La notizia di oggi potrebbe riempire parecchi libri con le sue implicazioni culturali, etiche, politiche, religiose e finanziarie. Sarebbe tuttavia inutile, perché avete già senz’altro un’opinione netta di tutto ciò – e vista la polarizzazione del dibattito non ci sono dati o ragionamenti logici che possano sperare di smuoverla di un millimetro. Mi limiterò pertanto a elencare i fatti essenziali.
- La Exodus international (che non mi risulta sia collegata in alcun modo con l’omonimo centro italiano di recupero per tossicodipendenti) è un’istituzione religiosa fondata nel 1976 negli Stati Uniti con l’obiettivo di «curare l’omosessualità»
- Col tempo ha generato 270 “ministeri” in tutto il mondo, che prendono il nome collettivo di Exodus global alliance
- Oltre a essere private dei diritti umani essenziali, le persone gay che entravano (spesso costrette) nei programmi di “riorientamento” dell’organizzazione venivano sottoposte a umiliazioni e bullismo istituzionalizzati, nonché ad altre forme di violenza psicologica al confine con la tortura. Molte testimonianze raccolte nel corso degli anni hanno riferito anche violenze fisiche.
- Non esiste un solo studio indipendente e svolto correttamente che abbia mai dimostrato la plausibilità di un riorientamento sessuale forzato. Ciò era stato peraltro reso chiaro anche dai frequenti scandali sui comportamenti omosessuali degli stessi fondatori e dirigenti dell’organizzazione
- La settimana scorsa Alan Chambers, capo di Exodus international, si è dimesso e ha rilasciato un comunicato ufficiale di scuse «a tutte le persone che abbiamo fatto soffrire… agli “ex-gay reduci” che hanno chiesto aiuto ad Exodus ma hanno ottenuto solo ulteriori traumi» nei 37 anni di attività e per «avere fatto parte di un sistema fondato sull’ignoranza che ha perpetuato quelle sofferenze». Chambers ha condannato l’ostilità religiosa nei confronti delle persone gay e ha ammesso che il programma fallisse nel 99,9% dei casi
- Exodus international sta ufficialmente chiudendo i battenti, anche se sul suo sito web è ancora attiva una campagna per la richiesta di donazioni online
- La Exodus global alliance è ancora presente in 17 nazioni con 150 sedi che continuano a operare come se niente fosse accaduto