La mia storia con Bettie Page è cominciata parecchio tempo fa: prima dei miei articoli sulla sua sconvolgente vita, prima del lavoro teatrale che ho scritto sul suo famigerato processo, prima delle conferenze sulle sue implicazioni culturali per il femminismo e l’integrazione sociale della sessualità. Com’è stato per molti altri dinosauri pre-internettiani, lei è stata addirittura la prima donna che abbia visto in una foto fetish. Faceva parte, naturalmente, dei leggendari set di Irving Klaw: serie di quattro od otto foto in bianco e nero che oggi sarebbero considerate troppo caste anche per una pubblicità per famiglie, ma che per decenni rimasero le uniche immagini “insolite” di relativamente facile reperibilità.
Come potrete leggere seguendo i link qui sopra, a impedire la nascita di una vera cultura fetish fino ai tardi anni Ottanta fu una combinazione di leggi, costumi e tecnologia – una confluenza comprensibile, tutto sommato. Quel che nessuno riusciva a capire era però perché una delle più note modelle di Playboy in assoluto e una tale icona sexy fosse sparita dalla faccia della Terra proprio nel suo momento di massimo successo. Per decenni vi furono solo sospetti e leggende urbane in quantità, finché nel 1992 venne alla luce l’incredibile verità (legata fra le altre cose a una conversione religiosa, tentati omicidi seriali, una cura miracolosa e fumetti di fantascienza). Anche allora però tutte le informazioni erano di seconda mano, fornite da contatti affidabili della modella ormai ottantenne.

Bettie Page ricomparve brevemente in pubblico solo poco prima della sua morte nel 2008. Potete quindi capire la mia sorpresa quando il regista Mark Mori ha annunciato il suo documentario Bettie Page reveals all (trad. ‘B.P. rivela tutto’), che ripercorre l’intera vita turbolenta della star e contiene interviste inedite in cui lei stessa chiarisce una volta per tutte la verità sulle parti meno note della sua storia. I precedenti film biografici, come La scandalosa vita di Bettie Page e Bettie Page: dark angel si fermavano infatti alla sua scomparsa dalle scene: questa sarà invece un’ottima opportunità per far conoscere al grande pubblico l’intera, affascinante avventura.
Il documentario indipendente esce negli Stati Uniti alla fine del mese per un tour che gli frutterà probabilmente una distribuzione più ampia, come minimo su disco e in televisione. Nel frattempo, ecco qui il trailer.