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C’è una nuova festa per dominatrici: Freedomina!

Entrate in un qualsiasi ambiente – reale o virtuale – in cui si discuta di BDSM, e state pur sicuri che entro breve qualcuno tirerà nuovamente fuori un argomento su cui vedo arrovellarsi la gente da almeno trent’anni: «come mai è così difficile trovare dominatrici non professioniste?»

Se volete farvi un’opinione potrete allora accomodarvi e perdervi nel gorgo di congetture, liti, certezze granitiche, lamentazioni, accuse, analisi pseudosociologiche e chiacchiere che troverete in quei lugohi; prometto che sarà un’affascinante esperienza antropologica. Oppure, se vi fidate, posso dirvi a quali conclusioni sono arrivato io dopo mezza vita di immersione nel mondo dell’eros estremo e di osservazioni. Solo non aspettatevi che sia politicamente corretto, ok?

In breve, l’idea che mi sono fatto è questa:

  • Chi non trova una mistress “non mercenaria”, per usare un frequente eufemismo, di solito è qualcuno che non sta cercando una partner di gioco, bensì una persona da usare strumentalmente per realizzare le proprie fantasie
  • Di fronte allo squallore della maggior parte degli approcci, anche le signore più appassionate di BDSM finiscono col pensare «manco se mi paghi!», che per alcune alla lunga diventa «beh, se mi paghi sì»
  • La dominazione professionale viene rappresentata dai media come un’industria idealizzata, raffinata e supermilionaria le cui operatrici sono ricchissime e fanno vite da favola. La realtà – soprattutto in Italia – è decisamente diversa, ma un numero spropositato di signorine con poca voglia di lavorare si lascia ingannare dal miraggio di poter godere di tutti i vantaggi della prostituzione d’alto bordo senza alcun apparente svantaggio
  • Dietro le quinte prospera un ampio sottobosco di personaggi che campa – chi meglio, chi peggio – sulle aspirazioni mal riposte delle suddette signorine, lucrandoci su fino a che le ragazze esauste non mollano il colpo tornando a una vita “normale”. Intanto però alimenta la mitologia della dominatrice di successo, sia per coltivare la clientela maschile che per attrarre nuove ingenue “padrone” frustrate dalla loro quotidianità
  • Questa industria tristanzuola rappresenta un richiamo ideale per una purtroppo vasta schiera di uomini che vive la propria sessualità in modo molto problematico, al confine con la patologia. Peccato che, anche per via dell’incompetenza della maggior parte delle dominatrici, non offra vero benessere, ma al massimo solo uno sfogo temporaneo – che a volte aumenta notevolmente il malessere dei clienti
  • Naturalmente ci sono anche le prodomme (lett. ‘dominatrice professionista’) davvero serie, esperte, sicure, attrezzate, eccetera. In Italia ne conosco quattro in tutto. I casi sono due: o sono poco informato, o lo sono molto. Valutate voi.
  • Mentre l’ecosistema delle mistress a pagamento e dei loro clienti è piccolo ma molto visibile, c’è tutto un mondo di appassionate e appassionati che si tiene ben lontano da quell’ambiente e coltiva in privato l’amore per i giochi erotici di dominazione e sottomissione. Si tratta di persone che avrebbero anche piacere a incontrarsi per condividere i propri gusti, ma non riescono a trovare alcun luogo libero da quei meccanismi di domanda e offerta commerciale visti sopra

Ripeto per chi stia già affilando il forcone e lucidando l’indignazione: non ho assolutamente nulla contro le (e i) sex worker, che quando operano bene, consapevolmente e in libertà fanno un lavoro difficile e anche di un certo valore sociale. Trovo però vergognosa l’improvvisazione e l’ipocrisia di quasi tutta la dominazione professionale, che a conti fatti danneggia tanto i clienti quanto le mistress – e che soprattutto ha finito per identificare la prassi del femdom (cioè ‘dominazione femminile’) quando invece ne costituisce solo la relativamente piccola parte commerciale.

Ma perché vi racconto tutto questo? Il fatto è che, dopo aver rifiutato per anni le proposte di personaggi che avrebbero voluto appiccicare il mio nome a iniziative legate al prodomming de noantri, finalmente il panorama è cambiato. Il club di Milano che già ospita il mio Sadistique voleva infatti creare un evento dedicato alle donne dominanti con un’impostazione un po’ diversa dal solito. Il grosso del lavoro era già fatto, ma ha chiesto anche la mia consulenza… e sono piuttosto fiero del risultato.

La nuova festa si chiama Freedomina, si svolgerà ogni terza domenica del mese, e si rivolge proprio a chi non ne può più della commercializzazione a tutti i costi di quello che è in realtà un bel gioco fra anime mosse dalla passione. Se andrete a visitare il suo sito, noterete alcune caratteristiche particolari:

  • L’evento apre un’ora prima solo per le donne, alle quali sono riservati incontri esclusivi con attiviste, professioniste, studiose e ovviamente altre dominatrici che condividono le loro idee su come vivere un concetto di femminilità più attiva e consapevole;
  • Tutto è improntato al rispetto reciproco. Non c’è spazio quindi per clienti che pretendono prestazioni, né per fanatiche convinte della presunta superiorità di un genere sull’altro: i giochi di scambio di potere sono molto più divertenti quando si svolgono fra persone che si piacciono ed esplorano le proprie fantasie erotiche con soddisfazione di entrambi;
  • Oltre alle ottime attrezzature del locale, c’è un mini-shop in cui acquistare a prezzi di gran lunga più ragionevoli della media oggetti scelti accuratamente per qualità e capacità di divertire;
  • Non c’è alcun dress code imposto… ma in compenso c’è un set fotografico a disposizione per farsi ritrarre nella propria forma migliore (sì, anche i sottomessi e le sottomesse, volendo) e forse vincere il titolo di Domina del mese

Insomma, l’idea è creare un posto e un’occasione in cui le persone sinceramente interessate al femdom possano incontrarsi in un contesto sereno, ideale per conoscere persone nuove in piena sicurezza. Per me è un ulteriore piccolo contributo nel far crescere quella cultura dell’eros estremo che promuovo da tanto; per voi, spero, un’occasione in più per godersi meglio la vita senza complicazioni inutili. La prima data è il 16 febbraio. Fatemi sapere se vi piace, ok?

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