{"id":1463,"date":"2014-03-24T00:00:00","date_gmt":"2014-03-23T23:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.ayzad.com\/2014\/03\/24\/androidismo\/"},"modified":"2014-03-24T00:00:00","modified_gmt":"2014-03-23T23:00:00","slug":"androidismo","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ayzad.com\/it\/androidismo\/","title":{"rendered":"L\u2019androidismo non doveva mica essere cos\u00ec"},"content":{"rendered":"

\u00a0La parola androidismo<\/i> \u00e8 nata per definire l\u2019attrazione sessuale verso robot umanoidi, nota anche con l\u2019acronimo \u2018ASFR\u2019 (da alt.sex.fetish.robots<\/i>, un ormai defunto gruppo di discussione online che diffuse per primo il concetto). Prima ancora tuttavia gli esperti gi\u00e0 parlavano di agalmatofilia<\/i>: fare sesso con statue e manichini. Si tratta di una pratica cos\u00ec antica da essere menzionata gi\u00e0 nel 350 a.C. nella sentenza di condanna di Lisippo, uno scultore greco che s\u2019era infiltrato nottetempo nel tempio di Samo per stuprare la statua di una dea \u2013 non prima di avere piazzato due bistecche tattiche fra le sue cosce. L\u2019intero mito di Pigmalione si fonda anch\u2019esso sull\u2019attaccamento eccessivo a un simulacro, tanto che pigmalionismo <\/i>e galateismo <\/i>(dal nome della statua in questione) sono ulteriori sinonimi dello stesso feticismo.
Pi\u00f9 di recente l\u2019argomento \u00e8 tornato alla ribalta con una serie di film centrati su persone che sviluppano intense relazioni con bambole sessuali, dal dimenticabile Bambola meccanica modello Cherry 2000<\/i><\/a> al toccante Lars e una ragazza tutta sua<\/i><\/a>. Dopotutto va riconosciuto che le bambole erotiche<\/a> sono diventate ormai cos\u00ec realistiche da essere entrate a far parte perfino della cultura mainstream<\/a>. Ci\u00f2 nonostante il fascino per macchine inquietantemente eccitanti non sparir\u00e0 mai. Dalle famose opere negli anni \u201980 del secolo di Hajime Sorayama<\/a> scorso ai giorni nostri, l\u2019unione di metallo e femminilit\u00e0 rimane un modo sicuro per attrarre l\u2019attenzione.<\/p>\n

Nelle scorse settimane potreste per esempio avere visto la pesante copertura mediatica dei mediocri robot che ballano sul palo<\/a> concepiti per attrarre clienti durante fiere tecnologiche.\u00a0Quella che invece \u00e8 facile vi sia sfuggita \u00e8 una robozozza ben diversa \u2013 e molto pi\u00f9 spaventosa \u2013 creata dall\u2019artista <\/span>Jordan Wolfson<\/a>, attualmente esposta alla galleria Zwirner di New York.
L\u2019androide senza nome \u00e8 un esperimento sull\u2019inquietudine che si basa sui movimenti mostruosamente realistici del corpo e soprattutto delle dita. A rendere le cose ancora peggiori contribuiscono poi la voce maschile del robot e la sua funzione di riconoscimento facciale. In pratica la creatura fissa lo sguardo sulla persona che pi\u00f9 le si avvicina, e pur continuando a ballare non le toglie pi\u00f9 gli occhi di dosso. Bench\u00e9 l\u2019artista preferisca non rilasciare dichiarazioni al riguardo, \u00e8 chiaro che quelle spietate, instancabili pupille prive di vita stravolgano il nostro rapporto con le spogliarelliste e le lavoratrici del sesso in generale. D\u2019un tratto l\u2019attrazione istintiva per le movenze sexy ci si rivolta contro, trasformandoci nei giocattoli di un\u2019entit\u00e0 priva di empatia alcuna. A questo punto potrei lanciarmi in una gran disquisizione su un sacco di argomenti classici dei sex blogger. Sarei profondo, intellettuale e probabilmente molto noioso. Siccome per\u00f2 credo nella maieutica preferisco lasciarvi in balia del video qui sotto, e alle vostre conclusioni. Buoni incubi.<\/span><\/p>\n