{"id":1430,"date":"2011-05-01T00:00:00","date_gmt":"2011-04-30T22:00:00","guid":{"rendered":"http:\/\/www.ayzad.com\/2011\/05\/01\/kamikaze-london-tour\/"},"modified":"2011-05-01T00:00:00","modified_gmt":"2011-04-30T22:00:00","slug":"kamikaze-london-tour","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/ayzad.com\/it\/kamikaze-london-tour\/","title":{"rendered":"Kamikaze London tour 2006 – Feat. 15th Torture Garden Birthday Ball"},"content":{"rendered":"
Il resoconto di un viaggio del giugno 2006, in cui ho dedicato una settimana a esplorare gran parte del panorama fetish e Bdsm di Londra. Pi\u00f9 che un diario, una guida per chi stesse preparando un salto in terra d’Albione. C’erano cos\u00ec tante cose da vedere che con i miei compagni d’avventura non abbiamo avuto un attimo di riposo, da cui il nome che abbiamo dato all’esperienza…<\/em><\/span><\/p>\n Sette giorni, quattro pervertiti, ventun negozi “alternativi” e una delle pi\u00f9 grandi feste fetish del mondo. Insomma, una specie di maratona fra lattice e manette che ci ha lasciato esausti (ma felici) e strada facendo si \u00e8 guadagnata un nome cos\u00ec temibile. “Kamikaze” davvero, anche per tutte le esperienze che sarei tentato di raccontare ma prenderebbero davvero troppo spazio. Meglio allora concentrarsi su quelle informazioni che possono pi\u00f9 interessare i lettori del sito. Queste sono probabilmente di due tipi\u2026<\/p>\n LO SHOPPING<\/strong><\/p>\n Per chi ama il BDSM, e ancor pi\u00f9 il fetish, Londra propone un\u2019offerta sterminata di occasioni per rimanere al verde. Non \u00e8 solo questione del micidiale cambio Euro-Sterlina, ma proprio della quantit\u00e0 di negozi, empori e boutique che si trovano in citt\u00e0. Quelli identificati prima di partire erano addirittura una trentina, ciascuno con la sua specializzazione \u2013 e solo limitandosi alle zone 1 & 2, che corrispondono grossomodo a un \u201ccentro\u201d allargato.<\/p>\n Dopo averne visitati una buona parte, eccone qui sotto un riassunto che dovrebbe permettere ad altri viaggiatori di orientarsi al meglio. Attenzione, per\u00f2: sembra che gli assortimenti varino con molta rapidit\u00e0, e soprattutto ovunque vale la regola del cabbage pricing, <\/em>il \u201cprezzo a cavolo\u201d. Nell\u2019ambito dei criteri generali che leggerete, uno specifico articolo pu\u00f2 avere il suo costo reale (comunque gonfiato) o quattro volte tanto, senza alcuna logica. Non dipende neanche dal livello del negozio: pu\u00f2 capitare che la fetish boutique pi\u00f9 elegante del centro risulti assai pi\u00f9 conveniente del supermercatone per pervertiti in periferia. Mah.<\/p>\n I posti che vorrete visitare sono:<\/p>\n Harmony<\/a><\/em> \u2013 Una catena di sex shop nati dalla costola dell\u2019impero di Ann Summers<\/a>, caratterizzati da ambiente e presentazione molto gradevoli ed eleganti. Quello su Oxford street dicono sia il migliore, con una gran selezione di abitini sconci in tessuti \u201ctradizionali\u201d. Al piano inferiore, dildi \u201cartistici\u201d in vetro di Murano o acciaio.<\/p>\n Expectations<\/a>, 75 Great Eastern Street \u2013 <\/em>Praticamente Disneyland per i pervertiti. Si rivolge prevalentemente al mondo gay e quindi non si trovano molte cose specificamente per signora\u2026 ma tutto il resto c\u2019\u00e8, con un\u2019attenzione particolare agli abbigliamenti in pelle, lattice e gomma. Ottimo assortimento di attrezzature costrittive d\u2019ogni genere, strumenti verberatori \u201cpesanti\u201d e oggetti per dilatazioni estreme. Tutto considerato \u00e8 uno dei negozi pi\u00f9 economici, compreso un bargain bin<\/em> (cestone di merce ultrascontata) che farebbe invidia alle vetrine di molti sex shop italiani.<\/p>\n Coffee, Cake & Kink<\/a>, 61 Endell St \u2013 <\/em>Piccolo bar per zozzoni alla moda, in pieno centro. \u00c8 su due piani, arredati stile Ikea<\/em>: quello sulla strada \u00e8 minuscolo, con librerie strapiene di volumi a tema da consultare mentre si beve un t\u00e8 o da comprare a prezzi stracciati; sotto si tengono munch, seminari e incontri vari, e in questi casi chi non \u00e8 prenotato non pu\u00f2 scendere. Noi non eravamo prenotati (anche perch\u00e9 non c\u2019\u00e8 un calendario pubblico), quindi abbiamo approfittato della visita per litigare con la spocchiosissima coppia lesbica di gerenti \u2013 che con eufemismo tipicamente britannico si pu\u00f2 definire \u201cun paio di stronze bestiali\u201d. Tutto sommato sconsigliabile.<\/p>\n Liberation<\/a>, 49 Shelton St \u2013<\/em> Boutique fetish davvero fenomenale, elegante, originale e con un assortimento ottimo a prezzi relativamente sensati, dovuto al fatto che \u00e8 a tutti gli effetti lo spaccio aziendale di Libidex<\/a>. Oltre alle \u201csolite\u201d catsuit e abiti lunghi in lattice ci si trovano remix fetish di completi da manga, anni \u201940, e strani esperimenti sui materiali \u2013 tipo lattice & pizzo insieme, o gomma & coccodrillo. Il piano inferiore \u00e8 strapieno di nicchie e passaggi in cui si trovano strumenti unici, dai kit ginecologici dell\u2019800 ai micidiali flogger in gomena usati sulle navi della Regia Marina nei tempi andati. Se si parla un buon inglese \u00e8 consigliatissimo chiacchierare col proprietario \u2013 un minuscolo bodybuilder gay che pi\u00f9 gay non si pu\u00f2 di imprecisata origine asiatica e dall\u2019umorismo eccezionale.<\/p>\n Rubber street<\/em> (Holloway Road, dal 64 al 90) \u2013 \u00c8 il soprannome ufficiale di un pezzo di strada che ospita nove showroom di altrettanti produttori di articoli fetish e BDSM (Fettered Pleasures, House of Harlot, Ectomorph<\/a>, Murray & Vern<\/a>, Zeitgeist<\/a>, Cage Xpress, Inner Sanctum<\/a>, Showgirls, Atsuko Kudo<\/a><\/em>), riuniti in due edifici. Non illudetevi di trovare spazi sconfinati: molte marche condividono addirittura lo stesso negozio \u2013 per\u00f2 in compenso qui si trovano le migliori (e pi\u00f9 costose) creazioni fetish del mondo. In particolare:<\/p>\n Dvd Express<\/em> \u00e8 il nome di un negozietto semi-inutile che per\u00f2 nasconde nel sotterraneo un vero dungeon in cui sono esposti arredamenti e costrizioni finto-medievali in metallo per chi ama il gioco pesante \u2013 fra cui per intenderci un letto matrimoniale predisposto per il bondage, che sotto il materasso ospita una gabbia punitiva. La porta laterale d\u00e0 sul miglior negozio fetish in assoluto di tutta Londra, con commessi preparatissimi e mostruosamente gentili. Qui si trovano gli abiti meravigliosi che compaiono spesso nei reportage delle pi\u00f9 grandi feste internazionali e che possono essere modificati su misura dal laboratorio al piano di sopra. Indispensabile portare una carta di credito molto ben pasciuta.<\/p>\n Fettered Pleasures<\/a><\/em> appartiene a una coppia BDSM gay con un occhio eccezionale per la qualit\u00e0 e creativit\u00e0 senza pari nel realizzare strutture da gioco in metallo. Una loro creazione esclusiva riesce a incorporare in un \u201cpratico\u201d kit di montaggio stile Ikea<\/em> (ma pesante 300kg) gabbia variabile, letto di contenzione, inginocchiatoio, poltrona ginecologica, toilette, cavalletto e barra da sospensione\u2026 davvero incredibile! Qui c\u2019\u00e8 anche la migliore selezione di fruste e simili della citt\u00e0, nonch\u00e9 il pi\u00f9 vasto (ma non pi\u00f9 economico) assortimento di giocattoli elettrici. Ottima la sezione pelle & cuoio.<\/p>\n House of Harlot<\/a><\/em> \u2013 \u00c8 la porta a fianco, quindi tanto vale visitarlo. Ma preparatevi a una delusione: la scomparsa della titolare, qualche anno fa, ha congelato le collezioni ai (peraltro leggendari) pezzi di dieci anni addietro e ora rimane solo un negozietto che lavora prevalentemente su ordinazione per il mercato estero. Dicono che i designer pi\u00f9 bravi siano passati in blocco a Torture Garden Clothing<\/em>, e tutto sommato pare una storia plausibile.<\/p>\n Torture Garden Clothing<\/a><\/em> \u2013 Come dicevo, l\u2019erede di House of Harlot<\/em>: stesso stile originale, stessi materiali e stessi prezzi stratosferici. Un trucco non so quanto ripetibile \u00e8 capitare \u201cper caso\u201d nella sede principale (Unit 30 Cremer St, ma per trovarla serve come minimo la Compagnia dell\u2019Anello) e con la scusa di essere turisti scemi convincere il titolare a farvi far compere a prezzo di fabbrica. Tenere una siringa di adrenalina a portata di mano per la rianimazione al momento del conto \u00e8 comunque consigliabile.<\/p>\n Breathless<\/a>, 131 Kings Cross Road \u2013 <\/em>Quello che sulle prime sembra un negozietto senza pretese \u00e8 forse il miglior indirizzo per chi ama i corsetti, eleganti o costrittivi che siano. La proprietaria \u00e8 una ragazza \u201ccattivissima\u201d, pronta a cacciare i potenziali clienti che non sappiano dimostrare abbastanza buon gusto. Noi l\u2019abbiamo visitata il giorno prima del Torture Garden<\/em> (la festa, non il negozio) e l\u2019inevitabile sezione latex era piuttosto sguarnita per via degli acquisti dell\u2019ultima ora, ma pare che di norma sia pi\u00f9 che valida. Questo \u00e8 anche il negozio ufficiale europeo della griffe What Katie Did<\/a>, che fa riproduzioni di lingerie e calze anni \u201940 e \u201950.<\/p>\n Honour<\/a>, 86 Lower Marsh <\/em>\u2013 In teoria dovrebbe essere il \u201cflagship store rinnovato\u201d (parole del sito) di una celebre marca di specialisti BDSM, per\u00f2 a me \u00e8 sembrato lo stesso bugigattolo di dieci anni fa. Ci\u00f2 non toglie che resti l\u2019indirizzo migliore per chi cerchi cose belle a basso costo: c\u2019\u00e8 un po\u2019 di tutto sia come abbigliamento che come giocattoli, e capita di trovare affari incredibili come i capi super-cool di Skin Two<\/a> a cifre da mercatino rionale. Il paradiso del Pvc.<\/p>\n Rob London<\/a>, 24 Wells St \u2013<\/em> Filiale londinese di uno dei pi\u00f9 rinomati leathershop del mondo (ad Amsterdam), ha probabilmente i migliori articoli in pelle sulla piazza. La specialit\u00e0 della casa sono per\u00f2 i giocattoli in metallo, in particolare per il Cbt, e i set per il pumping. Anche qui le donne sono guardate con perplessit\u00e0 e una punta di schifo, ma non bisogna intimidirsi: il commesso Piero (importato da Napoli) \u00e8 una preziosissima fonte di informazioni per sapere quali sono le feste e i club pi\u00f9 interessanti per gli appassionati.<\/p>\n Doc Martens, 240 Camden High Street \u2013 <\/em>Ovviamente ci sono gli anfibi. Al piano inferiore per\u00f2 c\u2019\u00e8 la migliore selezione di calzature fetish della citt\u00e0, con assortimento e costi decisamente preferibili ai molti altri negoziacci per turisti della zona. Dal ballet boot alle superzeppe da battona portoricana anni \u201970, qui c\u2019\u00e8 tutto.<\/p>\n Coco de Mer<\/a>, 23 Monmouth St \u2013 <\/em>Non un negozio ma un\u2019esperienza che vanta testimonial celebri come Angelina Jolie. Il perch\u00e9 si capisce anche prima di entrare: l\u2019ambientazione \u00e8 a met\u00e0 strada fra un museo e un bordello ottocentesco, con vetrine che espongono come se nulla fosse dildi di platino tempestati di diamanti (sul serio!). Le manette, per intenderci, qui sono sostituite da polsiere di cuoio lavorato a macram\u00e8 dai mastri sellai della casa reale. Persino i camerini sono un\u2019avventura: in uno si trova un quadretto misterioso che, una volta spostato\u2026<\/p>\n Regulation<\/a>, 17a St. Albans Place \u2013 <\/em>Uno dei marchi storici del mondo BDSM si nasconde in una viuzza praticamente introvabile nella bella zona di Angel, e a prima vista sembrerebbe magnifico. Un grande magazzino strapieno di meraviglie: dopo la pretenziosit\u00e0 degli altri negozi ci si aspettano prezzacci stracciati\u2026 e invece \u00e8 esattamente il contrario. Da evitare a tutti i costi, a meno che non moriate dalla necessit\u00e0 di possedere le due uniche esclusive del negozio: una bara di rame rivestita internamente di latex e un pallone di due metri di diametro in cui isolare il sub come se fosse un criceto.<\/p>\n Ci siamo fin qui? Allora prendiamoci una breve pausa, perch\u00e9 tra poco si continua con la seconda parte del reportage, dal quindicesimo compleanno del Torture Garden!<\/p>\n LA FESTA<\/strong><\/p>\n Il clou del Kamikaze London Tour \u00e8 stata la serata del 20 maggio, in cui abbiamo festeggiato il compleanno della mia schiava\u2026 al compleanno del Torture Garden<\/a><\/em>!<\/p>\n TG<\/em> \u00e8 il nome di un gruppo di appassionati di fetish (stilisti, fotografi, modelle\u2026) che organizza regolarmente feste fra le pi\u00f9 frequentate del Regno Unito (l\u2019altra \u00e8 il RubberBall<\/a><\/em>). Questa data particolare segnava la celebrazione di quindici anni di attivit\u00e0 e ha attratto ancora pi\u00f9 gente del normale, da tutto il mondo.<\/p>\n Il club che l\u2019ospitava era il gigantesco SeOne<\/a>, praticamente sotto il Ponte di Londra, che in teoria dovrebbe essere concepito per un massimo di 2.600 ospiti: il numero totale dei presenti non \u00e8 stato (ancora) comunicato, ma a occhio abbiamo tutti avuto l\u2019impressione che fossero come minimo il doppio. Il miracolo \u00e8 stato reso possibile dall\u2019apertura di numerosi spazi secondari \u2013 comprese alcune zone all\u2019aperto, racchiuse da tendoni \u2013 che comunque riuscivano a essere sempre pieni zeppi. La mappa del locale si trova qui<\/a>.<\/p>\n Le sorprese sono cominciate comunque sin da prima di entrare, con una corsa in taxi \u2013 in dresscode, per non doversi cambiare sul posto \u2013 ostacolata da una maratona contro il cancro che ha riempito la citt\u00e0 di oltre un milione di partecipanti. Mentre il tassista faceva del suo meglio per evitare i blocchi stradali abbiamo avuto una conversazione emblematica dell\u2019atteggiamento londinese nei confronti delle cosiddette \u201cperversioni\u201d. Ve la riassumo:<\/p>\n – Ma cos\u2019\u00e8 che fanno stasera al SeOne? Sento alla radio che ci sono un sacco di auto dirette a quell\u2019indirizzo.<\/p>\n – Beh, c\u2019\u00e8 una grande festa un po\u2019 particolare cui partecipa gente di tutto il mondo. Noi per esempio veniamo fin dall\u2019Italia\u2026<\/p>\n – Ma particolare in che senso? Scusate, ma ho visto che avete degli abiti un po\u2019 insoliti.<\/p>\n – Uhm\u2026 \u00c8 una cosa di tendenza, genere fetish\u2026<\/p>\n – Ah! Fetish! Ne ho sentito parlare: ma cosa fate di preciso?<\/p>\n – Beh, veramente\u2026<\/p>\n – Che c\u2019\u00e8? Ho fatto una domanda sconveniente?<\/p>\n – No, \u00e8 che non tutti lo vedono di buon occhio anche se non facciamo niente di male\u2026<\/p>\n – Come sarebbe a dire? Ognuno ha il sacrosanto diritto di divertirsi come gli pare, eccheccavolo! Da voi davvero si permettono di giudicarvi per i vostri gusti privati?<\/p>\n – Ah, sono contento che la pensi cos\u00ec. Comunque \u00e8 una cosa pi\u00f9 che altro di abbigliamento\u2026 [segue spiegazione di latex & C.]<\/p>\n – Oh, adesso ho capito! Che figata! Ma se alla fine del turno convinco mia moglie a venire dite che ci fanno entrare vestiti cos\u00ec?<\/p>\n – No, non credo\u2026<\/p>\n – Ok, allora vorr\u00e0 dire che cercheremo negli armadi qualcosa di particolare\u2026<\/p>\n<\/blockquote>\n Ora, non so voi, ma nel tragitto mi sono immaginato quali sarebbero state invece le reazioni se ci fossimo trovati a Milano, Roma o Salerno. E ho scelto di non pensarci neanche, tanto per evitare di mettermi a piangere. Anche perch\u00e9 eravamo arrivati.<\/p>\n L\u2019ingresso del club era sotto un ponte decisamente largo, quasi ingorgato da una quindicina di taxi e auto private da cui scendevano continuamente gruppi di partecipanti in gran parte gi\u00e0 in dresscode. Qui abbiamo sentito ancor pi\u00f9 pesantemente il fardello del provincialismo italico: i due marciapiedi ai lati della strada erano completamente occupati da altrettante file, ordinatissime, di persone in attesa di entrare. Una fila per chi doveva ancora comprare il biglietto (molti quelli rimasti fuori) e una non molto pi\u00f9 breve per chi come noi l\u2019aveva prenotato online. Immaginate due o trecento persone abbigliate nelle maniere pi\u00f9 incredibili che si possano concepire: alieni cibernetici a fianco di dominatrici in cuoio, strascici di lattice e schiave al guinzaglio praticamente nude, geisha gommate e corsetti ottocenteschi\u2026 tranquillamente in mezzo alla strada come in una specie di carnevale veneziano filtrato da un fumetto porno. Ovunque sorrisi, chiacchiere amabili, scambio di indirizzi e ordine assoluto, senza il minimo tentativo di tagliare la fila o atteggiarsi a superstar nemmeno da parte di chi ne avrebbe avuto ben motivo.<\/p>\n Questo profondo senso civico \u00e8 stato \u2013 incredibilmente \u2013 presente anche all\u2019interno. Per dire: poich\u00e9 era vietato (da un cartello piccolissimo) nessuno oltre ai fotografi ufficiali ha cercato di scattare immagini con cellulari o simili; Spintoni o risse non se ne son visti nonostante il carattere notoriamente rissoso e alcoolico dei britanni; L\u2019unica persona men che rispettosa che abbia visto \u2013 una americana che si era permessa di intromettersi in una sessione di spanking \u2013 \u00e8 stata presa di peso e allontanata dal locale. Suppongo che non tutto sia stato rose e fiori e qualcosa possa essermi sfuggito, ma nel complesso l\u2019atmosfera era lontana anni luce da quello che ci sarebbe aspettati da un carnaio simile.<\/p>\n Comunque. Dopo una breve attesa viene il nostro turno per entare (in base all\u2019affollamento dei camerini e del bancone guardaroba) e ci troviamo in un ambiente cos\u00ec diviso:<\/p>\n Camerini<\/em> \u2013 Pessimi, a dirla tutta, per\u00f2 almeno grandi. Due spazi delimitati da tendone di plastica lucida (\u00e7a va sans dire) surrealmente divisi in \u201cuomini\u201d e \u201cdonne\u201d.<\/p>\n Tunnel delle Installazioni<\/em> \u2013 Un corridoio affiancato da due pedane su cui si esibivano altrettanti quartetti musicali. Con una particolarit\u00e0: met\u00e0 degli strumenti era costituita dai loro stessi corpi, con corde attaccate a uncini infilati nella carne o agganciate a impianti metallici inseriti sottopelle. Inquietante \u00e8 dir poco, soprattutto vedendo le espressioni impassibili delle strumentiste.<\/p>\n Arena delle Body Art<\/em> \u2013 Un grande ambiente lungo le cui pareti si trovavano palchi di varie dimensioni su cui lavoravano performer specializzati in modificazioni corporee, la maggior parte con macchinari pseudoclinici che parevano usciti da un film di Cronemberg. Ma c\u2019era anche uno \u201cspiatoio\u201d con fessure da cui scrutare l\u2019esibizione di belle lap dancer, punti di sospensione per bondage, una gabbia rialzata dove si sono esibiti a lungo i mitici fondatori di French Shibari<\/a><\/em> e un grosso palco. Qui hanno dato spettacolo superstar planetarie comeMidori<\/a> e Kumi Monster<\/a>, oppure i Suka Off<\/em><\/a>, ottenendo lo stesso responso dal pubblico: un gioviale disinteresse.<\/p>\n Ebbene s\u00ec: c\u2019era gente venuta dall\u2019altra parte del mondo per mostrare legature incredibili e teatro estremo senza pari\u2026 e gli ospiti se li filavano appena, tanto erano travolti dalla quantit\u00e0 immane di cose da vedere! In quel contesto persino le stracontroverse illustrazioni di Trevor Brown<\/a> proiettate a tutta parete suscitavano poco pi\u00f9 di un sopracciglio alzato \u2013 il vero spettacolo era il pubblico stesso, di cui potete farvi un\u2019idea visitando le gallery realizzate da siti appositi, qui<\/a> e qui<\/a>.<\/p>\n Arena del Bordello Mattatoio<\/em> \u2013 Il nome \u00e8 molto pi\u00f9 truce della realt\u00e0. A parte le carcasse di animali appese al soffitto (Vere? Finte? Mah\u2026) si trattava infatti di un altro salone con palco, questa volta riservato a performance molto pi\u00f9 soft. Il Torture Garden \u00e8 infatti l\u2019evento che ha riportato in auge gli spettacoli di burlesque<\/em>, e questo era il suo regno dominato da personaggi come Empress Stah<\/a> e Masuimi Max<\/a>. Cos\u2019\u00e8 il burlesque, dite? La risposta ufficiale \u00e8 colta e complessa, ma in buona sostanza: il vecchio spogliarello. Magari fatto con un po\u2019 pi\u00f9 di autoironia. Buon per loro, ma non esattamente il mio genere.<\/p>\n Tana dell\u2019Oppio e Cabaret Danzante<\/em> \u2013 Nessuna traccia di oppio, ma in compenso l\u2019ambiente pi\u00f9 sorprendente di tutta la festa: una stanza dedicata interamente al boogie woogie, arredata come un night club e popolata da gente in abiti anni \u201940 e \u201950\u2026 ma in versione fetish! Non chiedetemi che senso avesse, ma a noi \u00e8 piaciuto parecchio per l\u2019effetto postmoderno di scontro di culture \u2013 sembrava di trovarsi in mezzo a un fumetto di fantascienza di Moebius<\/a>, o in un telefilm vecchio stile tipo Agente Speciale<\/a><\/em>. Anche qui, un palco con gli inevitabili spettacoli di burlesque fra un brano live e l\u2019altro. E fuori un piccolo casin\u00f2, per chi riusciva a non distrarsi troppo.<\/p>\n Area Chill Out<\/em> \u2013 Qui invece le droghe c\u2019erano (o meglio, con mio grande sconforto erano un po\u2019 dappertutto, ma qui erano bene in evidenza), sotto forma di\u2026 gas esilarante, venduto in appositi palloncini da cui aspirarlo. Nel complesso comunque si trattava di una semplice serie di divanetti popolati soprattutto da signore in cerca di riposo per i propri piedi distrutti da tacchi da 16 o 18 cm di altezza.<\/p>\n Arena della Moda<\/em> \u2013 La discoteca vera e propria, in cui siamo stati il meno possibile. Oltre la calca disumana di raver impasticcati c\u2019era una passerella su cui si sono svolte diverse sfilate di famosi stilisti fetish, ma l\u2019abbiamo viste solo in foto, su Internet. Presumo che a qualcuno siano piaciute.<\/p>\n Dungeon da Gioco<\/em> \u2013 \u201cArredato con strutture di Infernal Mechanix<\/a>\u201d, dicevano i volantini \u2013 e dopo aver visto le meraviglie in vendita nei negozi ci aspettavamo chiss\u00e0 cosa. Invece purtroppo era uno spazio relativamente piccolo in cui la folla rendeva pressoch\u00e9 impossibile giocare veramente. Nonostante la presenza di ottime mistress che facevano del loro meglio per tenere sotto controllo la situazione, si \u00e8 trasformato presto in un comune spazio di transito e relax fra un\u2019emozione e l\u2019altra.<\/p>\n Sala delle Coppie<\/em> \u2013 Il transito era diretto qui: un labirinto di tendoni e divanetti adibito a scopatoio. Una rapida occhiata ce lo ha mostrato affollatissimo, caldissimo e a dirla tutta mica troppo pulito, cos\u00ec siamo tornati negli altri ambienti.<\/p>\n Noi siamo tornati a casa poco prima delle quattro, insieme al grosso dei partecipanti. Chi \u00e8 rimasto si \u00e8 spostato poi all\u2019after-party (il Compleanno era stato organizzato come un evento di tre giorni consecutivi), ma su questo non saprei che dirvi.<\/p>\n Le impressioni dopo una notte di riposo sono sinceramente miste. Rispetto all\u2019altro grande evento fetish cui ho partecipato (la Nuit D\u00e8monia<\/a><\/em> di Parigi) la sensazione \u00e8 stata di anarchia, molto meno \u201cstile\u201d nel complesso ma anche molto pi\u00f9 relax e voglia di divertirsi anzich\u00e9 solo apparire. Si sa che il fetish non \u00e8 cosa mia, quindi i miei commenti sono soprattutto \u201ctecnici\u201d (ero andato, lo confesso, anche per rubare qualche bella idea per il Black Ball<\/a><\/em>) ma ci\u00f2 non vuol dire che la serata non sia stata divertente. Ellergy & Mil, nostri compagni di viaggio, erano estasiati dall\u2019aver trovato un ambiente in cui la loro dedizione al latex venisse apprezzata e valorizzata come non mai.<\/p>\n Ora scusate, ma devo dedicarmi finalmente a disfare le valigie. Da qualche parte c\u2019\u00e8 un sacchetto pieno zeppo di volantini di altri party BDSM e fetish raccolti durante la vacanza, e devo ancora decidere quale sar\u00e0 il prossimo\u2026<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Il resoconto di un viaggio del giugno 2006, in cui ho dedicato una settimana a esplorare gran parte del panorama fetish e Bdsm di Londra. Pi\u00f9 che un diario, una guida per chi stesse preparando un salto in terra d’Albione. 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