Ormai conoscete bene la mia insofferenza per la separazione fra sesso e vita quotidiana. L’approccio culturale più diffuso verso la sessualità è considerare tutto ciò che abbia a che fare col sesso come una specie di capitolo nascosto della nostra esistenza, qualcosa di cui vergognarsi e da negare contro ogni evidenza – ma ciò ha preoccupanti effetti collaterali. I pericoli sono tanti e concreti, prime fra tutte naturalmente le nevrosi che derivano dall’accumulo di frustrazione e dall’ipocrisia. Non meno inquietante è però il modo in cui il rifiuto della realtà conduce alla sospensione del buon senso – per esempio riguardo la profilassi e la prevenzione degli incidenti, o le responsabilità legali. Per non parlare del senso degli affari.
Esempio pratico: il servizio statunitense di consegna di cibi a domicilio Eat24 ha di recente scioccato il mondo del marketing “serio” lanciando una campagna pubblicitaria su parecchi siti porno. Le aziende rispettabili non fanno mica certe cose… tuttavia il fatto è che la pubblicità sui siti per adulti costa decisamente meno che metterla su siti “di classe”, ma soprattutto garantisce ritorni di parecchi ordini di grandezza maggiori. A conti fatti Eat24 si è presa un po’ di insulti dai bigotti – ma ha moltiplicato di botto il fatturato perché, tutto sommato, il porno lo guardano tutti e sono clienti perfettamente validi.
Restando in tema di business online, è palese che oggi i pezzi grossi siano i social network. Facebook e i suoi colleghi hanno miliardi di utenti perché… Beh, perché è precisamente il loro lavoro: offrirvi gratis attività divertenti che catturano la vostra attenzione, il vostro coinvolgimento e i vostri dati personali, in modo da poterli poi rivendere a Organizzazioni Molto Malvagie. Al secondo posto ci sono i siti di dating.
Poiché l’obiettivo di entrambi è massimizzare il proprio pubblico vengono fatti grandi sforzi per mantenere un’immagine rispettabile – a volte con risultati patetici – così da attrarre più perdigiorno zombificati, narcisisti e fotografi compulsivi di selfie, piedi e pasti utenti moralmente ineccepibili. Che poi è anche un gran limite, perché sappiamo tutti che il successo dei social network dipende in realtà soprattutto dalla loro utilità nel trovare qualcuno con ‘stato: single’ nelle vicinanze con cui provarci. Però nessuna azienda decorosa oserebbe mai macchiare il proprio marchio riconoscendo pubblicamente l’esistenza del sesso, no? Be’… non è detto.
Nelle ultime due settimane sono stati annunciati diversi social network favorevoli a una sessualità esplicita. Pinsex non è altro che Pinterest senza le restrizioni su nudità, sesso e contenuti per adulti in generale (e con un negozio in cui comprare sex toy). L’impronunciabile NautiNinja è un network sociale generico, ma privo di bigottismi e dichiaratamente pensato per il dating – con diverse funzionalità premium.
Questi due esempi sono solo gli ultimi in una lunga serie di aziende simili. Fetlife, per esempio, è una comunità con due milioni e mezzo di membri dedicata a chi è interessato a BDSM e fetish; Alt.com è un altro gigantesco sito di dating sempre riservato agli appassionati di sessualità alternative; l’elenco potrebbe continuare. Ad accomunare tutte queste risorse online sono tre elementi. Si rifiutano di collaborare alla finzione di un mondo senza sesso; possono permettersi di offrire funzioni a pagamento perché gli utenti sono effettivamente interessati ad acquistarle; soprattutto hanno tutti un enorme successo. Visto che comportarsi da adulti fa bene tanto a se stessi quanto al proprio business?