{"id":16681,"date":"2022-04-29T04:24:28","date_gmt":"2022-04-29T02:24:28","guid":{"rendered":"https:\/\/ayzad.com\/?p=16681"},"modified":"2022-04-29T04:24:29","modified_gmt":"2022-04-29T02:24:29","slug":"soft-space-studio-apre-la-palestra-delle-emozioni","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ayzad.com\/it\/soft-space-studio-apre-la-palestra-delle-emozioni\/","title":{"rendered":"Soft Space Studio \u2013 Apre la palestra delle emozioni"},"content":{"rendered":"
Una delle cose pi\u00f9 sorprendenti che si imparano studiando l\u2019eros atipico \u00e8 che praticare forme insolite di sessualit\u00e0 \u00e8 semplicissimo. Anche nel caso di pratiche estreme e con una grande componente tecnica \u2013 quale pu\u00f2 essere il BDSM<\/a> \u2013 le informazioni non mancano, le occasioni per incontrare altri appassionati<\/a> nemmeno, e ci sono professionisti specializzati<\/a> per dare tutto il supporto necessario. In effetti, potrei dire che realizzare fantasie erotiche bizzarre sia quasi pi\u00f9 facile che praticare sesso \u201cnormale\u201d di buona qualit\u00e0.<\/p>\n Naturalmente nell\u2019era digitale anche il dating di base d\u00e0 molti meno problemi che in passato. Scegli la app pi\u00f9 appropriata per il tuo orientamento, compila un profilo e, a furia di swipe a destra e sinistra prima o poi qualche partner passabile e disponibile lo trovi. Le statistiche dicono che sar\u00e0 difficile che diventi la tua anima gemella, ma per lo meno i pruriti pi\u00f9 urgenti si risolvono abbastanza comodamente.<\/p>\n Quel che ho notato lavorando come coach specializzato in problematiche sessuali<\/a>, tuttavia, \u00e8 che per la maggior parte delle persone il grosso dei problemi non \u00e8 affatto legato al sesso in s\u00e9, ma a un ambito di cui non si parla mai e con il quale quasi tutti hanno pochissima dimestichezza. Gi\u00e0 pochi anni anni fa era raro trovare qualcuno che sapesse davvero rapportarsi col proprio corpo, con i propri desideri e le proprie emozioni: a furia di condurre vite sempre pi\u00f9 online siamo diventati bravissimi a interpretare personaggi da social network, con vite tanto instagrammabili quanto fragili nel mondo reale. Poi naturalmente \u00e8 arrivato il Covid-19, e la situazione \u00e8 ancor pi\u00f9 precipitata. Fra lockdown, delivery, DAD, Zoom, Netflix, no vax, crisi climatica, guerre assortite e paranoie varie, tantissimi sono divenuti cinture nere di distanziamento e ansia sociale \u2013 a volte perfino nei confronti delle persone con cui pensavano di voler condividere la vita intera, e invce dopo mesi di convivenza forzata non sopportano pi\u00f9. Alzi la mano chi non conosce qualcuno che, pur di non dover pi\u00f9 avere a che fare con la gente, preferirebbe che la pandemia non finisse pi\u00f9<\/a>.<\/p>\n \u00c8 proprio il caso di tornare a vivere \u2013 possibilmente meglio di prima. Ma come?<\/p>\n <\/p>\n Chiaramente non sono l\u2019unico a essermi posto questa domanda. Nel mio giro di psicologi, sessuologi, artisti e creativi di ogni genere ci si arrabatta da tempo sulla questione, e ogni tanto qualcuno se ne esce con possibili soluzioni altrettanto varie. L\u2019anno scorso, per esempio, ci avevo provato pure io proponendo l\u2019idea dei cuddle party, eventi nati in California da Reid Mihalko e Marcia Baczynski per reinsegnare agli adulti a coccolarsi senza implicazioni sessuali. Uno dei miei principi \u00e8 per\u00f2 fare il possibile per dare serenit\u00e0 al prossimo, cos\u00ec ho cambiato approccio. Ho raccolto tutte quelle amicizie elencate sopra, e insieme ci siamo inventati qualcosa di completamente nuovo. Alla fine \u00e8 venuto fuori uno strano incrocio fra una festa, uno spazio relax, un corso di wellness, un laboratorio teatrale\u2026 una nuova esperienza per sviluppare l\u2019empatia e riscoprire il piacere di stare davvero bene con se stessi e con gli altri.<\/p>\n
\nMi riferisco alla comunicazione, e non solo a quella fra partner, potenziali compagni di letto o pi\u00f9 genericamente con altre persone. Ci\u00f2 che pochissimi padroneggiano \u2013 perch\u00e9 di solito nessuno lo insegna \u2013 \u00e8 un buon rapporto con se stessi.<\/p>\n
\nSoprattutto per\u00f2 ci siamo chiusi sempre pi\u00f9 in noi stessi. Parola di uno studio recente, secondo cui nel 2021 lo statunitense medio guarda lo smartphone 344 volte al giorno<\/a> (nel 2019 erano \u201csolo\u201d 96<\/a>) per un totale di poco meno di tre ore. Ora provate a chiedervi quanto tempo passate invece guardando la persona che pi\u00f9 amate.<\/p>\nApre il Soft Space Studio<\/strong><\/h2>\n
\nDefinirlo un disastro \u00e8 poco: i milanesi evidentemente non avevano alcuna voglia di starsi troppo vicini, men che meno in un contesto percepito come un po\u2019 troppo fricchettone per la citt\u00e0 dell\u2019efficienza a tutti i costi.<\/p>\n