{"id":970,"date":"2019-03-20T00:00:00","date_gmt":"2019-03-19T23:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.ayzad.com\/2019\/03\/20\/dottore-bdsm-daniela-botta\/"},"modified":"2019-03-20T00:00:00","modified_gmt":"2019-03-19T23:00:00","slug":"dottore-bdsm-daniela-botta","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ayzad.com\/it\/dottore-bdsm-daniela-botta\/","title":{"rendered":"Chi ha paura del dottore del BDSM? Intervista a Daniela Botta"},"content":{"rendered":"
Le sottoculture legate alle sessualit\u00e0 alternative sono spesso rappresentate come ambienti alieni, misteriosi e inaccessibili. Tale mitologia non corrisponde per\u00f2 pi\u00f9 alla realt\u00e0 da almeno vent\u2019anni: per conoscere i praticanti delle discipline pi\u00f9 insolite ormai \u00e8 sufficiente trovarli con Google<\/em>, e molte variazioni sul tema vengono studiate anche in ambito accademico. <\/p>\n Ciao Daniela, \u00e8 un piacere ritrovarti! Cominciamo da una tua presentazione per i lettori?<\/em><\/p>\n Mi chiamo Daniela Botta, sono psicologa, psicoterapeuta e psicosessuologa. Lavoro in ambito clinico da pi\u00f9 di vent\u2019anni, collaboro\u00a0 con la cattedra di Psicologia e psicopatologia dello sviluppo sessuale nell\u2019arco di vita<\/em> presso la facolt\u00e0 di Medicina e Psicologia dell\u2019Universit\u00e0 degli Studi di Roma Sapienza<\/em> e svolgo attivit\u00e0 clinica e di ricerca con l\u2019Istituto di Sessuologia Clinica di Roma.<\/p>\n <\/p>\n ...inoltre dall’estate scorsa sei responsabile dello Sportello di consulenza gratuita sulle parafilie presso l’Istituto stesso. Puoi spiegarmi di cosa si tratta?<\/em><\/p>\n \u00c8 un\u2019idea nata\u00a0 lo scorso anno in collaborazione con il sito BDSM Legami<\/em><\/a>, in occasione di alcuni incontri organizzati presso il circolo di cultura omosessuale Mario Mieli<\/em> a Roma. In quell\u2019occasione abbiamo esplorato diversi aspetti psicologici legati alla costruzione delle identit\u00e0 di ruolo, le sinergie e i conflitti con gli stereotipi di genere. Dagli incontri \u00e8 emerso il bisogno dei partecipanti di poter esprimere dubbi e perplessit\u00e0 in un contesto psicologico che, parafrasando, definirei \u201csicuro e consensuale\u201d ovvero dove sentirsi sicuri nel parlare delle proprie esperienze sessuali senza incorrere in giudizi o diagnosi errate.\u00a0 Da questo \u00e8 nato lo sportello gratuito<\/a> che una volta al mese offre consulenza a persone con interessi parafilici.<\/p>\n <\/p>\n \u00c8 un servizio affascinante, che non mi sembra abbia molti equivalenti al mondo. In effetti mi stupisce positivamente anche che venga accettato, in questo paese in cui le iniziative culturali sulle sessualit\u00e0 insolite vengono regolarmente\u00a0<\/em>strumentalizzate come \u201cscandali<\/em><\/a>\u201d dai politicanti dell’odio. Secondo te si tratta del segno di un inaspettato progresso intellettuale, o ci sono altri segreti per il suo successo?\u00a0<\/em><\/p>\n Probabilmente siamo passati inosservati alle maglie degli inquisitori perch\u00e9 nel servizio non c\u2019\u00e8 la parola \u2018gender\u2019! Scherzi a parte, non credo ci sia davvero nulla di scandaloso. All\u2019Istituto di Sessuologia Clinica ci occupiamo della salute sessuale: e\u0300 una componente essenziale del diritto alla salute, e non puo\u0300 essere ottenuta o mantenuta se i diritti sessuali non sono uguali per tutti. Nella letteratura degli ultimi 20 anni vi e\u0300 una crescente e inequivocabile evidenza scientifica che ha smontato l\u2019idea che il BDSM sia espressione di traumi infantili<\/a>, abusi o psicopatologia. Qualcuno forse sapr\u00e0 che si discute per modificare il manuale diagnostico ICD 10<\/a> e depennare alcuni disturbi parafilici come il feticismo, il travestitismo e il sadomasochismo consensuale; molti stati del nord Europa hanno bollato, gi\u00e0 dal 2009, queste diagnosi come non-scientifiche. La loro cancellazione sembra essere un cambiamento in direzione di una maggiore tolleranza nei confronti di pensieri sessuali, fantasie, impulsi e\/o comportamenti che erano considerati inusuali, ma se basati sul reciproco consenso sono espressione non dannosa di forme di diversit\u00e0 sessuale. Per smontare i pregiudizi radicati ci vuole per\u00f2 un po\u2019 di tempo, cos\u00ec capita che proprio le persone che avendo una sessualit\u00e0 inusuale necessitano di maggiori informazioni spesso non riescano a trovare conforto nemmeno parlandone con i professionisti. Tale mancanza di informazioni comporta il rischio che le ansie e le incertezze abbiano un forte impatto sulla stima di se\u0301 e sull\u2019identita\u0300. Con l\u2019ISC abbiamo promosso diverse ricerche sul benessere sessuale nel BDSM, l\u2019ultima delle quali \u00e8 stata appena pubblicata nel Journal of Sexual Medicine<\/em><\/a>.<\/em><\/p>\n <\/p>\n Prima di andare avanti puoi riassumere le conclusioni di questo studio?<\/em><\/p>\n I dati hanno mostrato una grande variet\u00e0 di pratiche, fantasie, regole e ruoli. Rispetto al genere, uomini e donne hanno presentato alcune preferenze specifiche. In generale chi pratica BDSM (soprattutto con ruolo dominante) sembra essere pi\u00f9 soddisfatto e meno preoccupato della sessualit\u00e0 rispetto alla popolazione generale.<\/p>\n La dottoressa Daniela Botta<\/p><\/div>\n Ti dir\u00f2 che lo sospettavo, ma tornando allo Sportello, che tipo di riscontro ha ottenuto l’iniziativa? Quante richieste arrivano ogni mese?<\/em><\/p>\n Essendo una iniziativa del tutto gratuita immaginavamo una risposta pi\u00f9 ampia. La paura del pregiudizio \u00e8 cos\u00ec forte che alcune richieste (soprattutto e non a caso da parte di uomini sottomessi) vogliono rimanere anonime e dunque non sfociano in un colloquio. All\u2019incirca contiamo 4-5 colloqui al mese.<\/p>\n <\/p>\n Quali caratteristiche ha l’utente-tipo? Ma soprattutto: che genere di richieste presentano le persone che si rivolgono a voi?<\/em><\/p>\n Non arriva nessuno n\u00e9 con il collare, n\u00e9 con i tacchi a spillo: direi che incontriamo persone qualunque, con una percentuale maggiore di donne (come capita sempre per noi psicologi), con un\u2019et\u00e0 tra i 20 e i 70 anni. La maggior parte delle richieste in realt\u00e0 non riguarda specificamente le parafilie o il BDSM, ma comuni problemi relazionali ed emotivi vissuti per\u00f2 all\u2019interno di rapporti di dominazione o pi\u00f9 genericamente kinky.<\/p>\n <\/p>\n Tu come interpreti questo fatto? Siamo bravi noi a fare informazione, sono i soggetti che sottovalutano gli aspetti tecnici del BDSM, o \u00e8 effetto di qualcos’altro?<\/em><\/p>\n Probabilmente le persone che arrivano al servizio sono gi\u00e0 informate o frequentano gi\u00e0 la comunit\u00e0 BDSM, che pertanto definirei gi\u00e0 risolte rispetto ad alcune questioni e che semplicemente hanno bisogno di confrontarsi su dinamiche specifiche in un contesto che le accetti. In alcuni Stati americani esiste una specie di registro di terapeuti aperti al mondo kinky, ma credo che sia sufficiente superare i pregiudizi e rimanere scientificamente aggiornati.<\/p>\n <\/p>\n Quali sono i progetti futuri per lo Sportello? Questa esperienza servir\u00e0 per alimentare altre iniziative?<\/em><\/p>\n Mi piacerebbe che questo primo punto di contatto potesse raccogliere le richieste di chi vive la scoperta delle proprie pulsioni in modo conflittuale. Come dicevo, mi colpisce molto il dato che le persone pi\u00f9 sofferenti che mi hanno contattato siano stati uomini sottomessi che esprimono un vero e proprio dolore nell\u2019accettazione di queste pulsioni. Loro sembrano essere il gruppo meno risolto nelle ricerche, e sono anche coloro che alimentano il mondo pi\u00f9 commerciale del BDSM. Rifacendomi a un tuo articolo sull\u2019eros e la trascendenza<\/a> mi chiedo se non sia proprio per evitare di vivere \u00abl\u2019eros in modo un pelino pi\u00f9 profondo di un giochetto passeggero, evitando che li tocchi davvero, bens\u00ec lasciando qualcosa di pi\u00f9 di un orgasmo o un livido\u00bb. Forse si tratta di un\u2019esperienza volutamente alienata e scissa dal s\u00e9, che non viene accettata perch\u00e9 palesemente in conflitto con gli stereotipi di genere?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Le sottoculture legate alle sessualit\u00e0 alternative sono spesso rappresentate come ambienti alieni, misteriosi e inaccessibili. Tale mitologia non corrisponde per\u00f2 pi\u00f9 alla realt\u00e0 da almeno vent\u2019anni: per conoscere i praticanti delle discipline pi\u00f9 insolite ormai \u00e8 sufficiente trovarli con Google, e molte variazioni sul tema vengono studiate anche in ambito accademico. 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Non solo: dopo il gran lavoro compiuto dal mondo LGBT per aprire linee di comunicazione con le istituzioni, oggi si cominciano a vedere i primi esperimenti rivolti ad altre comunit\u00e0. \u00c8 il caso di quella BDSM<\/a>, oggetto di una interessante iniziativa di cui ho parlato con la sua coordinatrice. Ecco l\u2019intervista che ne \u00e8 uscita\u2026<\/p>\n