“Cinquanta sfumature di grigio”? Merita cinquanta sculacciate (letterarie)
Ayzad, giornalista, esperto di Bdsm in Italia, ci parla del best seller del momento: un romanzo che ha abbattuto i record di vendita ma non i pregiudizi che circolano sul sesso (e l’amore) tra chi domina e chi si fa dominare
Attenzione al libro-tormento dell’estate italiana 2012, primo di una trilogia da 31 milioni di copie vendute nel mondo. Leggero, leggibile e un po’ porno, “Cinquanta sfumature di Grigio” pare far coppia perfetta col caldo e il tempo libero. Ma non provate a prendere spunto dalle pratiche “estreme e malsane” che descrive. A dirlo è Ayzad, sessuologo e giornalista, massimo esperto di erotismo estremo, autore di un classico del genere, BDSM (Bondage&Disciplina, Dominazione&Sottomissione, Sadismo&Masochismo), manuale di 800 pagine adottato come testo di studio addirittura dall’Associazione Italiana di Sessuologia e Psicologia Applicata, nonché firma del più recente Dizionario del sesso insolito. Come si fa veramente l’amore Bdsm lo abbiamo chiesto a lui.
Sesso estremo è un po’ la parola chiave di questo caso letterario capace di far impallidire il successo di Harry Potter e nato dalle ceneri di Twilight. Ma ciò che viene descritto è realistico o pura fantasia?
Non c’è nulla di estremo nei rapporti descritti nel libro, salvo per la relazione malsana. I protagonisti mancano di equilibrio psicologico: lui è una sorta di stalker pieno di insicurezze e compensazioni infantili. Mrs Steele a sua volta è imbranata a livelli inverosimili e a 21 anni non ha mai “toccato” un uomo. Però si butta in una relazione fuori dal comune.
Un esempio?
La questione del contratto che lui le impone: ne discutono per pagine e pagine perdendosi in dettagli ridicoli, eppure non si rendono conto che qualsiasi relazione non può essere progettata a tavolino fra sconosciuti. Un rapporto sano – Bdsm o altro – nasce e si evolve crescendo insieme. E l’eros estremo non può essere imposto da un partner all’altro, ma va studiato e condiviso con consapevolezza.
Ma Mr Gray appare più che disponibile alla modifica del Contratto.
È vero, lui corregge il testo, ma per una sorta di contorto gioco di manipolazione volto a catturare una preda. Il bello del Bdsm è invece proprio la sua estrema chiarezza d’intenti e di ruoli: stabilito chi siamo e cosa vogliamo, si valuta la compatibilità fra i nostri desideri e via. O c’è sintonia, o non c’è – senza ridursi a compromessi di cui alla lunga ci si pentirebbe. La mia impressione è che lui tenda involontariamente a imbrogliarla, e lei a cercare alibi per farsi ingabbiare in una vita che non le si addice.
In che modo rimane “ingabbiata”?
Premesso che stiamo parlando di un libro porno e non di un’opera di alta letteratura in cui si potrebbero cercare sottotesti e metalinguaggi, il problema è che i protagonisti si presentano per ciò che non sono. Lui si atteggia a superman ma è in fondo un bambino spaventato che necessita della forza di una compagna; Lei si comporta inizialmente da imbranata cronica, però nei volumi seguenti diventa addirittura una specie di Rambo capace di vincere risse da bar e sparare come un cecchino… Ce li vede, due individui così, costretti a recitare delle parti innaturali fissate da un contratto legale?
Cosa è estremo, nelle reali pratiche Bdsm?
Il concetto di estremo cambia a seconda delle persone e del momento. Per me può essere estremo un tatuaggio perché è permanente, mentre per un ragazzino può essere quasi banale. I giochi con la frusta possono sembrare da pazzi sanguinari per alcuni, e quasi noiosi per altri. Estremo è spostarsi dai propri confini, dalle abitudini, darsi la possibilità di esplorare nuove strade.
Qualche esempio…
Ci sono pratiche di modificazione permanente del corpo o rapporti vissuti senza pause, 24/7. Cose che ti cambiano la vita.
In che modo ti cambiano la vita?
La ridefiniscono in funzione del modo in cui si vive la propria sessualità e le relazioni. Possono cambiare perfino l’uso del linguaggio, la gestualità. Non ci sono – come nel libro – standard da seguire. Al contrario, si tratta di giochi con mille sfumature, negoziati e costruiti fluidamente dalle coppie: si va da piccolissimi gesti occasionali a trasformazioni permanenti, fisiche o mentali. Il fatto è che non è corretto pensare ai rapporti BDSM come stranezze improbabili, anche perché in una forma o nell’altra vengono praticati dal 10% della popolazione italiana. Sono più comuni che giocare a tennis! Certo, le forme più estremizzate di questi giochi sono poco diffuse, ma il loro significato non cambia. Consideri chi suggella la propria relazione facendosi marchiare a fuoco o con l’azoto liquido: anche se lo fanno pochissime persone, la cosa è considerata sconvolgente. Invece, farsi tatuare il nome della fidanzata è considerato una pratica sociale comune, anche se si tratta proprio della stessa cosa. È tutta questione di prospettiva. Gli eccessi borderline non hanno senso, ma provi a fare caso a quanti gioielli sono in realtà simboli di costrizione e appartenenza, proprio come il bondage…
Dov’è che il libro sbaglia nel descrivere queste pratiche?
Oltre al contesto sballato e al rapporto psicologicamente dannoso tra i protagonisti, alcune pratiche sono descritte con un po’ troppa faciloneria. Un esempio: Grey lega i polsi di lei alla testata del letto usando della seta, e a cose fatte Anastasia si compiace dei segni che le sono rimasti sulla pelle. Splendido e sexy, ma nella realtà se annodi strettamente la seta l’unico modo per poi disfare la chiusura è tagliare: è una banalità, ma una banalità che può portarti al pronto soccorso. In queste cose è fondamentale informarsi sulle tecniche, avere un equilibrio mentale ed essere consapevoli. Se questi protagonisti esistessero nella realtà, sarebbero molto infelici perché il rapporto si basa sulla paura dell’abbandono per Lui e nella paura del tradimento per Lei. Insomma, il sogno di qualsiasi psichiatra! Comunque c’è un blog molto interessante che analizza il libro da questo punto di vista capitolo dopo capitolo (e senza pietà).
Beh, un ottimo prodotto commerciale però, tra l’altro ricco di pubblicità indiretta, con marche note che spuntano a ogni pagina.
Ah sì, un prodotto commerciale ottimo. Anche il personaggio dell’autrice è ben studiato perché nonostante sia stata produttore televisivo e sia sposata con uno sceneggiatore di successo, si presenta come una qualunque casalinga, una simpatica “best seller per caso”.
Una casalinga che scrive “quello che ogni donna vuole”, secondo il Guardian. Se è così, peccato non abbia tanto successo tra gli uomini.
Le lettrici sono coinvolte dalla classica fantasia escapista del milionario che salva la proletaria. Il BDSM è solo la versione contemporanea dell’elemento esotico che negli anni ’20 era rappresentato dal “misterioso orientale” alla Rodolfo Valentino. Gli uomini che lo leggono non trovano la stessa attrattiva, come minimo perché si confrontano con una figura inarrivabile: ricchissimo e perfettissimo, che addirittura ci salva dalla fame del mondo. Mentre lei resta insipida e incapace di prendere una decisione.
Ana è descritta come un’imbranata cronica, però nei fatti è lei a dare il via alla relazione e in certi casi a dettare le regole.
Sì, ma sempre un po’ per caso o perché in preda all’alcol. Comunque è vero che il potere in qualsiasi gioco BDSM è controllato dal sottomesso. Come diceva Hegel, senza gli schiavi non esistono i padroni.
Si è detto che il successo della trilogia è dipeso molto dal passaparola sul web, sui social network in particolare.
Rispetto alla riuscita del libro, metterei piuttosto in primo piano l’idea azzeccata di pubblicarlo nell’esatto momento in cui l’editoria passa dalla carta agli e-book. “Cinquanta sfumature di Grigio” deve il suo successo alla diffusione dei libri digitali, che permettono di nascondere la copertina di un libro erotico meglio di qualsiasi stratagemma. Così è diventato un fenomeno di moda che successivamente è stato amplificato dal web.
E il web è la terra preferita per parlare di pratiche BDSM in generale.
Il web ha fatto tantissimo per diffondere e informare sulle sottoculture erotiche, ma in modo confuso, mescolando la spettacolarizzazione (leggi pornografia) alla mancanza di affidabilità, con “esperti” anonimi che danno informazioni sbagliate o pericolose. Il caso che ha scioccato l’Italia, della ragazza morta a Roma per un bondage andato a finire male, è un esempio di come l’abitudine a vedere certe immagini porti a sottovalutare problemi concreti che solo uno studio serio dell’argomento permette di prevenire e gestire correttamente. Il BDSM non è nulla di esoterico, ma come qualsiasi disciplina va approcciato con buon senso, imparando prima di agire – proprio il contrario di quel che si legge in “Cinquanta sfumature”. L’eros estremo è regolato dalla sigla SSC: sano, sicuro e consensuale. Senza rischi, con identità di vedute e consenso esplicito. Principi purtroppo assenti nella trilogia.
Perché nasconde il suo nome dietro uno pseudonimo?
Un po’ perché il nome reale è noioso e convenzionale, poi per mantenere un minimo di privacy e infine per proteggermi dai fondamentalismi cattolici.
Cosa le è successo?
L’esempio più spettacolare è di qualche anno fa. Dovevo tenere un seminario all’Università Bicocca di Milano per presentare una relazione nata per la Federazione europea di sessuologia. L’aula era già piena di persone, quando, su pressione di un gruppo ultracattolico, il Rettorato ha improvvisamente ordinato di sfollarla e annullare la lezione. Lo “scandalo” della gioventù traviata in Bicocca generò mesi di feroci dibattiti culminati addirittura con una interrogazione parlamentare sull’opportunità o meno di consentire a me e ai miei colleghi di parlare di sessualità alternative negli istituti italiani.