante cose, ma di sicuro non un ipocrita. Ed ecco perché questa specifica notizia mi ha lasciato nel dubbio per un bel po’ prima che mi decidessi a pubblicarla. Vedete, il fatto è che nonostante i media e il Web ne stiano facendo una questione nazionale, io proprio non riesco a capire cosa abbia di così strano o meritevole di citazione – eccetto le reazioni che sta scatenando.

L’argomento è un documentario intitolato Sexy baby, che è stato molto apprezzato in diversi festival e sta avendo una distribuzione limitata negli Stati Uniti. Una delle sue protagoniste è Winnifred, una ragazza che le due registe hanno seguito fra i 12 e i 15 anni per documentare la sua scoperta della pornografia e le reazioni. Benché l’approccio del film sia notevolmente obiettivo e incoraggi una discussione matura, sembra che la maggior parte delle reazioni che sta scatenando siano sul tono di «Ommioddio! Viviamo in un mondo impazzito e dobbiamo tutti scandalizzarci e impanicarci subito!» Ed è qui che mi perdo.

Voglio dire… Capisco che per certi tipi di personcine là fuori agitarsi per la sessualità degli adolescenti (o per il sesso in generale) sia la cosa più appropriata da farsi; mi rendo anche conto che tanti genitori si sentano imbarazzati dall’educazione sessuale… Ma nessuno potrà convincermi che il fatto che dei minorenni sappiano che esiste il porno sia davvero una notizia inaspettata. Lasciate che vi riporti qualche numero. Nei paesi industrializzati:

  • L’80% degli adulti fa uso di pornografia;
  • L’età media del primo contatto con rappresentazioni di sesso esplicite è 9 anni;
  • 7 bambini su 10 al di sopra dei 10 anni accedono a materiali porno tramite computer o cellulare;
  • Per l’89% dei teenager il porno è l’unica forma di “educazione sessuale”.

Se non conoscevate le cifre precise siete perdonati, ma sarei molto sorpreso se mi diceste che vi giunge nuovo che i bambini siano curiosi – proprio come lo siete stati voi – e in particolare di conoscenze “proibite”. L’informatica ha solo reso più facile l’accesso a contenuti per adulti.

Ma dare la colpa ai ragazzi sarebbe oscenamente vigliacco. In effetti, un punto molto importante di Sexy baby riguarda la diffusione di una cultura di sessualizzazione dei bambini. Dov’eravate quando le sfilate di minimiss sono diventate una forma legittima di puericultura? O quando giocattoli smaccatamente sessuali sono diventati normali? Vogliamo parlare di lingerie per bambine di quattro anni? O di push-up e perizomi per ragazzine di sette? Come dice Winnifred nel documentario, a cos’altro vi aspettavate che potesse condurre tutto questo?

Ecco perché sono stupefatto dall’incredibile ipocrisia che circonda questo film. Semplicemente non riesco a concepire che un qualsiasi genitore possa comportarsi in maniera così irresponsabile eppure finga indignazione se solo qualcuno parli apertamente della realtà dei fatti. A dirla tutta, mi aspetto io stesso un bel po’ di critiche selvagge solo per aver menzionato l’argomento.

Benché non abbia figli e possa offrire solo una modesta opinione su tutto ciò, mi sento obbligato a ricordare ai genitori che mi leggono che dare ai loro figli un’educazione sessuale vera e ragionevole è un dovere, oltre che una necessità. Se non lo fate probabilmente non cresceranno traumatizzati, ma state sicuri che vivranno molto meglio se darete loro gli strumenti per comprendere e affrontare la complessità, i rischi e le gioie di una così importante parte della vita stessa.

Se più di voi l’avessero fatto non ci sarebbe bisogno di cose come Make love, not porn, che è un sito per insegnare ai giovani (e non solo a loro) che cosa sia davvero la sessualità. Sexy baby non scatenerebbe un putiferio simile. E io potrei tornare a parlare di sesso davvero insolito.