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Di Guerre Stellari, magia e porcelli annoiati

E così online è uscito il trailer del nuovo Guerre stellari, che mi sono guardato insieme a centinaia di milioni di persone. E, come molte di loro, mi sono commosso tanto da ritrovarmi coi lucciconi negli occhi – sebbene non tanti quanto con la pubblicità strappacuore dell’imminente videogioco tratto dai film. Una reazione che pur sembrando ridicola è perfettamente normale: si tratta proprio dell’effetto voluto dal reparto marketing della Disney, che ha posizionato fin dall’inizio l’intero revival di Star wars quale prodotto rivolto ai quarantenni nostalgici come me.
Senza addentrarsi troppo in temi più adatti a siti per cinefili, il messaggio è chiaro: «sappiamo bene che quando eri un bambino i film originali ti hanno lasciato senza fiato per i loro effetti speciali rivoluzionari e lo stile di narrazione innovativo; sappiamo quanto siano stati magici per te, e come la seconda trilogia ti sia sembrata così priva d’anima da averti rovinato tutto il divertimento e perfino i bei ricordi. Questa volta però ti dimostreremo che la magia è ancora viva, e che potrai sognare di nuovo come tanti anni fa». E voilà: chiunque abbia grossomodo la mia età ci è cascato come un pollo, perché cosa ci può essere di più desiderabile dei propri sogni?

Ora, www.ayzad.com naturalmente è un sito per porcelli, pertanto questo post non tratta davvero dei film di Lucas. Tuttavia vorrei tracciare un parallelo fra il rapporto emotivo che tanti di noi hanno con i propri eroi dell’infanzia e le nostre vite sessuali. Abbiate pazienza mentre prendo Guerre stellari come esempio e vi accompagno su un percorso che potreste benissimo avere seguito con altri colossi dell’intrattenimento.
Tutto è cominciato con l’eccitante richiamo di una esperienza tutta nuova, che vi ha lasciati a bocca aperta quando avete scoperto che era ancora più grande, folle e divertente di quanto vi foste immaginati. Allora vi ci siete immersi: avete letto tutto quel che c’era da leggere, giocato con i giocattoli, alienato gli amici con la vostra ossessione, cercato di entrarci sempre di più… finché l’entusiasmo è svanito.
La colpa è stata forse di un pessimo sequel, o dell’intervista con un attore scoglionato che ha dichiarato di averci partecipato solo per i soldi, o dell’avere visto i vostri eroi ridotti a un insipido cartone animato, o magari di un partner esasperato che vi ha chiesto di buttare tutti quei giocattoli per dare spazio a un ambiente adatto agli adulti. Qualunque fosse la causa, d’un tratto avete colto la banale realtà che stava dietro una mano di lustrini ormai sbiaditi – e vi siete chiesti che divertimento ci provaste. Gli amici fanatici hanno cominciato a sembrare solo molto sciocchi, e siete passati rapidamente ad altri interessi più maturi. Vero che vi ci riconoscete?

A questo punto vorrei che sostituiste la passione giovanile alla quale stavate pensando con la parola ‘sesso’. O meglio ancora: con il nome della pratica erotica insolita che meglio conoscete. A seconda della vostra età e livello di esistenzialismo vi renderete conto più o meno velocemente di come le fantasie sessuali seguano spesso la stessa parabola.
Ho perso il conto dei conoscenti, amici e clienti ai quali abbia sentito pronunciare la frase «Ho messo tutto in un cassette e me lo sono lasciato alle spalle» – alcuni con tono cupo, altri con un sogghigno di superiorità e la maggior parte di loro assai perplessa. In effetti, se perdere entusiasmo per la serie televisiva o il supereroe preferito può sconcertare ma è del tutto sopportabile, sentirsi distaccati dal tipo di eros che spesso ci aveva definiti profondamente fino al giorno prima è niente meno che terrorizzante. Cosa dire di tutti quei sogni bagnati, delle infinite ore passate a inseguire il compagno di letto ideale, della scatola di sex toy nascosta nel comodino e del tempo passato a usarli? Come giudicare le pene – a volte letterali – sopportate per realizzare le proprie pornofantasie? Erano davvero solo monumenti alla propria superficialità e insicurezza? Solamente qualcosa cui appigliarsi pur di non dover crescere, anche quando si usava ormai il pilota automatico e non ci si divertiva poi più tanto?

È ovvio che non esista una risposta valida per tutti. Gli esploratori dell’eros estremo di solito ragionano così tanto sui propri impulsi da finire con lo sviluppare una sessualità più etica e meno nevrotica dei cosiddetti “vanilla”, ma ciò non esime l’intera categoria dai comportamenti appena citati. Di solito tuttavia lasciarsi alle spalle una passione (od ossessione…) è semplicemente la conseguenza naturale di averne ormai tratto qualsiasi soddisfazione le avessimo associato e di puntare a nuovi obiettivi. Gli adulti indipendenti non hanno più bisogno di vivere per procura le fantasie di potere dei loro eroi dell’infanzia; chi ha una relazione stabile scopre di poter ottenere in qualsiasi momento dal partner che ama tutto il sesso che vuole e quindi si dà una calmata; chi fa BDSM col tempo ha modo di sperimentare una tale quantità di giochi da confermarsi  effettivamente all’altezza delle aspettative che aveva inizialmente associato al ruolo, così il bisogno di mettersi in mostra o esagerare pian piano svanisce. In questo non c’è nulla di intrinsecamente negativo.

Il problema vero arriva se nessuna nuova passione va a prendere il posto di quella precedente, lasciandoci con un buco nell’anima. Certo, possiamo dormire bene anche senza le nostre vecchie lenzuola di Harry Potter ed essere orgogliosi dell’elegante trapunta di design, ma quando ci si sposta nell’ambito del sesso le cose cambiano molto. A causa dell’ipocritissima cultura che ci circonda, la sessualità è ancora comunemente vista come “una fase” della vita che prima o poi perde di importanza e viene dimenticata, così cambiare inclinazioni spesso si traduce in una vera e propria castità – che lascia la nostra libido priva di sbocchi se non contro noi stessi, creando tutti quei problemi di cui sono grati gli psicoterapeuti. Ed è qui che Guerre stellari può insegnarci qualcosa di importante.

Lo so che è facile sentirsi scafati e annoiati. Più si invecchia, più diventiamo consapevoli di tutti i trucchi dietro le quinte che ci avevano abbagliati all’inizio. Che si tratti di un’astronave in computergrafica o del più zozzo giochetto sessuale, alla fine ne impariamo ogni segreto e da quel momento in poi non riusciamo più a dimenticarne la fredda realtà. Magari possiamo apprezzare la tecnica che c’è dietro, ma fatto sta che il nostro cuore non accelera più come una volta. ‘Mettere tutto in un cassetto’ è quindi la reazione istintiva – ma non necessariamente la migliore.
A dirla tutta, gli istinti sono robe da bestie. Noi possiamo fare meglio di così, e scegliere di fottercene dell’illusionista dietro il sipario per concentrarci solo su ciò che in principio aveva conquistato la nostra immaginazione. Credere alle fate (o agli jedi) può suonare sciocco ma scalda davvero il cuore – così come darci il permesso di eccitarci ancora per le nostre fantasie erotiche preferite, anche quando sono scomode come vestirsi di latex o palesemente assurde come chiamare qualcuno ‘Padrone’ o ‘schiavo’.

La cosa richiede naturalmente un minimo di abilità, ma per fortuna la Disney Corporation, cioè i migliori manipolatori d’emozioni al mondo, ci ha messo a disposizione un comodo schema da seguire. Riguardatevi quei trailer e noterete che applicano diversi semplici principi:

  • Immagini e suoni spettacolari hanno un ruolo secondario rispetto al rivolgersi all’anima del pubblico
  • Le emozioni forti fanno chiudere un occhio su qualunque ridicolaggine
  • Richiami mnemonici quali immagini o un brano musicale molto amati rievocano automaticamente bei momenti e il senso di benessere che li accompagnava
  • Basta una piccola variazione rispetto a ciò cui siamo abituati per rendere le cose nuovamente intriganti

Tutto questo può essere applicato anche alla nostra vita sessuale. Doveste mai un giorno ritrovarvi disillusi dalla vostra concezione di erotismo, la prima cosa da fare è non preoccuparsi: avere una sessualità flessibile va benone. Se però sentiste la mancanza della vecchia magia, ecco la ricetta per riaccendere la passione.

Prima di tutto parlate col vostro partner e spiegate serenamente come vi sentite. Chiarite che non è colpa sua, ma che avrete bisogno del suo supporto nell’esplorare insieme nuovi giochi con la stessa apertura mentale, curiosità ed entusiasmo che avevate quando avete cominciato la vostra relazione.

A questo punto prendete la decisione convinta di mettervi in gioco senza inutili sarcasmi, autoironie, cautele o qualsiasi altro meccanismo di difesa del genere che la gente di solito si costruisce col tempo. Godersi la vita è una cosa seria e bisogna accettare di esporsi ai suoi stimoli. Chi si abbandona ad abitudini troppo confortevoli non sentirà mai le farfalle nello stomaco.

Fate uno sforzo per apprezzare ogni piccolo dettaglio dell’esperienza. I poeti (e i feticisti) sono coloro in grado di concentrarsi sulle minuzie e assaporarle completamente.

Impegnatevi a ricreare almeno uno o due stimoli legati a momenti eccitanti del passato e a integrarli nei vostri giochi. Profumi e odori fanno miracoli in questo senso, così come la musica.

Per rendere le cose interessanti non è necessario stravolgere le proprie preferenze: introdurre un paio di nuovi dettagli è sufficiente per scrollarsi l’abitudine di dosso e vedere i momenti di gioco sotto una nuova luce. Se è il vostro partner ciò di cui vi siete stufati (beh, capita!) provate a inscenare qualche gioco di ruolo per vederlo da un’ottica diversa dal solito e scoprire lati delle personalità di entrambi che potreste non avere mai esplorato prima. Anche questo è un campo in cui basta poco per ottenere grandi risultati: proprio come a teatro, in genere sono sufficienti un paio di elementi per dare l’idea di un costume e un ruolo completo – e non sottovalutate il potere delle maschere.

Se questi suggerimenti vi suonano esagerati o stupidi è un sintomo del problema stesso. La colpa non è del gioco in sé ma del fatto che vi state prendendo troppo sul serio e avete dimenticato come si fa a divertirsi. Provate però a seguirli lo stesso, e i risultati vi sorprenderanno. Perché, a conti fatti, la lezione più importante che si può trarre da tutta questa storia del Risveglio della forza è proprio questa:

  • Tutti i tuoi sogni più grandi sono ancora veri: devi solo lasciarli nuovamente entrare nella tua vita

Puoi essere un frustrato o uno jedi – la scelta è solo tua.

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