{"id":1748,"date":"2017-04-19T00:00:00","date_gmt":"2017-04-18T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.ayzad.com\/2017\/04\/19\/lgbt-nathan-bonni\/"},"modified":"2017-04-19T00:00:00","modified_gmt":"2017-04-18T22:00:00","slug":"lgbt-nathan-bonni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ayzad.com\/it\/lgbt-nathan-bonni\/","title":{"rendered":"Oltre i confini LGBT \u2013 Intervista con Nathan Bonni"},"content":{"rendered":"

Ci sono porte che a volte si aprono per caso, ma conducono poi verso mondi quasi sconosciuti. \u00c8 quello che \u00e8 avvenuto un paio di settimane fa, quando su Twitter<\/a><\/em> mi \u00e8 stato segnalato un articolo di Progetto GenderQueer<\/em><\/a> sul BDSM visto da un attivista LGBT<\/a> che descriveva l\u2019eros estremo in modo un po\u2019 diverso da come lo conosco io. Strano, ma possibile: d\u2019altro canto, pur occupandomi di sessualit\u00e0 non normative di tutti i tipi, anche io non ho una esperienza molto approfondita del mondo dell\u2019attivismo italiano \u2013 cos\u00ec mi sono ritrovato nuovamente a pensare quanto sia curioso che nel nostro paese il mondo LGBT e quello BDSM vivano tanto separati<\/a>. Stando cos\u00ec le cose, non c\u2019\u00e8 da stupirsi che abbiano una percezione un po\u2019 distorta l\u2019uno dell\u2019altro!<\/p>\n

Mi sono cos\u00ec rivolto a Nathan Bonni<\/a>, che oltre a essere titolare di Progetto GenderQueer \u00e8 anche co-fondatore della rivista Il Simposio<\/a><\/em> e presidente del Circolo Milk<\/a> di Milano, una realt\u00e0 piuttosto attiva nel campo delle diversit\u00e0 sessuali. Dopo avere riscontrato una effettiva separazione fra le due culture, \u00e8 nata l\u2019idea di realizzare una doppia intervista senza peli sulla lingua, perch\u00e9 a furia di essere politically correct si finisce col non affrontare mai proprio quei pregiudizi di fondo che impediscono di dialogare veramente. Lui mi ha fatto parecchie domande<\/a> inevitabilmente \u201ccolorate\u201d da una filosofia incentrata sulle questioni di genere, e dopo qualche intoppo sono riuscito finalmente a restituire il favore.<\/p>\n

Il risultato lo vedete qui sotto. Pur con tutti i limiti di una strana ma comprensibile diffidenza reciproca, insieme all\u2019altra intervista getta comunque un primo ponte fra due culture con molti pi\u00f9 punti di contatto di quanti non si creda \u2013 aprendo una di quelle porte di cui si parlava all\u2019inizio. Da qui in avanti, varcarla ed esplorare dipende solo da ciascuno di noi.<\/p>\n

 <\/p>\n

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Ciao, Nathan! Cominciamo col dire chi sei?<\/strong><\/p>\n

Ciao Ayzad. Ho 33 anni e da una decina sono attivista sui temi LGBT e del \u201cnon binarismo di genere\u201d.
Dal 2010 sono presidente del Circolo Culturale TBGL Harvey Milk, che fa cultura ed offre servizi in ambiente non giudicante a tutte le persone portatrici di una tematica di orientamento affettivo e di identit\u00e0 di genere. La sigla \u00e8 TBGL<\/em> per sottolineare l’attenzione che l’associazione d\u00e0 ai temi dell’identit\u00e0 di genere e degli orientamenti affettivi compresi tra omo ed etero.
Ancor prima di intraprendere la mia esperienza associativa al Milk avevo aperto un blog, che adesso \u00e8 online da una decina d’anni, il cui obiettivo \u00e8 dare \u201ccittadinanza\u201d a tutti i percorsi di variabilit\u00e0 di genere che non sono caratterizzati da una medicalizzazione del corpo e\/o in cui la persona non \u00e8 portatrice di un’identit\u00e0 totalmente riconducibile a \u201cuomo\u201d o a \u201cdonna\u201d.
Un altro tema principale del blog \u00e8 il binarismo di genere, cio\u00e8 il concepire corpi, identit\u00e0 e ruoli come strettamente aderenti al \u201cbinario\u201d 0-1 o, nel nostro caso, maschile-femminile.\u00a0Mi interessa quanto questo incida sul mondo del lavoro, sulla formazione, sulla politica, sulle modalit\u00e0 affettive ed erotiche, sulle religioni e sulle spiritualit\u00e0, su stili di vita alternativi e su molto altro, ed \u00e8 per questo che sovente ho pubblicato ricerche e interviste riguardanti i parallelismi sui ruoli di genere e sui ruoli delle sessualit\u00e0 non normative.
Oggi ti rispondo quindi nella veste di autore del Progetto GenderQueer.<\/p>\n

 <\/p>\n

Nell\u2019intervista che mi hai fatto – ma anche nel tuo blog e nelle mail che ci siamo scambiati per organizzare questi articoli<\/a> \u2013 hai espresso la preoccupazione che persone queer<\/em>, cio\u00e8 con una sessualit\u00e0 non \u201ctradizionale\u201d<\/strong>, <\/em><\/strong>\u00a0e in particolare quelle transgender possano non sentirsi a proprio agio nell\u2019ambiente BDSM. \u00c8 una cosa che mi ha colpito, un po\u2019 perch\u00e9 mescola l\u2019identit\u00e0 e l\u2019orientamento con delle preferenze in termini di pratiche slegate da questi aspetti, ma anche perch\u00e9 in decenni di esperienza sulla scena kinky non ho riscontrato elementi che possano far sorgere questa paura. Anzi, vi incontro normalmente lesbiche, bisessuali e trans (quest\u2019ultima categoria soprattutto in ambito fetish)\u00a0che\u00a0interagiscono senza alcun problema con le persone eterosessuali\u2026<\/strong><\/p>\n

Nonostante la mia presenza online fra blog e social connessi mi dia un osservatorio privilegiato da cui entrare in contatto con tantissime persone LGBT e in particolare bisessuali, pansessuali, genderqueer e transgender, il BDSM non ricade fra le mie tematiche principali. Di conseguenza posso dire che, fra loro, tanti hanno interesse o curiosit\u00e0 per quella cultura ma non ho delle statistiche sui loro timori nel frequentare l’ambiente BDSM o sulle eventuali esperienze che hanno avuto in questo ambiente.
Diverse persone, soprattutto portatrici di una tematica di identit\u00e0 di genere, e coloro che hanno un aspetto non conforme alla propria identit\u00e0, temono di essere \u201cfraintesi\u201d in luoghi di incontro dove il primo approccio \u00e8 estetico e dove non ci sono i tempi, i modi e le circostanze per spiegare. Sono paure che si estendono non solo agli ambienti di incontro BDSM, ma a tutti gli quelli che prevedono la socializzazione, mirata o non mirata alla possibile svolta erotica. Ovviamente se la persona ha delle tendenze BDSM o anche solo delle curiosit\u00e0, si pone il problema che questi equivoci possano accadere e che quindi un’esperienza su cui si avevano aspettative positive possa invece risultare deludente, quando non \u201cdisforica\u201d. Essere fraintesi riguardo al proprio genere \u00e8 una delle esperienze peggiori che una persona transgender o gender non conforming<\/em> in generale possa fare.
Ci\u00f2 non toglie che il BDSM possa comunque essere praticato anche non frequentando \u201cgli ambienti\u201d e , perch\u00e9 no, magari sperimentando con un o una partner che precedentemente non conosceva il BDSM.<\/p>\n

 <\/p>\n

La spiegazione \u00e8 chiara, ma non si tratta di\u00a0una proiezione di paure personali nei confronti di gente con tutt\u2019altre preoccupazioni? Sembra un po\u2019 la logica dei fondamentalisti cattolici in conflitto aprioristico con i gay perch\u00e9 sono convinti che vogliano attentare alle loro virt\u00f9, o di quei razzisti che vedono in ogni persona di colore una minaccia anzich\u00e9, appunto, una persona\u2026<\/strong><\/p>\n

Attenzione a non confondere vissuti con ideologie. Una persona LGBT non fa qualcosa che riguarda la sua sfera amicale, sentimentale ed erotica mossa da un\u2019ideologia, ma mossa dalle considerazioni dei pro e dei contro sulla possibilti\u00e0 di sentirsi pi\u00f9 o meno a suo agio in un ambiente. Quindi alcuni osano, sperimentano, altri no.
Nel caso di una persona trans, magari con un aspetto che \u201ctradisce\u201d la sua identit\u00e0 di genere,\u00a0il timore non \u00e8 certo che gli venga imposto di fare qualcosa, ma magari che il suo genere venga frainteso e che quindi si creino spiacevoli equivoci che richiedono chiarimenti che non ha voglia di dare in uno spazio di incontro. Come dicevo, questa paura pu\u00f2 essere estesa a tutti i luoghi di incontro e non solo a quelli BDSM.<\/p>\n

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Un paio di domande fa, nel mio elenco non comparivano gli uomini gay perch\u00e9 in Italia \u00e8 raro che partecipino a eventi pansessuali, cio\u00e8 rivolti a tutti. Non mi riferisco solo a <\/strong>party<\/strong><\/a> in cui comunque i giochi BDSM rappresentano solo una parte di ci\u00f2 che fanno i partecipanti \u2013 e il sesso una ancora pi\u00f9 piccola, visto che di solito \u00e8 pi\u00f9 comodo farlo a casa propria \u2013 ma anche a banali occasioni di incontro e confronto quali per esempio i <\/strong>munch<\/strong><\/a>. Pensa che, dopo quasi vent\u2019anni che organizzo queste cose, potrei contare i gay dichiarati che vi hanno partecipato sulle dita di mani e piedi.
Secondo te da cosa dipende? Dopotutto, le basi\u00a0del BDSM moderno sono\u00a0<\/strong>
nate proprio nella cultura<\/strong>\u00a0leather<\/strong><\/a>\u00a0degli omosessuali della West Coast statunitense.<\/strong><\/p>\n

Premetto che io sono un uomo gay transgender, ma anche fossi un uomo gay non transgender non potrei parlare che a nome di me stesso. Nel caso degli incontri finalizzati all’erotismo o all’\u00a0\u201camicizia, poi chiss\u00e0\u201d<\/em> penso che molti uomini gay preferiscano un ambiente \u201ctra pari\u201d, dove tutti i partecipanti sono attratti dal proprio genere o, perlomeno, anche da esso. Altri preferiscono invece un ambiente misto.
Credo siano due modalit\u00e0 entrambe legittime, che derivano solo da approcci diversi. Altri ancora preferiscono interagire affettivamente ed eroticamente con altre persone visibilmente e dichiaratamente LGBT, mentre in ambienti misti potrebbero interagire con bi-curiosi o con uomini bisessuali che preferiscono per\u00f2 le donne, e che spesso vivono socialmente come eterosessuali.
Per una piccola parte di omosessuali maschi si tratta di vero e proprio \u201cseparatismo\u201d, ovvero di persone che vogliono interagire solo con altre persone di sesso biologico maschile, e che quindi escludono dagli altri anche le persone transgender, in entrambe le direzioni. Sono solo omosessuali con un orientamento erotico binario.<\/p>\n

 <\/p>\n

Quel che posso dirti \u00e8 che, vedendola dall\u2019altra parte, c\u2019\u00e8 una convinzione diffusa che\u00a0gran parte del\u00a0mondo\u00a0gay \u201cincontra solo per scopare\u201d e che\u00a0sia banalmente per questo che nel tempo libero\u00a0non\u00a0interagisce con altri orientamenti. \u00c8 ovvio che sia sbagliato generalizzare, ma tale visione viene in effetti favorita dall\u2019approccio adottato da tanti, al punto che conosco anche numerosi gay disperati perch\u00e9\u00a0non\u00a0riescono ad avere relazioni a tutto tondo. Allo stesso modo, sono parecchie le volte in cui ho provato a invitare qualcuno ai miei eventi e mi sono sentito rispondere \u00abah, se non\u00a0ci\u00a0sono\u00a0darkroom preferisco andare dove posso divertirmi!\u00bb.
Non\u00a0\u00e8 un po\u2019 limitante ridurre tutto all\u2019aspetto sessuale, o per lo meno dargli cos\u00ec tanta importanza? Voglio dire: ti assicuro\u00a0che\u00a0anche per me sesso e BDSM\u00a0sono\u00a0molto\u00a0importanti, eppure\u00a0non\u00a0\u00e8\u00a0che\u00a0eviti di partecipare ad altri tipi di serate o di frequentare determinati gruppi di persone\u2026<\/strong><\/p>\n

Penso che il pensare che le persone LGBT usino il loro tempo libero per il sesso sia uno stereotipo. Come vedi ogni subcultura<\/em>, ed in particolare quella LGBT in quanto maggiormente visibile, \u00e8 vittima di pregiudizi. Le persone LGBT che conosco, di genere maschile e non, dedicano il tempo libero a tanti interessi culturali e ricreativi, che mettono loro in comunicazione con tante persone affini, LGBT e non.\u00a0Sento quindi molto distante questo stereotipo del gay \u201cmorto di sesso\u201d, ed \u00e8 anche lontano dalle persone \u201cnon LGBT\u201d che mi circondano, la cui percezione delle persone gay sta gradualmente cambiando anche grazie alle unioni civili: le figure del gay marito, del gay pap\u00e0 e del gay che ha trovato il proprio compagno di vita si stanno sempre pi\u00f9 diffondendo nell’immaginario sociale.\u00a0Anche se penso ai miei colleghi uomini gay, e a come\u00a0sono\u00a0percepiti dai colleghi e dai capi,\u00a0non\u00a0credo\u00a0che\u00a0vengano pensati come promiscui.
Infine,\u00a0non\u00a0credo\u00a0che\u00a0le persone\u00a0LGBT\u00a0pensino sempre all’aspetto sessuale, ma se il contatto con loro \u00e8 avvenuto tramite temi di \u201csessualit\u00e0 non normative\u201d, \u00e8 chiaro\u00a0che\u00a0la chiave di comunicazione fosse quella \u201csessuale\u201d. Se l’argomento comune \u00e8 l’erotismo \u00e8 chiaro\u00a0che\u00a0si comunichi dando spazio a quelle tematiche ed esigenze. Se invece \u00e8 la politica si parler\u00e0 di diritti. Se \u00e8 la cultura si parler\u00e0 di sensibilizzazione sociale e cos\u00ec via.<\/p>\n


La\u00a0mancanza di informazione\u00a0che\u00a0genera pregiudizi piccoli e grandi \u00e8 piuttosto diffusa a livello di sottoculture: gli scambisti equivocano la scena queer, i leather hanno una concezione fantasiosa della cultura cuckold, i cattolici immaginano peste e corna dei gay, e cos\u00ec via. Quali pensi siano i meccanismi per cui le iniziative di comunicazione \u2013 o per lo meno di comprensione – fra scene differenti\u00a0sono\u00a0cos\u00ec rare?\u00a0\u00a0<\/strong><\/p>\n

Purtroppo ogni subcultura \u00e8 soggetta a forti stereotipi e quindi \u00e8 importantissimo che si faccia cultura sui propri temi. Non escludo che le subculture abbiano pregiudizi e stereotipi sulle altre subculture, ed \u00e8 per questo che spesso si organizzano degli eventi \u201ccrossover\u201d di confronto, ad esempio tra LGBT e Poliamore, o tra LGBT e Cultura Femminista e, perch\u00e9 no, anche tra LGBT e BDSM.
Non credo che questi eventi siano cos\u00ec rari, ma probabilmente dipende dal fatto che le realt\u00e0 \u201cnon binarie\u201d hanno maggiore interesse a questi collegamenti tra subculture o a fare ricerca rispetto all’attivismo \u201comosessuale\u201d storico.<\/p>\n

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Mi sa che tutti questi eventi devono essermi sfuggiti… A ogni modo, va detto che per\u00f2 a volte a ostacolare l\u2019accettazione della variet\u00e0 di genere e di orientamento \u00e8 paradossalmente il modo in cui si presentano i diretti interessati stessi. Soprattutto in passato lo strumento della provocazione \u00e8 stato forse abusato o forse frainteso, al punto che quando una mia conoscenza ha saputo che stavo realizzando questa intervista, ha riproposto una vecchia argomentazione\u00a0che\u00a0tanto vale affrontare. Parlando di manifestazioni come i\u00a0<\/strong>Pride<\/strong><\/a>, ha infatti detto: \u00absarebbe bello\u00a0che spiegasse in quale modo si pensa\u00a0che\u00a0presentarsi coperti di piume di struzzo, conciati come battone e lasciando una scia di spazzatura alta tre dita dovrebbe favorire l\u2019integrazione sociale fra gruppi differenti\u00bb.<\/strong><\/p>\n

Chi ha suggerito questa domanda\u00a0 forse non\u00a0\u00e8 mai stato fisicamente ad un Pride e lo ha visto dalle foto delle testate pi\u00f9 reazionarie.\u00a0Ci saranno sempre delle drag queen o delle persone estrose, ed \u00e8 un loro diritto esserci, ma la maggior parte dei partecipanti\u00a0sono\u00a0nei loro abiti quotidiani, oltre agli attivisti con cartelli, spille e bandiere.
L’importante \u00e8\u00a0che\u00a0non\u00a0si finisca per disprezzare la libert\u00e0 di chi, diversamente da me, preferisce andare con abiti\u00a0scelti appositamente per\u00a0“scardinare\u201d il conformismo di genere.
\u00a0<\/p>\n

 <\/p>\n

Il filo conduttore delle mie osservazioni mi sembra\u00a0che\u00a0si possa ridurre alla perplessit\u00e0 verso il volersi identificare soprattutto \u2013 se\u00a0non esclusivamente \u2013 con l\u2019aspetto in fondo assai marginale delle proprie preferenze sotto le coperte. Nelle cosiddette minoranze sessuali avviene a livello di denominazioni e sigle, di ambienti frequentati, di chiusura verso l\u2019esterno, di approccio sociale \u2013\u00a0per\u00f2\u00a0l\u2019effetto complessivo \u00e8 poi di alimentare un\u2019impostazione conflittuale stile \u201cnoi contro loro\u201d anzich\u00e9 relazionarsi semplicemente come persone con persone. Tu\u00a0che\u00a0ne pensi?<\/strong><\/p>\n

Purtroppo spesso le persone pensano\u00a0che\u00a0le battaglie\u00a0LGBT\u00a0siano legate\u00a0al\u00a0ricondurre se stessi solo\u00a0al\u00a0proprio orientamento affettivo o identit\u00e0 di genere. In realt\u00e0 ogni attivista ha molti hobby, passioni, il suo lavoro, ma \u00e8 chiaro\u00a0che\u00a0fa \u201cattivismo\u201d relativamente all’aspetto in cui si subisce una discriminazione culturale e\/o legale. Inoltre essere affettivamente ed eroticamente attratti dallo stesso genere o da entrambi\u00a0non\u00a0\u00e8 una questione solo legata alle pratiche sessuali, ma\u00a0che\u00a0influenza la propria vita, quella di coppia, di fare o meno famiglia, eccetera. Se poi invece si pensa all’identit\u00e0 di genere, allora le coperte<\/em> c’entrano davvero\u00a0molto\u00a0poco.\u00a0
Mi preoccupa\u00a0per\u00f2\u00a0l’ostilit\u00e0 verso il “separatismo culturale”\u00a0che\u00a0le minoranze devono fare, almeno in parte, per l’ottenimento dei propri diritti e per fare informazione sulla propria condizione. Perch\u00e9 le definizioni e le sigle fanno cos\u00ec paura?\u00a0Non\u00a0\u00e8 anche, in parte, un problema di chi le rifiuta per se stesso, e\u00a0non\u00a0sempre per motivi \u201csani\u201d?
\u00c8 bello poter essere liberi dalle definizioni, ma solo dopo aver fatto prima i conti con ci\u00f2\u00a0che\u00a0si \u00e8.<\/p>\n

 <\/p>\n

Ok, allora ti aspetto\u00a0al\u00a0prossimo\u00a0<\/strong>Sadistique<\/strong><\/a><\/em>?<\/strong><\/p>\n

In realt\u00e0 non sono un tipo da locali. Pi\u00f9 probabile sar\u00e0 ritrovarci a bere un caff\u00e8 continuando il nostro confronto tra BDSM e LGBT.\u00a0<\/p>\n

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Ci sono porte che a volte si aprono per caso, ma conducono poi verso mondi quasi sconosciuti. \u00c8 quello che \u00e8 avvenuto un paio di settimane fa, quando su Twitter mi \u00e8 stato segnalato un articolo di Progetto GenderQueer sul BDSM visto da un attivista LGBT che descriveva l\u2019eros estremo in modo un po\u2019 diverso […]<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":503,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_et_pb_use_builder":"","_et_pb_old_content":"","_et_gb_content_width":"","footnotes":""},"categories":[19,25,10,20],"tags":[],"class_list":["post-1748","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-cultura","category-interviste","category-notizie","category-persone"],"yoast_head":"\nOltre i confini LGBT \u2013 Intervista con Nathan Bonni - Ayzad<\/title>\n<meta name=\"description\" content=\"Come mai le sottoculture sessuali non si parlano fra loro? 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