(dal sito [nu])
«Diciamo subito agli psicopoliziotti perbenisti (e magari di sinistra): andate affanculo. Lo diciamo con un attacco preventivo (segno dei tempi, che volete), perché almeno mettiamo subito le cose in chiaro. […] Questo libro rivendica il diritto di giocare, di cercare il piacere, di vivere le proprie inclinazioni sessuali e umane senza censura, e soprattutto nel pieno rispetto degli altri», così attacca la prefazione a firma del (pseudonimo) Reverendo William Cooper. Con note di ironia e sana polemica, è l’autore del celebre Sesso estremo (pubblicato, con il suo seguito Sesso estremo II quasi dieci anni fa da Castelvecchi) a fare da anfitrione al ponderoso lavoro di Ayzad che, dal canto suo, così la pensa: «Il mondo del BDSM è molto diverso da come viene rappresentato dalla pornografia e dalla letteratura psichiatrica. […] È un’esplorazione affascinante e non priva di rischi, per la quale di solito non è facile trovare guide esperte di cui potersi fidare. Così, in mancanza di una mappa sicura, si procede per tentativi – magari per anni – prima di scoprire il proprio modo ideale di vivere l’erotismo estremo. Dopo tanto cercare ho pensato che condividere tramite un libro l’esperienza accumulata sarebbe stato il modo migliore di rendere più facile il percorso per i miei compagni di avventura. È stato un lavoro molto più impegnativo del previsto, cui hanno collaborato numerosi esperti italiani e stranieri». E allora cosa troviamo in questi capitoli che trattano di erotismo che si usa dire “estremo” o “trasgressivo”? Si va da un’infarinatura storica e letteraria sulla materia, a nozioni di etica e tecnica, nonché note legali e considerazioni filosofiche. Si passano in rassegna quelli che possono essere gli scenari delle pratiche BDSM. Ayzad elenca gli strumenti e il vestiario e, cosa fondamentale, la loro cura: pelle e latex hanno bisogno di attenzioni particolari. In sequenza si considerano poi i feticismi più vari, dalla passione per le corde, a quella per le calzature, alle fascinazioni di parti del corpo. Molte pagine vengono dedicate al bondage in tutte le sue varianti: con l’utilizzo di corde e altri strumenti costrittivi. C’è una consistente parte dedicata alla sculacciata. Anche qui le possibilità di “gioco” sono innumerevoli, dall’uso delle mani libere, a quello di strumenti: dal battipanni, alla cinghia, a strumenti più raffinati come lo slapper, il paddle o il tawse. Non mancano ovviamente fruste, frustini, flogger e indicazioni sulle parti del corpo da colpire (o da non urtare) e sul come farlo.
Quelli che vanno sotto l’acronimo BDSM, in fondo, si fa notare, non sono che dei “giochi di ruolo”, quelli in cui ci si immedesima in qualcuno: “facciamo che eravamo…”. Un gioco, come da bambini… Per tutti questi giochi può servire “La camera delle torture” come titola un capitolo del libro. Utile dunque anche un “Piccolo corso per aguzzini” con nozioni su stiramenti e pressioni, penetrazioni e dilatazioni, giochi elettrici e con l’acqua, con notizie divulgative di anatomia. Notevole parte del libro è poi composta dal capitolo “Oltre l’ultimo tabù”. «Chi prova il maggior ribrezzo per gli escrementi è colui che più considera sporca la propria anima», scriveva Georg Groddeck, padre della medicina psicosomatica. In queste pagine troviamo i “giochi dannunziani” (scatologia e “pioggia dorata”) fino al rapporto di sottomissione “ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette”. Utile, infine, una sezione che è un po’ la guida per quanti vogliono darsi da fare in questi ambiti: un elenco di negozi dove trovare l’armamentario più adatto, nonché di siti che commerciano in abbigliamento e gadget particolari. E poi non resta che fare gli incontri giusti, ecco quindi giornali per annunci, o messaggi in siti Internet, feste, locali… Si chiude con alcune note sugli aspetti legali, un completo glossario, un elenco di libri, riviste, film e soprattutto ancora siti Internet per orientarsi. A proposito di questi, leggendo il libro colpisce la mole di citazioni dalla Rete. È evidente come il boom popolare del BDSM sia legato allo sviluppo di Internet che ha facilitato il contatto tra appassionati o gruppi. Finito. Il panorama di settecentosessantotto pagine è praticamente completo.
Silvio Andrei (8 aprile 2005)