Dicono che con l’avanzare dell’età ci si cominci a ripetere. Forse qualcunə ricorderà un articolo di sei anni fa in cui mi lamentavo di come la “comunità” kinky fosse refrattaria ad approfondire proprio quegli argomenti di cui sostiene di essere tanto appassionata: un’assurdità contro cui ho rinunciato a lottare, che nel frattempo non è cambiata di una virgola.
Ebbene, stavolta mi tocca fare un discorso molto simile – ma riferito alla categoria di chi, da “espertə”, sostiene di fare divulgazione sui temi delle sessualità atipiche. Me compreso, naturalmente.
Succede che sia reduce dall’MsC Worldwide, una conferenza di quattro giorni dedicata a BDSM ed eros estremo in generale. Dato che viviamo nel futuro post-pandemico questo tipo di convention non si svolgono più solo fisicamente, così ho partecipato online – a malincuore – insieme a centinaia di persone connesse da tutto il mondo.
In compenso ho seguito una dozzina fra talk e tavole rotonde, ma soprattutto mi sono scaricato 93 (sì, novantatre!) ore di registrazioni delle lezioni alle quali non sono riuscito a partecipare, che sto recuperando un po’ alla volta. Sono un sacco di roba, che a conti fatti mi è costata meno di un euro l’ora.
Gli argomenti relativamente banali, come I vari tipi di poliamore oppure Affrontare da single il mondo kinky, erano decisamente in minoranza – e comunque riprenderò pure quelli, perché vale sempre la pena di ascoltare altri punti di vista. Il grosso era composto invece da interventi molto particolari, su cui dovrò ragionare un bel po’. Vi faccio alcuni esempi:
- L’evoluzione delle persone di colore o indigene nella comunità kinky
- Disabilità e accessibilità nelle dinamiche e nell’ambiente
- Relazioni master/slave e genitorialità
- Neurodivergenze nei rapporti di dominazione
- Come far riconoscere stili di vita alternativi a chi non li condivide
- Regole giuste e affidabili per accettare persone nella comunità o respingerle
- La vulnerabilità delle figure dominanti
- Tattiche di attivismo efficace
- Recuperare la passione nelle relazioni BDSM di lungo corso
- Rapporti fra BDSM e autismo
- Razza e cultura nelle dinamiche kinky
- Come insegnare efficacemente il kink in diversi contesti culturali
- L’impatto psicologico a lungo termine del BDSM come lifestyle
- Gestire fluttuazioni di salute mentale nelle relazioni master/slave
- Fantasie e realtà nel feticismo dei rapporti di coppia stile anni ‘50
…e così via, compresa una emozionante visita virtuale della sede centrale della Carter-Johnson Library – la più grande mediateca al mondo dedicata alle sessualità alternative – guidata dalla curatrice Mama Vi, leggendaria figura di riferimento per la cultura kinky nordamericana.
Purtroppo trovarsi dalla parte opposta del mondo mi ha impedito di vivere buona parte dei momenti sociali della convention, gli stand degli espositori e il calore umano di un’esperienza simile, benché gli organizzatori abbiano fatto di tutto per sopperire con un Discord dedicato e molto attivo. È stato lì che ho incontrato vecchie e nuove amicizie, oltre che molte espressioni stupite. Il motivo? Ero il primo divulgatore italiano che avessero visto a questo tipo di eventi.
È molto difficile scrivere queste righe senza suonare antipatici, ma è stato come finire sotto la proverbiale doccia fredda. Due volte.
La prima per essermi reso conto, ancora una volta, di quanto dopo decenni di studio abbia ancora da imparare sull’eros insolito. La seconda per avere riconosciuto la pochezza abissale del mondo kinky nazionale: i social sono pieni di onlyfansine, espertə e portatori sani di lauree che ripetono costantemente – a volte pure male – le stesse quattro nozioni base su ‘cosa vuol dire BDSM’ o ‘la non-binarietà’… ma nessunə fa lo sforzo di approfondire realmente temi su cui magari basa una carriera. E non succede solo a questa convention, ma praticamente in tutti i contesti davvero culturali che mi è capitato di esplorare. Quante occasioni sprecate per loro e per chi lə segue!
Sarà senz’altro anche un problema di bolle autoreferenziali, come capita spesso. Pure io qualche mese fa mi ero quasi commosso di fronte ai progressi della nostra divulgazione, eppure è bastato avventurarsi al di là dai confini italiani per dovermi ricredere. Il punto è banale ma non meno vero: fuori dalle nostre testoline c’è un mondo da scoprire. In effetti è poi il motivo per cui ho scelto di occuparmi delle infinite varianti della sessualità – offre così tanto da imparare che soddisfa anche l’appetito di un curioso cronico come il sottoscritto.
Facciamo così: io prometto di continuare a curiosare, anche dovessi continuare a farlo da solo. Se vi va, voi però restate a farmi compagnia. Credo che insieme ne scopriremo delle belle.