Ieri è uscito il trailer del film di 50 sfumature di grigio. Gli unici a essersene accorti sono stati gli pseudogiornalisti da Web (tipo chi ha argutamente rilevato che contenesse «note fetish». Maddai?), le poche sgallettate che ancora ricordano di essersi consunte le mutande leggendo i libri due anni fa, e naturalmente i fanatici di BDSM. Questi ultimi – me compreso, lo ammetto – hanno temuto quei centoventi secondi di video su YouTube come un segno dell’apocalisse che travolgerà il mondo il prossimo San Valentino. Il 14 febbraio 2015 è destinato infatti a essere il giorno in cui centinaia di milioni di lettrici si precipiteranno al cinema trascinando con se fidanzati e mariti innocenti, ma soprattutto sarà la data in cui i deliri di Anastasia Steele & Christian Grey verranno tragicamente scoperti anche da tutte coloro che erano state troppo pigre, snob o timide per leggere 1.664 pagine di porno-Harmony.
Il timore deriva dal fatto che immaginarne le conseguenze non sia difficile, come minimo perché si tratta di uno scenario già visto in situazioni analoghe quali il momento di gloria di Histoire d’O o la moda passeggera di Secretary. D’un tratto l’eros estremo e il fetish – che, a proposito, non è ciò che si vede nel trailer – saranno dappertutto, dai media alla moda e alla pubblicità. Ancora più di quanto non lo siano adesso, dico. Queste interpretazioni spesso assai improbabili scateneranno l’interesse per il BDSM in un’orda di persone confuse, che invaderanno club e soprattutto siti a tema, straparleranno con gran sicumera sui social network, e inevitabilmente combineranno pasticci.
In effetti tutto ciò è già accaduto quando uscirono i libri della James. Il numero di incidenti piccoli e grandi durante giochi erotici un po’ spinti aumentò di colpo, al punto da spingermi a scrivere una microguida gratuita per aiutare i principianti a evitare almeno gli errori più frequenti e pericolosi. È ragionevole quindi prevedere che la maggior diffusione dei film rispetto ai libri riproporrà questo problema su scala ancora maggiore.
Vista in quest’ottica, una certa ansia da parte di chi pratica davvero BDSM è comprensibilissima. Come tutte le attività estreme anche il sesso estremo richiede un approccio ragionato e rispettoso di tecniche e limiti; aver studiato queste cose per anni e ritrovarsi poi accomunati a qualche sciampista cerebrolesa finita in cronaca per essersi ammazzata mentre cercava di emulare un romanzaccio capito male non è certo bello. Allo stesso modo, non è bello aver penato tanto per scovare un vero party BDSM in cui vivere serenamente la propria sessualità e vederlo invaso all’improvviso da individui senza arte né parte che paiono usciti da Amici. Non è bello nemmeno scoprire che la propria passione più profonda sia stata trasformata in moda usa e getta a causa delle decisioni di marketing di una coalizione di aziende. Eppure questa storia ha anche un altro aspetto: un lato per certi versi scomodo di cui è ora di parlare onestamente.
Per farlo bisogna partire da una confessione: a me quel trailer è piaciuto. Mi è piaciuto molto l’elegante uso dei font, la musica, la fotografia, il ritmo… e la segretaria, che surclassa abbondantemente la protagonista. Se facciamo finta di non sapere nulla della trama ridicola e dei personaggi da TSO, quel breve video riesce a essere davvero affascinante – soprattutto se lo si guarda da un punto di vista femminile qual è il suo pubblico. E sapete perché? Esattamente per il motivo per cui la trilogia delle 50 sfumature viene tanto odiata da chi l’eros estremo lo pratica sul serio: perché non assomiglia affatto al BDSM vero.
Riguardatelo (lo trovate anche qui sotto) e fateci caso. La cifra fondamentale del trailer è la bellezza, non solo del protagonista ma anche di tutto ciò che viene mostrato (compresa Anastasia, quando finalmente entra a far parte del mondo “perverso” di lui). Il secondo elemento è naturalmente la relazione fra i protagonisti, tesa e imbarazzata, ma anche eccitante e densa di momenti del tutto sereni e normali. O no? Dopotutto, durante una banale cena in famiglia c’è quella mano che risale la coscia facendo irrompere l’eros dove meno lo si aspetterebbe – e questo è infatti il terzo aspetto intrigante della vicenda. Come si può non essere interessati da un trittico simile?
Tengo a ripetere che no, non sono impazzito e non sono diventato un fanboy di Cinquanta sfumature. Continuo a essere convinto che la trilogia della James sia stata una grande occasione sprecata di offrire al pubblico una visione più consapevole e sana della sessualità, ma qui mi riferisco strettamente al trailer. Non a caso, dopo averlo visto il commento di diverse donne di mia conoscenza è stato: «ah, se solo fosse davvero così…» Il riferimento non era però al mostruoso conto in banca del signor Grey. Il fatto è che, purtroppo, la realtà del BDSM è quasi esattamente opposta. Analizziamo le cose nel dettaglio…
L’ambiente BDSM non è bello – Come spiegano antropologia e sociologia, sostengono praticanti di tutto il mondo e anche io ripeto da tempo, il problema del BDSM è l’ambiente BDSM. Giustamente fondata sulla tolleranza delle diversità, la cultura dell’eros estremo col tempo ha esagerato: a furia di guardare e apprezzare l’essenza più intima delle persone e dei loro comportamenti ha finito infatti col dimenticarsi del tutto dell’esteriorità. Per timore di non sembrare degli stronzi discriminatori si è arrivati così ad accogliere individui e comportamenti inaccettabili in qualsiasi altro contesto sociale. Maleducati, disperati, gente disturbata e personaggi privi del minimo rispetto per se stessi e il prossimo. Il problema non è solo l’estetica – che sarà pure questione di gusti, ma parlando di sessualità non si può comunque ignorare – bensì tutta la mentalità che ciò comporta.
Basta dare un’occhiata a un qualsiasi sito non professionale per notare subito che, nella maggior parte dei casi, l’iconografia sia fatta di persone brutte che fanno cose brutte immortalate in modo decisamente brutto. È troppo sforzo chiedere un minimo di amor proprio, e magari un’inquadratura non del tutto ripugnante? Il guaio è, purtroppo, che invece altre persone analoghe sentono finalmente di poter sbracare in compagnia, commentano entusiaste e alimentano un maelstrom di orrore che a un certo punto si è cominciato a considerare normale. Quando anche la pornografia si rassegna ad abbandonare ogni sforzo di essere eccitante non c’è poi da stupirsi se le persone di buon senso preferiscano evitare certi ambienti.
Relazioni, queste sconosciute – Una delle domande che mi sento porre più spesso come personal coach è: «ma è possibile conciliare BDSM e amore?». Un dubbio del genere è dettato in parte dall’assurda ma diffusissima convinzione che il sesso appartenga a un mondo a sé, distinto dalla “vita vera”. La cosa inquietante è che di solito a farmi quella domanda siano mogli e mariti che non si sognano nemmeno di rivelare le proprie passioni più profonde a chi hanno sposato… Significativo, non credete?
Questo atteggiamento si riscontra molto anche nella cosiddetta Scena BDSM, dove fra le molte persone in cerca di partner è raro trovare chi desideri un vero rapporto, fatto anche di quotidianità, condivisione e crescita insieme. Di norma la gente cerca febbrilmente un qualunque corpo con cui realizzare le proprie fantasie, sessuali o affettive che siano. Forse andrà bene per una sveltina, ma non certo per giochi fondati su un incontro di anime assai più profondo e completo di quanto accada con il sesso “liscio”.
L’eros sporcato – Ricordate il brivido dato dall’inquadratura sotto al tavolo di famiglia? Uno sgradevole effetto della “cultura BDSM” è avere ottenuto invece l’esatto opposto. Spesso chi ha approfondito lo studio delle sessualità insolite ha dedicato molto tempo a interiorizzare e rivendicare la normalità dell’eros. Dopotutto è vero: i giochi erotici fanno parte della quotidianità tanto quanto pranzare o chiacchierare con gli amici. Peccato che ciò abbia tuttavia anche l’effetto di abbattere quel minimo di divisione necessaria fra fantasia eccitante e routine.
È qualcosa che qualsiasi coppia conosce tristemente bene. Come si può abbandonarsi alla sensualità mentre il telefono continua a squillare o il bambino nella stanza a fianco piange per farsi cambiare il pannolino? Lo stesso ammosciamento di entusiasmi si può notare per esempio in molti eventi a tema, che lungi dall’essere come in Eyes wide shut sono pieni semmai di persone che chiacchierano del più e del meno, sghignazzano come fossero in pausa caffè e distruggono ogni atmosfera. Lasciar sporcare l’erotismo dall’intrusione della banalità è un crimine capitale, ma non di meno molto diffuso.
Alla luce di queste meste eppur realistiche considerazioni devo quindi concludere ciò che mai avrei immaginato di pensare: nutro grandi speranze per il film di Cinquanta sfumature di grigio. Non per la pellicola in sé, badate bene, ma per gli altri effetti che potrebbe avere sul mondo un po’ asfittico dell’eros estremo. È evidente come questa “opera cinematografica” sia solo una marchetta senza un briciolo di valore artistico, eppure è anche evidente che il suo immaginario influenzerà la società ben oltre l’ora e mezza passata nel multisala – e forse era proprio quel che ci voleva.
Ora che la fase di sdoganamento cominciata negli anni ’80 può dirsi felicemente conclusa, è arrivato il momento di restituire al BDSM un po’ di magia. Non di elitarismo né di esoterismi inutili, per carità: semmai di quella grande bellezza da cui siamo stati tutti affascinati la prima volta che abbiamo scoperto l’esistenza di un modo diverso di vivere la sensualità. Sarebbe davvero ironico se a riuscirci fosse proprio Christian Grey, no?